At 2,14.22-33 Mt 28,8-15
OMELIA
L'evento della Risurrezione è centrale nel cammino della nostra
fede. Il grande evento del passaggio di Gesù dalla morte alla vita è il nucleo
fondamentale che noi continuamente siamo chiamati a richiamarci nel costruire
la nostra storia. Come conseguenza la Chiesa, in tutta questa settimana, ci
offre i diversi racconti del mistero della Risurrezione offrendoci le
esperienze della Chiesa Apostolica perché possiamo entrare nella profonda
convinzione che il Signore è veramente risorto! E il brano che abbiamo
ascoltato questa mattina ci aiuta a focalizzare un aspetto di questo cammino
che noi siamo chiamati a seguire per entrare nell'esperienza della Risurrezione:
- la ricerca del Maestro,
- l'annuncio della Risurrezione,
- l'incontro con il Risorto.
Questi tre fatti presentano un elemento comune e determinante: la
figura di Gesù.
Quelle donne vanno alla ricerca di Gesù, sentono dell'annuncio che
Gesù è risorto, Gesù appare loro. Il Risorto desiderato è il Risorto accolto, è
il Risorto celebrato.
E’ sicuramente molto importante rileggere tutto come contemplazione
della Signoria di Cristo che si rivela.
Possiamo entrare nella esperienza della risurrezione desiderando
il Signore: è il cammino di fondo della ricerca dell'uomo. L'uomo è un
ricercatore. Il Risorto è l'attrazione continua all'interno della nostra
esistenza, è una ricerca nella quale cresce in noi, in modo profondo, il
desiderio del valore della nostra esistenza. Il desiderio è fondamentale nella
ricerca del Risorto. Ecco perché se noi guardiamo attentamente la struttura
stessa del Vangelo, all'inizio troviamo sempre il battesimo di Giovanni al
Giordano, che offre intensità al desiderio di una novità di vita. Il desiderio
è il cuore nel quale si costruisce l'itinerario della vita, l'uomo è il suo
desiderio. Nel cammino della nostra esistenza dovremmo sentire nel profondo
della nostra storia questa ansia ad andare incontro al Maestro per poterlo
veramente incontrare. Dobbiamo sempre ricordare a noi stessi che questo
incontro passa attraverso l'annuncio del darsi di un evento misterioso e
meraviglioso: l'esperienza dell'Angelo che annuncia. Una simile esperienza genera
una particolare vitalità interiore che l'evangelista ritraduce con due parole
molto belle: In quel tempo, abbandonato
in fretta il sepolcro con timore e gioia grande. Il desiderio deve aprirsi
allo stupore e alla gioia, lo stupore perché l'annuncio di Cristo non è un
annuncio ordinario, ma la straordinarietà di Dio nella storia dell'uomo. Il
credere è un affidarsi a qualcosa di grande che prende fino in fondo la nostra
esistenza. Quante volte ce lo siamo detti, credere non è capire, ma credere è
lasciarci prendere da qualcosa che è più grande di noi, è la bellezza di tutta
la spiritualità dell'Antico Testamento dove il linguaggio della liturgia
giudaica nasceva continuamente da qualcosa che era più grande delle aspettative
dell'uomo. L'evento della Risurrezione è una novità che va al di là dei nostri
desideri, delle nostre attese, delle nostre prospettive: è il Signore che è
meraviglioso al di là dei nostri possibili pensieri! L'uomo che cerca è aperto,
l'uomo che cerca si lascia cogliere dalle emozioni, l'uomo che ricerca si
lascia affascinare da qualcosa di inaspettato. Ricordiamo sempre un principio:
alle cose abituali non si dà peso, alle cose ovvie non si fa attenzione. Se noi
vogliamo entrare nell'esperienza della Risurrezione, il desiderio della vera
novità della vita deve essere accompagnato da qualcosa di straordinario che
raggiunge le nostre persone. Quelle due espressioni con timore e gioia grande si interferiscono fra di loro, si
intersecano. Lo stupore, che anima quel timore, che è qualcosa di straordinario:
è una gioia per il desiderio che si sta misteriosamente realizzando. E allora
l'annuncio diventa la bellezza feconda del lasciarsi incontrare dal Risorto. Ed
è molto bello che nella narrazione dell'evangelista ci appare un Gesù che viene
incontro a quelle donne salutandole, quel Dio che ha creato il desiderio, che
fa entrare nel fascino di una meravigliosa grandezza è il Dio che prende
l'iniziativa. La bellezza d’essere raggiunti dalla persona sommamente
desiderata diviene un incontro sacramentale. Ci accorgiamo come non siamo di
fronte a un incontro freddo e staccato. Se noi guardiamo attentamente i tre
verbi che qualificano l'atteggiamento delle donne, essi risultano
particolarmente significativi: avvicinarsi, abbracciare, adorare! In essi si
delinea il processo dell'immedesimazione nel mistero di Gesù, è Gesù che si
offre perché l'uomo possa veramente lasciarsi prendere e catturare, in senso
positivo, dalla sua presenza. Ecco perché quelle donne incontrate dal Risorto vanno
ad annunciare ai discepoli il grande evento. Infatti qual è la prova del nove se
noi veramente abbiamo incontrato il Risorto se non il condividere la ricerca,
l'accoglienza, e far spazio al Signore che viene? L’esultanza nell’andare ad annunciare
ai fratelli rappresenta la bellezza dell’incarnazione di questo evento. Ci
accorgiamo di riflesso che un simile evento è oggi nell'Eucaristia. La
celebrazione dell'Eucarestia rappresenta la costante esperienza della
Risurrezione, noi siamo qui perché desideriamo il Signore, siamo qui ad accogliere
quella parola che ci dice il Signore è
risorto. Egli, poi, nella convivialità ci viene incontro: ecco il mio corpo,
ecco il mio sangue! E nella nostra gestualità della proclamazione della Parola,
nella comunione ai segni sacramentali e nella gustazione del silenzio che anima
la convivialità che vive dell’inserimento nel mistero di Gesù, noi gustiamo la
grandezza della Risurrezione. Ecco il grande mistero che ci rigenera ogni
giorno nell’esultanza della Risurrezione! Ecco perché questa settimana, come
dicevamo all'inizio, ci offrirà diverse apparizioni del Risorto in modo da
essere aiutati a convincerci nel vissuto quotidiano che Lui è veramente
glorioso e nella sua persona noi troviamo l'autentica realizzazione della
nostra persona.
In questa celebrazione eucaristica lasciamoci prendere da questa Presenza
nella semplicità essenziale del rito. Gesù è il compimento di ogni vero
desiderio. Noi ben sappiamo nel cammino della fede che ogni desiderio parte da Lui
e di riflesso siamo profondamente sicuri di interiorizzare il compimento del
nostro desiderio di battezzati d’essere cristificati. Attraverso la nostra
professione credente che anima il rito il Signore entrerà nella nostra vita e
ci glorificherà, è la percezione più profonda della novità del Signore che
penetra noi e ci dà il vero gusto della vita. Questo sia il mistero che
vogliamo vivere e condividere in questa celebrazione eucaristica.
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