DOMENICA
8 GIUGNO 2025
At 2,1-1 Rm 8,8-17 Gv 14,15-16.23b-26
OMELIA
Il
cristiano nel mistero del Maestro divino è un uomo che sempre più è attratto
nel mistero della gloria.
Il
grande evento dell’ascensione di Gesù al cielo ci ha ricondotti a coniugare
continuamente nella nostra vita la tensione verso la pienezza della gloria e la
consapevolezza che il Signore è presente in mezzo a noi.
Di
fronte a questo orizzonte che si staglia dinanzi a noi, la solennità odierna
della Pentecoste ci aiuta ulteriormente a vivere queste due certezze: che siamo
orientati verso l’alto e abbiamo il gusto di una divina Presenza. Il dono dello
Spirito, infatti, è un dono nel quale la persona di Gesù risulta sempre più
viva, vivace e feconda perché lo Spirito Santo ogni giorno ci dà il nostro
grande consolatore: il Cristo, per cui, tutta la nostra vita è guidata in modo
sinergetico dal Cristo e dallo Spirito Santo; insieme essi operano dentro di
noi.
In
questa azione, nella parola che Gesù questa mattina ci ha regalato, scopriamo
tre verbi che ci aiutano a percepire questo agire simultaneo del Cristo e dello
Spirito Santo:
- lo Spirito
Santo abita in noi,
- lo Spirito
Santo ci insegna la verità, il mistero della comunione tra il Padre e il
Figlio,
- lo Spirito
Santo ci ricorda continuamente il volto di Gesù.
Innanzitutto
questa azione dentro di noi si dilata perché lo Spirito Santo abita in noi. È
quella meravigliosa visione che ci ha offerto l’apostolo Paolo nella seconda
lettura. In essa l’Apostolo ci dice che in noi abita lo Spirito di Cristo,
quello Spirito che ci dà fin da adesso l’esperienza della risurrezione.
Lo
Spirito Santo è la gioia di vivere nel visibile l’affascinante esperienza
dell’invisibile.
Ecco
perché lo Spirito Santo è l’anima della nostra anima, il suo abitare in noi
diventa il criterio vitale che ci permette di intravedere questa divina
presenza del Maestro divino, Cristo Gesù. Anzi, lo Spirito Santo opera in noi
come ha operato in Gesù e quindi la nostra esistenza, abitata dallo Spirito
Santo, è continuamente diretta da questo meraviglioso personaggio che è la
terza Persona della Santissima Trinità, per godere una Presenza e per crescere
in tensione per giungere a quella identificazione con il Maestro che è il senso
della nostra vita.
Con
le nostre forze non vi arriveremmo mai, ma la creatività dello Spirito ci rende
capolavori continui dell’azione divina. Ecco il primo elemento che possiamo
cogliere dalla parola di questa mattina: questo Spirito che abita e che ci fa
fare l’esperienza del Cristo.
Ma
questa Presenza è dinamica, lo Spirito ci insegna ogni cosa, ci introduce
lentamente e progressivamente nella identificazione con Gesù.
Infatti
il conoscere è niente altro che lo sviluppo trasfigurante di una intimità; lo
Spirito Santo è un “propellente interiore” che continuamente ci dà l’energia
per essere attratti nella persona di Gesù per cui, lo Spirito Santo, lentamente
ci identifica con Gesù Cristo. Egli purifica il nostro cuore, ci toglie i
desideri che non appartengono a Dio, ci infiamma di ciò che vale e ci introduce
in questa esperienza che è la conoscenza di Gesù.
Quindi
noi vediamo realizzato il principio della preghiera sacerdotale: “Questa è la
vita eterna, che conoscano te e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. Allora
questa abitazione dello Spirito diventa il luogo nel quale noi progressivamente
“conosciamo”: è quella conoscenza del cuore che nessuna intelligenza umana
riesce ad afferrare!
E
perché questo Signore possa essere continuamente presente nella nostra vita,
l’ultimo verbo: ricorda.
Chi
è lo Spirito Santo?
Nel
testo ascoltato per ben due volte si usa l’espressione: “Paraclito”: lo Spirito
Santo è l’avvocato di Gesù, è colui che continuamente rivendica in noi la
signoria di Cristo.
Lo
Spirito Santo ci impedisce di dimenticare Gesù per cui, in certo qual modo, lo
Spirito Santo è il “tormento” di Dio perché davanti allo sguardo del cuore ci
sia sempre la figura del Maestro. Il dramma dell’uomo è dimenticare lo Spirito
Santo che vuol continuamente elaborare in noi la presenza del Signore,
introducendoci nel suo mistero di comunione con il Padre, ci pone davanti
sempre allo sguardo del cuore la figura di Gesù.
Il
cristiano pertanto è colui che davanti all’occhio ha sempre il Signore come la
persona sommamente amata, perché da lui siamo sommamente amati.
Penso
che la festa di oggi, la festa di Pentecoste, sia una festa che imprime
particolare vivacità nella nostra esistenza. Lo Spirito ci abita, lo Spirito ci
trasfigura, lo Spirito ci ricorda l’ineffabilità di Gesù.
Se
coglieremo tutta questa ricchezza potremo veramente camminare in quella novità
di vita che è la speranza della nostra storia.
La
Pentecoste è una realtà che noi celebriamo ogni giorno. Ogni Eucaristia è una
Pentecoste perché ogni Eucaristia è il Cristo e lo Spirito Santo che vengono ad
abitare in mezzo a noi, che vengono ad abitare in noi: il Corpo e il Sangue di
Cristo con i fiumi dello Spirito Santo.
Nel
momento in cui facciamo la comunione e quindi il Cristo nello Spirito o lo
Spirito nel Cristo vengono ad abitare in noi, in quel momento, incominciamo a
conoscere.
Lo
Spirito Santo ci introduce nella persona eucaristica di Gesù, ci dà il fascino
di questa presenza e in quel mistero unitivo di amore, dall’Eucaristia, nasce
l’intensa percezione: il Signore è davanti a me, il Signore è nella mente, è
nel cuore, soprattutto è sulle labbra, perché lo Spirito Santo ci dà il
tormento gioioso ed eucaristico di vivere solo del Signore.
Se
entreremo in questo fascino la nostra vita sarà molto luminosa anche
nell’oscurità del presente, perché la luminosità del cuore nessuno ce la può
strappare.
Camminando
in questa visione, lentamente possiamo procedere verso quella pienezza di
gloria che sarà la grande Pentecoste quando in paradiso saremo trasfigurati e
abiteremo nello Spirito, lo Spirito ci farà camminare per tutta l’eternità
nella conoscenza ineffabile del Maestro, perché lo Spirito Santo in noi ci
dirà: “Ecco l’Agnello nel quale la tua vita è realizzata!”
Tale
sia il mistero glorioso che ci portiamo a casa questa mattina per rendere la
Pentecoste anima della nostra anima.
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