28 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

L' uomo non divida quello che Dio ha congiunto.

La bellezza della vita cristiana sta nella apertura sulla parola di Dio come interpretazione del mistero della vita matrimoniale. Ogni dono viene dall’alto e da quello che viene donato nascono i criteri per vivere l’oggi della storia con una grande apertura nella fede. Questo è lo stile di vita di ogni cristiano. 

Padre, nella persona del tuo Figlio illumini la nostra esistenza e ci guidi nelle scelte quotidiane per poter vivere secondo il Vangelo. Guidaci sempre con la luce dello Spirito Santo perché possiamo dimorare nella tua misteriosa volontà. AMEN

26 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Chi non è contro di noi, è per noi.

Il cuore del Maestro si allarga sempre davanti agli avvenimenti della storia quotidiana. Infatti chi può avere sentimenti di avversione quando il suo cuore abbraccia l’intera umanità? La bellezza della fede fa fiorire cuori ricchi di amore veramente inesauribile che genera sempre fiducia e speranza, in qualunque situazione della esistenza. 

Padre, aiutaci ad assaporare la bellezza del cuore di Gesù per poterne gustare la fecondità veramente inesauribile. Lo Spirito Santo ci aiuti sempre in tale cammino spirituale per poter seminare la bellezza del quotidiano in un clima di autentica fraternità. AMEN

25 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti.

La fecondità del servizio sta nella capacità di sapere ascoltare i fratelli e spalancare il cuore alla storia. La bellezza dei rapporti interpersonali si scopre nella gioia spirituale di accogliere l’altro nella sua verità esistenziale. 

Padre, nel mistero dell’incarnazione ci hai insegnato la gioia di porci al vero servizio dei fratelli, spalancando il cuore nella fecondità della relazione interpersonale. Lo Spirito Santo in questo è il nostro meraviglioso maestro. AMEN

24 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera. 

Lo spirito in stato di preghiera vive una intensa esperienza di comunione nella quale l’anima si affida alla Signoria divina per potere gustare la comunione con la sorgente della vita. In questo avviene un reale e profondo cammino di rigenerazione esistenziale e di speranza. 

Padre, è bello vivere in costante comunione di preghiera con Gesù per essere la concretezza della tua volontà di amore. Lo Spirito Santo ci guidi in questo cammino per crescere nella sintonia con il tuo cuore paterno. AMEN

23 febbraio 2025

VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C

DOMENICA 23 FEBBRAIO 2025

1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23      1Cor 15,45-49      Lc 6,27-38

OMELIA

L'evangelista Luca in queste domeniche, lentamente, ci ha condotti per mano perché potessimo entrare nella mentalità del Maestro per ritrovarvi la bellezza della nostra vita cristiana anzi, poiché sappiamo che Gesù è vero Dio e vero uomo, e parlandoci con il suo stile di vita, ci offre la strada per realizzare la nostra umanità: siamo chiamati a essere veri uomini per essere deificati.

È la bellezza della nostra vocazione, è la paradossalità umana dell'essere discepoli del Maestro. Il cammino che l'evangelista ci offre è, come dicevamo domenica scorsa, partire dalla comunione orante presso il Padre per entrare nella storia amandola fin in fondo per entrare nella pienezza della nostra vita che sono le beatitudini. Dalla contemplazione di essere come il Maestro veniamo stimolati a costruire una vita che ci conduca veramente alla Vita. Il cristiano è la gioiosa paradossalità dell'essere uomini.

Se noi entrassimo in questo tipo di lettura del testo biblico di Luca, il linguaggio del Vangelo risulterebbe sicuramente molto problematico per ciascuno di noi perché, istintivamente, noi potremmo proferire il giudizio: non è possibile! Solo chi si lascia conquistare da Gesù, solo chi riesce a lasciarlo entrare nel proprio mondo, permettendogli di vivere nelle nostre scelte, può veramente entrare in questa sapienza. E allora due potrebbero essere gli elementi che ci stimolano a entrare in questa esperienza. Innanzitutto guardiamo Gesù, Gesù - uomo.

Noi tante volte siamo più catturati da Gesù - Dio. Impariamo ad amare Gesù - uomo per imparare da lui come, dal momento della sua incarnazione, dal momento che è venuto ad abitare in mezzo a noi, ci ha amati nello stile della vera umanità.

Se noi entriamo nell'itinerario del Vangelo, Gesù ci ama come dono del Padre. Diverse volte ce lo siamo detti noi siamo il dono del Padre al Figlio. E Gesù ci ama e ci ama perché siamo “dono”, dono del Padre a lui perché possiamo veramente crescere e maturare nella nostra vera identità umana, perché amare è cercare il vero bene dell'altro. L'uomo, quando entra nella profondità della sua esistenza e si pone l'interrogativo che senso abbia vivere in stato relazionale, la risposta è molto semplice: adorare il mistero che è l'altro, come nell'esperienza di Gesù che accoglie l'uomo come dono del Padre. E l'uomo, è un dono che non conosceremo mai. Amare è entrare in un'avventura nella quale noi continuamente adoriamo l'altro per riviverne il mistero.

L'esempio evangelico più bello che l'evangelista Luca ci offre nel racconto dell'ultima cena è che Gesù rivolgendosi ai discepoli dice io sono in mezzo a voi come colui che serve, come colui che ama ascoltando, come colui che vi accoglie così come siete, come colui che vi ama perché siate la vostra originalità.

Noi qualche volta rimaniamo semplicemente legati alle cose contingenti. Se noi entrassimo nella persona di Gesù, ci accorgeremmo che egli è colui che ci serve - nel senso vero evangelico - ci ama, ci ascolta, ci illumina, ci guida perché possiamo veramente essere il mistero che il Padre dall'eternità ha pensato per ciascuno di noi. Quando noi entriamo in questo primo elemento fondamentale - e l'esempio di Gesù è molto bello perché Gesù ci dice quello che egli è effettivamente -, egli entra in noi per essere quello che è, l'Uomo che ci educa a essere uomini. É è la bellezza della nostra vita cristiana! L'effetto allora che dovremmo percepire è che l'uomo ritrovi se stesso, sia contento d'essere se stesso, pur nelle complessità del quotidiano.

La bellezza d'essere amati è la bellezza di essere noi stessi, la bellezza di far sì che noi possiamo ritrovare la gioia d'essere quello che dall'eternità il Padre ci ha pensato, l'originalità dell'originale Gesù Cristo. Allora quando l'uomo si sente veramente amato assume un'aspirazione sempre più profonda a essere secondo il progetto di Dio, la libertà dell'essere uomo in ogni travaglio storico e poiché la bellezza della nostra esistenza è d'essere questo meraviglioso mistero di Dio che entra nella nostra vita, il criterio per costruire la nostra esistenza amata da Dio è crescere nella gratitudine. La gratitudine d'essere uomini!

Se abbiamo notato il brano evangelico nella sua profondità, ci accorgiamo che c’è un amore a fondo perduto, un amare nella gioia di rendere l'altro se stesso. Il criterio dell’amare per avere non è libertà. Gesù ha amato l'uomo diventando veramente uomo perché l’uomo fosse uomo; quando noi alla fine del nostro percorso storico incontreremo il volto di Dio Padre l'unica carta d'identità che ci sarà richiesta è di essere uomini a imitazione dell'Uomo Gesù Cristo. Se noi entrassimo in questa meravigliosa esperienza, allora potremmo veramente accedere a questa realtà del cielo, è la bella visione che ci ha dato l'apostolo Paolo, quando ci ha detto che Gesù è l'uomo spirituale datore di vita. La bellezza della fede è crescere nella nostra identità originale. Gesù passa in mezzo a noi come colui che si mette in ginocchio, ci accoglie come regalo del Padre, perché possiamo assumere tutte le sue coordinate, tutte le sue coordinate di un'umanità per essere veramente noi stessi. E questo si sta realizzando nell'eucaristia!

L'Eucaristia è l'umanità sacramentale di Gesù che costruisce la nostra umanità nella nostra personalità storica. Noi qualche volta pensiamo che l'Eucaristia sia andare a mangiare. La bellezza che attraverso il mangiare Gesù ci regala, in quel pane e in quel vino, è la bellezza della sua umanità, si fa pane per regalarci la sua umanità e quindi per ritrovare dentro di noi la presenza dell'uomo perfetto. Ecco perché Gesù questa mattina ci ha regalato un testo sicuramente difficile perché noi conosciamo i limiti delle nostre storicità e delle relazioni che l'esistenza ogni giorno ci offre, ma Gesù dicendoci questo ci dice ancor prima che siamo suoi, siamo il dono del Padre e l'Eucaristia è vivere ogni giorno la gioia di essere dono attraverso il rendimento di grazie.

Questa sia la bellezza che vogliamo condividere questa mattina, la gioia luminosa di essere in Gesù uomini che amati amano continuamente per regalare agli altri la gioia della propria umanità. Questo è, in certo qual modo, quello che Gesù potrebbe effettivamente regalarci e allora cantiamo questa gioia con quel rendimento di grazie che è l'Eucaristia e ritorniamo a casa non perché siamo venuti a un rito, ma perché in questa Eucaristia abbiamo goduto la nostra umanità che è la bellezza di Dio incarnata nelle nostre persone.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono.

Il discepolo ha un cuore libero che vive la sapienza del Maestro e che condivide la speranza che viene dall’alto. In tal modo viviamo la libertà che viene dall’alto e la doniamo a tutti. 

Padre, nel tuo Figlio Gesù gustiamo la gioia della libertà del cuore che si dona a ogni fratello. È nello Spirito che gustiamo tale bellezza e cresciamo nella gioia della vera fratellanza. AMEN

22 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. 

Questa professione di fede riassume il cuore della fede che anima la comunità cristiana. Focalizzata sul mistero di Gesù, essa di lui deve vivere, a lui deve far riferimento, con lui è chiamata a esistere per crescere in quella comunione che è anticipazione della luminosità del paradiso. 

Padre, la persona di Gesù è l’anima della nostra esistenza. Egli vive in noi, cammina con noi, agisce per noi come esempio di vita per poter giungere a lui nella gloria della liturgia del cielo insieme a tutta l‘umanità. Lo Spirito Santo animi sempre tale avventura esistenziale per gustarne la bellezza. AMEN

21 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.

Cristo Gesù rappresenta il centro della vita che avvolge la storia di ogni suo discepolo. In lui la creatura viene illuminata e guidata verso la pienezza della gloria in comunione con tutti i santi del cielo. 

Padre, nel tuo Amore ogni umana creatura viene plasmata dallo Spirito Santo perché sia il volto luminoso di Gesù morto e risorto. Tale bellezza è la gioia del cuore credente che respira eternità beata. AMEN

20 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Ma voi chi dite che io sia?

La conoscenza di Gesù rappresenta il grande desiderio di ogni discepolo che si lascia avvolgere dalla personalità del Maestro per assumere la sua mentalità. In lui si riconosce il vero valore della vita. 

Padre, Gesù è al centro del cuore di ogni discepolo che in lui riscopre e approfondisce il valore portante della vita. Lo Spirito Santo è il grande maestro per un simile itinerario spirituale per poter gustare la gioia della comunione fraterna. AMEN

19 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Allora gli impose le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente. 

La persona di Gesù è principio di novità di vita. Il discepolo si lascia trascinare nella contemplazione del suo mistero per poter accedere alla bellezza feconda del Maestro divino. 

Padre, nella grandezza del mistero di Gesù ci vuoi far gustare la bellezza del tuo amore per la creatura umana. Attiraci nella sua personalità perché possiamo gustare la soavità dell’eterno. AMEN

18 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

I discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. 

I discepoli avevano un solo pane che è il Maestro, che arricchisce il cuore di ogni umana creatura. È il dramma del non credente che non sa vedere la presenza di Gesù nella sua storia quotidiana. Egli è il pane che dà da mangiare a tutti gli uomini. 

Padre, la persona del tuo Figlio Gesù sfama ogni desiderio della creatura umana perché possa realizzare la propria identità. Nella potenza dello Spirito Santo rendici persone autentiche perché viviamo del vero pane che è Gesù, in conformità del tuo volere creativo. AMEN

17 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno.

Solo una profonda vita interiore aiuta a comprendere le parole e a penetrarne la verità del mistero che avvolge la personalità di Gesù. Il suo linguaggio è vita eterna. Accogliamolo e avvertiremo tutta la ricchezza presente nel suo cuore. 

Padre, nella comunione con te intravediamo la profondità spirituale del cuore di Gesù. Avvolgici nella potenza dello Spirito Santo perché possiamo lasciarci attirare nel tuo Mistero per poter gustare la bellezza profonda del suo cuore. Lo Spirito Santo ci guidi in questa affascinante avventura. AMEN

16 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. 

Scoprire il senso della povertà evangelica è fonte di grande libertà esistenziale poiché tale esperienza rappresenta la scuola per amare se stessi nella docilità all’oggi misterioso del Padre. Egli è il signore della nostra esistenza. 

Padre, nella tua volontà è la nostra libertà interiore. Come ha fatto Gesù, così desideriamo costruire la nostra storia nelle tue mani per poter diventare i capolavori del tuo amore senza limiti, a speranza di ogni fratello. AMEN

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C

DOMENICA 16 FEBBRAIO 2025 

Ger 17,5-8      1Cor 15,12.16-20      Lc 6,17.20-26

OMELIA

Quando il discepolo con purezza e apertura di cuore accoglie il Maestro e ne vive tutta la paradossalità si ritrova nell’esperienza delle beatitudini; infatti, se risentiamo attentamente l’introduzione alla sapienza delle beatitudini, ci accorgiamo che Gesù volge lo sguardo verso i discepoli e, in quell’atteggiamento, scopriamo che il discepolo è chiamato ad avere un cuore puro per lasciarsi invadere dalla personalità del Maestro.

Le beatitudini sono l’espressione verbale della comunicazione che Gesù fa di sé stesso al discepolo perché il discepolo sia l’incarnazione della sua sapienza.

Se leggiamo attentamente queste beatitudini ci accorgiamo come esse siano fondamentalmente paradossali: il dramma storico, la gloria eterna…Per entrare in questa sapienza attraverso lo sguardo del cuore attento al volto del Maestro dobbiamo chiederci cosa significa che il discepolo è chiamato ad assumere questa sapienza che, in modo immediato, è tutt’altro che acquistabile dall’uomo comune.

Qui scopriamo una grossa verità che ci deve permeare in modo che la sapienza di Gesù divenga la nostra sapienza: in modo immediato - come metodo - non dobbiamo porci nell’atteggiamento di capire letteralmente le beatitudini perché esse sono delle formulazioni paradossali per l’uomo concreto ma, l’esperienza delle beatitudini, è permettere a Dio Padre che suo Figlio, morto e risorto, viva dentro di noi.

Le beatitudini sono il Cristo attivo in noi.

In certo qual modo, noi non partiamo dalle beatitudini per viverle, ma partiamo dell’accoglienza del Cristo che rivive in noi la sua sapienza e, di riflesso, ne viviamo l’interiorità che sono le beatitudini. Gesù con lo sguardo del cuore penetra dentro di noi e quando lo sguardo del cuore accoglie il Maestro, e il Maestro vive dentro di noi, ci accorgiamo che le beatitudini fioriscono in modo immediato.

Le beatitudini non sono da imitare, ma sono il risultato della imitazione di Cristo.

Potremmo dire che le beatitudini sono quattro (come nel Vangelo di Luca), le beatitudini sono otto (come nel Vangelo di Matteo), le beatitudini sono sedici (se guardiamo la tradizione neo-testamentaria), ma le beatitudini in ultima analisi sono infinite…perché le beatitudini sono il fiorire della personalità di Gesù dentro di noi.

Le beatitudini perciò vivono di colui che nella sua esistenza ha un unico scopo: amare la storia di Gesù, configurandosi a essa in ogni scelta per poter partecipare alla sua gloria.

Ma noi ci troviamo nella sapienza di Gesù se risentiamo con la mentalità di oggi le quattro beatitudini di Luca; ci ritroviamo in una condizione di emarginazione storica, in un mondo che ha come criterio l’apparire, il produrre, la gloria umana.  Risentire le beatitudini vuol dire essere in un altro mondo.

Se ci accostiamo a Gesù e ci lasciamo affascinare dalla sua persona e dal suo mistero potremo dire che accogliamo “le stimmate” dell’emarginazione storica.

Non per niente Gesù ha salvato il mondo da emarginato, fuori dalle mura (dice la lettera agli Ebrei) in un frammento di storia profana, fu rifiutato dall’umanità…

Ecco perché le beatitudini sono lo Spirito di Gesù dentro di noi e, ciò che ci permette di viverle, è non guardare mai alle conseguenze, ma guardare a quella interiorità di Cristo che è radicata dentro di noi.

Se noi partiamo da questa sapienza in cui siamo affascinati dal Maestro e nella figura del Maestro costruiamo la nostra storia ci accorgiamo di un secondo passaggio che è espresso dai tempi verbali delle beatitudini: la prima beatitudine è al presente, le altre tre sono al futuro perché nelle beatitudini c’è un presente che genera un futuro.

Tante volte, come discepoli del Maestro, potremmo cadere in una insipienza esistenziale: oggi soffro, domani sono nella gloria… ma se vivessimo solo di futuro non potrebbe essere tutta un’illusione?

Ricordiamoci che l’uomo religioso è tentato dal transfer-psicologico del domani.

Come l’imitazione di Cristo è un “oggi”, le beatitudini partono dalla presenza: “oggi” di Gesù.

Oggi il Maestro in noi vive la sua sapienza e chi oggi vive la sua sapienza, domani godrà della pienezza. Se dovessimo usare un’immagine evangelica che ci permette di intravvedere questa ricchezza, dovremmo guardare l’immagine del chicco di grano.

Tutta la fecondità del chicco di grano è nel presente nascosto sotto terra.

Le beatitudini è vivere sotto terra; Paolo direbbe: “Nascosti con Cristo in Dio” e in questo nascondimento vivere un presente, dove la vera gioia è il Signore dentro di noi!

Il futuro sarà il fiorire della ricchezza di questo presente, è un presente denso di eternità.

Noi viviamo oggi la grandezza del Maestro nella profonda consapevolezza che il presente, intensamente vissuto, fa sì che noi ci proiettiamo in un futuro arricchendo la nostra storia di una speranza veramente inesauribile. Il presente in Cristo sarà sì un tormento, ma in Cristo! Ed essendo in Cristo è fonte di ineffabile risurrezione.

Ecco il testo dell’apostolo Paolo della seconda lettura, per cui nelle tristezze storiche noi stiamo vivendo le fecondità eterne.

Ecco perché l’Evangelista parte dalla prima beatitudine al presente: “Beati voi poveri perché vostro è il regno dei cieli” e poi passa al futuro.

È quel coniugare la sapienza del Vangelo di una profondità di presente che dà forza e coraggio nel futuro.

Ecco perché il cristiano ha sempre la purezza del cuore, perché è sempre aperto a questa Presenza del Maestro per spalancare la propria esistenza alla sua invadenza e, quando il Maestro entra dentro di noi, viviamo la sapienza che è la morte e risurrezione di Gesù.

Ecco perché il Signore ci dice: “Permettimi di entrare in te come risorto, per darti il coraggio del mio morire nella tua esistenza storica”.

Allora intuiamo come giorno per giorno le beatitudini sono la grande speranza: non ci lasciamo schiacciare dal presente, ma dall’interno della nostra persona diamo a essa una forte valenza di salvezza che si rivelerà quando vedremo finalmente il Signore faccia a faccia.

Quella sapienza ci trasformerà in modo definitivo e saremo nella gloria eterna!

Le beatitudini sono la fecondità della risurrezione nel drammatico presente storico.

Questa mattina ci siamo ritrovati in questa Eucaristia per poter accogliere la sapienza di Gesù.

L’Eucaristia, usando il linguaggio evangelico di questa mattina è Gesù che volge il suo sguardo verso di noi e volge il suo sguardo dentro di noi dicendoci: “Beati gli invitati alle nozze della cena dell’Agnello” e in quel momento entriamo nella vera beatitudine! Il Corpo e il Sangue del Signore!

In quel momento si è sedimentata in noi quella sapienza che è speranza vera, effettiva e feconda nella tribolazione.

Le beatitudini del Vangelo sono la beatitudine eucaristica: “Beati gli invitati alla cena delle nozze dell’Agnello”. Allora ritorniamo a casa con questa gioia: il Signore ha messo in noi la fecondità della risurrezione.

Anche se la storia sarà povertà, afflizione, essere affamati, essere perseguitati, in noi c’è quel farmaco di immortalità divina che ci dice: “Val la pena di vivere la sapienza del Vangelo”. Assumiamo questa mentalità che, a noi discepoli questa mattina ci vuol regalare, per crescere nella bellezza della vita nonostante le drammaticità, perché il Signore è in noi e la sua Presenza è la grande beatitudine: il coraggio di vivere il presente affascinati da un Maestro divino che ci apre le porte dell’eternità beata.

 

15 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni sono con me e non hanno da mangiare.

Gesù affascina l’uomo che vuol rimanere con il Maestro perché in lui scopre quella sapienza che offre il vero significato da dare all’esistenza nell’affrontare il quotidiano. Nella sua luce la creatura è veramente se stessa. 

Padre, nella persona di Gesù appare la luce che guida la creatura umana nel cammino quotidiano della storia. Nella sua bellezza l’uomo ritrova se stesso. Lo Spirito Santo ci attiri sempre più nella sua luce perché possiamo camminare in costante novità di vita. AMEN

13 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia.

La fecondità della fede rende nuove le creature e genera sempre speranza nel cuore di ogni credente. In essa gustiamo la creatività divina nella storia quotidiana. 

Padre, nel tuo Figlio Gesù rigeneri ogni umana creatura e vi infondi una speranza inesorabile di fronte alle oscurità della storia quotidiana. Lo Spirito Santo ci guidi in questo cammino per essere aperti alla tua novità esistenziale che fa nuove tutte le cose. Questo è il senso evangelico della storia quotidiana. AMEN

12 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Ciò che esce dall’uomo è ciò che rende impuro l’uomo.

L’attenzione ai sentimenti del cuore è molto importante per comprendere chi siamo nel profondo della nostra persona. Dalla limpidezza interiore scaturisce la vera libertà dei nostri atteggiamenti e la luminosità di noi stessi. 

Padre, la comunione con te ha animato la personalità di Gesù e rappresenta la profonda aspirazione di tutta la nostra esistenza. Donaci nello Spirito Santo questa intensa aspirazione perché possiamo essere il sacramento luminoso di Gesù, nostro unico maestro di vita. AMEN


11 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.

Il dramma dell’uomo contemporaneo è quello di non avere lo sguardo del cuore rivolto verso l’alto, lasciandosi imprigionare dalle realtà contingenti e provvisorie. Occorre respirare l’Assoluto. 

Padre, immettici nel cuore del tuo Figlio Gesù perché possiamo essere innamorati della tua misteriosa volontà in una viva attenzione al dono della vita battesimale. In questa luce costruiamo la nostra esistenza. AMEN

10 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Quanti lo toccavano venivano salvati.

La persona di Gesù era un meraviglioso sacramento dove il Maestro divino regalava la comunione con il Padre e aiutava l’uomo in un autentico cammino di trasformazione spirituale. 

Si era figli nel Figlio. 

Padre, nella persona di Gesù ci donavi la gioia del nostro cammino di divinizzazione per essere autentici nella nostra identità umana. Era il tuo progetto di amore. Lo Spirito Santo ci illumini in questo cammino perché si sviluppino tutte là nostre potenzialità per dilatare la comunione con te e con tutti i fratelli. AMEN

09 febbraio 2025

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C

Is 6,1-2.3-8       1Cor 15,1-11      Lc 5,1-11

OMELIA

Conoscere Gesù è riscoprire il senso della nostra vita.

È un'esperienza che la Chiesa ci ripropone ogni domenica poiché il criterio fondamentale della nostra esistenza è uno solo: Gesù divenga vita della nostra vita.

Di fronte a questo meraviglioso orizzonte, oggi Gesù ci insegna il metodo per poter accedere a questa conoscenza di Gesù, che è l'anima della nostra anima. L'espressione con la quale Gesù si rivolge a Pietro dicendogli d'andare a pescare - a cui risponde Pietro con quella forte espressione: “Sulla tua parola lancerò le reti” -  ci aiuta a entrare nel metodo del Vangelo.

Gesù ci dice: ciò che è evidente agli occhi degli uomini non è evidente per il credente perché, per il credente, è evidente solo ciò che nasce da Gesù.

Infatti se dovessimo in prima lettura accostarci a questo dialogo tra Gesù e Pietro, noi, in modo immediato, potremmo avere questa reazione: Gesù nelle narrazioni evangeliche ci è presentato come figlio del falegname. Pietro, insieme a Giovanni e Giacomo, è pescatore. Sono due professioni completamente diverse. Se noi avessimo come criterio l'esperienza umana, davanti all'invito di Gesù di lanciare le reti, Pietro gli avrebbe potuto dire: “Salviamo le competenze, tu sei figlio di un falegname, non puoi dare un ordine a un pescatore!”. Ma quando entriamo nel Vangelo le evidenze umane non esistono più e qui entriamo nel nucleo del Vangelo che oggi ci deve appassionare: che cosa ha spinto Pietro ad affermare “Sulla tua parola lancerò le reti”?

Qual è l'evidenza che ha afferrato Pietro e gli ha permesso di entrare in questo grande mistero?

Ha accettato di fare un salto di qualità: dalle evidenze umane alle evidenze divine.

Ma come l'uomo può fare questo salto, dalle evidenze umane che in modo immediato prendono l'uomo, a un'esperienza delle evidenze divine?

È un passaggio su cui il Vangelo continuamente ci invita a riflettere: davanti a Gesù, in prima battuta, non c'è mai l'intelligenza! In prima battuta, davanti a Gesù, c'è semplicemente il cuore. Il mistero del cuore è più profondo dell'evidenza delle parole.

Questo è un aspetto che noi cogliamo nella profondità della vita. Quando c'è un'intesa di cuore le parole hanno una certa risonanza, quando non c'è intesa del cuore le parole hanno un'altra risonanza, per cui la bellezza dell'esperienza di Gesù è il cuore!

C'è, tra il discepolo e Gesù - in questo caso tra Pietro e Gesù - una reciprocità che non è costruita sull'evidenze umane, ma su quel cuore che, affascinato da Gesù, dà alla luce la creatività della fede: “Sulla tua parola lancerò le reti!”. La grandezza dei discepoli del Signore è quella di lasciarsi prendere dal mistero di Dio, e, nel mistero di Dio, l'impossibile diventa possibile.

Nella coordinata del cuore non esiste nessun ostacolo.

Questo lo cogliamo molto bene nell’annuncio evangelico che l'apostolo Paolo ci ha regalato: “morto secondo le Scritture, sepolto e risorto il terzo giorno secondo le Scritture”.

Questa espressione che troviamo nell'Apostolo, ripetuta - secondo le Scritture - la potremmo interpretare così: Gesù ha talmente affidato il cuore della sua missione, il cuore della sua persona al Padre, ha talmente amato il Padre che, nel Padre, è risorto!

Chi nel cuore si affida totalmente a Dio ha la creatività di Dio.

Il problema della fede non è un problema di intelligenza che ragiona, ma il problema della fede è un cuore che si dilata in un amore veramente inesauribile.

Quando l'uomo veramente ama?

Quando, nel profondo della propria esistenza, sa gustare la grandezza ineffabile di Dio e della storia al di là di tutte le apparenze umane.

A un cuore veramente puro, nulla è impossibile.

In questo ci accorgiamo quanto l'uomo di oggi abbia difficoltà nella fede e nella conoscenza di Gesù, perché l'uomo contemporaneo sta inconsciamente dimenticando che la bellezza della fede è lasciarsi amare da Dio, lasciarsi (passi l'immagine) trapiantare il cuore vivendo il cuore di Gesù e, nel cuore di Gesù, la morte diventa vita, l'incomprensibile diventa comprensibile, il limite diventa luogo di meraviglia!

Questo è l'itinerario che Gesù ci regala.

Allora il cristiano vive nella luce anche quando è nel buio, ha il gusto della vita anche nella massima tempesta storica perché il cristiano ha il cuore amante di Dio. Quando abbiamo difficoltà nel cammino della fede dilatiamo il cuore, diventiamo (come ha fatto il profeta Isaia) nella supplica: “Come posso io uomo dalle labbra impure?”

Ma quando l'uomo, cosciente della propria povertà, supplica, ha il cuore rifatto.

È la bellezza di ritrovarci questa mattina nell'Eucaristia. Ricordiamoci sempre che, quando supplichiamo davanti alla grandezza di Dio e bramiamo che il cuore di Gesù immensamente amante entri in noi, Gesù ci dà quel carbone ardente che è l'Eucaristia: il suo Corpo nel pane, il suo Sangue nel vino perché il suo cuore divenga il nostro cuore.

Nel momento in cui faremo la comunione sentiremo il cuore ardere d'amore divino-umano e la nostra vita sarà l'oggi della pesca miracolosa. Avvertiremo il fascino amoroso di Dio che trasfigura le nostre persone e ci dà l'ebbrezza di amare in modo veramente inesauribile.

Penso che Gesù questa mattina sia perciò la risposta a tanti interrogativi davanti al mistero alla fede, davanti al mistero della sua persona.

Il cuore che ama ha un'intelligenza profonda, passa al di là delle visibilità umane per cogliere l'ineffabilità di quell'Invisibile in cui si riscopre il gusto della vita.

E quando noi entriamo in questo orizzonte la vita è completamente diversa.

È bello perciò questa mattina lasciarci amare da Dio nel suo Corpo e nel suo Sangue, dato e versato per noi, per avere il miracolo: un cuore infiammato che riscalda i rapporti interpersonali. È la luce del buio, è la gioia di vivere nonostante tutto e nonostante tutti.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

Sulla tua parola getterò le reti.

La figura di Gesù genera fascino nella persona dei discepoli e li rende obbedienti alle sue parole. Nella sua luce gustiamo il miracolo che va al di là di ogni attesa storica. 

Padre, attiraci ogni giorno nella persona di Gesù per lasciarci affascinare dal suo mistero, attento alle vere esigenze dell’uomo. Lo Spirito Santo ci renda obbedienti al suo volere per poter gustare la sua meravigliosa azione provvidenziale. AMEN

08 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Gesù disse ai discepoli: «Venite in disparte e riposatevi un po’»

La bellezza della solitudine fisica sta nello scoprire la fecondità della vita interiore, dove il Maestro parla al nostro cuore e ci offre il gusto della comunione nel suo Amore con ogni fratello. 

Padre, in Gesù siamo chiamati a gustare la bellezza della comunione trinitaria e della costruzione di autentica fraternità per camminare con coraggio in ogni tempo e spazio. Lo Spirito Santo ci guidi sempre in tale percorso esistenziale. AMEN

07 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata.

L’amore alla verità è principio del nostro agire morale. Qui l’uomo incarna quello che la coscienza gli ispira. Per la bellezza del vero la creatura umana è disposta anche a donare la propria vita come segno concreto di autenticità esistenziale. 

Padre, nella figura di Giovanni Battista noi ritroviamo il criterio della coerenza con i principi morali ai quali Gesù sempre ci richiama. Lo Spirito Santo ci orienti sempre nella purezza di tale orientamento esistenziale, anche a costo della vita. AMEN

06 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse.

L’annuncio evangelico apre il cuore di ogni uomo alla presenza creatrice del Maestro per gustare la gioia del condividerne il mistero e del riscoprire la fecondità della fede in lui, pienezza della vita. 

Padre, tu ci regali la persona di Gesù perché possiamo costruire la nostra umanità secondo il tuo meraviglioso e misterioso progetto di amore. In lui riscopriamo la gioia di poter vivere in modo divino- umano. Imitandolo potremo essere veramente noi stessi. La potenza dello Spirito Santo svilupperà tale dono perché la creatura umana possa essere il riflesso della tua gloria. AMEN

05 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua.

Costruire nella verità la propria esistenza vuol significare spesso elaborare uno stile di vita che vada serenamente contro corrente. Ciò postula una profonda esperienza interiore in cui si vive per amore alla Verità, criterio di ogni scelta di vita.

Padre, il tuo Verbo incarnato è stato rifiutato perché era la luce che sconfiggeva le tenebre della storia. Ricolmaci della potenza dello Spirito Santo perché sappiamo costruire ogni scelta di vita nella tua luce meravigliosa, che rigenera ogni cuore umano. AMEN


04 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

«Fanciulla, io ti dico: alzati!» E subito la fanciulla si alzò e camminava. 

La persona di Gesù è fonte di vita e chi si accosta a lui con cuore credente diventa una creatura nuova in cui opera lo Spirito Santo. La fede nel Maestro rinnova ogni giorno la nostra esistenza e ci ricolma di speranza. 

Padre, nel tuo Figlio Gesù respiriamo il dono della vita e cresciamo in un intenso desiderio di novità spirituale. In lui ha senso la nostra esistenza. Inondaci di Spirito Santo perché possiamo camminare per le tue vive e tendere sempre più alla tua gloria celeste. AMEN

03 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Va’ nella tua casa… e annuncia ciò che il Signore ti ha fatto. 

Ogni incontro credente con il Cristo genera un nuovo miracolo che rende nuove le creature e dona l’entusiasmo della fede. L’esperienza diventa principio di testimonianza a vantaggio dei fratelli. 

Padre, il tuo Figlio regala novità di vita e libertà di cuore ad ogni uomo che si apre al dono del suo mistero di amore. Fa sì che lo Spirito Santo diventi diffusore del tuo Amore che rigenera ogni umana creatura e regala a tutti la gioia della vita quotidiana. AMEN

02 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. 

La fecondità nel mistero della vita sta nell’atteggiamento di rendimento di grazie proprio dei genitori che vedono la vita come un dono divino da regalare alla storia per un bene comune. 

Padre, nel tuo mistero di amore ci fai il regalo della vita per rendere il mondo riflesso della tua bellezza. Guidaci a vivere i sentimenti umani di Gesù nel renderti grazie perché fiorisca un inno al tuo amore. Lo Spirito Santo ci aiuti a costruire tale atteggiamento spirituale per la gloria del tuo nome. AMEN

PRESENTAZIONE DEL SIGNORE - ANNO C

DOMENICA 2 FEBBRAIO 2025

Ml 3,1-4      Eb 2,14-18      Lc 2,22-40

OMELIA

La bellezza del nostro cammino quotidiano come candidati a essere discepoli del Signore si costruisce attraverso la contemplazione quotidiana del Maestro. La gioia nell’ambito della nostra vita è vivere come è vissuto Gesù, ed è molto bello soffermarci questa mattina su quel rito che lo ha caratterizzato all'inizio della sua vita, quello che noi chiamiamo “la presentazione di Gesù al tempio” perché attraverso questo suo atteggiamento rituale, egli ci insegna a vivere come suoi discepoli.

Tre sono gli aspetti iniziali sui quali vogliamo soffermarci questa mattina in modo che la figura di Gesù divenga lo stile della nostra esistenza: Gesù è portato al tempio, avviene il rito dell'offerta di un sacrificio, attraverso l'esperienza rituale. Tre passaggi che caratterizzano la figura di Gesù di Nazareth e che dovrebbero caratterizzare la nostra vita cristiana.

Essere nel tempio, diventare offerta, essere persone che si offrono al Padre come criterio di fondo della vita.

Innanzitutto il primo aspetto dell'entrare nella realtà del tempio che ritraduciamo con una espressione molto semplice “vivere alla presenza di Dio”. Entrare nel tempio è affermare a livello interiore la profonda convinzione che la nostra esistenza è un'esistenza che colloca se stessa nella relazione con l'Infinito, che è il Padre. Tutta la vita di Gesù se la guardiamo attentamente era continuamente costruita sul rapporto con il Padre. Gesù presentato al tempio dice che la sua esistenza è il Padre, meta della sua storia e fonte delle sue scelte, ma come si presenta al Padre? Attraverso l'offerta che, espressa nella ritualità di cui ha parlato il Vangelo, ma che ritraduce un atteggiamento molto più profondo: la gioia di consacrarsi al Signore, di consacrarsi al Padre, non solo stare alla presenza, ma fare della propria vita una operazione continua nelle mani di Dio. In certo qual modo il Padre, che dall'eternità ci ha chiamati a essere in comunione con sé, fa sì che Gesù attraverso i suoi genitori diventi un'offerta a Dio gradita. È la bellezza della nostra esistenza che si offre continuamente a Dio in atteggiamento di rendimento di grazie.

Stare alla presenza, offrirsi a Dio, per realizzare il terzo passaggio: essere un vivente sacrificio, dove il sacrificio è nient'altro che riconoscere a livello esistenziale la gioia di essere un capolavoro di Dio.

E’ bello vedete entrare in questa esperienza di Gesù, essere alla presenza del Padre, diventare un'offerta di amore attraverso la gioia dell'esperienza sacerdotale. È quello che noi viviamo il mattino, quando ci svegliamo: apriamo il nostro sguardo alla bellezza di Dio, ci offriamo al suo amore facendo della nostra giornata una oblazione continua nelle sue mani. Ecco perché è bello costruire la nostra vita in questa meravigliosa direzione e allora, la presentazione di Gesù al tempio, ritraduce effettivamente il senso della sua vita: essere nel Padre un'offerta che si offre, in una dimensione di relazione esistenziale dove la gioia è di appartenere.

Se noi guardiamo attentamente la vita di Gesù e ci chiedessimo - qual è stata l'anima della sua storia? - noi ci accorgiamo che essa era nient'altro che camminare nell'oggi misterioso del Padre, quello che l'evangelista Luca ci ritraduce attraverso un rito, l'evangelista Giovanni ce lo incarna in uno stile di vita. Qual era l'anima di Gesù? La volontà del Padre, stare nelle sue mani, offrirsi a lui in piena dedizione, ritrovare nel Padre la meta della sua storia.

Ora se noi partiamo da questa visione molto affascinante, scopriamo cosa vuol dire essere discepoli di Gesù. Noi tante volte non entriamo nella comprensione di questo grande mistero. Eppure la nostra vita deve essere come la vita di Gesù in tutti i tre gli aspetti: stare alla presenza di Dio, svegliarci al mattino e incontrare il Padre come criterio della nostra vita, è la gioia d'essere in lui con tutte le nostre capacità, è la gioia di appartenergli in tutto quello che siamo o che possiamo fare e, questa diventa l'offerta che noi offriamo al Padre ogni giorno, ogni giorno gli diciamo: “Nelle tue mani consegno la mia vita”. È la bellezza di una esistenza che è sacrificio gradito a Dio, attraverso l'atteggiamento del nostro cuore che ha come criterio il Padre: “Nelle tue mani consegno il mio spirito”.

Il cristiano ama consegnare se stesso continuamente nelle mani del Padre come ha fatto Gesù. Ora, se noi avessimo questo tipo di lettura nella nostra esistenza, ogni giorno sarebbe un vivente sacrificio a Dio gradito. Noi tante volte ci poniamo la domanda cosa voglia dire essere cristiani e la risposta ce l'ha data Gesù: la sua presentazione al tempio, essere davanti al Padre in offerta radicale al suo amore attraverso quell'esercizio del sacerdozio che è porre la propria storia nella misteriosa volontà divina.

Camminiamo in questo orizzonte e se veramente riuscissimo a entrare in questa esperienza la nostra vita fin da ora sarebbe in paradiso, sarebbe nel tempio di quella gloria divina nella quale la nostra storia veramente si realizza. E allora chiediamo al Padre di avere sempre questi sentimenti in modo che nel momento nel quale moriremo, in quel momento, diremo: “Padre in te ho confidato, a te mi sono affidato, nelle tue mani pongo tutta la mia esistenza”. E questo sarà il nostro paradiso, essere in questa gloria meravigliosa di Dio per essere veri e autentici, è quel morire nella gioia di appartenere eternamente al Padre, come ha fatto Gesù, per camminare in quella novità di vita che è il paradiso e lì, allora, la nostra storia sarà luminosa, cammineremo in novità di vita e al termine della nostra esistenza potremo veramente con il Padre cantare eternamente la nostra gioia di essere discepoli del Figlio nella potenza creatrice dello Spirito Santo. Questa è la bellezza feconda della nostra esistenza quotidiana.

 

01 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Perché avete paura? Non avete ancora fede?

Nelle difficoltà della vita è importante avere punti di riferimento che aiutano ad avere fiducia e coraggio. Il dono della fede rappresenta un grande aiuto per gustare la luce nel buio della quotidianità e così camminare con sicurezza.

Padre, la presenza del Cristo nella vita di tutti i giorni è fonte di sicurezza e di serenità. Attiraci sempre più nel suo mistero. Lo Spirito Santo ci sostenga e cammini con noi per poter perseguire l’ideale della bellezza del quotidiano. AMEN