Is 52,7-10 Eb 1,1-6 Gv 1,1-18
OMELIA
Il
desiderio presente nel cuore umano di essere vero e autentico, nel grande
evento dell'Incarnazione, è stato pienamente appagato. In quel il Verbo si è fatto carne e venne ad
abitare in mezzo a noi l'uomo
ritrova la gioia di essere uomo. La bellezza dell'Incarnazione è la gioia di
Dio di dare pienezza al capolavoro che è l'uomo perché l'uomo possa godere
d'essere tale e questo perché l'uomo è stato creato nel mistero di Gesù.
Ricordiamo quello che poc'anzi abbiamo udito tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto
di tutto ciò che esiste.
L'uomo
dall'eternità è stato pensato in Cristo, dall'eternità il Padre ci ha regalati
al Cristo, il Padre giorno per giorno costruisce l'uomo attraverso Gesù Cristo
e la creatività dello Spirito Santo. Ecco la grandezza dell'uomo il quale ha
tutta la sua consistenza nella gioia di Dio che lo ha creato a sua immagine
perché potesse diventare sua somiglianza. È sempre bello andare al momento
della creazione dell'uomo. Il Padre ha davanti a sé il modello che è il Verbo
incarnato e scolpisce l'uomo. L'uomo è l'immagine vivente della volontà del Padre
di essere il vivente mistero di Gesù.
La gioia
del Natale non è un bambino, la gioia del Natale è tutta nella gioia dell'uomo
di scoprirsi nel progetto misterioso del Padre. Siamo immersi nella creatività
divina! La vera gioia dell'uomo è gustare la gioia di Dio che vuole che, nel
suo Figlio Gesù Cristo, gustiamo e godiamo la nostra umanità. La fecondità
della festa odierna è tutta da riscoprire continuamente nella bellezza di
ritrovare ila misura per elaborare il vero volto della nostra umanità.
Davanti a
questa meravigliosa contemplazione la conseguenza che noi dovremmo imparare a
mettere in pratica è imparare ad essere veramente contenti d'essere uomini. La
gioia del Natale è la gioia d'essere uomini: sacramenti viventi del Dio vivente
che in noi opera in modo veramente inesauribile. L'approccio al testo giovanneo
risulta molto stimolante.
È molto
bello come l'evangelista non dica semplicemente il Verbo si è fatto carne, ma abbia aggiunto venne ad abitare in mezzo a noi. Non è una oggettività, che
potrebbe sembrare quasi astorica, poiché qualche volta una simile visione
potrebbe essere legata semplicemente al pensiero, ma è una concretezza. In quel
venne ad abitare noi scopriamo la
gioia di Dio di essere uomo con gli
uomini, per essere uomo per gli
uomini, e l'uomo ritrovasse la gioia della sua origine. Quanti uomini oggi
riescono a ritrovare la loro umanità nel mistero del Verbo incarnato? Quanti
uomini contemplando Gesù in tutta la pienezza della sua personalità ritrovano
la gioia di Dio, affermando che è bello vivere?
Noi qualche
volta non abbiamo un momento per riflettere sul senso della nostra esistenza, ponendoci
l'interrogativo: chi sono? Oggi Gesù
ci dice: sei il capolavoro di Dio! Dio si fa uomo per educarci ad essere uomini.
Allora, in che modo il Verbo facendosi uomo ci educa a essere uomini?
Il primo
elemento da tenere presente, che appare in tutta la Parola che stamattina
abbiamo ascoltata, è che l'uomo quando si riscopre un uomo diventa un canto di
gratitudine. Ogni respiro dell'uomo è l'atto creativo nell'amore di Dio. Questo
primo elemento noi qualche volta lo abbiamo dimenticato, abbiamo dimenticato
che il nostro respirare è la gioia di Dio di farci vivere, infatti alle cose
ovvie noi non diamo mai peso. L'uomo ogni volta che respira è un creato
dall'amore delle tre Persone divine. Anzi, utilizzando un'immagine matematica:
come tra due punti adiacenti c'è una infinità di punti, così tra due istanti
della vita c'è una infinità di esistenza creata dal Padre, dal Figlio e dallo
Spirito Santo.
Se partiamo
da questo primo elemento fondamentale davanti al quale noi qualche volta non
siamo molto attenti, la seconda conseguenza è veramente importante: imparare a
condividere l'intelligenza, la volontà, la sensibilità, la sensorialità, la
convivialità che il Cristo ci offre e che egli stesso vive in ciascuno di noi.
Spesse
volte l'uomo ha un concetto negativo della propria identità umana. Per troppo
tempo sotto l'influsso di un agostinianismo esagerato abbiamo trattato la
corporeità come se fosse una negatività. Dovremmo imparare a percepire che la
corporeità con tutte le sue caratteristiche sono le caratteristiche del Verbo
incarnato. Noi qualche volta diciamo Dio si è fatto uomo, ma è più un concetto
qualche volta che un criterio di vita: Gesù ha vissuto tutti i sentimenti e
tutti gli atteggiamenti che vivono gli uomini di qualunque tempo. La bellezza
di essere cristiani è la bellezza di Gesù che, in tutte le sue caratteristiche
umane vive in tutte le caratteristiche della nostra umanità.
Il Vangelo
è più grande trattato di psicologia umana. Il Vangelo è la scuola quotidiana per
essere uomini. Questa è la bellezza della nostra vita. Anche tutte le scienze
umane sono nient'altro che la scoperta del mistero che è l'uomo creato da Dio.
Davanti all'uomo c'è il vibrare di tutta la nostra umanità che diventa un canto
di lode al Creatore. Qualche volta noi dimentichiamo questa ricchezza, il Verbo
incarnato è uno di noi e noi tutti siamo in lui. Qualche volta il cristiano ha
paura d'essere uomo, ha paura di far vibrare nel vivere quotidiano la bellezza
di essere capolavoro di Dio.
In questa
visione nasce la bellezza del sogno; il sogno è il desiderio più profondo
presente nella creatura umana di realizzare l'equilibrio della propria umanità,
intelligenza, volontà, affettività, relazionalità, in una armonia dove tutto
l'essere umano con tutte le sue caratteristiche diventa un meraviglioso
capolavoro che canta la gloria di Dio. Siamo
un sacramento concreto dell'ineffabilità di Dio che in ogni istante fa di noi i
suoi capolavori. Chi ha paura d'essere uomo con tutte le caratteristiche ha
paura di essere capolavoro di Dio.
Questa è la
vera gioia del Natale, non un bambino che, passate le feste è riposto in una
scatola per l'anno prossimo, ma la bellezza del Verbo incarnato è ritrovare la
metodologia per essere uomini. Ecco perché all'inizio della divina liturgia
abbiamo pregato con quel bel testo di San Leone Magno che riassume la fede
della Chiesa e che, davanti all'umanità del Verbo incarnato, gode di essere
umanità: “O Dio che in modo mirabile che ci hai creato tua immagine, in modo più mirabile ci hai
rinnovati e redenti, fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio
che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana”.
Chi ha il
gusto di essere uomo canta la gioia di essere con Dio che lo crea istante per
istante.
L'Eucaristia che stiamo celebrando è la settimanale
scuola di umanità; non diciamo più: "vado
a messa", ma affermiamo: andiamo
ad apprendere la gioia della nostra umanità perché in mezzo a noi c'è l'uomo
per l'eccellenza, Gesù Cristo. Se noi andiamo alla scuola di colui che venne ad abitare in mezzo a noi,
avremo la gioia di essere uomini, pur nelle tribolazioni, nei non-sensi, nelle
domande senza risposta, poiché la fecondità d'essere creati per puro si
ritraduce nella gioia di essere uomini. Questa è la bellezza della vita, questa
è la bellezza di essere credenti, questa è la bellezza di lasciarci amare dal
vero uomo che è il Verbo incarnato. Viviamo così questo Natale non sperdendoci
nella distrazione che ci impedisce di essere uomini, per ritrovare la bellezza
del gusto di essere quei capolavori per i quali il Padre nello Spirito Santo ci
ha regalato il Figlio, perché il Figlio nello Spirito Santo ci restituisca al Padre,
uomini gloriosi come dall'eternità il Padre stesso ci ha pensati.
-
Nessun commento:
Posta un commento