Contemplare Maria Immacolata è contemplare la bellezza di
Dio, dove questa bellezza è nient'altro che la creatività divina nella figura
di Maria. Guardandola nella sua luminosità, contempliamo la bellezza inesauribile
di Dio. Questo fatto è significativo per la nostra esistenza di battezzati. Il
cristiano nel cammino della sua esistenza davanti alle difficoltà della storia
che lentamente lo denudano, ritrova la luminosità a cui è chiamato attraverso
la viva percezione della grandezza dell'amore divino. La presenza di Maria,
nella vita della chiesa, ci dice che questa luminosità appartiene alla nostra
esistenza. Maria è accanto a noi in questa nostra vocazione a essere rivestiti
di Cristo perché ci dice come la nostra storia sia una vocazione ad essere
rivestiti della luminosità divina.
Ma
cos'è questa luminosità divina che appartiene alla nostra esistenza umana?
Il giorno in cui siamo stati rigenerati dall'acqua e dallo
Spirito Santo, siamo stati rivestiti della luminosità del Risorto e Maria ci
dice oggi che questo dono battesimale, in lei, si è veramente realizzato. E'
sicuramente bello comprendere la bellezza di Maria come capolavoro delle tre Persone
divine: Maria rivestita del Padre, del Figlio e dello Spirito, con una
luminosità a cui ognuno di noi è intrinsecamente chiamato perché, per grazia,
siamo la luminosità di Dio.
Innanzitutto questa luminosità di Maria nasce dalla
creatività del Padre.
Quando contempliamo l'uomo e lo contempliamo nel progetto
originario di Dio, lo vediamo luminoso. L'atto creativo di Dio è sempre
affascinante, perché Dio rende partecipe l'uomo della bellezza della sua vita:
essere nell'armonia divina in un cuore pienamente libero nella lode.
Quando siamo davanti a un uomo, siamo davanti alla incarnazione
dell'amore affascinante di Dio: amare l'uomo è amare la bellezza di Dio che è
l'uomo!
È quell'immagine che ricordavamo domenica l'altra, che
Adamo ed Eva erano nudi perché rivestiti della luminosità di Dio e questa
luminosità del Padre si è realizzata nella redenzione del Figlio.
Maria è grande perché il Figlio l'ha rivestita della gioia
della redenzione! È quella bellezza della veste candida lavata nel sangue dell'Agnello
che rende luminosa ancora di più la nostra persona, in quanto redenta della
grandezza di Dio. L'uomo tante volte non riesce a gustare questo mistero,
perché si lascia prendere soprattutto dalle negatività della sua storia. Guardare
la luminosità di Maria è vedere la bellezza del Figlio, una bellezza scaturita
da una redenzione che ha fatto di Maria il primo capolavoro di Dio. È una donna
salvata!
La gratuità della creazione ci rende capolavoro della redenzione
e tutto questo perché Maria appartiene a Dio, è l'azione feconda dello Spirito
Santo, dove lo Spirito Santo ha fatto di Maria l'immagine della fecondità
inesauribile della fede. Essere rivestiti di luminosità è essere rivestiti
dalla realtà del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo ed essere stabilmente sotto
la creazione creatrice che fanno dell'uomo la bellezza incarnata di Dio. In un
mondo come il nostro che tende ad accentuare le dimensioni negative della
storia, celebrare la festa dell'Immacolata vuol dire ritrovare la grandezza
luminosa della nostra identità umana.
Amiamo l'uomo perché rivestito di Trinità beata e qui
l'uomo in quanto uomo.
Questa bellezza alla quale siamo chiamati e che deve
rivestire le nostre persone, diventa bellezza feconda attraverso il semplice
atteggiamento della gratitudine. La bellezza interiore è la gratitudine davanti
alle meraviglie di Dio. La gratitudine è la fecondità della bellezza di Dio.
L'uomo non riesce a entrare in questo gusto esistenziale
perché non ha il coraggio di dire continuamente “grazie”. Solo nel rendere
grazie per la benevolenza divina, la creatura fa fiorire tutte le potenzialità
che Dio Trinità ha collocato nella persona umana. L'uomo diviene, in un
divenire continuo, la trasfigurazione divina.
Quando l'uomo accetta di entrare in questo meraviglioso
progetto divino, e Maria ne è l’icona vivente, l'uomo ritrova che la sua
bellezza è feconda. Infatti quando diciamo che siamo rivestiti dell'atto
creativo di Dio, siamo veramente creature nuove nella redenzione del Figlio,
anzi siamo la fecondità dello Spirito Santo. L'essere proprietà di Dio è frutto
dello Spirito Santo poiché siamo la vivente fecondità di Dio. Non per niente lo
Spirito Santo è il femminile della Santissima Trinità. La gioia di essere
creati dal Padre, redenti dal Figlio significa gustare la fecondità
inesauribile dello Spirito Santo. E chi è quell'uomo che davanti a questa
luminosità non si sente di cantare: benedetto sia Dio Padre del Signore nostro
Gesù Cristo? Quando l'uomo, pur con le lacrime, quando l'uomo pur nelle croci
dell'esistenza, quando l'uomo pur nei fallimenti della sua storia si sa riscoprire
per un frammento di vita una meraviglia del Signore, riesce a cantare questa
gioia che gli dà la fecondità della speranza. Ecco perché Maria è colei che ci
dice che val la pena di essere tutta grazia, di essere capolavoro della
gratuità di Dio perché con lei e come lei possiamo cantare in ogni frammento
della nostra vita: L'anima mia magnifica il Signore!
Quando entriamo in questa vitalità divina, percepiamo la
fecondità della vita: è il mistero dell'eucaristia! L'eucarestia ci riveste
sempre dell'abito trinitario. Andare alla celebrazione dell'eucarestia è essere
attirati dal Padre divenendo la luminosa persona del Figlio in quella fecondità
dello Spirito Santo che sono i doni eucaristici. Nel momento in cui lo Spirito
Santo, nella sua fecondità, ci renderà creature nuove, gusteremo la gioia di
essere salvati per essere un inno di gratitudine alla Fonte di ogni dono. Queste
realtà che tante volte possono sembrare un sogno per l'uomo in travaglio
continuo, sono tuttavia la vitalità di chiunque abbia ricevuto quella
vocazione: rivestitevi del Signore nostro Gesù Cristo. Quando la persona, si
ritrova in questa meravigliosa esperienza la vita, diventa un cantare vivente, pur
con gli occhi che piangono nella sofferenza. Entriamo in questo mistero per essere
rinnovati dalla potenza dello Spirito Santo per camminare incontro al Signore pregustando,
fin da adesso, quella luminosità nella quale in paradiso saremo avvolti, in
modo da avere quel canto nuovo che chi è rivestito di gloria eternamente canta
davanti al volto di Dio nostro Padre.
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