Is 50,4-7 Fil 2,6-11 Lc 22,14-23,56
OMELIA
Gesù risorto ci convoca questa mattina a
rivivere con lui e in lui il mistero della sua Passione. Risentendo il testo
dell'evangelista Luca cerchiamo di soffermarci sulle tre espressioni che Gesù
dalla croce - secondo la tradizione giudaica - ha proclamato:
Padre, perdona loro perché non sanno quello che
fanno.
Oggi con me sarai nel paradiso.
Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.
cercando di
cogliere il senso di queste espressioni messe sulle labbra di Gesù al momento
della sua morte.
Sicuramente
Gesù sull'albero della croce non ha proferito nessuna parola perché le
condizioni fisiche in cui si ritrovava erano impossibili da questo punto di
vista, egli aveva già difficoltà a respirare, ma l'evangelista nel mettere le
tre frasi sulle labbra del Maestro ha voluto ritradurre quella che era la
mentalità giudaica: uno muore così come è vissuto. In quelle tre espressioni
noi troviamo il cuore di Gesù, che è innamorato dell'uomo, infatti la
successione è molto bella. Innanzitutto Padre,
perdona loro perché non sanno quello che fanno, perché la bellezza di Gesù
è la bellezza di colui che perdona. Lo percepivamo domenica scorsa nel racconto
giovanneo dell’adultera. Gesù ha iniziato la sua vita pubblica nell’episodio
del battesimo giovanneo al Giordano immergendosi nell'esperienza dei peccatori;
egli ha assunto il loro dramma per regalare a essi la grandezza del suo Amore.
E’ il criterio che abbiamo ascoltato dal libro della seconda lettura Umiliò se stesso facendosi obbediente fino
alla morte e alla morte di croce.
Ci sentiamo stimolati a gustare la bellezza del vedere nel Crocifisso
Dio che ama in modo meraviglioso la creatura umana! Infatti l'espressione con
la quale l'evangelista Luca ha ritradotto l'atteggiamento del Maestro potrebbe
essere così espressa: Padre, perdona loro
perché non sanno quanto tu li ami! E’ l'esperienza della storia di Gesù che
non ha fatto nient'altro che rivelare agli uomini la bellezza dell'Amore di Dio,
in lui è la novità del mondo e noi, guardando il Crocifisso, dovremmo sentirci
amati da Gesù. E’ molto bello come nella liturgia bizantina a ogni immagine o
rito dell’adorazione della croce troviamo un canto o una acclamazione alla Risurrezione,
che si ritraduce in una dialettica molto importante: a ogni sofferenza la
bellezza del rivelarsi dell’Amore, al dramma di quella drammatica situazione
l'espandersi dell'Amore incontenibile di Dio. Ecco perché abbiamo letto la Passione
contemplando il Risorto perché la bellezza dell’entrare nella Passione è
percepire la grandezza del darsi dell'Amore di Dio! Leggiamo sempre i racconti
della Passione con gli occhi gloriosi del Risorto. Allora, a questa prima esclamazione
di Gesù sull’albero della croce, aggiungiamo una riflessione alla seconda
proposizione: oggi sarai con me nel
paradiso. Oggi! L'evangelista Luca è l'evangelista dell’«oggi», già nell'evento
dell'Incarnazione gli angeli cantavano Oggi,
nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Oggi!
Oggi queste scritture si sono realizzate.
Oggi sarai con me nel paradiso!
Chiunque si
lasci prendere e affascinare dall'essere amato dal Cristo, oggi è in paradiso! Oggi!
Una delle verità che noi dovremmo continuamente rinverdire nel nostro spirito,
è la bellezza dell’«oggi» di Dio nella storia della comunità credente. Su
quella croce noi possiamo dire che “oggi” c'è la manifestazione piena di un Dio
innamorato dell'uomo. Sulla croce non c'è un Dio che muore soltanto, ma un Dio
che ama fino in fondo la creatura umana, Il coraggio di voler rileggere tutto
in questa visione positiva ci fa intuire che la bellezza della fede, nel
contemplare il Crocifisso, ci conduce al gusto d’essere rigenerati dallo Spirito
Santo.
La
fecondità sempre attuale della storia di Gesù stava nel portare l'uomo alla
destra del Padre e troviamo tutto ciò nella seconda e terza affermazione: Oggi sarai con me nel paradiso. Padre,
nelle tue mani consegno il mio spirito:
la missione di farti amare dagli uomini l’ho compiuta amando profondamente
l’uomo nella sua storicità. In quell’oggi sarai con me nel paradiso noi
dobbiamo andare al di là della figura del ladrone, per una apertura a tutta
l'umanità. In quell'atto di croce tutta l'umanità è chiamata a entrare nella
gloria di Dio. Gesù si è incarnato nella storia e il Padre gli ha consegnato
l'umanità. Nel battesimo al Giordano si fa battezzare con i peccatori, come ha
ben ritradotto l’apostolo Paolo nella seconda lettera ai Corinti: Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio
lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo
di lui giustizia di Dio. All'albero della croce, nello stile letterario e narrativo
del brano evangelico, l'evangelista Luca ci dice: in Gesù l'umanità è entrata
in paradiso. E allora Gesù può benissimo morire dicendo: “consegno il mio spirito perché ormai la mia vita ha realizzato il
suo scopo: portare o Padre tutti gli uomini alla tua destra”. Credo che nel
riascoltare queste parole nel racconto della Passione secondo Luca noi dovremmo
ritrovare la speranza, quella speranza radicale che ci dovrebbe profondamente
qualificare, dove la Croce è l'apertura, esultare per entrare nel giardino del paradiso
terrestre. Veramente hanno ragione i
Bizantini quando davanti ai segni della Passione cantano la resurrezione, è la
bellezza di vedere il Risorto in mezzo a noi che ci fa rivivere la bellezza
della sua interiorità per aprire a noi quello slancio di fiducia, di speranza e
di coraggio che l'uomo di oggi sta perdendo. Non guardiamo un morto, ma contempliamo
uno che porta l'umanità alla destra del Padre perché l’umanità possa essere
veramente salvata. Ciò significa entrare nell'armonia divina. E’ l'Eucaristia
che stiamo celebrando! Potremmo dire quelle tre parole che l'evangelista Luca
ha messo sulle labbra di Gesù, sulle tre parole che stiamo vivendo nell'Eucaristia:
Padre perdonami perché non conosco la
grandezza del tuo Amore! E nell'Eucaristia siamo dall'Amore perdonati e, di
riflesso, a ognuno di noi, nel momento in cui tutti faremo la comunione in quel
momento ci dirà: oggi sarai con me in
paradiso! Accostarsi all'Eucaristia è entrare nell’ascensore dell’eternità beata.
Quando Gesù ci regala sacramentalmente il suo corpo e il suo sangue ci offre la
bellezza della novità di vita. Di riflesso al termine dell'Eucarestia Gesù dice
al Padre: nelle tue mani consegno il mio
spirito, li ho salvati!
Viviamo questa esperienza in tanta serenità e semplicità in modo che questa settimana sia una contemplazione del Crocifisso glorioso, in modo che da quella croce riascoltando quelle parole entriamo nel cuore innamorato di Gesù e possiamo ritrovare anche negli interrogativi difficili della vita una grande speranza. Entriamo nella bellezza di essere rigenerati, portiamoci questa visione in tutta la settimana attraverso tanto silenzio interiore, con la fiducia di un cuore che si lascia amare e che non ha paura di avere i sigilli della Passione perché essi sono gloriosi nella bellezza della Risurrezione. Tale sia la speranza che vogliamo coltivare in questa Settimana Santa.
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