15 AGOSTO 2023
Ap 11,19a; 12,1–6a.10ab 1Cor
15,20–27 Lc 1,39-56
OMELIA
La Chiesa oggi, attraverso soprattutto
la sua preghiera, ci vuole introdurre alla contemplazione del mistero di Maria
glorificata in Gesù nella realtà del Paradiso.
Diventa per noi un motivo di stimolazione per aprire lo sguardo del
nostro cuore a orizzonti molto più ampi del concreto che stiamo vivendo, e
Maria, attraverso la parola di questa mattina, ci educa a entrare in questo
grande mistero e il suo centro è nel mistero di Gesù, come ci ha detto Paolo
nella seconda lettura; come abbiamo continuamente pregato in questa liturgia,
contempliamo Gesù glorificato alla destra del Padre e in Gesù la gloria di
Maria. In un mondo che si sta corrodendo nel correre ogni giorno, il fermarci a
contemplare la figura di Maria gloriosa in cielo, diventa per noi motivo di
grande forza e di grande speranza. Vivere in questo mondo con gli occhi
orientati verso i beni celesti, come ci insegna la liturgia. E quindi cerchiamo
di chiederci, come noi possiamo veramente entrare in questo mistero di eternità
che spesse volte scivola accanto a noi e non penetra profondamente dentro di
noi per darci quella serenità e quella pace, quella tranquillità interiore,
soprattutto perché ci permette di pensare alle cose future con più fiducia e
con più coraggio, con più speranza. E allora è bello contemplare Maria in tre
passaggi che possono aiutarci ad entrare anche noi in questo mistero di
glorificazione:
- Maria è la donna aperta,
- la Madonna è la donna che condivide,
- è la donna che diventa il canto
della fedeltà divina in cielo,
tre coordinate che siamo chiamati a fare
nostre questa mattina in modo che il mistero dell'Assunta diventi un mistero
vitale.
Innanzitutto il primo elemento che dobbiamo
ritrovare della grandezza di Maria è che è la donna aperta al mistero che si
rivela. Tante volte ci poniamo alla domanda: qual è il senso della nostra vita?
Perché siamo stati creati? Qual è il mistero nascosto nella Trinità quando
siamo stati concepiti? È la bellezza, è la gloria di Dio che invade la nostra esistenza.
La bellezza di Maria è la donna che nella sua verginità si è aperta
all'Assoluto, ha regalato la sua identità di donna a Dio entrando nel mistero
della salvezza. Ecco perché il primo elemento che dobbiamo cercare di tenere
ben presente davanti a questo meraviglioso orizzonte è che dobbiamo imparare a
dare ospitalità a Dio ogni giorno. Ogni giorno Dio ci crea, ogni giorno Dio ci
ama, ogni giorno Dio ci pone nelle condizioni di camminare con lui nel tempo e
nello spazio. La bellezza di Maria è l'apertura che si ritraduce in quella
caratteristica cara all'evangelista Luca della donna in silenzio che medita,
che spalanca la propria vita a Dio che viene, che ricca di stupore si apre a
Dio che le rivela il suo mistero d'amore. Quindi questa apertura di cuore, è
fondamentale nel cammino della nostra vita. E allora, quando il cuore è aperto
e si rende ricolmo delle meraviglie di Dio, condivide; quell’andare in fretta
di Maria da Elisabetta, è nient'altro che la gioia di permettere a Israele e in
Israele, a tutto il mondo, di gustare la presenza del Signore. Il Signore è
meraviglioso nella nostra vita quotidiana, dobbiamo imparare anche a regalarlo,
a regalarlo ai fratelli, condividere con essi le meraviglie che il Signore ci
regala, siamo dei compagni di viaggio. In certo qual modo la bellezza della
Chiesa è la bellezza di una comunità che condivide le meraviglie del Signore.
Noi tante volte siamo più presi da atteggiamenti di tipo moralistico o di tipo
operativo, dovremmo ritrovare questo mistero della Visitazione come l'anima del
cammino verso la gloria del cielo, condividere con i fratelli la bellezza di
Dio, condividere la bellezza del suo amore che continuamente ci guida, ci
attira, ci affascina e ci porta giorno per giorno verso la pienezza della gloria,
un'apertura del cuore al mistero di Dio per poter regalare Dio ai fratelli. E
allora il concreto della vita quotidiana che tante volte è un affastellarsi di
cose da fare - tante volte noi diciamo “senza senso” - diventa però un
linguaggio attraverso il quale noi entriamo nella bellezza della grandezza del
Dio innamorato di noi.
Maria è stata assunta perché ha spalancato la
sua vita a Dio e lo ha regalato ai fratelli e nel momento in cui regaliamo Dio
ai fratelli, in quel momento, in noi matura quella esperienza di eternità che è
nient'altro che il Signore attivo dentro di noi, che genera speranza nel cuore
di chi ci pone accanto. Allora questa apertura continua a Dio per regalare ai
fratelli, in certo qual modo l'eternità la costruiamo attraverso lo stile
feriale della vita, la vita ordinaria, così come essa si presenta nel cammino
quotidiano della storia e, di riflesso, il Magnificat, la gioia della pienezza
della vita. In quel Magnificat noi troviamo la bellezza della nostra esistenza,
dove noi cantiamo la gioia di essere salvati e rinnovati nella nostra
piccolezza dalla creatività dell'amore di Dio. Noi siamo stati creati, abbiamo
accolto la vita perché regalandola possiamo lentamente aprirci a quegli
orizzonti di eternità beata che sono il nucleo fondamentale della nostra
storia; l'eternità è qualcosa che costruiamo vivendo intensamente il tempo; in
certo qual modo lievita in noi quella Divina presenza che è l'eternità che è
già in atto e che noi siamo chiamati a far maturare per entrare nella bellezza
di Dio. La Festa di oggi perciò ci pone davanti Maria come colei che ci insegna
a come camminare verso la pienezza della gloria attraverso l'accoglienza, la
condivisione, la tensione verso la pienezza del Paradiso. Ora tutto questo noi
lo stiamo vivendo.
La bellezza della celebrazione eucaristica è
la bellezza di ritrovarci nel mistero che noi accogliamo con la purezza del
cuore: vieni Signore Gesù! In certo
qual modo l'atteggiamento verginale di Maria è un far fiorire continuamente la
bella invocazione dell'Apocalisse: “Vieni Signore Gesù!”, perché la
bellezza è spalancare accogliendo questo mistero di salvezza che è la speranza
del nostro travaglio quotidiano. Essere persone che contemplano supplicando e,
di riflesso, ritrovarci nell'assemblea eucaristica è ritrovarci a condividere
le meraviglie del Signore. Dio è meraviglioso e grande in mezzo a noi, cammina
con noi e ci dà la sua speranza, la sua fiducia, condivide con i fratelli la
sua presenza. Il nostro cantare nell'assemblea è nient'altro che pregustare
quel cantico dell'Apocalisse dove i 144000 seguono l'Agnello cantando il canto
nuovo e solo i 144 mila conoscono. È aprire questi orizzonti di pienezza di
vita che ci permettono di camminare nella speranza e allora, nell'Eucaristia,
noi stiamo pregustando l'eternità beata. Ricordiamoci sempre che nel momento in
cui ci accostiamo ai doni eucaristici, in quel momento, l'eternità passa dentro
di noi, noi veniamo eternizzati, entriamo in quella contemplazione della gloria
di Dio come tra poco pregheremo nell’orazione dopo la comunione.
La bellezza dell'Eucaristia è la
pregustazione. Ecco perché il Cristiano, quando sta per morire, riceve il
sacramento del viatico, l'Eucaristia come segno sacramentale di quel passaggio
da questa all'altra vita, che è il senso portante della nostra storia e della
nostra esistenza. Celebrare perciò la Festa dell'Assunzione di Maria al cielo
in corpo e anima è respirare quel clima di eternità che tante volte noi abbiamo
dimenticato, presi come siamo dal travaglio delle cose che si affastellano
l’una alle altre e ci impediscono di respirare qualcosa di meraviglioso. La
bellezza della nostra esistenza è entrare in questo grande mistero. Ecco perché
il Signore con Maria ci convoca tutte le domeniche, perché possiamo veramente
ritrovare questa bellezza del mistero di Dio che fa in noi cose meravigliose.
L'importante è essere aperti, l'importante è condividere, l'importante è
crescere in questo desiderio di pienezza di gloria quando il Signore veramente
ci raggiungerà e farà di noi le sue meraviglie. Con Maria gustiamo il Paradiso,
con Maria cerchiamo di avere il cuore aperto, come Maria diventiamo fratelli
nei fratelli in modo che insieme possiamo crescere in quella novità di vita che
è il Paradiso al quale noi tutti siamo chiamati e nel quale ogni nostro
desiderio si realizzerà. Contempleremo il Signore e godremo eternamente di quel
Paradiso che ci affascina fin da questa vita. Che il Signore ci guidi, ci
accompagni e ci illumini continuamente facendoci respirare nel cammino del
tempo la bellezza della eternità beata.
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