30 giugno 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Gesù disse: "Seguimi e lascia che i morti seppelliscano i loro morti.” 

La figura di Gesù rappresenta il centro della vita di ogni uomo e da lui fluiscono i valori che qualificano le scelte quotidiane. In lui troviamo la luce, da lui accogliamo il dono dell’esistenza, con lui ci orientiamo verso il futuro. 

Padre, orienta a Gesù la nostra esistenza perché possiamo crescere nella luce che non conosce tramonto. Questa è la nostra forza. Lo Spirito Santo guidi sempre il nostro cammino quotidiano. AMEN

28 giugno 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. 

Davanti al mistero della storia l’atteggiamento evangelico è quello del silenzio che porta la creatura all’accoglienza della persona di Gesù. Oggi il Signore viene e ci attira perché nel suo silenzio possiamo gustare la sua soavità divino umana. 

Padre, in Gesù scopriamo la bellezza del dono della vita e della sua storicità. Aiutaci ad amarla nella sua verità. Lo Spirito Santo che ci guida continuamente compia in noi i suoi preziosi progetti perché sappiamo essere sempre la tua misteriosa volontà. AMEN

27 giugno 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Rallegratevi con me perché ho ritrovato la mia pecora, quella che si era perduta.

Il cuore di Gesù è aperto al mondo intero e sa accogliere ogni uomo che si apre al suo amore. Egli è alla ricerca della pecora che era smarrita ed è pieno di gioia quando la ritrova. Viviamo sempre questa meravigliosa apertura di cuore perché si realizzi una universale comunione fraterna. Qui ogni uomo sarà se stesso.

Padre, viviamo sempre questa apertura di cuore verso ogni fratello sull’esempio di Gesù che si è fatto tutto a tutti per crescere nella comune felicità speranza. Lo Spirito Santo ci guidi in tale cammino. AMEN 

 

26 giugno 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Entrerà nel regno dei cieli colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.

Vivere nella misteriosa volontà divina rappresenta il grande itinerario della vita di ogni discepolo di Gesù. L’oggi del Padre è il grande desiderio di ogni cristiano che sulle orme di Gesù rende il Padre centro della propria esistenza. Lo Spirito Santo ci aiuti sempre in questo itinerario esistenziale. 

Padre, in te confido e cammino poiché tu sei la meta della nostra esistenza. A te affido ogni mio istante per crescere nella tua comunione. La tua grazia rallegri il cuore perché sappiamo crescere nel tuo amore. AMEN


24 giugno 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. 

Chi vuole incontrare Gesù deve diventare discepolo di Giovanni Battista per essere nelle condizioni ottimali nella vocazione a essere alunni del Maestro divino. Apriamo il cuore al suo messaggio di salvezza con un intenso spirito di conversione. 

Padre, chi diventa alunno di Giovanni è nelle condizioni ottimali per maturare nella vocazione a essere fecondi discepoli di Gesù. Padre, con Giovanni ci chiami ad aprire il cuore a Gesù per maturare nel fecondo spirito evangelico. Divenuti discepoli di Giovanni possiamo accostarci al mistero del della persona di Gesù. Solo così potremo gustare il Vangelo. AMEN

22 giugno 2025

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO - SOLENNITÀ - ANNO C

DOMENICA 22 GIUGNO 2025

Gen 14,18-20      1Cor 11,23-26      Gv 6,51

OMELIA

La gioia di ritrovarci nella celebrazione eucaristica noi la scopriamo continuamente attraverso il vivere il testo evangelico che abbiamo poc'anzi ascoltato. La bellezza dell'Eucaristia è il Signore che si dà da mangiare a tutti noi per fare di noi i suoi capolavori.

Infatti se guardiamo attentamente la narrazione di questa mattina noi ci accorgiamo della grandezza dell'agire di Gesù nei confronti dell'umanità: egli si dà da mangiare a chi lo ha seguito, per evidenziare come egli sia il cibo che sazia ogni umana esigenza che l'uomo possa avere nel cammino del tempo e dello spazio.

Ma cos'è il mistero eucaristico attraverso il quale Gesù è in mezzo a noi, si dà da mangiare a noi e ricolma di gioia la nostra esistenza?

Innanzitutto Il primo elemento che emerge è il pensiero di Gesù innamorato delle folle, è lui che prende l'iniziativa e porta i discepoli a fare quel gesto di portare quei pani e quei pesci perché gli uomini possano veramente essere saziati. La bellezza della fede è essere continuamente oggetto dell'attenzione di Gesù, egli è accanto all'uomo nel cammino del tempo e dello spazio, lo sostiene continuamente nell'itinerario umano e lo ricolma di una gioia veramente incommensurabile. La bellezza dell'Eucaristia è il Signore che si dà da mangiare a tutti gli uomini perché ogni uomo possa veramente essere se stesso.

Ecco perché la Chiesa attraverso la festa di oggi vuole evidenziare un aspetto della nostra storia che noi dovremmo sempre avere molto chiaro: il Signore è nella nostra vita, ci nutre, ci accompagna, diventa il senso portante del nostro istante. Infatti se noi ci chiedessimo cosa sia l'Eucaristia noi avremmo una semplice risposta: è Gesù che si regala all'uomo perché l'uomo sia veramente se stesso. È la gioia di questa donazione che il Maestro fa di se stesso perché l'uomo nel cammino del tempo e dello spazio possa essere continuamente rigenerato dallo Spirito Santo.

Infatti quando noi andiamo all'Eucarestia chi ne è il grande protagonista?

Una delle verità che noi dovremmo continuamente acquisire è che il grande protagonista dell'Eucaristia è il Risorto. Egli ci convoca attorno a sé, dà a ciascuno di noi la sua presenza nel pane e nel vino perché noi possiamo essere persone profondamente ricreate. Infatti cosa vuol dire che Gesù è in mezzo a noi e si dà da mangiare a noi? Allora la risposta che noi abbiamo colto nel testo evangelico è che Gesù nel cammino della sua vita è innamorato dell'uomo e lo accompagna continuamente nel tempo e nello spazio perché possa essere continuamente sfamato in quello che è il criterio di fondo della sua vita: Gesù che è continuamente accanto all'uomo e gli dà la capacità di poter vivere attraverso questo miracoloso Pane eucaristico.

Allora se noi partiamo da questa visione noi possiamo cogliere tre aspetti di questa esperienza alla quale noi siamo continuamente chiamati:

- Gesù si dà da mangiare a ciascuno di noi,

- egli prende quel pane e

- usando il rito del banchetto ebraico benedice e distribuisce.

In certo qual modo è la sua gratuità che si spalanca all'umanità intera perché l'uomo possa essere veramente se stesso. È bello andare all'Eucaristia e essere così saziati dalla figura del Maestro divino. Il cristiano nel cammino della sua storia quotidiana è continuamente saziato dalla presenza di Gesù. Ora, se noi partiamo da questo primo aspetto che ci riempie di tanta gioia, il secondo ne è la conseguenza: noi siamo continuamente sfamati dalla sua presenza ricca di amore. Gesù è innamorato dell'uomo, ed è così innamorato, da dargli da mangiare, da offrire la capacità di vivere, di poter camminare in quella novità divina che è la bellezza della vita. Se noi per un momento ci soffermassimo a meditare il gesto di Gesù, ci accorgeremo che la sua gratuità va al di là di ogni nostro possibile pensiero, egli è accanto all'uomo perché l'uomo possa essere autenticamente se stesso. Darci da mangiare è il gesto del Maestro che non vuole che noi rimaniamo senza la sua presenza. E tutto questo è qualcosa che ci ricolma di una pienezza che sarà l'eternità beata.

Quindi non solo Gesù è accanto a noi e ci dà mangiare e ci dà bere, ma ci pone dinanzi un cammino che si colloca in quell'esperienza di eternità beata quando egli stesso passerà in Paradiso a darci quel Pane eucaristico che è la bellezza della nostra vita. Ecco perché il cristiano quando è nel cammino quotidiano è continuamente rigenerato da quel pane, da quella presenza, da quell'amore inesauribile di cui lui è ricco perché ogni uomo possa essere veramente se stesso. Allora se noi riuscissimo a cogliere questo secondo passaggio, cos'è l'Eucaristia? se non la gioia di accogliere la gratuità di Dio in ogni frammento della nostra giornata. Egli ogni giorno prende quel pane, lo spezza, lo condivide e ci dà la gioia di appartenere a lui con tutto il nostro essere: è la bellezza di camminare nella sua luce!

Ecco perché il cristiano è continuamente sfamato dalla Divina presenza e tutto questo noi lo cogliamo in chiave di eternità beata! Noi spesso volte ci dimentichiamo di gustare questo dono che Gesù fa di se stesso nell'Eucarestia, eppure quel dono riempie la nostra vita di gioia veramente inesauribile e gratuita perché la nostra vita è immersa nel suo mistero d'amore.

Viviamo così questa Eucarestia, ci accostiamo a questo Pane per essere saziati, ci accostiamo al Vino eucaristico per essere dissetati, ci accostiamo al Maestro per essere quelle creature nuove che si lasciano inebriare dalla presenza del suo cuore innamorato.

Viviamo così questa eucarestia, nella semplicità di tutti i giorni, in modo che la bellezza della nostra vita sia essere rinnovati dalla Divina presenza. Questo è il mio corpo dato, questo è il mio sangue versato, questa è la mia vita che ti regalo, o uomo, perché la tua storia sia sempre immersa in un Divino inesauribile.

Questa sia la nostra eucarestia e allora quando camminando in questa luce, in questo fascino del Maestro, possiamo veramente nell'Eucarestia essere uomini sfamati che dicono: “Signore tu sei la mia vita, tu sei la mia speranza, tu sei il cibo che fa sì che le nostre persone siano sempre ricreate” è la gioia di appartenere a Gesù, di vivere di Gesù, per camminare con lui nel tempo e nello spazio in attesa di poter con tutti i fratelli cantare la gioia di essere suoi e di entrare in quella gioia eterna che sarà il Paradiso che ci guiderà, ci accompagnerà e riempirà di gioia la nostra vita quotidiana.


18 giugno 2025

Oggi, qui, Dioci parla...

Il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà.

La comunione con il Padre è principio di feconda relazione con ogni fratello che la provvidenza ci fa incontrare. Ogni rapporto fraterno è un dono della gratuità divina. 

Padre, ogni giorno ci regali in Gesù tanti fratelli che sono la tua parola di amore per ciascuno di noi. Donaci la gioia dell’ascolto per gustare una autentica reciprocità. Lo Spirito Santo ci guidi sempre in questo cammino quotidiano. AMEN

16 giugno 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.

Il cuore di ogni discepolo è sempre aperto a ogni fratello per farsi pienamente suo prossimo, in un intenso dialogo di fraternità. In tal modo lo spirito si apre a un fecondo rapporto di comunione fraterna. 

Padre, nella persona di Gesù vieni incontro alle nostre povertà per seminare speranza nel cuore di ogni fratello, in un clima di comune speranza per affrontare i travagli del quotidiano. Lo Spirito Santo ci guidi ogni giorno in questo cammino interiore per essere autentici nella fede. AMEN

15 giugno 2025

SANTISSIMA TRINITÀ - SOLENNITÀ - ANNO C

DOMELICA 15 GIUGNO 2025

Pr 8,22-31      Rm 5,1-5      Gv 16,12-15

OMELIA

L’esperienza della Pentecoste ci ha fatto intuire come il gusto della presenza del Cristo scaturisce dalla creatività dello Spirito Santo. Il cristiano perciò è continuamente guidato dallo Spirito perché si costruisca in lui sempre più il volto del Risorto.

Ma questo rapporto ci introduce nella contemplazione del volto del Padre (come ci ha detto ancora questa mattina l’evangelista Giovanni) completando in tal modo quello che è il mistero di Dio nel quale la nostra vita è costruita e alla luce del quale noi operiamo continuamente le nostre scelte. Il cristiano ha il gusto di essere luogo in cui il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono presenti, attivi e creatori.

È il gusto della vita divina che ci deve profondamente prendere; è godere di quella circolarità per cui la nostra esistenza partita dalla Trinità gode, oggi, della Trinità per essere immersi in questa luce inesauribile che è la vita del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

È il mistero nel quale godiamo di immetterci per poter veramente godere la vita per cui, il cristiano, anche quando è solo canta una mirabile comunione: in lui il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono attivi, siamo una solitudine che contempla l’attività di tre Persone divine!

Quindi quando riusciamo a cogliere la nostra esistenza in questa visione è un’esistenza che continuamente viene rigenerata. Ora, tale ricchezza, è qualcosa che si è profondamente calato nella nostra esistenza - e ce lo ha detto molto bene l’apostolo Paolo in quel testo della lettura ai Romani - l’Apostolo ci aiuta ad avvertire lo stretto e inscindibile rapporto tra le tre Persone divine e le tre virtù teologali.

L’uomo che gode delle tre Persone divine è anche la fecondità delle tre virtù teologali.

Infatti, quando siamo stati battezzati, siamo stati immersi nella stabile e definitiva relazione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Nel momento in cui siamo stati battezzati, le tre Persone divine sono venute ad abitare dentro di noi e non ci lasceranno mai perché esse, una volta presa dimora in noi, continuano a essere creative in noi e la loro creatività si qualifica nella fede, nella speranza e nella carità.

La vita trinitaria è dono, la vita teologale è dono.

Se guardiamo attentamente la fede, la speranza e la carità sono l’agire delle tre Persone divine.

Infatti la fede non è il Cristo dentro di noi?

L’apostolo Paolo dice molto bene: “Cristo abiti mediante la fede nei vostri cuori!”: il credente dice: Gesù è presente e, quindi, quando il Signore “è presente” c’è anche la fede, perché la vitalità di Cristo è credere!

Quando noi crediamo non abbiamo problema di capire o non capire, il credere è gustare una Presenza rigeneratrice dentro di noi; credere è la percezione della divina presenza di Gesù, morto e risorto, per cui l’uomo, poiché è stabile dimora di Cristo è un credente.

Di riflesso, poiché l’esperienza del Cristo è legata alla creatività dello Spirito Santo, ecco la speranza.

La speranza è la capacità dell’impossibile, perche lo Spirito Santo è essenzialmente creativo. Sperare è niente altro che costruire una vita possibile nell’impossibile storico, in una tensione verso la pienezza della gloria. Ecco perché la speranza è dinamica, ti dà la forza anche nel buio, perché devi camminare!

Il Cristo abita, lo Spirito Santo cammina, quindi noi intravediamo come l’esperienza della speranza è la vita dello Spirito Santo e poiché lo Spirito Santo è la creatività di Dio, noi spiritualmente siamo sempre ricreati; lo Spirito Santo ci dà il gusto della speranza!

Ma il tutto si costruisce nella dinamica del Padre che è carità.

La nostra vita da dove nasce? Se guardiamo attentamente, la nostra esistenza nasce dall’amore del Padre che è l’origine e la meta della nostra vita.

Non esiste uomo che non ami, un uomo che non ama non esiste, perché ogni uomo scaturisce dalla esperienza amorosa del Padre per cui vivere di amore è lasciare agire il Padre; l’uomo che ama è il Padre in espansione.

La bellezza di amare è la bellezza di gustare la realtà del Padre.

Noi ci accorgiamo che se siamo stati battezzati, se siamo diventati effettivamente la dimora del Padre, del Figlio e dello Spirito, crediamo, speriamo e amiamo. Ciò che conta è prendere il gusto delle divine Presenze.

Tante volte diciamo che credere è arduo, sperare è quasi impossibile, amare è complicato, perché non abbiamo il gusto delle divine Presenze.

Sostanzialmente siamo tentati di essere dei grandi protagonisti e quindi non entriamo nella contemplazione della creatività dei tre grandi personaggi che in noi sono attivi: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, per cui quando noi li lasciamo “giocare nella nostra vita”, allora ci accorgiamo che le tre virtù teologali sono tutte vivaci.

Ecco perché è bello che la vita sia complicata, perché nella vita complicata godiamo dei tre che in noi stanno giocando e ci danno la capacità di vivere nonostante tutto, per cui la vita teologale è dono, perché “per  :  dono – il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo dimorano in noi. Ma allora scopriamo una grossa verità, come il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono una unità, la fede, la speranza e la carità fanno una unità delle nostre persone.

Se uno non ha la fede feconda, non ha né la speranza feconda, né la carità feconda, perché tutte e tre o nessuna, come tutte e tre sono insieme, o non c’è nessuno.

Ecco perché quando vogliamo percepire la gioia della vita dobbiamo vederci sacramento, segno visibile dell’agire delle tre Persone.

Quando, tante volte nella volte nella vita, ci capita di sentirci soli, in quel momento abbiamo un raptus di pazzia spirituale, in quel momento diciamo: ma chi sono io in fin dei conti?

Devo ascoltare il Figlio… lasciarmi guidare dallo Spirito… per essere inebriato dall’amore del Padre.

In quel momento la vita acquista un altro sapore perché i tre ci danno il gusto di quella vita che oggi è molto veloce nel suo passare, ma che domani sarà un’esperienza meravigliosa di gloria.

Ecco perché la festa della Trinità è ritrovare la dinamicità del gusto della vita.

Allora penso che se riuscissimo ad avvertire questa ricchezza, quel segno per noi tanto abituale come è il segno della croce, diventa il segno che quando noi siamo in Cristo, morto e risorto, vediamo le tre Persone che “danzano nelle nostre persone” e quando noi entriamo nella danza dei Tre ci inebriamo di infinito e, in questa ebbrezza di infinito, camminiamo sempre nella fiducia.

Ecco perché quando ci ritroviamo, come questa mattina, nell’Eucaristia ci siamo accorti che fin all’inizio siamo stati convocati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito, ma specialmente nella Preghiera eucaristica godremo dell’agire delle tre Persone divine.

Il Padre che nello Spirito ci regala il Cristo e il Cristo che ci regala lo Spirito di comunione per lodare il Padre.

Nella Preghiera eucaristica giochiamo col gioco delle tre Persone divine: la salvezza.

Questa mattina ricevendo i doni eucaristici riceveremo il Gusto delle tre Persone che rinnovano in noi la loro attiva presenza in modo da uscire di chiesa, anche con tutte le nostre povertà, ma con una certezza luminosa: i Tre stanno giocando in noi.

Ritrovando la bellezza di questa divina Presenza, la gioia di credere, sperare e amare è il gusto di dire nelle scelte quotidiane la presenza del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in un cammino che avrà la sua pienezza quando, in paradiso, per sempre, con le tre Persone canteremo per tutta l’eternità. Ecco la speranza che dobbiamo portarci a casa questa mattina per camminare in una fiducia veramente inesauribile nonostante la storia e la storia degli uomini.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

Quando verrà lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità.

La bellezza della vita di un discepolo si trova nel suo mistero di comunione con il Maestro attraverso la docilità allo Spirito Santo per diventare la vivente obbedienza alla volontà del Padre. La vita divina è comunione in una reciprocità tra le tre Persone divine. 

Padre, Gesù è obbedienza nelle mani tue in una vivente comunione creata dalla dinamica dello Spirito Santo. In te è la vita e la vita è sempre una cammino di un’intensa fraternità. Qui scopriamo la gioia feconda del discepolo di Gesù. Con lui si vive di comunione e si costruisce comunione. AMEN

14 giugno 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Sia il vostro parlare: “Si si;” “No, no”; il più viene dal Maligno. 

Il linguaggio della creatura umana incarna la verità del suo cuore che ama semplicità ed essenzialità per costruire rapporti autentici con ogni fratello. Questo atteggiamento rappresenta la autenticità delle nostre relazioni umane. 

Padre, nel Figlio tuo Gesù Cristo ci educhi a costruire rapporti autentici con ogni fratello che la tua provvidenza ci fa incontrare. Fa che l’azione costante dello Spirito Santo ci educhi a costruire ogni giorno tale sensibilità esistenziale. Allora saremo veramente fratelli e sorelle nel tuo amore. AMEN

13 giugno 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

«Se la tua destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te; ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.»

Tutta la struttura della creatura umana l’aiuta a maturare verso la pienezza della gloria del cielo, quando saremo trasfigurati nel Mistero del Paradiso. Desideriamo entrare in questa pienezza per poter cantare la gioia della Comunione trinitaria quando la Santissima Trinità avvolgerà le nostre persone nella sua gloria.

Lo Spirito Santo guidi ogni giorno il nostro cammino interiore. AMEN

11 giugno 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

«Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.»

La libertà del cuore umano s’incarna nella quotidiana esperienza della gratitudine che anima la nostra storia. Il dire GRAZIE esprime la gioia riconoscente che ritraduce la coscienza della bellezza della vita feriale nella fecondità delle relazioni fraterne.

Padre, tutto nella vita è un atto della tua gratuità che incarniamo nella gioiosa gratitudine che dovrebbe qualificare tutto il nostro percorso esistenziale. Lo Spirito Santo ci regali questa sensibilità spirituale per rendere ogni atteggiamento vitale un canto di coraggioso rendimento di grazie. AMEN

10 giugno 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e rendano grazie al Padre vostro che è nei cieli. 

La missione che Gesù ha affidato ai suoi discepoli è quella di dire con lo stile quotidiano della vita la sua centralità nel cammino quotidiano. Questo atteggiamento rivela la libertà del cuore e l’orientamento verso la lode del Padre. 

Padre, tu costruisci in noi i capolavori del tuo amore perché ogni umana creatura nel vedere lo stile del nostro quotidiano sappia cantare la bellezza del tuo amore per l’uomo. Lo Spirito Santo porti sempre avanti tale meraviglioso progetto per render la vita un inno al tuo amore. AMEN

08 giugno 2025

DOMENICA DI PENTECOSTE - SOLENNITÀ - ANNO C

DOMENICA 8 GIUGNO 2025

At 2,1-1      Rm 8,8-17               Gv 14,15-16.23b-26

OMELIA

Il cristiano nel mistero del Maestro divino è un uomo che sempre più è attratto nel mistero della gloria.

Il grande evento dell’ascensione di Gesù al cielo ci ha ricondotti a coniugare continuamente nella nostra vita la tensione verso la pienezza della gloria e la consapevolezza che il Signore è presente in mezzo a noi.

Di fronte a questo orizzonte che si staglia dinanzi a noi, la solennità odierna della Pentecoste ci aiuta ulteriormente a vivere queste due certezze: che siamo orientati verso l’alto e abbiamo il gusto di una divina Presenza. Il dono dello Spirito, infatti, è un dono nel quale la persona di Gesù risulta sempre più viva, vivace e feconda perché lo Spirito Santo ogni giorno ci dà il nostro grande consolatore: il Cristo, per cui, tutta la nostra vita è guidata in modo sinergetico dal Cristo e dallo Spirito Santo; insieme essi operano dentro di noi.

In questa azione, nella parola che Gesù questa mattina ci ha regalato, scopriamo tre verbi che ci aiutano a percepire questo agire simultaneo del Cristo e dello Spirito Santo:

-     lo Spirito Santo abita in noi,

-     lo Spirito Santo ci insegna la verità, il mistero della comunione tra il Padre e il Figlio,

-     lo Spirito Santo ci ricorda continuamente il volto di Gesù.

Innanzitutto questa azione dentro di noi si dilata perché lo Spirito Santo abita in noi. È quella meravigliosa visione che ci ha offerto l’apostolo Paolo nella seconda lettura. In essa l’Apostolo ci dice che in noi abita lo Spirito di Cristo, quello Spirito che ci dà fin da adesso l’esperienza della risurrezione.

Lo Spirito Santo è la gioia di vivere nel visibile l’affascinante esperienza dell’invisibile.

Ecco perché lo Spirito Santo è l’anima della nostra anima, il suo abitare in noi diventa il criterio vitale che ci permette di intravedere questa divina presenza del Maestro divino, Cristo Gesù. Anzi, lo Spirito Santo opera in noi come ha operato in Gesù e quindi la nostra esistenza, abitata dallo Spirito Santo, è continuamente diretta da questo meraviglioso personaggio che è la terza Persona della Santissima Trinità, per godere una Presenza e per crescere in tensione per giungere a quella identificazione con il Maestro che è il senso della nostra vita.

Con le nostre forze non vi arriveremmo mai, ma la creatività dello Spirito ci rende capolavori continui dell’azione divina. Ecco il primo elemento che possiamo cogliere dalla parola di questa mattina: questo Spirito che abita e che ci fa fare l’esperienza del Cristo.

Ma questa Presenza è dinamica, lo Spirito ci insegna ogni cosa, ci introduce lentamente e progressivamente nella identificazione con Gesù.

Infatti il conoscere è niente altro che lo sviluppo trasfigurante di una intimità; lo Spirito Santo è un “propellente interiore” che continuamente ci dà l’energia per essere attratti nella persona di Gesù per cui, lo Spirito Santo, lentamente ci identifica con Gesù Cristo. Egli purifica il nostro cuore, ci toglie i desideri che non appartengono a Dio, ci infiamma di ciò che vale e ci introduce in questa esperienza che è la conoscenza di Gesù.

Quindi noi vediamo realizzato il principio della preghiera sacerdotale: “Questa è la vita eterna, che conoscano te e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. Allora questa abitazione dello Spirito diventa il luogo nel quale noi progressivamente “conosciamo”: è quella conoscenza del cuore che nessuna intelligenza umana riesce ad afferrare!

E perché questo Signore possa essere continuamente presente nella nostra vita, l’ultimo verbo: ricorda.

Chi è lo Spirito Santo?

Nel testo ascoltato per ben due volte si usa l’espressione: “Paraclito”: lo Spirito Santo è l’avvocato di Gesù, è colui che continuamente rivendica in noi la signoria di Cristo.

Lo Spirito Santo ci impedisce di dimenticare Gesù per cui, in certo qual modo, lo Spirito Santo è il “tormento” di Dio perché davanti allo sguardo del cuore ci sia sempre la figura del Maestro. Il dramma dell’uomo è dimenticare lo Spirito Santo che vuol continuamente elaborare in noi la presenza del Signore, introducendoci nel suo mistero di comunione con il Padre, ci pone davanti sempre allo sguardo del cuore la figura di Gesù.

Il cristiano pertanto è colui che davanti all’occhio ha sempre il Signore come la persona sommamente amata, perché da lui siamo sommamente amati.

Penso che la festa di oggi, la festa di Pentecoste, sia una festa che imprime particolare vivacità nella nostra esistenza. Lo Spirito ci abita, lo Spirito ci trasfigura, lo Spirito ci ricorda l’ineffabilità di Gesù.

Se coglieremo tutta questa ricchezza potremo veramente camminare in quella novità di vita che è la speranza della nostra storia.

La Pentecoste è una realtà che noi celebriamo ogni giorno. Ogni Eucaristia è una Pentecoste perché ogni Eucaristia è il Cristo e lo Spirito Santo che vengono ad abitare in mezzo a noi, che vengono ad abitare in noi: il Corpo e il Sangue di Cristo con i fiumi dello Spirito Santo.

Nel momento in cui facciamo la comunione e quindi il Cristo nello Spirito o lo Spirito nel Cristo vengono ad abitare in noi, in quel momento, incominciamo a conoscere.

Lo Spirito Santo ci introduce nella persona eucaristica di Gesù, ci dà il fascino di questa presenza e in quel mistero unitivo di amore, dall’Eucaristia, nasce l’intensa percezione: il Signore è davanti a me, il Signore è nella mente, è nel cuore, soprattutto è sulle labbra, perché lo Spirito Santo ci dà il tormento gioioso ed eucaristico di vivere solo del Signore.

Se entreremo in questo fascino la nostra vita sarà molto luminosa anche nell’oscurità del presente, perché la luminosità del cuore nessuno ce la può strappare.

Camminando in questa visione, lentamente possiamo procedere verso quella pienezza di gloria che sarà la grande Pentecoste quando in paradiso saremo trasfigurati e abiteremo nello Spirito, lo Spirito ci farà camminare per tutta l’eternità nella conoscenza ineffabile del Maestro, perché lo Spirito Santo in noi ci dirà: “Ecco l’Agnello nel quale la tua vita è realizzata!”

Tale sia il mistero glorioso che ci portiamo a casa questa mattina per rendere la Pentecoste anima della nostra anima.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa.

Nel cammino della fede occorre essere presi per mano per accedere al mondo divino. Tale atteggiamento appartiene a un vero credente dove lo Spirito ci introduce nella santità di Dio e ci offre la bellezza del cammino credente. Nella docilità divina ci accostiamo al Mistero. 

Padre, avvolgi le nostre persone nella creatività dello Spirito Santo perché possiamo rendere la nostra esistenza una vivente imitazione del Maestro divino. AMEN 

 

07 giugno 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi.

La dinamica della vita di ogni discepolo di Gesù si costruisce imitandolo continuamente per assumere profondamente la sua personalità. L’atteggiamento del seguirlo è vivere la sacramentale esperienza di Gesù che trasfigura chi lo segue nella fede. La vita sacramentale è una vivente imitazione del Maestro divino che ci trasfigura. 

Padre, Gesù ci chiama ogni giorno a seguirlo per trasformare la nostra esistenza nella sua storia personale. Lo Spirito Santo ci rigenera ogni giorno nella vocazione a essere il suo sacramento vivente per il bene di ogni fratello. AMEN

06 giugno 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Mi ami più di costoro? …Pasci i miei agnelli.

Il mistero della Chiesa è sacramento dell’amore trinitario per l’intera umanità. Ogni uomo in Gesù si sente intensamente amato e costruisce la propria esistenza partecipando all’amore trinitario con un profondo senso di gratitudine. Viviamo il quotidiano come un grazie continuo. 

Padre, nella vita della comunità cristiana incarni la grandezza inesauribile del tuo amore per ogni uomo infondendo nel suo cuore la speranza. Aiutaci a contemplare nello Spirito Santo il tuo Figlio Gesù per generare nel cuore di ogni creatura umana un profondo senso di inesauribile fiducia nei confronti della vita. AMEN

05 giugno 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro.

Conoscere il volto di Dio Padre rappresenta l’aspirazione più grande nel cuore umano perché possiamo gustare la grandezza inesauribile della vera vita credente. La gioia d’essere immersi nel Mistero divino rappresenta la nostra aspirazione più grande perché ci fa assaporare la bellezza trinitaria. 

Padre, rendici sempre più discepoli di Gesù per poter contemplare il tuo volto luminoso e gustare la grandezza incommensurabile della tua persona. In te l’anima respira e si lascia trasfigurare nel Mistero trinitario. Lo Spirito Santo operi nelle nostre persone per poterci trasfigurare nella tua meravigliosa bellezza. AMEN

04 giugno 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quelli che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.

La comunione rappresenta la grande aspirazione di ogni cuore credente che si sente chiamato a vivere la Fonte stessa della vita che è il mistero trinitario. Dove c’è fratellanza, lì vive in modo autentico il dono divino dell’esistenza. 

Padre, la tua comunione divina è il valore del dono dell’esistenza a cui siamo chiamati a tendere nello Spirito Santo come ci ha insegnato continuamente Gesù attraverso il Vangelo. AMEN

03 giugno 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.

La bellezza della vita di fede sta nel gustare la comunione con il Padre e con il Figlio Gesù nello Spirito Santo. Tale esperienza è una pregustazione della gioiosa e luminosa liturgia del cielo che ci accoglierà al termine del frammento storico che il quotidiano ci offre. 

Padre, riempi il nostro cuore dell’attesa dell’incontro finale nella gloria del paradiso, quando per sempre canteremo la gioia di appartenere al tuo amore. AMEN

02 giugno 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!

Impariamo a leggere la storia quotidiana con l’occhio di Gesù e cresceremo nella speranza perché egli è sempre con noi e vive in noi. Il cuore del Maestro palpita in noi e viviamo nella speranza che non delude.

Padre, aiutaci a comprendere che ci hai regalati a Gesù perché costruiamo nello Spirito Santo il tuo mistero di amore vivendo con coraggio il quotidiano. Vieni in aiuto della nostra povertà perché sappiamo vivere nella piena docilità al tuo volere meraviglioso. AMEN

01 giugno 2025

ASCENSIONE DEL SIGNORE - ANNO C -

DOMENICA 1 GIUGNO 2025

At 1,1-11      Eb 9,24-28;10,19-23      Lc 24,46-53

OMELIA

Il Signore in queste domeniche ci ha posto dinnanzi alcune profonde esigenze poiché fare l'esperienza del Risorto è rinnovare radicalmente la nostra interiorità godendo del cuore e della mente del Signore.

Di fronte a queste grandi esigenze l'uomo si riscopre sempre più povero; quanto più l'uomo entra nella profondità del mistero, tanto più percepisce quanto sia per lui arduo camminare nella mentalità del Maestro. La festa di oggi diventa la celebrazione della nostra speranza, infatti, potremmo definire la festa dell'ascensione di Gesù nel cielo come il gaudio di una comunità che gode la reale presenza di Cristo nel tempo e nello spazio.

Davanti al mistero dell'ascensione noi possiamo essere tentati di pensare che il Signore, salendo al cielo, sia "lassù", ma se entriamo nella profondità dell'evento, così come l'evangelista Luca ce lo ha descritto, avvertiamo un altro orizzonte: Gesù non è salito semplicemente in cielo, Gesù è rimasto gloriosamente in mezzo a noi.

La bellezza del mistero dell'ascensione è il gusto della presenza personale, attiva e relazionale del Signore nella nostra esistenza.

Se il Signore fosse andato lassù e lassù fosse tuttora, come potremmo godere della sua presenza?

Gesù ha detto: "Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dei tempi".

La bellezza della nostra vita è che ogni giorno il Signore è talmente presente in mezzo a noi da costruire ogni nostro istante come una meravigliosa relazione con lui. Questo noi lo avvertiamo dal modo con il quale l'evangelista Luca ci parla, questa mattina, dell'avvenimento dell'ascensione di Gesù. Sicuramente un particolare ci aiuta a entrare in questa visione: se dovessimo leggere con categorie umane il racconto dell'ascensione ci troveremmo in un grande disagio: come è comprensibile quella gioia dei discepoli quando Gesù se ne va?

Come è possibile che ritornino nel tempio lodando Dio?

Quando entriamo nella storia dei discepoli ci accorgiamo come essi abbiano vissuto una profonda intimità con il Maestro. In quei tre anni essi hanno goduto della sua fiducia, hanno accolto il mistero della sua persona e Gesù ha riversato nei loro cuori il mistero divino. Come possono essere nella gioia quando la persona sommamente amata se ne va?

L'Evangelista ci dice che Gesù non ci ha lasciati. Siamo nella gioia perché in ogni frammento della nostra vita viviamo una meravigliosa intensità con il Maestro: non siamo mai soli. Ecco la prima sfumatura che l'evangelista Luca ci offre: in quel salire, Gesù, scompare dalla visibilità degli occhi e diventa visibile nel gusto della fede.

L'Evangelista, per aiutarci meglio ad avvertire questa ricchezza nel momento in cui descrive l'atto dell'ascensione di Gesù, ci dà la sicurezza che la nostra vita è sempre accompagnata da Gesù, infatti dice: "alzate le mani li benedisse. Mentre li benediceva si staccò da loro".

Cosa sono questi due gesti: alzate le mani - li benedisse?

In queste parole c'è il mistero di Gesù che rimane in mezzo a noi, in quel "alzate le mani" scopriamo l'intensità del rapporto tra Gesù e il Padre e, poiché il Padre ci ha regalato al Figlio, il Figlio che vive intensamente il rapporto con il Padre, nel gesto d'alzare gli occhi ci benedice, impone le mani sui discepoli e, in questo, c'è il passaggio di personalità.

Gesù mentre benedice sale perché, mentre benedice, si regala i suoi discepoli. Gesù, nel momento in cui ci sta lasciando, ci dice: "Io sono con voi, il rapporto meraviglioso che ho con il Padre - e che si ritraduce nella mia preghiera - viene riversato su di voi, vi riempio della mia presenza”.

Ecco perché i discepoli lo adorarono, perché in quel momento hanno gustato l'invadenza di Gesù nella loro esistenza sperimentando nella loro persona il mistero di Gesù.

Poiché la nostra vita è invasa da questa presenza personale, attiva e relazionale, la nostra vita è il Signore che continua a camminare con noi. Qualunque esigenza Gesù ci possa rivelare, sono esigenze che lui sta operando dentro di noi; in certo qual modo l'esigenza del Vangelo è la gioia di Gesù di poter vivere in noi, con noi e attraverso noi il mistero della sua persona.

Ecco perché oggi siamo nella gioia come discepoli, perché Gesù non ci ha lasciati. Gesù è profondamente radicato nella nostra esistenza e noi, in lui, godiamo di una ineffabile presenza. Ogni volta che ci troviamo in qualsiasi oscurità, ogni volta che ci troviamo anche zoppicanti, paurosi nella nostra storia, ricordiamoci che lui è con noi, in noi e opera per noi con una grande conseguenza per le nostre storie.

Ogni volta che, nella semplicità della nostra vita, ci relazioniamo, condividiamo questa meravigliosa presenza del Signore. È affascinante volerci bene perché è meraviglioso regalarci la presenza del Risorto.

Entriamo in quest'esperienza, abbiamo questa gioia che il Signore è veramente in noi, con noi e per noi in modo che il Vangelo sia il gusto della sua presenza meravigliosa.

Il cristiano è, anche nelle tribolazioni, nella gioia della presenza del Maestro: ecco perché questa mattina ci ritroviamo nell'Eucaristia! Il Signore ci sta benedicendo. Attraverso quel pane col vino riversa su di noi la sua personalità in modo da essere uomini gioiosi della gioia che è la sua persona in noi.

Ogni volta che ci accostiamo all'Eucarestia siamo in questa ineffabilità divina e questo ci dà forza, speranza, ci fa dire che non siamo soli, perché in lui, oggi, godiamo la storia e con lui, oggi, camminiamo verso l'eternità beata.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

Mentre li benediceva, si staccò e veniva portato su in cielo… poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia.

Il mistero dell’assunzione biblica di Gesù è motivo di gioia per i discepoli perché il Maestro non si allontanava da loro, in modo misterioso ma reale rimaneva con loro sacramentalmente e li allietava con la sua presenza teologale. 

Padre, a te chiami Gesù ma non lo allontani dalla nostra storia quotidiana. Egli è realmente presente nella nostra ferialità per condurci a contemplare la tua gloria in paradiso. Lo Spirito Santo ci guidi in questa quotidiana mirabile esperienza. AMEN

31 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 

Le meraviglie di Dio sono un dono da condividere con i fratelli per crescere in una comune speranza. Nel buio della storia diventiamo la luce di Gesù per chi incontriamo. 

Padre, ricolmaci della luce del tuo Figlio Gesù per essere speranza per ogni fratello che la provvidenza ci fa incontrare. Ogni dono costruisce fraternità e gaudio per chi incontriamo, apre luce a chi ricerca la verità. AMEN

30 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà.

La presenza del Risorto nel vissuto della Chiesa è fonte di gioia inesauribile per i suoi discepoli che in lui rivivono il significato della loro esistenza. Contemplare Gesù nel tempo e nello spazio è un gaudio interiore veramente inesauribile perché ritrae la gioia dell’eternità beata.

Padre, la presenza del tuo Figlio Gesù nel tempo e nello spazio è sorgente veramente inesauribile di bellezza per ogni suo discepolo. Noi siamo il dono del Padre al Figlio perché il Figlio ci faccia maturare evangelicamente. Il Maestro a sua volta nello Spirito Santo ci restituisce trasfigurati al Padre per un gaudio eterno. Padre, attiraci ogni giorno al mistero di Gesù per poter gustare la dolcezza del tuo cuore innamorato della creatura umana. Lo Spirito Santo ci guidi in questo meraviglioso cammino interiore. AMEN

29 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.

La presenza del Risorto è la gioia di ogni discepolo che in lui riscopre il vero significato del dono dell’esistenza. L’attualità del Cristo rappresenta la certezza che accompagna chiunque si affidi alla bellezza del suo mistero. Dove dimora Gesù, lì si vive del vero gaudio perché ci vengono aperte le porte del regno dei cieli. Questa è la verità che anima la nostra vicenda storica sull’orizzonte dell’eternità beata. 

Padre, rendi viva nel nostro cuore la bellezza del volto del nostro Signore Gesù Cristo che ci attira continuamente a sè e ci fa percepire la bellezza del paradiso. Lo Spirito Santo ci guidi in questo meraviglioso cammino fino alla trasfigurante visione della tua gloria nella gioiosa comunione con tutti i santi in paradiso. AMEN

28 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Quando verrà lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità. 

Nell’anima è presente un profondo desiderio di infinito. La potenza dello Spirito Santo orienta la persona in tale luminosa direzione per dare compimento a questa sete di gloria eterna che è presente nel cuore credente. È una meravigliosa avventura nelle profondità del mistero trinitario e una gustazione dell’Ineffabile, in attesa della pienezza del gusto trasfigurante del paradiso. Li contempleremo e sarà un gaudio eterno. 

Padre, quando contempliamo il volto di Gesù l’anima si illumina di eternità beata e cresce il desiderio di una profonda trasformazione spirituale. Lo Spirito Santo operi sempre in noi tali meravigliose esperienze in uno sviluppo di questa sete, che è la contemplazione del tuo volto luminoso. AMEN

27 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito.

La presenza di Gesù nella Chiesa e nella persona dei discepoli vive della creatività dello Spirito Santo che introduce ogni giorno nel suo mistero di amore che non conosce limiti. Guidati dallo Spirito gustiamo la grandezza del Padre. 

Padre, ricolmaci della potenza dello Spirito Santo perché possiamo crescere nella conoscenza del tuo Figlio Gesù nostro Salvatore. In questa vita divina gustiamo il tuo volto e attendiamo l’incontro glorioso del paradiso. AMEN

25 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

“Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.” 

La bellezza feconda della fede cristiana sta nel gustare la presenza delle tre Persone trinitarie nel cuore di ogni discepolo del Cristo. Chi avverte tale meravigliosa esperienza vive nella speranza e si orienta verso la pienezza della luce divina, che sarà il paradiso.

Padre, nel tuo amore ci regali Gesù perché ci guidi nel feriale della storia verso la meta luminosa della gloria eterna. Questa è la grande aspirazione del nostro cuore. Nella docilità all’azione dello Spirito Santo saremo attenti alle tue suggestioni per giungere a una totalizzante trasfigurazione nella tua comunione per essere pura lode all’AMORE. Amen. Alleluia.

VI DOMENICA DI PASQUA - ANNO C -

DOMENICA 25 MAGGIO 2025

At 15,1-2.22-29      Ap 21,10-14.22-23      Gv 14,23-29

OMELIA

Il Risorto ci sta facendo percorrere un cammino perché lentamente possiamo assumere la sua mentalità e noi possiamo veramente avvertire questa sensibilità di Cristo dentro di noi attraverso l’espressione con la quale Gesù oggi ha iniziato il racconto evangelico: “amare e osservare”.

Se uno mi ama osserva la mia parola” dove, in questi due verbi “amare e osservare” ritroviamo quella che è la dinamica all’interno dell’uomo che crede: amare e accogliere, osservare e mettere in pratica. L’osservare è il divenire dell’accogliere, è il divenire dell’essere intensamente immersi nell’amore del Signore; quindi la “mentalità” è niente altro che lo sviluppo di questa diuturna accoglienza del Signore, lasciandoci da lui amare, in modo che la nostra vita diventi il sacramento, il segno concreto della sua Presenza. Ma nel momento nel quale assumiamo questa mentalità riscopriamo una ricchezza meravigliosa della nostra vita: “Il Padre lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”.

Intuiamo quindi una circolarità che entusiasma chiunque abbia la gioia di essere discepolo del Signore: chi nell’amore osserva, gode di una Presenza. Il Padre e il Figlio nella illuminazione operativa dello Spirito vengono ad abitare in noi per cui scopriamo questo cammino nella nostra esistenza: mentre amiamo e osserviamo godiamo una Presenza e questa Presenza diventa un amore che a sua volta diventa linguaggio concreto. È quell’esperienza che noi come cristiani siamo continuamente chiamati a sviluppare: l’inabitazione di Dio che diventa vita e la vita che, a sua volta, diventa segno meraviglioso della vita di Dio dentro di noi.

Ma questa verità del dimorare dentro di noi del Padre e del Figlio nello Spirito Santo ha un duplice effetto che dobbiamo cercare di mettere bene a fuoco per essere uomini, al di là delle tribolazioni della vita, ricchi di grande speranza. Quando vogliamo riuscire a intravedere cosa sia la vita non dobbiamo guardarci troppo d’attorno, dobbiamo rientrare in noi stessi e ritrovarci “abitati” dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. Allora, come prima sfaccettatura di questo dimorare di Dio in noi ci accorgiamo che il gusto della vita divina in noi brucia tutto ciò che è negativo; brucia la nostre paure perché quando siamo abitati dalle tre Persone divine non esiste più la paura, perché esiste una Presenza. È qualcosa che noi a livello interiore dovremmo continuamente rivisitare. Se il Signore è in noi, se il Signore è con noi, insieme al Padre e allo Spirito Santo di che cosa possiamo avere paura?

È vero, ci sono i nostri limiti psicologici che generano paure, ma la nostra persona è luogo di una Presenza divina. Se questa Presenza divina da noi è sommamente amata e incarnata nelle piccole cose di ogni giorno, ci accorgiamo che, lentamente, le nostre paure vengono bruciate. Chi ha contatto con le tre Persone che agiscono veramente in modo dinamico dentro di lui ha la sua vita totalmente rinnovata e rifatta. Gustare la presenza del Padre e del Figlio nella luce illuminante dello Spirito è ritrovare il coraggio della vita.

Ma c’è un altro aspetto positivo: non solo le tre Persone divine distruggono le nostre paure con tutto ciò che in esse è contenuto, peccato compreso, ma ci fanno ritrovare il nucleo vero della nostra vita perché siamo sacramento di una comunione. Spesso uno dei drammi dell’uomo dei nostri giorni è la solitudine; questo è un grande dramma dell’uomo contemporaneo: il dramma di sentirsi solo e di essere lasciato solo.

Nel momento in cui intravediamo questa promessa di Gesù: “Io e il Padre verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” scopriamo che la nostra vita è sacramento di una comunione.

Se nella fede, illuminati dallo Spirito Santo, entriamo in noi stessi ci accorgiamo che il Padre e il Figlio stanno operando dentro di noi, la nostra solitudine esteriore diventa un’affascinante comunione interiore!

È la presa di coscienza di questa inabitazione divina che ci dà la gioia e la capacità di essere in comunione. Usando un’immagine che si richiama al racconto della creazione dell’uomo si può dire che la nostra vita è il “passeggiare del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo con noi”.

Come nel vecchio racconto della creazione si diceva che Dio passeggiava con i progenitori Adamo ed Eva, così noi in questa luce ci sentiamo così abitati dalle tre Persone divine per cui noi passeggiamo con le tre Persone nel cammino della vita. È come quando una persona si sente fortemente amata, in quel momento, la persona amata è dentro di lui, dentro di noi, per cui  non ci sentiamo soli perché la persona amata è dentro la nostra vita e con questa persona non abbiamo alcuna paura.

Così è nell’ordine della fede.

Se noi scoprissimo questa vita divina che sono le tre Persone, non saremo più soli! L’uomo vecchio avrà tante paure, ma l’uomo interiore cammina con il Padre, il Figlio e lo Spirito in un’affascinante avventura che dà il gusto dell’ebbrezza della vita. Se vogliamo acquisire una vera mentalità evangelica, se vogliamo acquisire la capacità di leggere e amare la storia come la legge e la ama il Signore, dentro di noi scopriamo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo che agiscono dando vitalità, ebbrezza e freschezza nella nostra vita.

In questo fascino allora potremmo veramente diventare uomini di speranza!

Ecco perché questa mattina siamo qui, in chiesa, perché possiamo accogliere il Signore nella sua verità, il suo Corpo e il suo Sangue, è lui che entra in noi, i fiumi dello Spirito Santo ci danno la freschezza perché la nostra vita sia un inno al Padre. Allora usciremo di chiesa e torneremo a casa dicendo: “Sono abitato dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito” perché la presenza delle tre Persone generi in ognuno di noi la gioia della speranza contro ogni speranza!

Viviamo così questa Eucaristia nella certezza che siamo abitati dalle Persone divine per essere uomini di gioia anche nelle lacrime, di speranza anche nel buio, perché il Signore è con noi e vivendo ogni giorno con il Signore ci apriamo su quell’orizzonte di paradiso che è la grande meta, la grande speranza, la grande gioia di tutta la nostra vita.