07 settembre 2025

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C -

DOMENICA 7 SETTEMBRE 2025                                                    

Sap 9,13-18      Fm 1,9b-10.12-17      Lc 14,25-33

OMELIA

Gesù questa mattina convocandoci ci manifesta tutta la radicalità della scelta evangelica e questo diventa per noi, da una parte, motivo di profonda riflessione, ma dall'altra anche la certezza che con il mistero di Gesù possiamo veramente camminare in novità di vita. La radicalità è il linguaggio dell'apertura del cuore e Gesù quando si rivela a ciascuno di noi pone dinanzi al nostro sguardo la convinzione che lui è veramente il Signore.

Ma come possiamo cogliere questa intuizione di Gesù che è così severo nei nostri confronti?

Se noi entriamo nella comprensione della nostra vita noi ci accorgiamo di una grossa verità: tutta la nostra storia è nelle mani di Gesù. È un'affermazione questa che noi dovremmo continuamente approfondire per potere avere quella luce che guida i nostri passi nel cammino quotidiano. Teniamo sempre presente che noi siamo stati creati in Cristo Gesù, egli è il luogo nel quale il Padre si è rivelato e ci ha regalato la bellezza della vita, la gioia di appartenere al Maestro e, questa visione, deve continuamente risuonare nel nostro Spirito perché la bellezza della nostra vita si chiama Gesù.

E allora se noi partiamo da questa convinzione di fondo noi siamo persone che camminano nella fiducia e nella speranza.

Nella fiducia poiché egli, il Signore, è il senso portante della nostra vita. È vero… la storia che noi siamo chiamati a vivere è una storia complessa e quanti interrogativi noi stiamo vivendo in questo tracciato storico! Ma la bellezza della nostra vita è andare sempre all'origine. Noi siamo nati da Dio, camminiamo nel suo mistero e in lui abbiamo il senso portante di ogni frammento della nostra storia.

Il cristiano respira la presenza di Gesù. Infatti se noi dovessimo rileggere la storia di oggi ci accorgeremmo di quanto questa visione sia molto lontana dal nostro orizzonte abituale. Noi siamo presi da tante situazioni storiche, le vogliamo interpretare, le vogliamo collocare nel nostro quotidiano, ma tante volte ci manca una parola che è presente nel Vangelo e che, tutto sommato, è il cammino quotidiano: la radicalità. Infatti Gesù ci ha detto questa mattina chi non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. E questa affermazione molto forte nasce dalla convinzione di fondo che la nostra vita è costruita, fondata e guidata dalla Divina presenza.

Il Signore è veramente con noi, cammina in noi, ed è la meta della nostra storia.

Ora partendo da questa affermazione sicuramente molto radicale di Gesù, nasce in noi l'interrogativo: come possiamo essere suoi discepoli?

E allora appare al nostro orizzonte la risposta che il Vangelo ci offre davanti a questo interrogativo: il cristiano è un battezzato.

Una delle domande che tante volte ci possiamo porre è: perché il cristiano viene battezzato? Noi spesse volte siamo davanti ai misteri che tale rito effettivamente ci offre, ma ci fa dimenticare qual è l'anima vera del battesimo. Lo accennavamo qualche domenica fa. Il cristiano quando guarda Gesù si pone la domanda: quando Gesù ha battezzato i suoi discepoli?

E la risposta che noi intuiamo leggendo il Vangelo è molto semplice: il battesimo è Cristo che viene ad abitare dentro di noi.

Il battezzato è il Cristo vivente e, quando noi partiamo da questa convinzione che il Cristo vivente è in noi, in lui tutto è possibile.

È bello svegliarci al mattino e sperimentare la presenza del Maestro, è esperienza di fiducia continua la convinzione che egli cammina con noi sempre, ma soprattutto che egli è la grande meta che ricompenserà tutti gli impegni del nostro quotidiano.

Gesù abita dentro di noi e cammina continuamente nella nostra esperienza storica per farci veramente crescere nella bellezza del suo mistero. Ecco perché Gesù questa mattina ha un linguaggio molto forte, perché impariamo a fondare nella verità la nostra vita. Gesù non è un maestro qualunque. Gesù abita in noi e in quel suo abitare in noi egli costruisce istante per istante la nostra vita con la sua potenza e la sua grazia.

Ecco perché il cristiano sa esattamente che la radicalità è il linguaggio credente di un uomo che ha fondato in Gesù il senso della sua esistenza. Gesù Cristo ieri, oggi e sempre! Perché in tale radicalità esistenziale l'uomo ritrova la bellezza e la profondità della sua esistenza.

Se noi riuscissimo a cogliere questo tipo di lettura davanti agli avvenimenti quotidiani, noi avremmo sempre questa illuminazione: Gesù è in me, cammina con me, ed è il criterio della mia esistenza. Innamorarci di questo Gesù, è il criterio di fondo della nostra vita. D'altra parte quando Dio parla e ci ha creati, ci ha creati per consegnarci a Gesù e, Gesù, accoglie le nostre persone come un grande mistero d'amore. Ecco perché Paolo nella Lettera agli Ebrei dice: Gesù Cristo ieri, oggi è sempre! Perché la nostra esistenza è radicata fondamentalmente nel suo mistero.

E allora se tante volte il Vangelo diventa per noi una profonda stimolazione che ci può lasciare qualche volta perplessi, la risposta di Gesù ce la dà continuamente: “Io sono con te. Io cammino nella tua vita. La bellezza del vangelo è diventare il mio Mistero - dice Gesù - nel quale la tua storia ritrova un vero e profondo significato!”. Ecco perché il cristiano cammina nella fiducia e nella speranza perché qualunque evento lo possa veramente raggiungere esso vien vissuto nel mistero del Maestro.

Questa è la bellezza della nostra vita e allora il Vangelo di oggi che è molto impegnativo ci dice: “Non aver paura, Gesù è con te” e questa esperienza noi la stiamo vivendo nel mistero eucaristico. La bellezza della vita è essere chiamati da Gesù, ad entrare nella sua personalità attraverso quello che noi chiamiamo la comunione, il corpo dato e il sangue versato e, quando la nostra vita viene inebriata dalla presenza di Gesù, corpo dato e sangue versato, possiamo camminare nella vera serenità del cuore perché se lui è con noi, vive con noi e con noi cammina, non dobbiamo mai avere alcuna paura. Anzi, la sua presenza oggi in mezzo a noi diventa il principio di quella sua presenza gloriosa in paradiso quando egli ci chiamerà definitivamente a sé in un gaudio che non ha confini. Questa sia la bellezza di quello che Gesù questa mattina potrebbe regalarci in modo che innamorarci di Gesù è ritrovare il senso della vita e camminare con fiducia nel tempo e nello spazio, in attesa di quel grande evento che è la Gerusalemme celeste, quando Gesù ci dirà: “Vieni nel mio gaudio, nella mia gioia e con me canta per sempre l'amore del Padre che è la bellezza della vita di ogni cuore credente.

 

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