12 marzo 2023

III DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A

DOMENICA 12 MARZO 2023

Es 17,3-7      Rm 5,1-2.5-8          Gv 4,5-42

OMELIA

Gesù, il grande protagonista della Quaresima, oggi ci rivela il suo mistero e ci introduce in un cammino che lentamente ci coglie nel profondo della nostra esperienza. Nello Spirito Santo chiediamoci: chi è Gesù? Alla luce delle prime due domeniche di quaresima abbiamo compreso che in lui vinciamo nella prova e con lui veniamo introdotti nella luminosità del suo volto. Su tale orizzonte una domanda, che emerga in modo immediato nel nostro spirito, è quella di porci questo interrogativo: chi è Gesù? Il brano evangelico, soprattutto nella prima parte, costituisce un vero capitolo di pedagogia divina per illuminare la risposta. Gesù, nell’incontro con la donna di Samaria, vuole dialogare con l'umanità. Ed è interessante entrare in questo dialogo dove lui è il grande protagonista, lui aspetta, lui dirige il dialogo e rivela il suo grande mistero. Credo che in questa domenica di Quaresima il Signore ci dica che dobbiamo imparare a conoscere Gesù lasciandoci guidare dalla storia di tutti i giorni. Egli è presente, ci prende per mano e lentamente ci conduce alla grande rivelazione: Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità. Questa affermazione del Maestro costituisce il nucleo fondamentale della nostra esistenza dove emergono tre dinamiche molto importanti: la centralità di Gesù, la creatività dello Spirito Santo, la comunione con il Padre. Tutto il dialogo tra Gesù e quella donna crea quella curiosità che ci porta lentamente a entrare nella verità della nostra esistenza, come il Maestro ce la insegna: è venuta l'ora - ed è questa - la mia persona!

Gesù lo si conosce lasciandoci condurre dalla sua presenza e questo noi riusciamo a coglierlo nella teologia di Giovanni. Conoscere Gesù vuol dire lasciarci attirare da lui in una attrazione inesauribile che diventa la vita della nostra vita, la nostra esistenza è in lui. Quindi noi lo possiamo conoscere lasciandoci invadere dal suo stile di vita, dalla sua persona, dalle sue parole. Gesù si fa conoscere incontrandoci nella nostra storia di tutti i giorni. La bellezza della Quaresima è entrare in questa meravigliosa conoscenza di Gesù, tutto il resto è un corollario. E’ interessante, e lo avrete notato, come nella prima parte del brano evangelico Giovanni usi sempre il verbo all'indicativo presente per dire “oggi” il Signore ci aspetta al pozzo di Giacobbe, oggi ci prende per mano facendoci lentamente passare dalla storia quotidiana al mistero della sua persona per dire è venuta l'ora, dove si manifesta il suo mistero! La bellezza della Quaresima è una attrazione nel fascino di Gesù, in certo qual modo è orientare lo stile della nostra storia in questa meravigliosa esperienza, che è far propria la personalità del Maestro. Se noi entrassimo nella profondità di questa intuizione giovannea ci accorgeremmo che la bellezza della Quaresima sia mangiare con Gesù l’oggi del Padre, la nostra vita inserita nella sua in modo vivo. Non lo diciamo sempre nel Padre Nostro, soprattutto nella rilettura lucana: “Dacci ogni giorno il nostro pane sovrasostanziale”? La bellezza del vivere sta mangiare l’oggi del Padre con e come Gesù e questo noi lo percepiamo attraverso il modo con il quale leggiamo la nostra vita, condotti per mano da Gesù come egli ha fatto con la Samaritana per giungere all’ essenzialità della vita, il suo mistero! La Quaresima ha questo fascino ineffabile; entrare nella personalità di Gesù e viverne tutta la ricchezza.

Se partiamo da tale prospettiva ci accostiamo al secondo passaggio: culto in spirito e verità. Noi spesse volte pensiamo che il rapporto con Dio sia fare tante cose. In certo qual modo nella pedagogia di Gesù nel testo evangelico, egli lentamente ha condotto quella donna dalle cose, dalle prospettive religiose e etniche a un fascino, al mistero del suo cuore, con l’affermazione: veramente tu sei un profeta! La donna gli pone quel grande interrogativo esistenziale: dove celebriamo il culto, in Samaria sul monte Garizim o a Gerusalemme?  In questo Gesù è molto chiaro: Il culto è il senso della vita, che è solo lui, il suo mistero dall’incarnazione alla Pasqua. Quel culto in spirito e verità vuol dire lasciarci guidare, prendere per mano dallo Spirito Santo che ci guida lentamente nella conoscenza di Gesù, per essere un inno al Padre: è l'essenzialità della vita! L'uomo storico complica i rapporti con Dio, il cristiano da Gesù viene semplificato, è la bellezza di essere condotti dallo Spirito Santo a cogliere ciò che è veramente autentico.

Inoltre il significato dell’espressione “il culto in verità” non è altro che un evidenziare il mistero di comunione che unisce Gesù e il Padre nello Spirito Santo. Se dovessimo riuscire a cogliere questa bellezza celebrativa ci accorgeremmo di una cosa molto semplice: più siamo in comunione con il Padre più conosciamo Gesù; guidati dallo Spirito entriamo in rapporto con il Padre e gustiamo la figura di Gesù. Non per niente l'immagine che l'evangelista Giovanni ha usato è quello dell'acqua: non è l'esperienza sacramentale del battesimo? Nel battesimo siamo il volto vivente di Gesù in una esistenza sostanzialmente guidata dallo Spirito Santo per poter proclamare: Abba, Padre! E’ quella circolarità di vita che è il senso portante della nostra esistenza. Ecco perché Gesù oggi ci si rivela. La Quaresima è riscoprire la sensibilità di Gesù attraverso la semplicità ordinaria del quotidiano e allora entriamo nella bellezza Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità. Gesù afferma: questo è il mio mistero! Con la conseguenza che quanto più entriamo nella personalità di Gesù tanto più abbiamo la libertà dello Spirito Santo e lo sguardo del cuore è rivolto al Padre. Ecco la bellezza della Quaresima, l'essenzialità della nostra vita in una grande semplicità, la bellezza della nostra storia è il mistero della vita battesimale, la Trinità beata, che è penetrata in noi e anima ogni istante della nostra storicità.

Tale è la vera motivazione per la quale ci ritroviamo questa mattina a celebrare i divini misteri: essere nella viva esperienza di Gesù il culto in spirito e verità, essere contemplativi del Cristo nello spirito creativo dello Spirito Santo per poter veramente dire: Abbà, Padre! E in questo noi percepiamo la bellezza della nostra vita. Ecco il senso della Quaresima, ecco la bellezza dell'Eucaristia, che rappresenta la centralità della nostra esistenza. In certo qual modo dovremmo uscire dalla celebrazione eucaristica come quella donna che ha percepito la bellezza della sua esistenza, è diventata missionaria di un mondo nuovo. Tale sia il mistero che vogliamo insieme vivere e celebrare in una vivente imitazione di Gesù. Se dovessimo in semplicità qualificare la nostra Quaresima essa non è data dalle tante opere che faremo, che sono contingenti. Entriamo giorno per giorno nella sensibilità di Gesù, perché lo Spirito Santo ci faccia gridare Abbà Padre, Sappiamo entrare in quella vita trinitaria di cui ha parlato Paolo nella seconda lettura. Nella celebrazione eucaristica il Risorto si fa sempre più conoscere. Camminiamo in questo stile di vita e ci accorgeremo che la Quaresima è una esistenza che diventa semplice, diventa bella, diventa bontà, un esistenza unificata dove la cosa più bella della nostra storia è dire “Padre!” in attesa di contemplarne il volto nell'eternità beata.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

Signore, vedo che tu sei un profeta!



11 marzo 2023

08 marzo 2023

Oggi, qui, Dio ci parla...

Sedere alla mia destra e alla mia sinistra è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato



07 marzo 2023

II DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A

DOMENICA 05 MARZO 2023

Gn 12,1-4°   2 Tm 1,8b-10          Mt 17,1-9

OMELIA

La bellezza del cammino quaresimale sta nell’entrare nella profondità del mistero di Gesù e, domenica scorsa davanti al dramma delle prove della vita, Gesù ci ha dato una grande risposta: ascoltiamo la fedeltà di Dio nella Parola. Gesù rappresenta il maestro per costruire la vita, la Parola è luce per guidare i nostri passi, e, attraverso questa esperienza che essenzializza la nostra esistenza, noi oggi veniamo condotti all'altra parte del volto di Gesù, il volto della sua gloria, la trasfigurazione, dove noi entriamo nella luminosità di Dio. E’ interessante come l'episodio della Trasfigurazione avvenga in un contesto di annuncio di morte perché il cristiano possa effettivamente imparare a essere uomo della speranza. Ci sentiamo chiamati a contemplare la luce per gustare la bellezza di Dio. Sono i due aspetti sui quali vogliamo questa mattina soffermarci per ritrovare nel cammino del quotidiano la speranza: essere discepoli di Gesù per camminare in novità di vita.

Il primo aspetto è rappresentato dall’entrare nella luce dove la luce dà il sapore dell'eternità, della gloria di Dio, della bellezza della nostra esistenza. Sicuramente è interessante gustare come nel mistero della Trasfigurazione noi cogliamo la luminosità di Dio dove, questa luminosità, è il riflesso di un mistero di gloria nel quale noi veniamo progressivamente introdotti come discepoli. La speranza è Dio che opera in ciascuno di noi e la Quaresima significa entrare in questo mistero di gloria. Non per niente nella trasfigurazione abbiamo la pregustazione della risurrezione di Gesù. Noi ben sappiamo che siamo immersi in questo mistero di Gloria e tale constatazione ci è regalata dal rito battesimale dove, chiunque venga battezzato, è avvolto di una veste candida, la luminosità della Risurrezione. Ecco perché il cristiano in Quaresima guarda attentamente il mistero glorioso di Gesù per essere uomo ricco di fiducia e di speranza.

D'altra parte se noi andiamo al prologo di Giovanni noi cogliamo tale verità, come afferma l’evangelista: E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre… Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. La bellezza della scelta di Gesù ci conduce a entrare nel suo mistero di gloria. Ecco perché il battezzato riceve la veste candida. Il battezzato accoglie la luce della Risurrezione, il cristiano gusta nel cammino della vita l'inabitazione divina. Nelle prove della vita Gesù ci dice: sei il mistero della mia Gloria! E’ quella esperienza interiore che noi dovremmo riuscire a cogliere nel cammino quaresimale: entrare in questo mistero di gloria che ci permette di intuire come il battezzato sia colui che vive la vita stessa di Dio. Quanto più infatti noi cerchiamo di comprendere la figura di Gesù, tanto più riusciamo a comprendere la nostra identità cristiana, noi diventiamo interiormente la luminosità di Dio. E questo è un primo elemento che noi possiamo cogliere nell'avvenimento misterioso della Trasfigurazione: siamo la luminosità di Dio, siamo la vivente storia di Gesù, siamo la speranza che viene dall'alto.

Ma la Trasfigurazione ci introduce in una esperienza ancor più profonda, gustare la bellezza di Dio! Noi spesse volte quando parliamo di Quaresima immediatamente ci portiamo davanti linguaggi di tipo penitenziale, la bellezza della Quaresima è gustare la bellezza di Dio. Tante volte questa dimensione della nostra storia non è molto evidenziata, tante volte appare nella nostra vita tutto un cammino di penitenza, dimenticando che la Chiesa attraverso l'episodio della Trasfigurazione non solo ci dice che siamo nella luminosità di Dio, ma siamo nella bellezza di Dio, il cristiano è la vivente bellezza di Dio, e la bellezza ha il senso dell'infinito è gustare qualcosa di grande che determina il nostro cammino quotidiano. La conversione è essere e diventare la vivente luce di Cristo. Dobbiamo essere profondamente convinti che quando noi entriamo nella bellezza divina, ne gustiamo la bontà e camminiamo nella verità. Infatti se noi per un momento ci soffermiamo a contemplare Gesù come l'hanno contemplato i tre discepoli dovremmo riuscire a entrare in quella bellezza, quella luminosità candida che dà sapore di eternità beata. La bellezza incarna l'Infinito che ci avvolge e ci trasfigura. Quando l'uomo si lascia avvolgere dall'Infinito ne gusta la bontà; l'agire morale diventa il vissuto della contemplazione della bellezza e allora noi riusciamo a cogliere la grandezza del Mistero nel quale siamo chiamati a entrare perché entriamo nella verità, è la gioia della comunione divina che penetra nel cammino della nostra vita quotidiana. Ecco perché la Chiesa nell'itinerario quaresimale che ha come protagonista il Cristo, il quale, dopo averci indicato la via per vivere con coraggio le prove del quotidiano attraverso la Parola, ci offre questo spaccato di eternità beata, che non è qualcosa di esterno rispetto a noi, ma è qualcosa che è dentro di noi: siamo la vivente bellezza di Dio! Non per niente l'uomo vive perché respira e il respiro è la creatività della bellezza di Dio. Dovremmo sempre avere i sentimenti di Dio quando ha creato l'uomo - E Dio vide che era cosa molto bella - l'uomo è la luminosità perfetta di Dio. Il tempo della Quaresima ci invita a ritrovare la bellezza di Dio che è in ciascuno di noi, che è ciascuno di noi, e questo ci dà uno spazio esistenziale ricco di fiducia e di speranza. La luminosità di Gesù è il riflesso della sua bellezza, e noi tutti siamo chiamati a gustare tale dono luminoso.

Se noi riuscissimo a cogliere questi due aspetti dalla contemplazione odierna del mistero di Gesù si realizzerebbe per la nostra vita quello che Paolo ci ha regalato alla fine della seconda lettura di questa mattina: Questa grazia ci è stata data con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'incorruttibilità per mezzo del Vangelo, noi già fin da ora siamo eternità beata. E’ questo orizzonte vasto che ci deve sostanzialmente penetrare e farci gustare la bellezza di Dio. Il cristiano è chiamato a camminare in questo meraviglioso orizzonte. E allora contemplando Gesù, entrando nella trasfigurazione di questa luminosità divina dove noi abbiamo vinto la morte, noi possiamo stare con Gesù solo perché in Gesù e con lui ne pregustiamo la grandezza divina: è l'Eucaristia che stiamo celebrando!

L'Eucaristia è gustare la trasfigurazione di Gesù. Non per niente la liturgia orientale quando vuole descrivere la celebrazione eucaristica dà la pennellata della Trasfigurazione. La bellezza dell'Eucaristia è essere nella Trasfigurazione in atto, entrare nella luminosità di Gesù gustandone la bellezza che diventa principio di novità di vita. Questo sia il mistero che vogliamo vivere questa mattina, una Quaresima luminosa della luminosità di Gesù per essere persone che camminano, pur nel travaglio storico, nella speranza, perché siamo nella luminosità del Risorto. Questa sia la grande speranza che vogliamo questa mattina a portare a casa, avendo lo sguardo in Gesù in quella incorruttibilità divina che ci fa pregustare quell’ eternità beata nella quale il Signore sarà tutto in ciascuno di noi. Questo sia il mistero che vogliamo vivere, sapendo che il Signore in noi meraviglioso fa cose molto belle nel nostro cuore per regalarci il coraggio, la forza e la serenità del travaglio quotidiano che, tante volte potrebbe schiacciare questo nostro desiderio di eternità che è presente nello spirito di ciascuno di noi.


Oggi, qui, Dio ci parla...

Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli



02 marzo 2023