DOMENICA 23 APRILE 2023
At 2,14a.36-41 1Pt 2,20b-25 Gv 10,1-10
OMELIA
La nostra vocazione
battesimale ci invita a crescere giorno per giorno nella conoscenza di Gesù.
La bellezza del tempo
pasquale sta nella bellezza di coloro che si lasciano trasfigurare
progressivamente dal Maestro. Il tempo pasquale è una contemplazione in atto
per essere trasfigurati da Gesù. Gesù è il grande protagonista della parola che
abbiamo ascoltato questa mattina, sia nell'immagine del Io sono la porta delle pecore, sia nell'inno che la Chiesa antica
ci ha tramandato attraverso la prima lettera di Pietro. Sappiamo bene che il
cristiano è un attivo-contemplativo di Gesù. Questo orizzonte ci offre una grande vocazione che ci deve
profondamente qualificare per poter essere suoi luminosi discepoli. Ecco i tre
passaggi che la parola di questa mattina potrebbe aiutarci per approfondire il
mistero della nostra identità:
-
Io sono la porta delle
pecore
-
Il guardiano gli apre e le
pecore ascoltano la sua voce
-
io sono venuto perché
abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.
Questi sono i tre passaggi
sui quali vogliamo soffermarci per entrare nella gustazione del Maestro, come
il criterio fondamentale della nostra vita.
Innanzitutto entriamo
nella definizione che Gesù fa di se stesso Io
sono la porta delle pecore. Cerchiamo di comprendere quel Io sono. Quando noi ci poniamo il
problema della nostra esistenza, la dinamica che dovremo ritrovare è: Qual è la nostra meta? La nostra
meta è entrare nel giardino del paradiso terrestre. Gesù è la porta delle pecore perché ci introduce in questo
grande mistero. Ecco perché Gesù si presenta con l'immagine della “porta”, Egli è la porta che ci dà la capacità di accedere alla
bellezza della vita.
E allora cos'è la nostra
esistenza? - Cosa vuol dire camminare nel tempo e nello spazio per giungere
alla soglia dell'eternità beata? Gesù ci chiama a una intimità con lui e questo
è possibile perché siamo stati iniziati a Gesù. Battesimo, cresima, Eucaristia non sono tre sacramenti, ma
sono una contemplazione sacramentale del fascino di Gesù. La bellezza della nostra
esistenza è lasciarci continuamente catturare dalla persona del Maestro come
criterio di fondo della vita, il Signore abita in noi! E’ una verità questa che
dovremmo sempre tenere presente. Come Gesù può diventare la porta delle pecore
se non fosse Lui il grande protagonista della
vita? Ognuno di noi è il sacramento vivente
del Risorto. Lui abita in noi e quel suo abitare in noi è l'anima portante
della nostra esistenza. Ecco perché dice Gesù - essi ascoltano la mia voce… io
le conosco ed essi mi conoscono -, è la bellezza della vita cristiana, il
fascino di una continua relazione con Gesù che è il senso della vita. Se noi cogliamo questo
primo aspetto, io sono la porta delle
pecore, ecco allora che noi accediamo al mistero della vita, la bellezza di
una relazione che ci introduce in una vita di comunione. E’ molto bello fare un
paragone tra la conclusione del racconto della creazione dell'uomo e la
parabola di questa mattina: quando Dio scacciò Adamo ed Eva dal paradiso
terrestre pose una custodia, che nessuno vi entrasse.
Cos'è la resurrezione di Gesù? E’ la porta che si apre, la porta che si
spalanca, è la bellezza della nostra esistenza che entra nella comunione
Divina: il giardino del paradiso terrestre.
La bellezza della nostra
esistenza è gustare questa intimità divina, la gustazione dell'essere Sacramento di Cristo. E’
vero noi, spesse volte, non abbiamo il gusto d'essere dei battezzati, d'essere
dei capolavori della inabitazione trinitaria. Gesù è la porta delle pecore,
dialoga con noi e noi dialoghiamo con Lui: è la bellezza della vita. Se noi riuscissimo a cogliere
questo secondo aspetto, noi ci accorgeremmo che la vita è tutta un'attesa del
paradiso, più scorrono gli anni più cresce in noi il gusto dell'eternità beata,
questo desiderio di accedere alla bellezza di Dio! E’ bella l'immagine che Gesù
ha usato nella parabola - Chi è il guardiano del giardino? - Il Padre! Il Padre che vede in noi il volto luminoso del suo
Figlio e ci introduce nella bellezza del giardino dell'Eden, la nostra esistenza gustazione eterna nel cammino della
nostra vita.
Cogliendo
questo secondo aspetto, entriamo nella vera libertà del cuore; è bella
l'immagine le pecore entrano ed escono, e
sono nel giardino: la vera libertà è entrare, uscire, gustare una presenza,
è nient'altro che lo sviluppo di quel desiderio
ineffabile di pienezza gloriosa che è il senso della vita. Ecco perché Gesù è
la porta delle pecore. Lui è in noi, dialoga con noi, ci presenta al Padre, che
è il guardiano del giardino, e ci introduce nella bellezza della libertà del
cuore: accedere alla sensibilità di Gesù! Se
noi cogliessimo la bellezza di questa verità, riusciremmo a cogliere con grande serenità del cuore che Lui è il Signore, e noi,
le pecore, viviamo di lui per essere eternamente con
lui godendo di quella libertà che nasce dall’alto, il suo dimorare in noi.
La vita del
cristiano è un meraviglioso dialogo, Gesù con noi e noi con Gesù, un dialogo
che lentamente diventa gustazione del paradiso. Ecco Io sono la porta delle pecore, in lui viviamo, in lui operiamo ed
esistiamo, in lui godiamo già in anticipo quella bellezza gloriosa che è
contemplare il Padre per tutta l'eternità beata. Ecco perché ci ritroviamo qui
nell'eucaristia: Gesù è la porta del paradiso!
Nel momento
in cui noi ci accosteremo ai doni sacramentali, in quel momento Gesù, che è
pastore delle nostre anime - come ha detto l'inno della prima lettera di Pietro
- ci accoglie e ci dice: “Entra nella gioia del tuo Signore!”
L'Eucaristia è
pregustazione di una meravigliosa eternità beata. Questo è il senso della
Pasqua, il senso dell'essere trasfigurati in modo gaudioso nella sensibilità
del Maestro. Perciò questa mattina celebrando l'Eucaristia lasciamoci prendere
dal Maestro, ascoltiamolo, parliamo, gustiamo la sua presenza per poter
diventare quelle creature nuove che già pregustano il paradiso. Se Lui è la porta delle pecore, con lui
stiamo sulla soglia, l'Eucaristia, “Beati gli invitati al banchetto delle nozze
dell'Agnello”, e nel momento in cui moriremo si spalancherà la porta del
paradiso e noi gusteremo eternamente quella bellezza che è eternità beata che
ci farà gustare la gioia di essere nel Signore, porta delle pecore, gaudio del
nostro cuore, meta di tutta la nostra esistenza.
Nessun commento:
Posta un commento