31 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.

La crescita nella fecondità divino-umana dei frutti della terra è essenzialmente un atto della gratuità divina, nella obbedienza della creatura umana. 

Padre, nell’esperienza della storia della salvezza domina il valore della gratuità divina che rende l’uomo in Cristo un capolavoro di amore. La gioia nella contemplazione dell’agire divino porta la creatura a cantare la propria gratitudine. La signoria dello Spirito Santo porta l’uomo a gustare ciò che contempla in una ampia comunione fraterna. AMEN

30 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.

La comunione fraterna rappresenta il clima per costruire in modo autentico la nostra esistenza quotidiana e per creare rapporti autentici con ogni uomo. 

Padre, nel mistero di Gesù ci aiuti a comprendere il vero valore della nostra esistenza umana: essere fratelli e sorelle in grande comunione di Spirito Santo. Qui costruiamo la vera speranza. AMEN

29 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Il seminatore semina la Parola. 

La bellezza della vita sta nel rendere fecondo ciò che si semina nella storia donando gioia al seminatore con la prospettiva della fioritura del seme stesso. Amiamo l’oggi per costruire il futuro del quotidiano. 

Padre, il tuo Figlio Gesù è in mezzo a noi e ci regala quella Parola che è fonte di luminosità beata nella meravigliosa liturgia celeste. Lo Spirito Santo renda pienamente feconda tale meravigliosa ricchezza. AMEN

28 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre. 

Il vero rapporto con Dio si costruisce nell’intenso desiderio di compiere la misteriosa volontà divina per crescere nella sua comunione a servizio del dono della salvezza. 

Padre, quando contempliamo il volto del tuo Figlio Gesù in lui gustiamo la sua comunione con te e siamo in una meravigliosa esperienza di gioia. Lo Spirito Santo ci educhi ogni giorno a tale esperienza perché possiamo lasciarci introdurre nel gaudio del tuo cuore a gioia di ogni fratello. AMEN

27 gennaio 2025

Oggi, qu, Dio ci parla...

Se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può restare in piedi.

La bellezza della nostra vita si costruisce nella esperienza della comunione fraterna che si fonda su grandi ideali spirituali, pur nel nascondimento quotidiano. Dove c’è comunione nel cuore si canta la grandezza del dono della storia feriale. 

Padre, rafforza nel nostro cuore la gioia del dono della vita di tutti giorni come ha fatto Gesù per potere dare speranza a tutti. Lo Spirito Santo ci rigeneri sempre nel perseguire tale meraviglioso ideale di grande fratellanza. AMEN

26 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi ave ascoltato.

La bellezza della fede sta nel cuore del credente che dà ospitalità alla presenza di Gesù che si rivela al suo spirito. Gustiamo sempre questa meravigliosa presenza che illumina e riscalda le nostre persone. 

Padre, attraverso la ricchezza della sua persona il Risorto viene ad abitare in noi e ci dona la sua serenità evangelica. Lo Spirito Santo ci guidi sempre in questo nostro cammino. AMEN

III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C

DOMENICA 26 GENNAIO 2025

Ne 8,2-4.5-6.8-10      1Cor 12,12-30      Lc 1,1-4; 4,14-21

OMELIA

I discepoli seguendo il Maestro ne guardano la continua fecondità e ne contemplano la gloria.

È il messaggio che Gesù ci regalava domenica scorsa con la conseguenza che in questo contesto di miracolo Gesù ci ha regalato l’inizio dei tempi messianici.

Con la sua persona incominciano i tempi nuovi, ma questi tempi nuovi noi li possiamo continuamente accogliere e assumere entrando nel metodo con il quale Dio vuole ricolmarci dei suoi beni.

Il metodo che la rivelazione cristiana continuamente mette in luce è il metodo di Dio che dialoga con l’uomo.

Mentre l’uomo religioso è facilmente portato a offrire qualcosa a Dio, l’uomo credente si pone in ascolto di Dio.

Ecco perché l’evangelista Luca dà inizio alla vita pubblica e apostolica di Gesù attraverso l’incontro nella sinagoga di Nazareth dove, dalla lettura del profeta Isaia, fiorisce quell’espressione chiara per chiunque voglia essere cristiano: “Oggi queste Scritture si sono adempiute” perché l’evento della sinagoga è l’evento del Dio che parla.

Nella esperienza ebraica noi sappiamo cosa fosse la sinagoga (e lo sia tuttora) per chiunque voglia essere un ebreo autentico, ma non perché vi si legge un libro, ma perché in quel momento Dio parla, poiché, la grande esperienza all’interno della storia di Israele è che Dio continuamente rivela il suo volto parlando.

Nella visione dell’Antico Testamento Dio ha liberato il suo popolo, lo ha ricolmato delle sue meraviglie perché il suo popolo fosse “attento” e “ascoltasse la sua voce”.

È la bellezza di tutta la Rivelazione che cogliamo nell’Antico Testamento per cui, il pio ebreo, continuamente risentiva l’espressione del libro del Deuteronomio: “Ascolta Israele e osserva”.

In questo sfondo il pio ebreo andando alla sinagoga e intendendo le Scritture ascoltava Dio che gli parlava ed era avvolto dalla gloria del Signore. Quello che per il pio ebreo avveniva nella sinagoga, avviene nella Chiesa.

La Chiesa è il luogo in cui Dio parla.

La bellezza dell’esperienza della fede è questa affascinante avventura di Dio che entra nella storia dell’uomo e gli parla.

La grandezza del cristiano è vedere le meraviglie del Signore, lasciarsi da essa affascinare per ascoltare con cuore ricco di stupore il Dio che parla.

Perché questa mattina siamo venuti qui, in questa chiesa, che è il compimento della sinagoga se non con l’unico desiderio che Dio ci possa parlare?

Noi sappiamo quanto la parola sia essenziale per l’uomo, perché la parola è niente altro che la comunicazione dell’io che si regala al tu, per cui, entrando in questa chiesa è l’io di Dio che si regala a noi attraverso le divine Scritture.

In questo momento, in cui noi siamo attorno alla Parola, stiamo contemplando il Risorto che oggi - in questo momento - ci dice: “Le Scritture si sono compiute”. Allora, in questo momento, ci accorgiamo che non stiamo ascoltando delle parole che la Tradizione ci ha regalato, ma stiamo ascoltando la Parola di cui abbiamo sete!

In questo momento non stiamo leggendo un libro, ma stiamo accogliendo una Persona che vuole entrare dentro di noi; noi stiamo illuminando le nostre menti, ma stiamo riscaldando il cuore perché divenga il criterio dei nostri passi.

Ecco perché il Signore, questa mattina, per poterci ricolmare dei suoi benefici e della sua abbondanza ci parla. Quando noi sentiamo parlare la persona profondamente amata non siamo più nella solitudine.

Quella Parola, al di là di quello che può concretamente dire, è una relazione!

Parlarsi qualche volta è più importante che quello che ci si dice, perché si realizza quella relazione che è la bellezza della vita.

Il cristiano è un consolato perché Dio gli parla e in queste parole c’è tutta la grandezza di Dio che ci viene regalata.

Come sarebbe bello se noi ogni domenica venendo a questa messa potessimo veramente entrare in chiesa dicendo: “Qual è, Signore, la tua novità per me, oggi?”

Accedere alla chiesa con la sete. Dio mi sta parlando…e la Parola di Dio è una parola sempre nuova.

In questo il cristiano ha uno stile di vita che non nasce dall’offrire tante cose, ma dall’avere il gusto di un Dio che entra, penetra, illumina, riscalda il cuore.

In Gesù, presente in mezzo a noi, c’è l’unica parola che dirige i nostri passi. Dovremmo nelle scelte quotidiane della vita dire a noi stessi: così ho agito perché così mi ha detto il Signore!

Allora ci accorgeremmo che le nostre azioni sono il Signore che entrando in noi ci ha talmente affascinato, ci ha talmente presi, che noi facciamo quello che Lui, in noi, continuamente ci suggerisce. In tal modo le nostre azioni sono le sue, la sua Parola incarnata nel nostro agire.

In questo intuiamo quanto il cristiano goda della sua originalità perché Dio gli parla.

Qual è il dramma dell’uomo? Che nessuno gli rivolga una parola e quando l’uomo non ha una parola che lo raggiunga si sente drammaticamente solo.

Ora, il cristiano, non è mai solo, Dio gli parla, e allora – lo ripeto – la nostra esistenza è una esistenza veramente consolata!

Nelle nostre solitudini, Dio ci parla: in chiesa, in modo particolare, nella storia quotidiana, in modo ordinario.

Entrando in questa esperienza noi intuiamo come Gesù ogni giorno ci dice mentre lo fissiamo col cuore: “Oggi la mia fedeltà si compie: IO SONO presente, Parola vivente nella tua vita” e noi diremo: sulla tua parola Signore, lancio le reti e affronto la vita!

Ora, tutto questo si sta realizzando…

Cos’è l’Eucaristia se non il Signore che ci parla, non più semplicemente con delle parole, ma con delle parole che diventano Corpo e Sangue?

Nel momento in cui faremo la comunione, la Parola diventerà la nostra consolazione perché per le nostre persone il suo mistero sarà entrato, ci avrà rifatti, potremo gustare la vita e camminare da consolati perché la Parola fatta carne è dentro di noi.

Viviamo così questa Eucaristia in modo che, anche nelle solitudini della settimana, possiamo dire: domenica il Signore mi ha consolato.

Vivendo questa entusiastica esperienza interiore, pur nelle lacrime sofferte nel quotidiano, avremo il gaudio interiore: il Signore è con me, mia consolazione, sono un consolato che cammina nel tempo in attesa di quella consolazione eterna che sarà il Paradiso!

25 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato.

In questa affermazione evangelica troviamo l’intero cammino interiore di ogni discepolo di Gesù, ma anche di ogni uomo. Viviamo nella fede la esperienza interiore del Maestro, diventiamo la sua personalità e veniamo introdotti nella liturgia celeste. 

Padre, il desiderio della contemplazione del tuo volto rappresenta il senso della nostra esistenza, trasforma le nostre persone nel mistero di Gesù perché possiamo accedere alla pienezza della vita eterna nella creatività dello Spirito Santo. AMEN

24 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui.

La vocazione a essere apostoli scaturisce dallo stile contemplativo di Gesù che nel dialogo con il Padre ne accoglie le illuminazioni e fa le sue scelte. Essi sono sacramenti della sua presenza nel tempo della chiesa in cammino nel tempo. 

Padre, nella persona di Gesù chiami tutti gli uomini perché possano gustare la luminosità della comunione nel tuo mistero di Amore. Lo Spirito Santo ci orienti in questo percorso di vita per essere e diventare suoi discepoli autentici. AMEN

23 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Una grande folla, sentendo quello che faceva, andò da lui.

La fecondità della fede vive del fascino che la persona di Gesù genera nel cuore della creatura umana. In tale caso la scelta spirituale è determinante perché qualifica il profondo della persona. 

Padre, il dono di Gesù qualifica le nostre persone e ci offre la bellezza feconda della fede che ci apre alla speranza. Questa è la bellezza della nostra anima. AMEN

22 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Tendi la mano! Egli la tese e la mano fu guarita.

La fede vive di Gesù che opera nel cuore dell’uomo e gli offre la fecondità della speranza che apre orizzonti di salvezza. 

Padre, nel tuo Figlio Gesù la creatura gusta sempre la speranza. A te nulla è impossibile. Rendi la nostra vita docile all’azione dello Spirito Santo. Nella fede siamo un miracolo vivente.  AMEN

21 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Il Figlio dell’uomo è Signore anche del sabato.

L’uomo è al centro dei pensieri divini, il suo vero bene è nel suo cuore e il precetto del sabato risponde alle sue esigenze storiche. L’uomo deve riposare per poter essere se stesso. 

Padre, nell’insegnare all’uomo il riposo gli indichi la strada per essere se stesso nella quotidianità. Egli è chiamato a essere il vivente imitatore del Cristo nelle scelte di tutti i giorni. Lo Spirito Santo lo guidi in questo cammino. AMEN

19 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. 

L’attività di Gesù rivela il mistero della sua persona e affascina i discepoli che vivono della sua personalità. Qui scopriamo la fecondità della fede che vive della figura del Maestro. 

Padre, nella personalità di Gesù si costruisce l’insieme delle scelte dei discepoli che si lasciano catturare dalla bellezza del Risorto che li illumina e li attira. Lo Spirito Santo li guida e li trasfigura perché ne condivida la personalità. AMEN

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C

DOMENICA 19 GENNAIO 2025

Is 62,1-5      1 Cor 12,4-11      Gv 2,1-12

OMELIA

Il discepolo, nel cammino della propria storia, si sente persona sommamente amata da Dio.

Chiunque segua il Maestro fà questa continua esperienza: Dio, in modo inesauribile e ineffabile, rivela la sua benevolenza nei confronti di ogni creatura.

Ma questa grande esperienza deve diventare intimità divina.

La bellezza d'essere discepoli è fare l'esperienza dell’intimità con Dio dove, la creatura, viene radicalmente trasformata. È quello che Gesù questa mattina ci potrebbe voler dire attraverso il luminoso testo della profeta Isaia e la sua realizzazione nel matrimonio a Cana di Galilea. L'uomo, nel momento in cui gode di entrare nella rapporto con Dio, ne brama l'identità, l'identificazione, l'assimilazione per poter veramente godere della gioia di Dio.

E qual è la parola attorno alla quale noi possiamo scoprire il come entrare nell'intimità divina nella quale ognuno di noi è profondamente realizzato?

La parola attorno alla quale ruota il racconto delle nozze di Cana è la parola: obbedienza.

L’intimità di Dio la gode l'uomo che vive in stato di obbedienza.

L'obbedienza di Gesù in atto, dove Gesù - nel concetto o nell'esperienza dell'ora - dice chiaramente che la sua esistenza è tutto un cammino di obbedienza.

“Donna, non è giunta la mia ora… Non è giunto il momento in cui devo evidenziare che la mia storia è tutta nelle mani del Padre”.

Non per niente l'episodio di Cana di Galilea ha luogo tre giorni dopo l'incontro che Gesù ha avuto con Natanaele e nel quale Gesù ha detto: “Vedrai cose più grandi di queste!”.

Gesù esprime la propria identità entrando nell'ora del Padre e, in questo, Gesù ci dice che obbedire è il linguaggio di una comunione.

L'obbedire è l'espressione della persona che ha il desiderio unico di compiere le opere del Padre. L'obbedire è la gioia di una comunione.

È il motivo per il quale nei Comandamenti si dice che occorre “onorare il padre e la madre” dove, quel onorare il padre e la madre è niente altro che la riconoscenza che il figlio ha, nei confronti di chi gli dona la vita.

Obbedire è una comunione ricca di riconoscenza.

Secondo personaggio: la Madonna. É molto interessante vedere come nel Vangelo di Giovanni la Madonna è vista in solo due episodi. Questo, di Cana di Galilea, e ai i piedi della croce dove, dice l'evangelista Giovanni, Maria era in piedi, cioè era in una situazione di attrazione, nel mistero del figlio. Maria, nel momento nel quale pone la domanda a Gesù - non hanno più vino, che facciamo? - si è lasciata condurre, nell'ora del Padre. La bellezza di Maria è la sua obbedienza al Figlio e nel Figlio l'obbedienza al Padre.

L'uomo quando impara veramente a obbedire, nello stile di Gesù, ritrova la semplicità del chiedere. L'uomo che vive l'intimità, in semplicità, chiede, perché la sua esistenza è un'esistenza di comunione.

Il terzo personaggio sono i servi, i quali obbediscono. Poiché essi ascoltano, attraverso Maria, il comando di Gesù, obbediscono e allora nasce il miracolo, perché l'obbedienza è il luogo della fecondità divina.

Se guardiamo il racconto del brano evangelico ci siamo accorti che Gesù non ha posto nessun gesto.

Noi in genere, davanti ai miracoli, siamo sempre di fronte a una gestualità di Gesù. Nel brano che abbiamo ascoltato il criterio non è nessuna gestualità, ma una parola che diventa obbedienza, perché l'obbedienza è una comunione ricca di gratitudine che diventa feconda, è l'intimità alla quale il Signore chiama tutti i suoi discepoli perché possano veramente scoprire la bellezza della loro esistenza.

L'uomo quando è veramente sé stesso? Quando riesce veramente a gustare la vita, quando l'uomo può entrare nella convinzione dell’intimità divina, se non quando - sull'esempio di Gesù - pone la sua vita come obbedienza, come ascolto amoroso ricco di riconoscenza dove, questo ascolto, nell'attività concreta diventa riconoscenza!

L'obbedienza è la gioia di dire sempre grazie!

E quando l'uomo entra in questa esperienza interiore ha la fecondità di Dio.

L’uomo obbediente è l'uomo della creazione, in Gesù Cristo, per dare fecondità alla storia di tutti i giorni. E allora ci accorgiamo che le profondità della vita si scoprono attraverso l'obbedienza alla realtà quotidiana, agli avvenimenti di cui la vita ci circonda, alle persone che ci accompagnano nella vita, a quel Dio ineffabile che ci fa respirare regalandoci la sua meravigliosa comunione.

E allora, se noi dovessimo gustare l'evento di cui la parola di Dio oggi ci parla noi dovremmo dire: la vita è molto semplice e, fin dal mattino, con cuore amoroso e ricco di riconoscenza dire sì alla vita.

Allora, in quel momento, respiriamo la comunione con il Divino, maturiamo nella vera libertà, abbiamo la fecondità divina dell'istante che stiamo costruendo.

Ora davanti a questa grande esperienza a cui noi siamo chiamati, val la pena, nella nostra esistenza dire sempre sì, in ogni momento dire: è giunta la mia ora, l'oggi di quel Padre in cui c'è la bellezza feconda dell'amore di Dio.

E tale verità il Signore ce la sta veramente regalando. L'Eucaristia non è quel vino messianico nel quale noi veniamo inebriarti della potenza di Dio?

Se guardiamo attentamente, l'Eucaristia è una cosa sola: vivere l'ora di Gesù, vivere l'ora del Padre nell’obbedienza del Figlio. Quando tra poco faremo la comunione mangeremo con gratitudine l'obbedienza di Gesù.

E allora entrando in questa profonda realtà ci accorgeremo che Dio è “SÌ’” fin dal mattino e gustare la storia come l'ora del Padre, e allora alla sera, al di là di come la giornata potrà essere andata, avremo questa meravigliosa esperienza: oggi, pur nella mia povertà, sono stato la fecondità divina e perciò l'anima mia magnifica il Signore perché ha fatto in me cose grandi.

È la libertà dell'uomo che, nell'obbedienza ricca di gratitudine, in ogni frammento si consegna a Dio.

 

18 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.

La presenza di Gesù nella storia è sorgente di speranza per ogni uomo che nel perdono del Maestro riscopre la bellezza quotidiana della propria esistenza. La sua presenza nella vicenda storica fa nuova ogni persona attraverso la costante creatività dello Spirito Santo. 

Padre, la figura di Gesù nel tempo della Chiesa, dà alla luce un mondo nuovo dove viene continuamente seminata la speranza. Facci innamorare del suo mistero per sentire quella esperienza creativa dello Spirito Santo che ci proietta nella luce senza tramonto. AMEN

17 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Figlio, ti sono perdonati i peccati 

Una delle più feconde esperienze spirituali è il perdono dei peccati che porta la persona a vivere in comunione con Dio e con i fratelli. La gioia dell'amare sta nel regalare sempre e a tutti il dono di perdono.

Padre, nel mistero di Gesù gustiamo il perdono dei peccati che rende la persona profondamente rinnovata nella potenza creatrice dello Spirito Santo. 

La luce dello Spirito sia il nostro conforto. AMEN

16 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Gesù rimaneva fuori città, in luoghi deserti e venivano a lui da ogni parte. 

La bellezza della fede si incarna in un processo di attrazione che trasfigura la persona che è in ricerca del senso della propria esistenza. 

Padre, la persona di Gesù genera fascino nei puri di cuore che sono alla ricerca del significato della propria esistenza. In lui gustano la bellezza della storia quotidiana. Lo Spirito Santo illumina e guida il cammino fino al raggiungimento della meta della vita. AMEN

15 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti. 

Gesù è la speranza della umana creatura che nella propria povertà diventa una intensa supplica. Contemplare Gesù vuol dire crescere nella novità quotidiana per costruire un mondo nuovo. 

Padre, nel dono di Gesù ricolmi di speranza il cuore di ogni uomo perché possa orientare nella fiducia ogni istante della propria avventura quotidiana. Lo Spirito Santo ci sostenga in questo cammino. AMEN

14 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Gesù insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. 

La vita rappresenta il vero insegnamento da consegnare ai fratelli attraverso lo stile della ferialità.

Padre, in Gesù ci inviti a costruire la nostra esistenza amando la storia di tutti i giorni. Qui tu riveli il tuo amore per l’uomo attraverso la potenza dello Spirito Santo. AMEN


13 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino convertitevi e credete nel vangelo.

Lo scorrere del tempo stimola un fecondo richiamo all‘uomo a costruire un’esperienza rinnovata. Questo richiamo per un nuovo stile di vita rappresenta la vitalità del quotidiano. 

Padre, la parola di Gesù ci stimola a riscoprire percorsi esistenziali di novità di vita per diventare persone evangeliche. Nella potenza dello Spirito Santo accogliamo le sue provocazioni per essere sempre suoi autentici discepoli. AMEN

12 gennaio 2025

BATTESIMO DEL SIGNORE - ANNO C

DOMENICA 12 GENNAIO 2025

Is 40,1-5.9-11      Tt 2,11-14; 3,4-7      Lc 3,15-16. 21-22

OMELIA

L'episodio dei Magi ci ha introdotto nell'esperienza di Gesù Cristo poiché la bellezza di essere suoi discepoli si ritraduce nell'accedere al mistero della sua persona. Oggi noi intuiamo che l'accogliere il Signore ed entrare nel suo mistero è la grande consolazione della vita.

a parola che questa mattina il Maestro ci vuole rivolgere è quella di ritrovarci persone consolate perché nel momento in cui accediamo al mistero di Cristo la nostra vita si ritrova vita rinnovata.

Infatti, l'episodio ascoltato dal Vangelo di Gesù che viene battezzato da Giovanni e sul quale c’è quella grande manifestazione, ci fa riscoprire in che senso - nel cammino della nostra vita - siamo consolati. L'episodio ascoltato vuol dirci innanzitutto questa verità: in Gesù ha inizio un mondo nuovo.

Come gli Evangelisti danno inizio alla vita pubblica di Gesù con l'episodio del battesimo al Giordano, così, noi, contemplando questo episodio ritroviamo che in Gesù c'è l'inizio della nostra vita; nella sua persona acquisiamo il senso della vita.

Il cristiano quando vuole ritrovare il gusto della sua esistenza continuamente guarda Gesù: in lui hanno inizio i tempi nuovi, in lui è la luce che illumina ogni tenebra, in lui c'è la speranza che ama ogni cuore.

In Gesù la vita ha sempre un luogo in Dio.

Tante volte non riusciamo a cogliere la speranza della nostra storia o, perché siamo timorosi per il futuro o abbiamo la pesantezza del passato, ma nel momento in cui guardiamo la figura di Gesù ed entriamo nel suo mistero, in quel momento, la nostra vita incomincia: incomincia ascoltando quella voce del Padre che ci dice in che senso siamo consolati e, in che senso, in Gesù, incomincia la nostra vita.

Quella voce afferma chiaramente: "Tu sei il figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento".

Gesù è l'espressione dell'amore di Dio per l'umanità… In quella parola "amato" intuiamo lo stile amativo di Dio che è donare la vita per la creatura: è la paradossalità del mistero nel quale veniamo introdotti.

La nostra esistenza è amata in modo completo dalla persona di Dio.

Quella parola "amato" incarna quell'altra espressione del Vangelo di Giovanni: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito".

Dio regala sé stesso nel Figlio ad ogni uomo.

Il cristiano è sempre un consolato perché percepisce, nel cammino della vita, questa grossa verità: Gesù è l'amore del Padre per noi e nonostante noi. Spesso siamo appesantiti dalle nostre paure, delle nostre cadute, dalle nostre incertezze, ma nella nostra esistenza dovremmo avere sempre lo sguardo del cuore attento a questa parola del Padre: "Tu sei il mio figlio, l'amato".

Entrando nel mistero di Gesù, che è l'inizio della nostra esistenza, ci sentiamo frammento per frammento, oggetto dell'amore di Dio.

Questa mattina dovremmo imparare a non guardarci più in faccia, dovremmo imparare a non fermarci eccessivamente sui nostri fallimenti o sulle nostre povertà, dovremmo lasciarci coinvolgere da quella grande consolazione e risentire continuamente la voce del Padre: "Tu sei il mio figlio, l'amato".

Quando l'uomo si sente oggetto di questa gratuità amorosa di Dio, in quel momento, l'uomo riprende fiducia della vita.

La grandezza della nostra esperienza cristiana è quella di sentirsi amati in modo divino umano; in quel momento l'uomo ritrova il gusto della vita.

Il cristiano respira continuamente amore, un amore incomprensibile, un amore che va al di là di ogni misura, un amore che ha le caratteristiche di Dio, ma nel quale l'uomo è veramente sé stesso.

Usando un'immagine cara alla tradizione dei Padri della Chiesa dell'oriente potremmo definire la nostra vita così: noi siamo un pezzo di ferro che, messo nel fuoco incandescente, diventa esso stesso fuoco.

La nostra vita immessa nell'amore che è Dio diventa amore.

Allora la nostra vita è consolata perché è oggetto di questa ineffabilità di Dio che avvolge e determina la nostra vita.

Quando, per tanti motivi nello scorrere dei giorni, ci sentiamo scoraggiati diciamo a noi stessi: sono la meta dell'ineffabile amore di Dio, sono la fiducia di Dio… E, in quel momento, nonostante noi, abbiamo la consolazione di Dio.

Questa mattina Gesù dà verità a tutto questo; nel momento in cui faremo la comunione saremo amati da Gesù che è l'amato del Padre. In quel Corpo è in quel Sangue saremo immersi in quel fuoco di amore per cui la nostra umanità diventa essa stessa fuoco in modo che possiamo tornare a casa ricchi di grande speranza.

Questo sia il mistero che questa mattina vogliamo vivere, questa la nostra quotidiana consolazione, questa la speranza nonostante tutto e nonostante tutti.

 

11 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Ma Gesù si ritirava in luoghi deserti a pregare. 

La solitudine in preghiera è scuola di costante libertà interiore. È il quotidiano rapporto con Dio che rende la persona attenta al mistero per crescere nella profonda libertà del cuore nel vissuto. 

Padre, gustare la presenza del Cristo nella costruzione del quotidiano è una delle mete di una autentica esperienza orante.  Lo Spirito Santo ci aiuti in questo cammino per dilatare la fecondità di un cuore veramente libero per la costruzione di relazioni fraterne veramente autentiche. AMEN

10 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato.

La parola ascoltata con fede qualifica la persona che la accoglie, facendola diventare il senso della propria esistenza.

Padre, fa che ogni parola di Gesù diventi il significato portante della nostra esistenza. Lo Spirito Santo renda sempre aperto il nostro cuore per vivere una feconda conversione spirituale. AMEN

09 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Coraggio, sono io, non abbiate paura!

Il Maestro è presente nella storia di ogni discepolo che in lui ritrova luce e coraggio. Quando siamo in difficoltà egli ci prende per mano e ci guida nella autentica esperienza esistenziale. 

Padre, in Gesù prendimi per mano e conducimi per le autentiche strade della vita quotidiana perché possa essere me stesso in ogni scelta spirituale. Lo Spirito Santo sia la mia energia di tutti i giorni. AMEN

08 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Al mattino presto… si ritirò in un luogo deserto e, là pregava. 

La comunione con Dio fin dal mattino presto porta il cuore a profonde scelte di libertà spirituale nel costruire il quotidiano. 

Padre, il cuore innamorato della vera libertà interiore, segue l’esempio di Gesù con la preghiera mattutina. Solo così si è pienamente docili allo Spirito Santo. AMEN

07 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino.

L’incontro con il Cristo rappresenta il principio della chiamata a uno stile nuovo di vita che è l’esperienza della conversione spirituale, a cui ogni uomo si sente chiamato. 

Padre, l’incontro quotidiano con il Cristo è principio del richiamo a costruire una vita nuova nella potenza dello Spirito Santo per dare alla luce un mondo profondamente rinnovato. AMEN

06 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

E tu Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima città di Giuda.

Ciò che per gli uomini è piccolo, è grande per Dio perché la sua fedeltà alla storia rende grande la creatura umana. Questi sono i veri parametri storici-salvifici.

Padre, insegnaci a leggere la storia con i misteriosi criteri del tuo cuore. In questo troviamo sempre una grande speranza nelle problematiche quotidiane. Con Gesù e nello Spirito Santo camminiamo sempre con tanto coraggio di fronte al mistero della vita. AMEN

EPIFANIA DEL SIGNORE - SOLENNITÀ

6 GENNAIO 2025

Is 60,1-6      Ef 3,2-3a.5-6      Mt 2,1-12

OMELIA

La bellezza della festa dei Magi rappresenta uno degli aspetti più importanti della Teologia dell’evangelista Matteo: l'annuncio del Vangelo è per tutti gli uomini. Non per niente egli lo conclude con quella affermazione nella quale si sottolinea come il Vangelo debba essere annunziato a tutte le genti, perché Gesù è il Signore di ogni umana creatura. Davanti a questo orizzonte come noi possiamo giungervi attraverso l'esperienza dei magi. E allora quattro passaggi che l’uomo contemporaneo è chiamato ad avere per entrare in questo grande mistero che è Gesù:

1) Ritrovare nel Cosmo il segno del Divino

2) andare alla scuola delle Scritture e del Tempio

3) mettersi in cammino seguendo la Parola

4) accogliere di riflesso il Maestro nel suo mistero Pasquale.

Sono i quattro passaggi a cui noi siamo chiamati per essere veramente dei credenti.

Innanzitutto il primo passaggio è quello di ritrovare Dio nel Cosmo: è la bellezza del Creato!

È interessante riscoprire il racconto della creazione del mondo del libro della Genesi, dove appare la meraviglia di Dio che crea il mondo intero e diventa salvezza per l'intera umanità.

Ecco allora che essi vedono la stella, l'esperienza cosmica. L'uomo affascinato dal bello del Creato diventa un ricercatore di Dio e questa ricerca viene illuminata dalla Sacra Scrittura, è il richiamo nel tempio alla profezia di Michea: - E tu, Betlemme di Giuda non sei la più piccola di tutte le principali città di Giudea- è la bellezza di camminare alla luce della Parola e camminando alla luce della Parola, ritorna alla stella che porta nel luogo dove abitava Gesù. Qui avviene qualcosa che per noi tante volte è abbastanza strano. Noi siamo abituati nella tradizione di vedere i Magi che portano oro, incenso e mirra; ora questo non è detto dal Vangelo. Essi sono dei ricercatori e il ricercatore è colui che abbandona tutto, entra nella profonda povertà del cuore e si pone dinanzi alla ricerca di Dio. Il vero ricercatore ha sempre le mani vuote.

È molto bello come papa Benedetto, volendo annunciare l'evento del Natale, dice davanti al Natale ci prostriamo tutti con le mani vuote, perché esse devono essere riempite dalla rivelazione che Dio fa di se stesso. È molto bello perciò vedere i Magi che entrano nella casa dove abitava Gesù con le mani vuote. Essi non conoscono e si devono lasciar raggiungere dalla presenza del Maestro. Che cosa sta avvenendo in quel momento? Gesù con Maria si presentano ai Magi. E Gesù che cosa presenta ai Magi? Il suo mistero Pasquale: oro, incenso e mirra- morto, sepolto e risorto-. Essi con le mani vuote accolgono la gratuità della rivelazione Divina e vengono arricchiti da una presenza. Oro, incenso e mirra è il mistero Pasquale di Gesù, è Gesù morto, sepolto e risorto. Ed è molto bello vedere Gesù che regala il suo mistero Pasquale ai Magi, perché essi ne possono godere della ricchezza.

Emerge allora davanti al nostro spirito qualcosa di molto grande che ci deve prendere e profondamente affascinare. Noi siamo dei ricercatori del volto di Dio, siamo catturati dalla sua presenza e ci svuotiamo di ciò che sono le nostre concezioni per aprirci alla gratuità della rivelazione di Gesù. E’ molto bello vedere i magi con le mani vuote e Gesù con le mani piene; in questo noi cogliamo la bellezza della Rivelazione. Che cos'è l'Epifania? È Dio che rivela la sua gloria all'umanità, ad una umanità che è sempre in cammino, ad una umanità che si pone profondamente nella condizione della ricerca, dell'umanità che attraverso le Scritture giunge a conoscere Gesù. I Magi godono della gratuità Divina che nasce dal mistero Pasquale del Maestro. Questa è la bellezza della nostra fede, questa è la bellezza del nostro cammino, lasciarci avvolgere dalla Divina gratuità divina.

E allora, davanti a questo grande mistero, noi possiamo conoscere Gesù se ci poniamo in cammino, se diventiamo persone che affascinati dalla sua Parola si proiettano in avanti per essere incontrati dal Maestro. E quando noi veniamo incontrati da Lui siamo veri ed autentici, la gioia di essere suoi. La bellezza della festa dell’Epifania che raccoglie tutto il mistero di Gesù, perché è Gesù stesso che si rivela, che si regala e i Magi sono l’umanità che contenta di accogliere questa rivelazione, riempiendo il proprio cuore di questo mistero divino che è la bellezza della vita. Noi cantiamo la gioia di essere avvolti dalla divina gratuità.

Riempiti di questo dono, se ne tornano nei loro paesi, ricercatori vengono incontrati e incontrati si riempiono di bellezza divina e si mettono in cammino per regalare agli uomini la bellezza e la grandezza della redenzione. Ecco il cristiano che si pone sempre con il cuore puro, attento e vuoto a Dio che gli si manifesta e la nostra gioia sta tutta nell’essere ricolmati da questa divina presenza che è il senso fondamentale della nostra vita. Siamo ricercatori del Vero, siamo persone sempre in cammino, siamo discepoli che si lasciano continuamente illuminare dal Maestro per camminare nella bellezza che viene dall’alto. Questa sia la gioia dell’Epifania, che non è legata tanto a cose esteriori, ma questa coscienza profonda che opera nel cuore dell’uomo, di essere ricercatore del Volto del Maestro. E in questa ricerca Egli non ci delude, riempie il nostro cuore della sua presenza, della sua Pasqua, della sua morte, sepoltura e risurrezione, ci rende quegli uomini nuovi in cammino che veramente gustano la bellezza della gratuità divina. Entriamo in questo mistero, ritroviamo la bellezza della nostra vita e Gesù riempirà il nostro cuore della sua grazia, della sua gioia, per camminare come i Magi nella storia regalando ai fratelli la bellezza che in Gesù Redentore ogni uomo è veramente e pienamente se stesso.

 

05 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Dio mai nessuno lo ha mai visto, il Figlio unigenito… è lui che lo ha rivelato. 

Godere della amicizia di Gesù è la strada per accedere al volto del Padre, meta della nostra esistenza. Qui possiamo percepire la comunione che il paradiso offre a tutti noi: gustare il volto delle tre Persone divine in una unità trasfigurante.

Padre, nel tuo Figlio Gesù camminiamo verso la contemplazione del tuo volto, aspirando alla luminosità del paradiso. Lo Spirito Santo ci orienti in tale direzione per essere immersi nella gioia eterna. AMEN

04 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

"Rabbi…dove dimori?" ... "Venite e vedrete” … e quel giorno rimasero con lui. 

La gioia d’essere discepoli sta nel condividere il suo mistero di amore. Si è veramente discepoli quando si imita l’interiorità del maestro con uno stile creativo. 

Padre, nel tuo Figlio Gesù scopriamo la bellezza d’essere tuoi figli per un cammino fraterno di grande comunione nella prospettiva della pienezza nella gloria del cielo. AMEN

03 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!

Lo sguardo del cuore credente è rivolto al mistero della persona di Gesù che si fa carico del peccato dell’intera umanità per restituire alla creatura umana la sua identità. 

Padre, nel mistero del tuo Figlio ci offri la nascita di una nuova umanità, attira a lui il nostro cuore perché possiamo assumere i suoi sentimenti per crescere in novità di vita. Lo Spirito Santo ci guidi in questo cammino. AMEN

02 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Io sono voce di uno che grida nel deserto.

Nel deserto l’anima si apre al mistero e si inoltra nelle misteriose vie della vita per vivere il dono dell’esistenza in tutta la sua verità. Questa è l’ebbrezza del quotidiano. 

Padre, con Gesù nel deserto vogliamo costruire la felicità della nostra storia per essere autentici ed essenziali nelle scelte di tutti i giorni. Lo Spirito Santo illumini e guidi i nostri passi per gustare il dono della vita. AMEN

01 gennaio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 

Il silenzio rappresenta la bellezza feconda di chi ama il mistero della vita, perché si lascia penetrare dal Mistero che illumina la quotidianità. 

Padre, nel silenzio ci fai gustare la tua presenza e ci offri la profondità del valore dell’amare il quotidiano in Gesù e nello Spirito Santo. AMEN

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO – SOLENNITA’

1 gennaio 2025

Nm 6, 22-27      Gal 4,4-7      Lc 2,16-21

OMELIA

La Chiesa convocandoci in questo primo giorno dell'anno ci pone dinanzi la contemplazione della maternità di Maria. Dopo averci introdotti con la Madonna nella vigilia del Natale oggi veniamo convocati per contemplare questo grande mistero che è la Madonna, attraverso un particolare che l'evangelista Luca mette molto bene in luce, Maria da parte sua custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore: il mistero del silenzio di Maria.

Ed è molto bello lasciarci introdurre in questa esperienza perché la bellezza della fede che Maria ci regala continuamente è il suo silenzio. Ricordiamo l'atteggiamento della Madonna e di Giuseppe quando Gesù fu trovato nel tempio a 12 anni Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro…Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. Incontrare Maria nel ciclo del Natale è incontrare l'esperienza del silenzio. Ma cosa vuol dire “silenzio”?

L'uomo dei nostri giorni ha dimenticato questa espressione perché si lascia coinvolgere nel caos della vita quotidiana. Eppure la grandezza della persona è il suo silenzio, riletto in tre atteggiamenti fondamentali sui quali vogliamo riflettere.

-      silenzio come fascino,

-      silenzio come accoglienza,

-      silenzio come fecondità.

È molto bello come gli autori medievali dicevano Tibi silentium laus - Per te il silenzio è lode, e San Tommaso affermava Dio è continuamente onorato attraverso il silenzio e allora vale la pena soffermarci su questa esperienza per essere persone che nel cammino della loro vita hanno la fecondità di Dio. Il silenzio non vuol dire assenza di parole, perché in questo caso dovremmo parlare di “mutismo” e il mutismo non è silenzio. Il silenzio è essenzialmente una attenzione a qualcosa di grande che ci prende, è l'accoglienza creatrice di questa presenza, è la gioia di camminare che in ciò che veramente vale per costruire il nostro istante.

Innanzitutto il silenzio è lasciarci affascinare da qualcosa di grande. Se noi entriamo nell'esperienza di Maria noi ci accorgiamo di questo: ella non comprese fino in fondo il mistero da cui era avvolta, ma era ricca di stupore; in quella espressione di Luca Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro noi ritroviamo la bellezza di cogliere Maria che è nel fascino del Figlio. Il silenzio ci pone davanti alla domanda - Chi è Gesù? - e il silenzio è la capacità di collocarci in quello che è veramente il senso del mistero di Dio.

Dio nel silenzio si cala nella storia…

È molto bello come Sant'Ignazio di Antiochia volendo definire cosa fosse l'Incarnazione disse: “L'Incarnazione è la parola uscita dal silenzio di Dio”. La bellezza della nostra esistenza è essere avvolti dal silenzio che non è assenza di parole, ma la gustazione di qualcosa di favoloso. Dio è talmente grande che davanti alla sua personalità noi rimaniamo in silenzio, un silenzio ammirato, un silenzio ricco di novità di vita, un silenzio aperto sul futuro. Ecco perché Maria madre di Gesù è la donna del silenzio. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. E allora se noi cogliamo questo primo aspetto della figura di Maria, il silenzio è veramente fecondo.

Ricordiamo sempre l'affermazione fatta prima: il silenzio non è assenza di parole, ma il silenzio è aprire al cuore al fascino di qualcosa più grande di noi, è leggere la storia nella certezza che qualcosa di grande stia veramente accadendo. È la bellezza della nostra vita spalancare il nostro cuore al Dio che si rivela regalandoci la sua bellezza. Maria donna del silenzio è ricca di stupore davanti al rivelarsi di Dio. Questo lo cogliamo molto bene nel canto del Magnificat, che è nient'altro che l'espressione di un cuore innamorato che si lascia prendere dalla bellezza Divina, nella convinzione che Dio è veramente meraviglioso! Il silenzio è lo stupore dell'anima davanti alla bellezza.

Ecco allora che se questo primo elemento della bellezza nel silenzio riusciamo a coglierla, ecco che la bellezza della nostra vita diventa “stare davanti a Gesù”. Noi tante volte dimentichiamo questo “stare davanti a Gesù” che è la bellezza della nostra vita, ed è il secondo passaggio che nella fede dovremmo riuscire a cogliere fino in fondo: essere persone che si lasciano catturare dalla bellezza di Dio.

In certo qual modo l'assenza di silenzio ci impedisce di gustare il rivelarsi della grandezza di Dio. Importante nella vita non è capire, importante nella vita è spalancare il nostro cuore ad un evento più grande di noi che ci dà la bellezza del cuore. Ecco il secondo passaggio che dovremmo sempre tener ben presente: spalancare il cuore alla Divina presenza.

Qualche volta nasce la domanda - Quando veramente Maria avrà veramente compreso il mistero da cui è stata pienamente avvolta? - e penso che la pienezza della sua rivelazione sia stato il momento della sua dormizione quando, affascinata dal mistero del Figlio, è passata da questa all'altra vita ed è entrata in un gaudio interiore che ha espresso quasi interamente Luca con il canto del Magnificat l'anima mia magnifica il Signore! L'uomo del silenzio è un affascinato dalle meraviglie del Signore e la sua vita diventa un canto. Dio è così grande nella nostra storia che le sue meraviglie non si possono dire, le sue meraviglie si possono solo cantare, è quella esperienza interiore che lentamente ci porta ad entrare nel mistero di Dio e, quando l'uomo, contemplando Maria realizza questi due passaggi, il terzo è la divina maternità: la festa di oggi, dove la maternità è il canto dell’esultanza interiore del mistero della vita che penetra in Maria e la rende la donna per eccellenza l'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore perché ha guardato alla piccolezza della sua serva. L'uomo del silenzio è l'uomo che sa gustare la grandezza di Dio nel cammino della sua storia quotidiana.

Ecco perché nella festa della Divina maternità di Maria la Chiesa ci ha proposto il testo evangelico che abbiamo ascoltato Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. Il silenzio è la bellezza dell'anima innamorata di Dio! Le tante parole sono un disturbo esistenziale, il silenzio è concentrazione su ciò che veramente vale per poter camminare in novità di vita. Ecco perché la festa della Divina maternità di Maria ci pone dinanzi all'esperienza del suo silenzio e, il sacro silenzio, è dell'anima innamorata di Dio. Tant’ è vero che nella Divina liturgia si dice “il silenzio è sacro” perché è il luogo in cui l'uomo coglie il fascino del mistero, se ne lascia inebriare e trova la grandezza della sua vita in qualcosa che lo affascina nel profondo del suo spirito.

Guardiamo Maria nel suo silenzio, gustiamo la fecondità di questo suo atteggiamento, cantiamo con lei la bellezza delle meraviglie che Dio in lei ha seminato e che semina in ciascuno di noi. Cantare non è il gridare, cantare è scrivere nelle profondità del cuore la grandezza di Dio! Ecco perché l'anima mia magnifica il Signore! E allora credo che questa mattina iniziando il nuovo anno con l'esperienza della Divina maternità di Maria dovremmo imparare ad amare l’interiorità del silenzio per poter gustare la soavità di Dio, percepirne la misteriosa volontà e camminare in quella novità che viene dall'alto e che è la grandezza e la bellezza della nostra vita.

Viviamo così questa eucarestia, nel silenzio di Maria, nel silenzio di Gesù, nel silenzio delle tre Persone Divine e attraverso questa mirabile esperienza potremo veramente percepire la bellezza di Dio e quindi, quanto è vero l'espressione medievale citata all’inizio: - Tibi silentium Laus - il silenzio è lode per te o Signore, perché ci lasciamo inebriare dalla grandezza del tuo cuore, ci lasciamo amare nella semplicità dell'ordinario per camminare in quella sobrietà di vita dove la presenza del Divino ci anima continuamente. Questa è la bellezza dell'inizio di un nuovo anno, il silenzio dell'ascolto, il silenzio di un cuore innamorato, il silenzio che sa gustare le meraviglie di Dio nella vita feriale di tutti i giorni.