DOMENICA 15 GENNAIO 2023
Is 49,3.5-6 1 Cor 1,1-3 Gv 1,29-34
OMELIA
Il cammino del cristiano nello scorrere del tempo è
tutto concentrato sulla contemplazione di Gesù. L’accedere al mistero della
vita nel tempo e nello spazio si costruisce nell’accogliere un dono, che si
ritraduce nel fissare il nostro sguardo sul Maestro divino per crescere nella
sua conoscenza. Questa è la bellezza del nostro essere suoi discepoli,
discepoli di colui che oggi è chiamato l'agnello
di Dio, colui che toglie il peccato del mondo. L’annuncio che Giovanni il battezzatore ci
offre e che caratterizza il nostro percorso esistenziale si distende su tre
passaggi:
- avere lo sguardo rivolto al Signore,
- come colui che assume il dramma della storia,
- per donarci la libertà del cuore.
Questi tre passaggi dovrebbero alimentare la nostra
esistenza e dare a essa il suo vero significato. Innanzitutto siamo chiamati ad
avere lo sguardo rivolto al Cristo: Ecco
l'agnello! Una delle verità più profonde del Vangelo di Giovanni è che noi
siamo chiamati a vedere Gesù, ad accoglierne il mistero, a trovare in lui il
senso portante della vita. Il discepolo è colui che risente continuamente nelle
sue orecchie quel: Ecco, e in questo
troviamo l'annuncio e la manifestazione dell'identità di Gesù. Il cristiano si
lascia prendere da questo mistero, usando l'espressione del profeta Zaccaria
utilizzato da Giovanni alla croce volgeranno
lo sguardo a colui che hanno trafitto. La bellezza della fede sta nell’avere
questo sguardo come lettura e interpretazione della nostra esistenza.
La vita è un insieme di luci e di ombre, e davanti
agli interrogativi della storia l'uomo si sente chiamato coglierne il senso. Giovanni
il Battista ci dice: “Volgi lo sguardo a colui che hanno trafitto, che è
l'agnello!” Ecco allora il primo evento che emerge dalla nostra riflessione: nel
cammino della vita avvertiamo l’urgenza di orientare al volto di Gesù la nostra
esistenza Guardate a lui e sarete
raggianti, non saranno confusi i vostri volti. Questo povero grida e il Signore
lo ascolta, lo libera da tutte le sue angosce. In quel “Ecco” c'è il desiderio di Giovanni il
battezzatore che noi ci lasciamo avvolgere dalla figura del Maestro,
guardandolo come: Ecco l'agnello di Dio,
ecco colui che porta il
peccato del mondo per distruggerlo!
Cosa vuol dire nel cammino della nostra esistenza
volgere questo sguardo se non creare un rapporto di intensa comunione? Noi
peccatori ci lasciamo avvolgere da questo mistero dove Cristo diventa il
peccato dell'umanità, egli lo assume per toglierlo perché nel suo mistero di
oblazione redima il peccato dell'uomo. In certo qual modo avviene un
meraviglioso dialogo esistenziale tra Gesù e noi, egli ci dice: “Regalami la tua storia e io ti regalerò la
mia vita! Donami il tuo peccato io ti do la vita divina, dammi i tuoi limiti e
ti darò la pienezza della vita!” E’ la bellezza nella quale noi siamo
chiamati a entrare nel profondo del cuore. In questo fascino del volto di Gesù
la nostra esistenza è attirata a un mistero di novità di vita. Riusciamo allora
a comprendere l’annuncio del Battezzatore: Ecco l'agnello! Ecco colui che
diventa il peccato dell'uomo per dare all'uomo la novità della vita. Noi
dovremmo da questo punto di vista imparare il metodo molto importante nel
cammino interiore: non volgere lo sguardo a noi, diversamente potremmo cadere
in stato depressivo, ma avere lo sguardo rivolto a Gesù lasciarci prendere e
affascinare dal suo mistero e dalla bellezza della sua persona, volgere lo
sguardo a lui dove volgere lo sguardo non è semplicemente un fatto fisico, ma è
un linguaggio interiore dove noi entriamo nel cuore del Maestro e abitiamo nella
sua personalità, ecco allora il secondo elemento che emerge nel cammino della
nostra esistenza: accogliere l'annuncio e proiettare la nostra vita in lui. Ricordiamo
sempre che la bellezza del nostro essere credente è lo sguardo rivolto al Maestro
ed è uno sguardo luminoso perché la bellezza di quell'espressione “agnello” è
questa: egli è la luce che illumina il nostro cuore, egli è la forza di Dio in
noi per poter camminare in novità di vita. Ecco perché il cristiano quando fa
l'esame di coscienza parte dalla gustazione di una Presenza, di questo mistero
di Cristo che prende la nostra vita e la costruisce e, nel momento in cui noi entriamo
in questo orizzonte, abbiamo anche il risultato: siamo resi uomini nuovi! Quel toglie il peccato del mondo vuol dire
generare una nuova umanità. La bellezza di essere cristiani è cantare la
continua rivelazione che avviene nella nostra esistenza. Quando il cristiano
desidera verificare il mistero delle scelte esistenziali spalanca lo sguardo
del cuore sul mistero di Dio, su questa luminosità che ci affascina, che è una
luminosità in cui nel momento che ci fa percepire il senso del dramma del
nostro peccato ci dice: sei rigenerato a vita nuova! E’ la bellezza dello
sguardo: “Ecco, rivolgi la tua persona al
mio mistero, regalami la tua storia e io ti regalerò la mia vita!”
Noi qualche volta possiamo essere dominati da tanti psicologismi
spirituali, certi esami di coscienza che diventano scrutare l'impossibile
dimenticando di aprire lo sguardo del cuore a questa luminosità che, mentre ci
illumina e ci dice il limite, afferma anche: “Regalami il tuo limite, regalami la povertà della tua esistenza, io la carico sulla mia spalle” E allora
ritorna chiaro il testo citato di Zaccaria che l'evangelista Giovanni ci pone
dinnanzi all'albero della croce: volgeranno
lo sguardo a colui che hanno trafitto e, in quello sguardo, l'uomo sarà
veramente rinnovato. Credo che cristiano debba continuamente avere questo
sguardo interiore rivolto al Maestro, e, attraverso quello sguardo, ci dice: “Abbi la gioia della vita, abbi la novità
della tua storia, abbi la speranza nel cammino di tutti i giorni!” Questo è
il grande mistero del quale noi siamo chiamati ed entrare,
Davanti alle problematiche di ogni giorno ripetiamo
sempre all'orecchio del cuore Ecco
l'agnello di Dio Ecco colui che toglie il peccato del mondo, ecco la vera
speranza della mia esistenza!
Un simile itinerario esistenziale noi stiamo vivendo
nell'eucarestia. E’ molto bello come al momento della comunione l'annuncio di Giovanni,
in certo qual modo, ci sarà di nuovo regalato Beati gli invitati alla cena delle nozze dell'Agnello… Ecco l'agnello!
Ecco colui che toglie il peccato del mondo. Nell’accostarci ai doni accoglieremo la novità della tua esistenza,
attraverso quel dialogo: Il corpo di Cristo: Amen!
Attraverso tale linguaggio il Risorto ci dice: Sei creatura rifatta!
E’ bello questa mattina sape rileggere interiormente
questo annuncio del Battezzatore che ci fa gustare ed esprimere la bellezza
della nostra fede. Come conseguenza, attraverso il rito eucaristico, ogni
giorno ci sentiremo uomini rinnovati perché quella presenza che è il Cristo rappresenta
la novità della nostra storia, è la speranza dell'istante, è la certezza di un
futuro luminoso nel quale siamo chiamati a vivere. Allora, celebrando
l'Eucarestia e riascoltando l'annuncio di Giovanni, avremo un'anima ricolma di
tanta fiducia: Ecco l'agnello! Ecco la speranza! Ecco la novità del mondo! E
quando noi abbiamo questo coraggio teologale ed esistenziale, al di là delle
vicende complesse della società di oggi, saremo persone ricche di grande
fiducia e di grande speranza: è la grandezza dell’eucarestia! E allora tutte le
volte che ascolteremo l'espressione di Giovanni il battezzatore ricordiamoci di
tutto ciò, ritroviamo la speranza del cuore, camminiamo nella certezza che
collocati in lui siamo sempre uomini nuovi. Chiediamo allo Spirito Santo questa
luce in modo che da questa eucarestia nasca l'entusiasmo dell'essere discepoli
e che il Signore nel suo amore senza limiti ci renda quelle creature nuove che
sono la pregustazione di quella novità gloriosa quando Dio sarà tutto in
ciascuno di noi.
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