DOMENICA
22 GIUGNO 2025
Gen
14,18-20 1Cor 11,23-26 Gv 6,51
OMELIA
La
gioia di ritrovarci nella celebrazione eucaristica noi la scopriamo
continuamente attraverso il vivere il testo evangelico che abbiamo poc'anzi
ascoltato. La bellezza dell'Eucaristia è il Signore che si dà da mangiare a
tutti noi per fare di noi i suoi capolavori.
Infatti
se guardiamo attentamente la narrazione di questa mattina noi ci accorgiamo
della grandezza dell'agire di Gesù nei confronti dell'umanità: egli si dà da
mangiare a chi lo ha seguito, per evidenziare come egli sia il cibo che sazia
ogni umana esigenza che l'uomo possa avere nel cammino del tempo e dello
spazio.
Ma
cos'è il mistero eucaristico attraverso il quale Gesù è in mezzo a noi, si dà
da mangiare a noi e ricolma di gioia la nostra esistenza?
Innanzitutto
Il primo elemento che emerge è il pensiero di Gesù innamorato delle folle, è
lui che prende l'iniziativa e porta i discepoli a fare quel gesto di portare
quei pani e quei pesci perché gli uomini possano veramente essere saziati. La
bellezza della fede è essere continuamente oggetto dell'attenzione di Gesù,
egli è accanto all'uomo nel cammino del tempo e dello spazio, lo sostiene
continuamente nell'itinerario umano e lo ricolma di una gioia veramente
incommensurabile. La bellezza dell'Eucaristia è il Signore che si dà da
mangiare a tutti gli uomini perché ogni uomo possa veramente essere se stesso.
Ecco
perché la Chiesa attraverso la festa di oggi vuole evidenziare un aspetto della
nostra storia che noi dovremmo sempre avere molto chiaro: il Signore è nella
nostra vita, ci nutre, ci accompagna, diventa il senso portante del nostro
istante. Infatti se noi ci chiedessimo cosa sia l'Eucaristia noi avremmo una
semplice risposta: è Gesù che si regala all'uomo perché l'uomo sia veramente se
stesso. È la gioia di questa donazione che il Maestro fa di se stesso perché
l'uomo nel cammino del tempo e dello spazio possa essere continuamente
rigenerato dallo Spirito Santo.
Infatti
quando noi andiamo all'Eucarestia chi ne è il grande protagonista?
Una
delle verità che noi dovremmo continuamente acquisire è che il grande protagonista
dell'Eucaristia è il Risorto. Egli ci convoca attorno a sé, dà a ciascuno di
noi la sua presenza nel pane e nel vino perché noi possiamo essere persone
profondamente ricreate. Infatti cosa vuol dire che Gesù è in mezzo a noi e si
dà da mangiare a noi? Allora la risposta che noi abbiamo colto nel testo
evangelico è che Gesù nel cammino della sua vita è innamorato dell'uomo e lo
accompagna continuamente nel tempo e nello spazio perché possa essere
continuamente sfamato in quello che è il criterio di fondo della sua vita: Gesù
che è continuamente accanto all'uomo e gli dà la capacità di poter vivere
attraverso questo miracoloso Pane eucaristico.
Allora
se noi partiamo da questa visione noi possiamo cogliere tre aspetti di questa
esperienza alla quale noi siamo continuamente chiamati:
-
Gesù si dà da mangiare a ciascuno di noi,
-
egli prende quel pane e
-
usando il rito del banchetto ebraico benedice e distribuisce.
In
certo qual modo è la sua gratuità che si spalanca all'umanità intera perché
l'uomo possa essere veramente se stesso. È bello andare all'Eucaristia e essere
così saziati dalla figura del Maestro divino. Il cristiano nel cammino della
sua storia quotidiana è continuamente saziato dalla presenza di Gesù. Ora, se
noi partiamo da questo primo aspetto che ci riempie di tanta gioia, il secondo
ne è la conseguenza: noi siamo continuamente sfamati dalla sua presenza ricca
di amore. Gesù è innamorato dell'uomo, ed è così innamorato, da dargli da
mangiare, da offrire la capacità di vivere, di poter camminare in quella novità
divina che è la bellezza della vita. Se noi per un momento ci soffermassimo a
meditare il gesto di Gesù, ci accorgeremo che la sua gratuità va al di là di
ogni nostro possibile pensiero, egli è accanto all'uomo perché l'uomo possa
essere autenticamente se stesso. Darci da mangiare è il gesto del Maestro che
non vuole che noi rimaniamo senza la sua presenza. E tutto questo è qualcosa
che ci ricolma di una pienezza che sarà l'eternità beata.
Quindi
non solo Gesù è accanto a noi e ci dà mangiare e ci dà bere, ma ci pone dinanzi
un cammino che si colloca in quell'esperienza di eternità beata quando egli
stesso passerà in Paradiso a darci quel Pane eucaristico che è la bellezza
della nostra vita. Ecco perché il cristiano quando è nel cammino quotidiano è
continuamente rigenerato da quel pane, da quella presenza, da quell'amore
inesauribile di cui lui è ricco perché ogni uomo possa essere veramente se
stesso. Allora se noi riuscissimo a cogliere questo secondo passaggio, cos'è
l'Eucaristia? se non la gioia di accogliere la gratuità di Dio in ogni
frammento della nostra giornata. Egli ogni giorno prende quel pane, lo spezza,
lo condivide e ci dà la gioia di appartenere a lui con tutto il nostro essere:
è la bellezza di camminare nella sua luce!
Ecco
perché il cristiano è continuamente sfamato dalla Divina presenza e tutto
questo noi lo cogliamo in chiave di eternità beata! Noi spesso volte ci
dimentichiamo di gustare questo dono che Gesù fa di se stesso nell'Eucarestia,
eppure quel dono riempie la nostra vita di gioia veramente inesauribile e
gratuita perché la nostra vita è immersa nel suo mistero d'amore.
Viviamo
così questa Eucarestia, ci accostiamo a questo Pane per essere saziati, ci
accostiamo al Vino eucaristico per essere dissetati, ci accostiamo al Maestro
per essere quelle creature nuove che si lasciano inebriare dalla presenza del
suo cuore innamorato.
Viviamo
così questa eucarestia, nella semplicità di tutti i giorni, in modo che la
bellezza della nostra vita sia essere rinnovati dalla Divina presenza. Questo è il mio corpo dato, questo è il mio
sangue versato, questa è la mia vita che ti regalo, o uomo, perché la tua
storia sia sempre immersa in un Divino inesauribile.
Questa
sia la nostra eucarestia e allora quando camminando in questa luce, in questo
fascino del Maestro, possiamo veramente nell'Eucarestia essere uomini sfamati
che dicono: “Signore tu sei la mia vita, tu sei la mia speranza, tu sei il cibo
che fa sì che le nostre persone siano sempre ricreate” è la gioia di
appartenere a Gesù, di vivere di Gesù, per camminare con lui nel tempo e nello
spazio in attesa di poter con tutti i fratelli cantare la gioia di essere suoi
e di entrare in quella gioia eterna che sarà il Paradiso che ci guiderà, ci
accompagnerà e riempirà di gioia la nostra vita quotidiana.
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