Gesù si meravigliava della loro incredulità
31 gennaio 2024
30 gennaio 2024
29 gennaio 2024
28 gennaio 2024
IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B
DOMENICA 28 GENNAIO 2024
Dt 18,15-20 1Cor
7,32-35 Mc 1,21-28
OMELIA
Di fronte
agli interrogativi della vita e alle complessità che la caratterizzano noi ci
poniamo sempre la domanda: dov'è il punto di riferimento della nostra esistenza,
dov'è il luogo nel quale noi ritroviamo noi stessi e scopriamo il metodo che
dobbiamo acquisire nel cammino del quotidiano? E Gesù questa mattina ci si
presenta come colui che insegna con autorità. Gesù è il maestro della nostra
vita.
Innamorarci
di lui, vivere come lui per essere il suo mistero nel cammino della storia è la
visione molto bella che il Vaticano II ci offre di Gesù: egli è il sacramento,
segno visibile del darsi di una ricchezza invisibile. E come noi possiamo cogliere
questa visione, se non concentrando tutta la nostra attenzione sulla sua
persona, attraverso due atteggiamenti che egli ci rappresenta e attraverso uno
spirito interiore di radicale apertura: Gesù è il sacramento delle parole e dei
suoi gesti. Noi siamo puri di cuore per poterlo accogliere.
Due
coordinate che dovrebbero caratterizzare la nostra vita per renderla vera e
autentica.
Innanzitutto
Gesù è la Parola, egli è un Maestro, egli è la parola del Padre per ciascuno di
noi. Quando ci poniamo il motivo dell'Incarnazione, egli è la luce che illumina
ogni uomo che viene in questo mondo, è quella sete di verità presente nel
nostro spirito che ci accompagna continuamente. Usando l'espressione del libro
del Deuteronomio egli è il profeta che ci parla del mistero del Padre, che
illumina la nostra storia, ci educa giorno per giorno per costruirla secondo il
Vangelo e orienta i desideri all'interno del nostro cuore.
La bellezza
del cristiano è lo stupore davanti alla persona di Gesù, il Padre ce lo regala
ogni giorno perché possiamo camminare in novità di vita e allora, di fronte a
questo grande mistero cogliamo il miracolo, il miracolo che comporta due
aspetti:
- Gesù che
libera l'uomo,
- e l'uomo
che vive da liberato.
Davanti alla
persona di Gesù, che è la luce che illumina gli uomini nelle tenebre, egli ci
apre il cuore purificandoci, aprendo gli orizzonti delle nostre persone a un
mistero più grande. Il cristiano è un affascinato di Gesù che parla e questo è
sicuramente un aspetto che dovremmo sempre ritrovare nel cammino della nostra
vita, essere assetati della Parola di Gesù Ogni
mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come gli iniziati,
Gesù è la parola del Padre e insegna - dicevano stamattina gli scribi - con autorità, è una parola creativa.
Ecco il miracolo! Il miracolo è nient'altro che l'azione di Gesù che libera l'uomo
dai suoi limiti.
Quella
persona impura diventa pura, la persona chiusa si apre, l'uomo entra nel
mistero ineffabile di Dio. Ecco allora che quella Parola diventa Sacramento: il
miracolo! Il miracolo è la creatività della Parola. Infatti abbiamo ascoltato
quell'espressione del brano evangelico che Gesù insegna con autorità, non è una
parola che scompare come un soffio d'aria, ma una parola che genera l'uomo
nuovo; l'incontro con Gesù è una creatività che rende l'uomo persona con un
cuore libero, puro, in ascolto continuo. Ecco la bellezza di incontrare Gesù! Noi
lo cogliamo in tutta la sua bellezza, in tutta la sua verità, perché quella
parola genera in noi “l'uomo nuovo”. La condizione è che ci lasciamo purificare,
ci apriamo al mistero, ci apriamo a una Presenza, ci apriamo a una creatività.
Credere in
Gesù è aprire il cuore a qualcosa di grande che riempie la nostra vita di un
autentico senso della vita, per cui è un Maestro che insegna con autorità
perché attira, perché parla come il cuore lo guida, perché genera la persona
nuova. È quell'atteggiamento interiore che noi dovremmo continuamente
riscoprire, essere affascinati da una Presenza, e questa persona penetra in noi,
determina il nostro stile di vita e ci dona la speranza, ci rende capaci di
poter effettivamente essere uomini liberi perché liberati - Parla, Signore, perché il tuo servo ti
ascolta - e allora credo che Gesù questa mattina ci si presenti a noi come
quella parola creativa che dà senso alla nostra vita. In una società complessa
come la nostra dove ci accorgiamo di quanto sia difficile ascoltare, il Signore
ci dice: “Apri il tuo cuore alla mia
persona! Apri il tuo cuore al mio mistero, genera nel tuo cuore quel senso di
fiducia che trova in me il senso della tua vita!”
Ecco perché
noi ci ritroviamo questa mattina nell'Eucaristia, per ascoltare e sentirci
ricreati - Dio disse e le cose furono fatte - la parola di Gesù genera in noi
un cuore nuovo, l'orecchio sente, il cuore si innamora, la volontà fa le sue
scelte e camminiamo in vera novità di vita: è la bellezza della nostra
esistenza! Tante volte ci poniamo la domanda cosa significhi essere cristiani e
la risposta è molto semplice: lasciarci catturare dalla persona di Gesù e
quando noi entriamo in questo orizzonte ci liberiamo di tante paure, abbiamo un
cuore libero e camminiamo alla ricerca del senso della nostra vita: una
persona! Allora credo che Gesù stamattina attraverso il miracolo che abbiamo
ascoltato ci apre ai grandi orizzonti, essere persone che si lasciano guidare,
interpellare, generare a uno stile nuovo di esistenza: è l'Eucaristia che
stiamo celebrando! Nel momento in cui diremo Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio - È cosa buona e giusta, in
quel momento sentiremo l’afflato di stare in dialogo con Gesù, di assumere la
persona di Gesù come criterio della nostra vita e quando, al termine della
nostra storia incontreremo il Padre, gli diremo una cosa molto semplice: “Mi sono innamorato del tuo figlio Gesù!”
E allora se
noi avessimo questo stile di vita potremmo camminare in novità, in attenzione,
saremo persone più contente che nel silenzio di un cuore innamorato ascoltano,
che nel silenzio di un cuore innamorato vive, che nel silenzio di un cuore
innamorato attende quell'incontro glorioso in paradiso quando Dio sarà tutto in
ciascuno di noi.
27 gennaio 2024
26 gennaio 2024
25 gennaio 2024
24 gennaio 2024
23 gennaio 2024
22 gennaio 2024
21 gennaio 2024
III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B
DOMENICA 21 GENNAIO 2024
Gn 3,1-5.10 1Cor
7,29-31 Mc 1,14-20
OMELIA
Il cristiano
costruisce la sua esistenza nel fascino di Gesù come il grande criterio della
sua storia. Ma per poter gustare questa presenza del Maestro che è il criterio di
fondo della nostra vita, dobbiamo diventare suoi discepoli. Solo il discepolo
conosce Gesù. Ecco allora che questa mattina Gesù ci chiama attorno a sé e
attraverso la chiamata dei primi quattro apostoli ci aiuta a “come entrare” in
questa esperienza di Gesù attraverso tre passaggi che, secondo me, possono
aiutarci ad entrare in questa meravigliosa esperienza:
-
lo sguardo
di Gesù,
-
la parola
di Gesù - venite, seguitemi - la bellezza della fecondità di un mondo nuovo,
-
il Signore
criterio di vita.
Tre
passaggi che ci aiutano a entrare nella esperienza del Maestro: lo sguardo, la
parola, la vita.
Innanzitutto
il primo elemento: Gesù chiama guardando. È la bellezza dell'esistenza di un
discepolo, lo sguardo di Gesù. Noi tante volte davanti alla realtà del Vangelo
siamo più portati alle parole che i testi evangelici ci offrono, ma il criterio
di fondo è la persona del Maestro, il suo sguardo, lasciarci rapire dalla sua
presenza… “passando lungo il mare di Galilea vide”.
Infatti lo
sguardo è la capacità di interiorizzare un rapporto, la bellezza di essere
discepoli è questo sguardo di Gesù che ci affascina, che ci prende, che diventa
il criterio della nostra esistenza. Non possiamo mai camminare se non nello
sguardo di Gesù Solo in Dio riposa
l'anima mia - Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l'aiuto? Il mio
aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra. Il discepolo è colui
che nel cammino della sua esistenza si lascia affascinare dallo sguardo di Gesù
che penetra nella sua persona.
E lo
sguardo diventa una parola venite dietro
a me. Ma cosa vuol dire “venire dietro”? Noi in modo immediato potremmo
pensare che è un camminare dietro il Maestro, ma tante volte davanti a questa
possibile interpretazione, nascono in noi delle grosse difficoltà: nelle nostre
povertà come possiamo andare dietro al Maestro? E allora c'è un’interpretazione
molto più profonda e da questo punto di vista ci aiuta; in quel detto da Gesù “venite
dietro a me” noi potremmo interpretare così: “lasciate che io venga ad abitare
dentro di voi!”. Quando ci mettiamo davanti al seguire c'è il freno delle
nostre povertà, quando noi riusciamo a cogliere la presenza di Gesù, Lui è il
grande protagonista. Dovremmo imparare a intuire che il discepolo è il
sacramento della inabitazione di Cristo. Il Signore viene ad abitare dentro di
noi, prende in noi la sua dimora e diventa il criterio della nostra vita. Se Lui
è con noi, se Lui cammina in noi, se Lui opera attraverso noi, di che cosa
abbiamo paura? Ricordiamoci sempre che la parola di Gesù è creatrice, non è un
semplice fonema (parola detta), ma è un qualcosa di grande: Dio disse e le cose
furono fatte, in quel “venite dietro a me” Gesù ha detto semplicemente lasciatemi
abitare nella vostra persona! Prendete la mia esistenza come criterio della
vostra storia.
È qualcosa
che ci deve prendere perché allora noi scopriamo una grossa verità: non siamo
noi ad agire, ma in noi c'è il Signore! Cristo
abiti mediante la fede nei vostri cuori, è tutta la teologia di Giovanni Io in loro e tu in me, perché siano
perfetti nell'unità. La bellezza di essere discepoli è la bellezza di
essere affascinati da una persona che viene ad abitare nella nostra esistenza.
Una delle
verità che noi abbiamo perso nella cultura di oggi è il grande principio della
inabitazione della Santissima Trinità nelle nostre persone, gustare una Presenza
che è il criterio fondamentale di ogni nostro istante. Cristo è il Signore delle
nostre persone e allora, di riflesso, la nostra vita è un criterio di continua
incarnazione, il cuore dell'uomo attraverso le azioni si concretizza nella
storia. È la bellezza di dare il volto a Gesù. Quando noi camminiamo nella
nostra storia, se il nucleo fondamentale è una presenza e questa presenza si
chiama Gesù, Gesù diventa la luce, il pensiero, l'azione, la storia. In quel Cristo abiti mediante la fede nei vostri
cuori c'è la bellezza di una vita divina che è dentro di noi. Ecco perché
Paolo nel brano che abbiamo ascoltato mette davanti a noi la relatività di
tante cose. La bellezza della nostra esistenza è lasciare abitare il Signore in
noi, è rendere le nostre vite un meraviglioso sacramento, dire ai fratelli la
bellezza di credere, e allora, le quattro espressioni che abbiamo ascoltato nel
Vangelo - il tempo è compiuto, il regno dei cieli è vicino, convertitevi e
credete nel Vangelo - è nient'altro che la coscienza di questa meravigliosa
presenza perché Gesù ci regala il regno, diventa il principio portante
dell'istante e possiamo godere di quella esperienza di fede che è la nostra
progressiva trasfigurazione nel mistero.
Il
cristiano gode di una Presenza!
Una delle
affermazioni molto belle del Vaticano II che tante volte noi abbiamo dimenticato
è questa: Cristo abita dentro di noi. Cristo abita continuamente nella Chiesa e
in modo particolare nelle azioni liturgiche. Gustare una Presenza! Allora
quando veniamo in chiesa per la divina liturgia noi sentiamo sempre Gesù che ci
dice: “Venite dietro a me! Seguitemi!
Fate della mia persona il senso della vostra vita”.
Per cui
quando il Padre ci chiamerà al grande mistero della gloria vedrà sui nostri
volti la figura del suo figlio Gesù Cristo, è la bellezza della nostra
esistenza. Ecco perché è bello ritrovarci nell'Eucaristia, perché è gustare il
Signore presente in noi che, attraverso quel pane e quel vino, ci raffigura
continuamente!
E allora credo
che questa mattina dobbiamo sentire la frase di Gesù rivolta non solo a Simone,
ad Andrea, a Giovanni e Giacomo, ma a ciascuno di noi: “Venite dietro a me, vi farò capolavori del Santissima Trinità” e
davanti a questo meraviglioso disegno noi ritroviamo sempre la speranza. Se il
Signore è in noi chi può essere contro di noi? Gustiamo questa attualità di
Gesù come criterio portante dell'istante e camminiamo con tanta fiducia e
allora, quando ci accosteremo i Divini misteri, ci accosteremo all'Eucaristia,
lasciamoci trasfigurare: il corpo di Cristo. Amen! Il senso della mia vita è
quella gustazione interiore dell’essere discepoli. Chi è il discepolo? È la
continua incarnazione della persona del Maestro! E questa è la bellezza della
nostra vita per cui la nostra quotidianità è giorno per giorno lasciarci
plasmare dallo spirito di Gesù in un cuore innamorato della sua presenza per
poter camminare in vera novità di vita.
E tutto
questo non è un’ipotesi. Quando siamo stati battezzati Gesù ha detto le stesse
espressioni teologicamente del Vangelo di questa mattina io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo;
vieni dietro a me, ti farò mio discepolo, e quindi entriamo in questa
visione che dovrebbe creare in noi la bellezza della vita, non fatta di tante
cose esteriori, ma di una vita interiore e abitata, e allora camminiamo in novità,
l'Eucaristia è la novità di Cristo che ci trasfigura e ci trasfigura
continuamente. Viviamo questo mistero in tanta semplicità, sentiamoci creature
nuove perché amate e perché abitate. Non abbiamo paura, in Gesù siamo già
eternità beata! Questa sia la grande forza della nostra vita, il calore del
nostro istante, la grande meta verso la quale andiamo: vedere il Signore faccia
a faccia dopo averlo lasciato abitare nel nostro cuore nelle scelte della vita
di tutti i giorni.
20 gennaio 2024
19 gennaio 2024
18 gennaio 2024
17 gennaio 2024
16 gennaio 2024
15 gennaio 2024
14 gennaio 2024
II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
DOMENICA 14 GENNAIO 2024
1Sam 3,1-10.19-20 1Cor 6,13c-15a.17-20 Gv 1,35-42
OMELIA
Ogni volta
che ci poniamo la domanda - chi sia Gesù - la risposta che il Vangelo di questa
mattina ci offre è molto chiara “Venite e vedrete… e rimasero con lui quel
pomeriggio”. La bellezza d'essere
discepoli sta nel “seguire”, ma una domanda che nel tempo continuamente
rimbalza nel nostro spirito e che ci rende sempre giovani interiormente è chiederci:
chi è Gesù?
La nostra
esistenza è una avventura in quel venite,
vedrete - rimasero con lui e
rimanendo con lui risuona nelle nostre orecchie il grande annuncio di Giovanni:
«Ecco l'agnello di Dio!» In questa
espressione che l'evangelista Giovanni mette sul battezzatore noi comprendiamo
il “come” diventare veramente discepoli del Signore, analizzando quella parola “agnello
di Dio” dove l'evangelista Giovanni ci dice: la bellezza della nostra vita è
contemplare l'agnello! Ma cosa vuol dire questa parola “agnello” che
esistenzialmente diventa il senso della nostra storia? Allora noi cogliamo tre
significati in questa parola che rappresentano, o possono rappresentare,
l'itinerario interiore della nostra vita.
Agnello
vuol dire: Parola.
Agnello
vuol dire: potenza interiore di Spirito Santo.
Agnello
vuol dire: il crocifisso immolato sull'altare della croce.
E allora
intuendo questi tre passaggi noi riusciamo a capire quale siano i valori che ci
vengono comunicati da Gesù “rimanendo con lui”.
Innanzitutto
la prima traduzione della parola “agnello” vuol dire parola, e noi
immediatamente andiamo ai cantici del servo di Jahvè, ma soprattutto al prologo
dell'evangelista In principio era il
Verbo: Gesù è la Parola del Padre per cui, per conoscere Gesù, dobbiamo
sapere ascoltare la sua Parola, accogliere il suo mistero, diventare persone
che alla Parola continuamente si rifanno. In certo qual modo facciamo nostro il
testo che la prima lettura pone sulle labbra di Samuele Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta. La prima vocazione
del cristiano è stare in stato di ascolto e la parola è diventata carne. Ecco
perché il cristiano non ha delle prescrizioni, ma il cristiano nel senso più
profondo della sua vita è un appassionato di Gesù Parola del Padre! Ecco perché
il testo di Isaia Ogni mattina fa
attento il mio orecchio perché io ascolti come gli iniziati. Ecco allora -
chi è Gesù? - è la Parola del Padre per noi! E poiché la nostra esistenza nasce
da questo mistero Divino noi costruiamo la nostra storia in stato di continuo
ascolto, un ascolto che attraverso le orecchie giunge al cuore, ed è il secondo
significato della parola che noi stiamo cercando di vedere - agnello -
l'interiorità.
Nella prima
lettera di Giovanni c’è chiaramente un'espressione - agnello - come esperienza
interiore: l’unzione di Spirito Santo. Anzi, l'autore della prima lettera di
Giovanni dice - avete ricevuto l'unzione che grida in voi, Gesù - è ritrovare
non solo una parola da udire, ma una vita interiore da sviluppare. In una cultura
come la nostra, povera di interiorità, nel cammino della fede dobbiamo entrare
nel nostro cuore e percepire questa presenza dello Spirito. Innamorarci di
Gesù-Parola è lasciarci guidare continuamente dallo Spirito Santo, l'uomo
interiore, l'uomo che nel profondo del proprio cuore entra in una esperienza di
intimità profonda, è la Parola che diventa vita della vita.
È molto
bello tante volte, nella fantasia, vedere il momento in cui incontreremo Dio
Padre e allora, che cosa ci dirà Dio Padre quando ci incontrerà in quel
momento? Qual è stato il senso della tua vita?
E noi,
seguendo il testo evangelico di questa mattina, diremo: il tuo Figlio-Parola entrata nel mio cuore!
È percepire
questa ricchezza interiore che fa la nostra storia!
Perché
l'uomo di oggi è drammaticamente scontento? Perché non ha la gioia della vita
interiore, quella realtà interiore che gli permette di essere uomo che ascolta,
uomo che ama, uomo che crea, uomo che pensa! Entrare in questa bellezza…
Ecco il
secondo significato: “Ecco”, l'interiorità della nostra esistenza. Paolo ha una
bella definizione Cristo abiti mediante
la fede nei vostri cuori, l'uomo interiore è il capolavoro dello Spirito
Santo e allora il terzo passaggio: ecco l'agnello, Gesù sulla croce!
È molto
bello come l'evangelista Giovanni nel momento in cui esprime l'atto di Gesù che
muore o, meglio, che si consegna nelle mani del Padre, utilizzi l'immagine del
sacrificio degli agnelli nel tempio: Gesù è oblazione.
La bellezza
della nostra vita è dire con Gesù tutto
è compiuto e restituì lo spirito,
fare della nostra esistenza un consegnarci al mistero ineffabile del Padre.
È
interessante guardando Giovanni che il Gesù che muore, è dopo che si è
consegnato. La nostra esistenza come regalata, restituita, riconsegnata alla Fonte
della vita. Ecco Gesù che diventa il senso portante della nostra esistenza, la
Parola che penetra il cuore, il cuore che conduce la persona, l'oblazione
interiore di restituzione.
Quando
conosceremo veramente Gesù? Stando con lui, ma quando lo vedremo faccia la
faccia! In quel momento saremo avvolti da una luce ineffabile e in
quell'istante egli sarà tutto in ciascuno di noi. Ecco perché il tempo è
nient'altro che il sacramento attraverso il quale, lentamente, Gesù si fa
conoscere perché ci parla, perché dimora in noi, perché ci fa condividere i
suoi sentimenti, come Paolo dice abbiate
in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù e allora, la
bellezza di ritrovarci questa mattina nell'Eucaristia, è seguire l'invito di
Giovanni il battezzatore Ecco l'agnello
di Dio! Siamo entrati in chiesa e la Parola ci ha raggiunti, abbiamo
elevato lo sguardo verso l'alto nella preghiera e lo Spirito Santo è diventato
creativo in noi, ci siamo incamminati nella storia del quotidiano e il corpo e
il sangue di Cristo sono diventati vita della nostra vita. Ecco perché la
bellezza di questa domanda: dove abiti Maestro?
Venite e vedrete… E rimasero con lui… Erano le quattro del pomeriggio, perché
la bellezza della nostra vita è essere alunni di Gesù il quale ci prende per
mano, ci dà il suo Spirito e ci dice: “Io sono con te!” È la bellezza della Celebrazione
eucaristica e allora, tornando a casa, abbiamo la stessa percezione che hanno
avuto quei due discepoli quella mattina “rimasero con lui”, la Chiesa domestica
è la bellezza del quotidiano con Gesù. Viviamo così il mistero con tanta
serenità: se Cristo è con noi, chi può essere contro di noi? Gustiamo questa
presenza. Ecco l'agnello! Ecco la presenza del Padre! Ecco la speranza della
vita! E allora in questa Eucaristia sentiamoci rigenerati camminando in quella
novità che viene dall'alto dove il Signore è il nostro Signore e con lui
possiamo veramente crescere, camminare e desiderare il pieno compimento della
nostra storia.
13 gennaio 2024
12 gennaio 2024
11 gennaio 2024
10 gennaio 2024
09 gennaio 2024
08 gennaio 2024
Oggi, qui, Dio ci parla...
“Il
tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel
Vangelo.”
Oggi Dio viene nella storia per guidare l’uomo verso la sua autentica realizzazione. Il tempo costituisce il segno del Dio che ama l’umanità e la attira nella sua gloria.
Padre, oggi sei in mezzo a
noi nella persona di Gesù che ci insegna la strada perché possiamo essere
veramente noi stessi. Lo Spirito Santo ci guidi in questo cammino perché sappiamo
sempre orientare a te le scelte quotidiane del nostro cuore, generando vere
fraternità. AMEN
07 gennaio 2024
BATTESIMO DEL SIGNORE – FESTA - ANNO B -
DOMENICA 7 GENNAIO 2024
Is 55,1-11 1Gv 5,1-9 Mc 1,7-11
OMELIA
La Chiesa
convocandoci in questa domenica dopo l'Epifania vuol dare pienezza a quella che
è stata la rivelazione sulla identità di Gesù. Nell'incontro con i Magi Gesù si
è rivelato come colui che è il Figlio che ha donato la vita per l'umanità,
morto, sepolto e risorto, ma questa presenza storica di Gesù si apre sulla vita
stessa di Gesù nella sua pienezza: la sua comunione con il Padre. Ecco perché
l'evangelista Marco iniziando il cammino con coloro che dovevano diventare
cristiani ci pone dinanzi la apparizione gloriosa della voce, perché impariamo
a conoscere chi è Gesù: il figlio di Dio, l'amato, colui nel quale il Padre ha
posto il suo compiacimento. Dall'adorazione dei Magi alla contemplazione
dell'identità gloriosa di Gesù. Ed è importante entrare in questa
contemplazione gloriosa di Gesù per ritrovare veramente noi stessi.
Noi tante
volte sappiamo che siamo battezzati, ma non riusciamo a intendere che il vero
battesimo è quello di oggi, il battesimo di Gesù, la rivelazione della sua
identità Tu sei il Figlio mio, l'amato:
in te ho posto il mio compiacimento. Chi è il cristiano? È il figlio di Dio,
è l'amato dal Padre ed è la pienezza del suo amore. Contemplare la figura di
Gesù è contemplare la nostra identità. Più noi entriamo nel mistero della
personalità di Gesù, più noi ritroviamo veramente noi stessi e allora tu sei il mio figlio, è la bellezza
della rivelazione che il Padre fa di Gesù e ci fa intuire una cosa molto bella:
siamo figli di Dio!
Guardando a
Gesù, figlio del Padre, noi ci ritroviamo in Gesù figli della fonte della vita.
Noi spesse volte dimentichiamo questo punto fondamentale della nostra vita:
siamo sacramenti del Padre. Sarebbe bello se noi, in un certo qual modo, ogni
volta che celebriamo un battesimo ci collocassimo nel battesimo al Giordano e
quel bambino diventa il figlio di Dio…
È molto
bello come l'evangelista Giovanni, nel suo prologo, delineando la bellezza
dell'essere discepoli dice: A quanti
però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che
credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da
volere di uomo, ma da Dio sono stati generati, il battezzato è un generato
da Dio, per cui quanto più contempliamo il volto di Gesù - tu sei mio figlio - più
noi riscopriamo la bellezza della nostra identità generati da Dio, per cui la nostra esistenza partendo da questa fonte
ha una grande verità contemplare il volto del Padre. Allora contemplando il
volto del Padre cogliamo il secondo passaggio: l'amato! Immediatamente intravediamo
una verità che, è così ovvia, che a essa non sempre diamo la dovuta importanza:
chi è Gesù? Colui che rivela l'amore del Padre per noi!
In certo
qual modo lasciarci amare da Gesù è lasciarci amare dal Padre, non solo siamo
dei figli, ma siamo degli amati, Dio ha
tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, la nostra vita luogo
dell'amore del Padre che ci dà il suo Figlio. In certo qual modo quando
guardiamo a Gesù guardiamo al Padre che ce lo regala e, in quel momento, noi
cogliamo la bellezza della nostra esistenza: siamo il luogo dell'amore del Padre.
Ecco perché
una delle verità che spesse volte noi non riusciamo a fare emergere nel cammino
della nostra esistenza è che siamo degli amati! È interessante come alcuni
orientamenti della teologia di oggi dicano: poiché ci ha amati in modo
meraviglioso nel Figlio, il Padre accoglierà nella sua gloria l'intera umanità.
È qualcosa che ci riempie di tanta fiducia! Ogni creatura che vive nello spazio
e nel tempo ha il destino di essere nell'eternità beata, è quel respiro di
eternità che noi cogliamo in quel “amato”
per cui la nostra esistenza è un’esistenza amata da Dio. Noi nel travaglio
della storia veniamo schiacciati da tanti problemi, ed è vero, ma dovremmo
respirare questo secondo passaggio, quella voce che parla al battesimo al
Giordano: “Sei l'amato, il Padre nel Figlio
e nello Spirito Santo ti avvolge nel suo amore e ti rende suo capolavoro!”.
Ed è il terzo passaggio: in lui ho posto
il mio compiacimento, l'amore trinitario dentro la nostra vita, persone
abitate dalla vita all'interno di Dio. Ecco perché il battesimo al Giordano è
la rivelazione del mistero di Gesù e questa contemplazione è per ritrovare la
bellezza della nostra umanità, figli nel Figlio, amati nell’Amato, pienezza in
colui che è la pienezza.
Noi tante
volte abbiamo dimenticato questa ricchezza da cui siamo avvolti e in cui noi costruiamo
l'istante. E allora cos'è la bellezza della nostra vita? Essere assetati del volto
del Padre!
Quando noi
faremo il passaggio da questa all'altra vita, in quel momento noi saremo nella
gloria del Padre, illuminati da una grandezza ineffabile che ci riempie del senso
più autentico del nostro istante: vivi nel tempo bramando l'eternità. Ecco
perché il battesimo al Giordano di Gesù è diventato il battesimo cristiano,
quel mistero è la nostra vita e questo è importante ritrovarlo nella cultura di
oggi tanto scoraggiata, pessimista e problematica. La bellezza del Natale non è
semplicemente un bambino, la bellezza del Natale è l'uomo che ritrova la
bellezza della sua vita in Gesù, morto e risorto, Figlio luminoso del Padre.
Ecco perché è bello ritrovarci nell'Eucaristia, per ritrovare veramente noi
stessi. L'epifania le feste non le porta via, l'epifania ci avvia ad una festa
meravigliosa che sarà il paradiso, quando chiuderemo gli occhi alla storia e li
apriremo sull’eternità beata. In quel momento gusteremo la grandezza di essere
nati, vedere Dio, il Padre, faccia a faccia nella trasfigurazione di Gesù, in
forza dello Spirito Santo.
Viviamo così questa Eucaristia con questa grande apertura di cuore, sicuramente questa visione è data, e l'abbiamo ascoltata dal Vangelo, dall’essere avvolti nello Spirito Santo. Il cristiano è lo Spirito Santo vivente che ci rende figli del Padre gustando la bellezza di Gesù. È quella bellezza del cristiano nel cammino nel tempo e nello spazio, e quando nella vita abbiamo momenti di stanchezza poniamoci la domanda - Chi sono? - e sentiamo la voce: “In Gesù tu sei mio figlio, in Gesù sei l'amato, in Gesù sei la pienezza del mio amore!” e allora riusciremo a respirare la bellezza della nostra vita in attesa di quella grande rivelazione quando il battesimo diventerà eternità beata e nell'eternità beata potremo gustare la grandezza di Dio.
06 gennaio 2024
EPIFANIA DEL SIGNORE - SOLENNITÀ
6 GENNAIO 2024
Is 60,1-6 Ef 3,2-5.5-6 Mt 2,1-12
OMELIA
Il mistero
del Natale ci ha regalato la gioia di Dio che entra nella nostra storia. Abbiamo
contemplato un bambino che è il mistero dell'amore di Dio per l'umanità, ma
questa venuta del Maestro è orientata a scoprire il suo mistero. La festa di
oggi è la rivelazione del mistero di Gesù ed è il luogo nel quale noi veniamo
educati a un criterio di fondo della nostra vita cristiana: essere ricercatori
del volto del Maestro. Dio è entrato nella storia perché noi lo cercassimo! L'esperienza
dei Magi è la traduzione di questo itinerario a cui tutti noi siamo chiamati:
cercare, ascoltare, contemplare! Tre passaggi che l'evangelista Matteo ci offre
attraverso l'episodio misterioso dei Magi: cercare!
Uno dei
problemi di fondo dell'uomo contemporaneo è che non è più un ricercatore del
volto di Dio. É interessante che questa presenza tra i Magi e la stella è
l'uomo che è in ricerca dell'Assoluto, la bellezza della sua vita. I Magi sono
ricercatori, la stella è la trascendenza di Dio, l'uomo è chiamato a imparare a
guardare in alto! L'uomo contemporaneo ha dimenticato questo primo elemento
fondamentale della sua esistenza: avere lo sguardo del cuore in una ricerca che
va al di là del contingente per immergersi in quell'Assoluto che è la speranza
della vita il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te, o
Signore quindi, il primo elemento fondamentale per scoprire la bellezza
di Gesù è diventare dei ricercatori: la bellezza di Dio! E attraverso questa
ricerca ecco, l'uomo, si ritrova a un certo punto nel buio: i Magi.
Chi ricerca,
in certo qual modo si allontana dall’io, si immerge nella profondità del mistero
e si trova nella coscienza di porsi la domanda: dov'è il senso della mia vita? Allora
il secondo passaggio: dove è nato il re dei Giudei? E allora la parola di Dio
diventa la luce che illumina! Guardare in alto per accogliere dall'alto il
cammino da percorrere E tu, Betlemme,
terra di Giuda, non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda: da te
infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele, il
Salvatore, una ricerca quella del volto di Dio attraverso la Parola. Ecco
perché la stella scompare… Se il guardare in alto orienta lo sguardo del cuore tuttavia
occorre entrare nel mistero della rivelazione: Dio parla! La bellezza della
vita cristiana è ascoltare, ricercare il volto di Dio attraverso una intensa
esperienza di accoglienza e allora, il secondo passaggio, la parola di Dio
illumina il nostro cammino e, quando l'uomo si lascia illuminare dal Dio che
parla riappare la stella. Dalla ricerca umana alla ricerca della rivelazione Così dice il Signore.
Il Signore
attraverso la sua parola illumina i nostri passi, la luce che viene dall'alto
diventa parola! E allora emerge il terzo passaggio: la stella si fermò
sull'uomo dove abitava Gesù. Ed è interessante cogliere i verbi attraverso i
quali l'evangelista Matteo illumina questo incontro, tra i Magi e Gesù Entrati nella casa, videro il bambino con
Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono, e qui c'è un passaggio che
val la pena evidenziare: noi siamo abituati nella tradizione popolare di vedere
i Magi che vengono con i doni perché, lo sfondo di questa lettura, è il testo di
Isaia che abbiamo ascoltato. Ma l'uomo che cerca si spoglia di se stesso. Essi,
i Magi, giungono a Gerusalemme con le mani vuote…
È molto
bella la frase di Papa Benedetto nella sua omelia il giorno di Natale del primo
anno che era Papa: andare da Gesù con le mani vuote perché Gesù le riempia lui.
I Magi entrano, si prostrano e regalano a Dio nell'adorazione tutta la loro
sete di verità. È molto bello questo tipo di incontro. L'uomo se vuole
veramente incontrare il Mistero deve innamorarsi della sua povertà esistenziale
per presentarsi a Gesù e accogliere da lui il Mistero. Come potevano offrire
oro, incenso e mirra se non lo conoscevano? E allora, in quel momento, avviene
qualcosa di grande a cui noi dobbiamo prestare attenzione: cercare, accogliere
la parola, spalancare le nostre persone alla persona di Gesù! Allora Gesù ci
regala il suo mistero:
- oro: la
resurrezione,
- l'incenso:
l'oblazione della morte,
- mirra: la
sepoltura.
Gesù ci
regala il suo mistero pasquale.
La bellezza
della nostra vita di ricercatori della verità deve costruirsi in questo fascino
di Gesù: morto, sepolto e risorto nel quale l'uomo ritrova veramente se stesso.
Per cui offrirono a Gesù quello che Gesù ha offerto loro. Hanno offerto a Gesù
il suo mistero che avevano accolto in quel prostrarsi e adorare, in quella
intimità della casa che li aveva trasfigurati. È la bellezza dell'incontro. È
essere creature povere che si lasciano arricchire da una Presenza: è la vita
della Chiesa, è la Chiesa rappresentata da Maria che ci offre Gesù, e noi
accogliamo in tanta semplicità e in tanta serenità perché il mistero di Gesù è
il senso della vita. Nati dall'alto ci mettiamo in cammino e ci lasciamo
invadere da una Presenza! Allora la fede diventa feconda, il cuore ricco di
gioia e ritrova la grandezza della sua esistenza. Ecco perché la festa dell'epifania
è la prima festa del Mistero pasquale, essere persone che si lasciano prendere
da questo mistero, si lasciano da esso invadere per costruire veramente la
propria vita. È quello che stiamo celebrando… Potremmo dire che ogni volta che
veniamo all'Eucaristia viviamo l'esperienza dei Magi: partiamo da casa per
andare alla ricerca e, in questa ricerca, noi incontriamo la Parola che ci
illumina, ci guida, ci converte, ci dà l'entusiasmo del quotidiano per giungere
a quell'altare che è la casa dove la Chiesa ci offre Gesù, l'Eucaristia! E
allora la bellezza della nostra esistenza è innamorarci di Cristo nell'Eucaristia.
L'epifania è la manifestazione di questo grande Mistero che ci si rivela ogni domenica
andando a celebrare i Divini misteri per cui, anche noi ce ne torniamo a casa
come i Magi, avvolti da questa meravigliosa luce che è Gesù, il quale è il
senso portante della nostra storia, della nostra vita, del nostro cammino.
Viviamo così questa Eucaristia con tanta semplicità, nella profonda certezza
che la stella è dentro il nostro cuore, la Parola giunge alle nostre orecchie e
la nostra persona si innamori di quel Maestro pasquale che è l'Eucaristia. E
allora ce ne torneremo a casa contenti: credo, ho visto Gesù! E quando la
nostra vita si lascia prendere da questo grande Mistero e si lascia avvolgere
da questa grandezza allora è nella speranza, Gesù è veramente in mezzo a noi e
aspettiamolo quando verrà nell'ultimo giorno e potremo goderne la grandezza,
per tutta l'eternità beata!