Ez 43,1-2.4-7 Pt 2,4-9 Gv 4,19-24
La nostra esistenza è continuamente una ricerca orante del mistero
di Cristo e il fatto che la Chiesa oggi dedichi una particolare solennità alla
dedicazione di un tempio è perché il centro e il significato di un luogo di
culto stanno nel riscoprire l'oggi quotidiano nel mistero di Cristo. È la bella
affermazione che abbiamo ascoltato nel Vangelo ma viene l'ora, ed è questa, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre
in spirito e verità. La comunità cristiana è chiamata vivere questa
affermazione di Gesù. La Chiesa, dice Gesù, non è né a Samaria, né a
Gerusalemme: la Chiesa è qualcosa d'altro che va al di là del tempo e dello
spazio, perché è nascosta nel mistero della rivelazione che Dio fa di se stesso
all'intera umanità.
È importante
innanzitutto superare alcuni modi con i quali noi comprendiamo o tentiamo di
comprendere la chiesa per ritrovarne il sapore evangelico.
È chiaro che la Chiesa non è un edificio in cui si compiono riti o
si fanno le proprie devozioni personali, la chiesa non è legata a uno spazio e
un tempo, la Chiesa è un sacramento dove il Signore è il Signore.
Di riflesso la Chiesa non è l'autorità gerarchica, poiché
anch'essa appartiene alla comunità dei salvati. Diversamente cadremmo in un
discorso di potere perché chiunque nella Chiesa si pone in stato di servizio, ha
il carisma della comunione e non altro. Infatti dovremmo evitare tante volte di
intendere la Chiesa come un'esperienza gerarchico-clericale che non è Vangelo.
Quando noi ci lasciamo attirare nel mistero della Chiesa dobbiamo eliminare
tante visioni, che il mondo massmediatico ci potrebbe propinare. Infatti, in
modo paradossale, potrebbero cadere tutte le chiese, ma la Chiesa rimane. È una
verità sulla quale noi dovremmo continuamente ritornare perché spesse volte
quando noi parliamo di chiesa parliamo di cose molto esteriori. Di conseguenza la
domanda che noi dovremmo porci è questa: che differenza c'è tra una chiesa e un
tempio-luogo di culto?
Gesù ha evidenziato molto bene nel discorso alla samaritana il
senso della chiesa: essa è il segno sacramentale della comunità cristiana che
contempla il Cristo in mezzo al suo popolo. Se manca questo criterio non c'è Chiesa,
perché rimarremmo imprigionati in una lettura molto estrinseca e
fenomenologica. Infatti potremmo definire la Chiesa come una comunità che vive
in atto la reale presenza di Gesù. Se oggi ci siamo riuniti qui è solo per il
fascino di Gesù, fuori da questo orizzonte la chiesa non ha senso. Ecco perché
il criterio è che il Cristo che ci ha convocato ad essere comunione nella
comunità è colui che desidera relazionarsi con noi per regalarci, nello Spirito
Santo, la comunione con il Padre. Questo è il grande mistero nel quale noi
siamo inseriti, ecco perché la Chiesa dà grande valore a un tempio perché
dedicare un tempio è dire: poniamo il segno di una comunità che vive la
comunione attorno a Gesù Cristo e nello Spirito Santo per glorificare il Padre.
La chiesa è una comunità che respira l'Invisibile poiché la bellezza di ritrovarci
in una assemblea è respirare l’Invisibile; quando noi ci raduniamo la nostra
interiorità è talmente attratta da Gesù Cristo per cui, nello spirito Santo
facciamo comunione, perché con Gesù possiamo adorare il Padre. La Chiesa è una
comunità riunita nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Di riflesso il valore e il significato della Chiesa si riassumono
in quattro passaggi che dovrebbero aiutarci a trovare grande libertà interiore.
Innanzitutto ci ritroviamo qui per dare corpo a Gesù risorto.
Se noi ci poniamo la domanda perché questa mattina siamo qui, la
prima risposta è perché ritrovandoci insieme, Gesù si rende realmente presente.
È la comunione fraterna che è un canto al Risorto; se non c'è questo desiderio
del Risorto cos'è la Chiesa? Luogo di riti, di devozioni, e nient'altro. È la bellezza
feconda di ritrovarci per gustare il Risorto perché il Risorto ci possa
parlare! È bello entrare in chiesa con questo fascino di Gesù e dire a Gesù: “Parla
o Signore che la tua comunità ti ascolta, perché sulla tua Parola noi
costruiremo una vita”, è la bellezza dell'ascolto della Parola che non è semplicemente
un rito, ma è una condivisione che Gesù fa con noi del mistero della salvezza.
Entriamo in chiesa in un fascino che diventa ascolto.
Se noi non collochiamo così la nostra vita, la Chiesa è una fredda
struttura culturale. Riuniti attorno alla Parola, Gesù ci convoca attorno alla
sua mensa. Usando il linguaggio ci convoca attorno al suo tavolo. I bizantini
chiamano l'altare la “santa tavola” perché la bellezza di una comunione è Gesù,
che dopo averci regalato la sua Parola, ci dice: condividi con me la mia Pasqua,
il mio mistero. In quel mangiare e bere non troviamo altro che la gioia di
essere con Gesù.
È una cosa questa che noi dovremmo ritrovare. Attorno a quel
tavolo c'è la comunità degli assetati e degli affamati di Gesù. Non è un
semplice rito, accostarci all'Eucaristia è la gioia di Gesù che attorno a un
tavolo ci dà da mangiare e da bere, Lui personalmente. È una cosa che dovrebbe inebriarci.
Gesù nel momento che ha detto è venuta
l'ora ed è questa in cui adorerete il padre in spirito e verità ci dice: siate comunione in me, nella mia parola
siate illuminati, attorno al mio tavolo nutritevi della mia presenza e se
riusciamo a rileggere così la verità della Chiesa, dovremmo poi uscire nel
mondo proclamando le meraviglie di Dio. Come è brutta quell'espressione che noi
tante volte usiamo: oggi sono andato a messa… è un cristiano molto povero che
si è fermato al rito. Oggi siamo chiamati a proclamare che abbiamo goduto la
presenza di Gesù che è entrato talmente in noi che uscendo dalla chiesa - uso
un linguaggio di Luca - dovremmo essere ubriachi di Spirito Santo. La
profondità di essere insieme diventa di conseguenza uno slancio di comunione
fraterna, di condivisione, di speranza, di creatività da tutti i punti di
vista. È un dono che dobbiamo rendere creativo, sono le scelte che ognuno di
noi fa nella storia. Essere Chiesa è lasciarsi illuminare dal calore di Gesù in
un clima di invisibile Spirito Santo perché le scelte siano il linguaggio che
nascono dall'incontro con Gesù. Se la Chiesa non fosse questo, non avrebbe
niente di rivelato. Ogni volta che ci riuniamo nello Spirito Santo respiriamo
questo clima che il Risorto ci dice: "Va’, incarna secondo il tuo spirito
questa meraviglia che ti ho regalato e allora la vita è un diffondersi universale
di amore trinitario. Non esistono le parrocchie, esiste la comunione universale
della Chiesa in una comunione nella Trinità, la parrocchia è una struttura
giuridica, non sacramentale. Allora entriamo in questo grande mistero,
respiriamo questa comunione fraterna nella quale Gesù ha detto né su questo monte, né in Gerusalemme
per cui paradossalmente se ci fosse un terremoto che distrugge tutte le chiese,
non abbiamo problemi, ci ritroviamo, siamo Chiesa, anzi siamo veramente Chiesa!
Allora chiediamo allo Spirito Santo questa purezza di cuore in modo che
dedicare un tempio sia riscoprire un modo di vivere la fede: passare davanti ad
una chiesa è fare un atto di fede: "la mia vocazione è essere comunione in
Cristo Gesù e nello Spirito Santo con l'intera umanità". Quando noi
possiamo veramente entrare in questo fiume di grazia di vita, di vita divino-umana,
potremo dire: è bello essere Chiesa, diversamente potremmo avvertire che il
tempio non è più il fiume d'acqua viva che sgorga dal tempio del Signore. È la
bella visione che ci dà Ezechiele dove nei tempi messianici, la gloria di Dio
riempie sì il tempio, ma soprattutto riempie il popolo riunito perché dove c'è
il Signore c’è la fedeltà di Dio. Questo è il grande mistero che vogliamo
vivere e condividere questa mattina in modo da poter trovare quella purezza di
cuore che ci dice: quando si è in Gesù si abbraccia il mondo intero e il mondo
intero è in mezzo a noi ogni volta che ci lasciamo affascinare da Cristo
Signore.
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