Qo 1,2; 2,21-23 Col 3,1-5.9-11 Lc 12,13-21
OMELIA
L’ evangelista Luca domenica scorsa ci ha introdotto in uno particolare
stile interiore di vita, insegnandoci a pregare, a entrare in intensa comunione
con il Padre nella cui sapienza l'uomo ritrova se stesso. Il Vangelo che
abbiamo ascoltato ne è la conseguenza: chi prega entra nella mentalità di Dio,
entra nella sensibilità del mistero, entra nella capacità di collocarsi nelle
mani del Padre. E’ quella sapienza che viene dall’alto e che ci aiutare a
leggere la storia e a vivere evangelicamente gli avvenimenti del quotidiano.
Il testo evangelico di questa mattina, sullo sfondo del brano
scritturistico sia del Qoèlet che di Paolo ci insegna ad acquisire la vera
Sapienza cercando di imparare ciò che rende solida e salda la vita, per
superare la labilità di tante povertà interpretative della vita.
Tre potrebbero essere le suggestioni che nascono dalla Parola.
Innanzitutto si rivela importante cogliere la profonda
consapevolezza che l'uomo è un essere creato e un redento. La consistenza della
nostra esistenza si scopre nel mistero creativo e redentivo di Dio, e questo elemento
ce l'ha fatto intuire il pregare in una viva comunione con il Padre. L'uomo in
preghiera si lascia creare, ricreare e rigenerare continuamente dalla divina
presenza. L’uomo in preghiera si sente grazia e, sentendosi totalmente grazia,
vive la certezza che la sua vita è solida, non è fumo, come ha detto il libro
del Qoèlet. Chi veramente ha un atteggiamento interiore, in cui sperimenta di
vivere ogni istante nella solidità di Dio, acquista la Sapienza di Dio. E la
Sapienza di Dio ha una parola che l'uomo dei nostri giorni ha dimenticato: la Provvidenza.
Quando il brano evangelico si è concluso con quell'espressione Così è di chi accumula tesori per sé e non
si arricchisce presso Dio noi
avvertiamo tale realtà. L’ uomo
nella sua vocazione, attraverso l'esperienza della preghiera si ritrova nella
sapienza che si fonda sulla solidità di Dio.
In tale contesto avvertiamo il valore del secondo passaggio, che scaturisce
dal fatto che l'uomo istante per istante è creato da Dio. Questa è la bellezza all'interno
della nostra storia: siamo continuamente creati, siamo oggi la meravigliosa e
affascinante fedeltà di Dio che guida i nostri passi, quindi non solo siamo
creati da Dio, ma siamo istante per istante guidati da Dio. Sicuramente l'uomo
non riesce a intuire quelli che sono i progetti divini. La vita è un grande
mistero, come è un mistero l'essere uomini, l'esistere è un mistero… Noi
riusciamo a cogliere il mistero vedendo la creatività di Dio, che è una
creatività essenzialmente dialogica. Vivere di Provvidenza vuol dire anche
imparare un’altra parola: cantare la gratitudine, cantare la gioia di esistere
perché siamo creati e salvati. Quando l'uomo si pone la domanda del senso della
vita e chiede a se stesso quale sia la mentalità che deve acquisire, la
risposta è: stare nelle mani di Dio. In questo prendiamo viva coscienza che il
lasciarci plasmare dalla sua creatività istante per istante costruisce la
nostra esistenza. L'uomo di oggi programma tutto e quanti imprevisti ci sono! Ora
l'uomo deve imparare a organizzarsi nella disponibilità a quello che Dio,
giorno per giorno, fondamentalmente ci regala. Ecco il secondo momento: un
dialogo di gratitudine tra il Dio che entra nella nostra storia, tra il Dio che
ci prende per mano e ci dice canta la
gratitudine! con la nostra docilità esistenziale. La provvidenza è
direttamente percepita, in modo proporzionale, a come noi viviamo di
gratitudine. Se il Signore cammina con noi, non ci lascia mai soli! E’ quella
Sapienza del cuore di cui ci ha parlato Paolo: Se uno è in Cristo è risorto con
lui. Se uno è in Cristo, egli è la vivente novità di Dio. Se uno è in Cristo, è già risorto, ha già
dentro di sé il mistero anche del suo futuro. Si vive intensamente il presente
illuminato dalla eternità beata.
Su tale sfondo intuiamo un ulteriore senso del mistero della Provvidenza
nel terzo passaggio: gustare la gloria eterna! Quante volte noi davanti al dono
della vita ci chiediamo quale sia la sapienza che ci deve effettivamente
guidare nelle scelte di tutti i giorni, e la bellezza della nostra vita è il
desiderio del volto di Dio. Infatti ognuno di noi si è posto la domanda - Cosa
vuol dire arricchirci presso Dio? - Noi qualche volta, alla luce di certe
letture passate, sentivamo dire che bisognava acquista tanti meriti, ma tale
modo di ragionare sa un po' da mercato, il che offenderebbe la libertà divina. Arricchirci
presso Dio è dilatare la nostalgia del volto di Dio, dilatare la consapevolezza
che siamo attirati in qualcosa di grande che lentamente ci affascina, fino al
momento in cui Dio sarà tutto in ciascuno di noi. Paolo ci ha detto: Se siete risorti con Cristo cercate le cose
di lassù dove Cristo è assiso alla destra del Padre... non pensate alle cose della terra ma a quelle del cielo... la vostra vita è ormai nascosta con Cristo
in Dio. Intuiamo allora che arricchirci presso Dio vuol significare entrare
lentamente in questa mentalità di paradosso evangelico che è la bellezza della vita.
Ecco la vera Sapienza! Nati da Dio, nel suo respiro creativo costruiamo la
nostra esistenza in un meraviglioso dialogo con lui camminando con lui giorno
per giorno nella prospettiva della gloria eterna. La vita storica è un
frammento. La vita è una apertura all'infinito. E se noi percepissimo tale
itinerario acquisteremmo la sapienza del cuore, un cuore che si lascia
illuminare, guidare, sorreggere e illuminare, un cuore che si riscalda nella
coscienza del Dio Provvidenza che entra nella nostra vita e ci dà la capacità
di camminare e di camminare continuamente.
Tale esperienza ci aiuta a capire perché ci siamo ritrovati nell'Eucaristia
che è farmaco di immortalità divina. L'Eucaristia è la fiducia di Dio che anima
il quotidiano, è la sua Provvidenza che ci accompagna continuamente, è il luogo
del desiderio dell'eternità beata. Se noi percepissimo la profondità di questa
visione, pur nelle situazioni strane che l'esistenza oggi ci pone dinanzi,
cammineremmo in vera novità di vita. Chiediamo allo Spirito Santo la grazia di
allargare il cuore a questa ricchezza; nell'Eucaristia noi abbiamo tutto questo,
l'Eucaristia è il testamento di Gesù. Tra poco lo ascolteremo - Beati gli
invitati alla cena delle nozze dell'Agnello - e lì pregusteremo quell'incontro
glorioso quando il Dio Provvidenza passerà personalmente a servirci e ci
riempirà di quel gaudio eterno che è la forza del nostro istante. Ecco la bellezza
e la grandezza della parola Provvidenza! Immersi in questo clima ritroviamo il
fascino di poter camminare giorno per giorno nella potenza che viene dall’alto,
profondamente consapevoli che il Signore cammina con noi e, passo passo, ci
orienta verso quella pienezza di gloria quando egli, il Signore, sarà tutto in
ciascuno di noi.
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