28 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

L' uomo non divida quello che Dio ha congiunto.

La bellezza della vita cristiana sta nella apertura sulla parola di Dio come interpretazione del mistero della vita matrimoniale. Ogni dono viene dall’alto e da quello che viene donato nascono i criteri per vivere l’oggi della storia con una grande apertura nella fede. Questo è lo stile di vita di ogni cristiano. 

Padre, nella persona del tuo Figlio illumini la nostra esistenza e ci guidi nelle scelte quotidiane per poter vivere secondo il Vangelo. Guidaci sempre con la luce dello Spirito Santo perché possiamo dimorare nella tua misteriosa volontà. AMEN

26 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Chi non è contro di noi, è per noi.

Il cuore del Maestro si allarga sempre davanti agli avvenimenti della storia quotidiana. Infatti chi può avere sentimenti di avversione quando il suo cuore abbraccia l’intera umanità? La bellezza della fede fa fiorire cuori ricchi di amore veramente inesauribile che genera sempre fiducia e speranza, in qualunque situazione della esistenza. 

Padre, aiutaci ad assaporare la bellezza del cuore di Gesù per poterne gustare la fecondità veramente inesauribile. Lo Spirito Santo ci aiuti sempre in tale cammino spirituale per poter seminare la bellezza del quotidiano in un clima di autentica fraternità. AMEN

25 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti.

La fecondità del servizio sta nella capacità di sapere ascoltare i fratelli e spalancare il cuore alla storia. La bellezza dei rapporti interpersonali si scopre nella gioia spirituale di accogliere l’altro nella sua verità esistenziale. 

Padre, nel mistero dell’incarnazione ci hai insegnato la gioia di porci al vero servizio dei fratelli, spalancando il cuore nella fecondità della relazione interpersonale. Lo Spirito Santo in questo è il nostro meraviglioso maestro. AMEN

24 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera. 

Lo spirito in stato di preghiera vive una intensa esperienza di comunione nella quale l’anima si affida alla Signoria divina per potere gustare la comunione con la sorgente della vita. In questo avviene un reale e profondo cammino di rigenerazione esistenziale e di speranza. 

Padre, è bello vivere in costante comunione di preghiera con Gesù per essere la concretezza della tua volontà di amore. Lo Spirito Santo ci guidi in questo cammino per crescere nella sintonia con il tuo cuore paterno. AMEN

23 febbraio 2025

VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C

DOMENICA 23 FEBBRAIO 2025

1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23      1Cor 15,45-49      Lc 6,27-38

OMELIA

L'evangelista Luca in queste domeniche, lentamente, ci ha condotti per mano perché potessimo entrare nella mentalità del Maestro per ritrovarvi la bellezza della nostra vita cristiana anzi, poiché sappiamo che Gesù è vero Dio e vero uomo, e parlandoci con il suo stile di vita, ci offre la strada per realizzare la nostra umanità: siamo chiamati a essere veri uomini per essere deificati.

È la bellezza della nostra vocazione, è la paradossalità umana dell'essere discepoli del Maestro. Il cammino che l'evangelista ci offre è, come dicevamo domenica scorsa, partire dalla comunione orante presso il Padre per entrare nella storia amandola fin in fondo per entrare nella pienezza della nostra vita che sono le beatitudini. Dalla contemplazione di essere come il Maestro veniamo stimolati a costruire una vita che ci conduca veramente alla Vita. Il cristiano è la gioiosa paradossalità dell'essere uomini.

Se noi entrassimo in questo tipo di lettura del testo biblico di Luca, il linguaggio del Vangelo risulterebbe sicuramente molto problematico per ciascuno di noi perché, istintivamente, noi potremmo proferire il giudizio: non è possibile! Solo chi si lascia conquistare da Gesù, solo chi riesce a lasciarlo entrare nel proprio mondo, permettendogli di vivere nelle nostre scelte, può veramente entrare in questa sapienza. E allora due potrebbero essere gli elementi che ci stimolano a entrare in questa esperienza. Innanzitutto guardiamo Gesù, Gesù - uomo.

Noi tante volte siamo più catturati da Gesù - Dio. Impariamo ad amare Gesù - uomo per imparare da lui come, dal momento della sua incarnazione, dal momento che è venuto ad abitare in mezzo a noi, ci ha amati nello stile della vera umanità.

Se noi entriamo nell'itinerario del Vangelo, Gesù ci ama come dono del Padre. Diverse volte ce lo siamo detti noi siamo il dono del Padre al Figlio. E Gesù ci ama e ci ama perché siamo “dono”, dono del Padre a lui perché possiamo veramente crescere e maturare nella nostra vera identità umana, perché amare è cercare il vero bene dell'altro. L'uomo, quando entra nella profondità della sua esistenza e si pone l'interrogativo che senso abbia vivere in stato relazionale, la risposta è molto semplice: adorare il mistero che è l'altro, come nell'esperienza di Gesù che accoglie l'uomo come dono del Padre. E l'uomo, è un dono che non conosceremo mai. Amare è entrare in un'avventura nella quale noi continuamente adoriamo l'altro per riviverne il mistero.

L'esempio evangelico più bello che l'evangelista Luca ci offre nel racconto dell'ultima cena è che Gesù rivolgendosi ai discepoli dice io sono in mezzo a voi come colui che serve, come colui che ama ascoltando, come colui che vi accoglie così come siete, come colui che vi ama perché siate la vostra originalità.

Noi qualche volta rimaniamo semplicemente legati alle cose contingenti. Se noi entrassimo nella persona di Gesù, ci accorgeremmo che egli è colui che ci serve - nel senso vero evangelico - ci ama, ci ascolta, ci illumina, ci guida perché possiamo veramente essere il mistero che il Padre dall'eternità ha pensato per ciascuno di noi. Quando noi entriamo in questo primo elemento fondamentale - e l'esempio di Gesù è molto bello perché Gesù ci dice quello che egli è effettivamente -, egli entra in noi per essere quello che è, l'Uomo che ci educa a essere uomini. É è la bellezza della nostra vita cristiana! L'effetto allora che dovremmo percepire è che l'uomo ritrovi se stesso, sia contento d'essere se stesso, pur nelle complessità del quotidiano.

La bellezza d'essere amati è la bellezza di essere noi stessi, la bellezza di far sì che noi possiamo ritrovare la gioia d'essere quello che dall'eternità il Padre ci ha pensato, l'originalità dell'originale Gesù Cristo. Allora quando l'uomo si sente veramente amato assume un'aspirazione sempre più profonda a essere secondo il progetto di Dio, la libertà dell'essere uomo in ogni travaglio storico e poiché la bellezza della nostra esistenza è d'essere questo meraviglioso mistero di Dio che entra nella nostra vita, il criterio per costruire la nostra esistenza amata da Dio è crescere nella gratitudine. La gratitudine d'essere uomini!

Se abbiamo notato il brano evangelico nella sua profondità, ci accorgiamo che c’è un amore a fondo perduto, un amare nella gioia di rendere l'altro se stesso. Il criterio dell’amare per avere non è libertà. Gesù ha amato l'uomo diventando veramente uomo perché l’uomo fosse uomo; quando noi alla fine del nostro percorso storico incontreremo il volto di Dio Padre l'unica carta d'identità che ci sarà richiesta è di essere uomini a imitazione dell'Uomo Gesù Cristo. Se noi entrassimo in questa meravigliosa esperienza, allora potremmo veramente accedere a questa realtà del cielo, è la bella visione che ci ha dato l'apostolo Paolo, quando ci ha detto che Gesù è l'uomo spirituale datore di vita. La bellezza della fede è crescere nella nostra identità originale. Gesù passa in mezzo a noi come colui che si mette in ginocchio, ci accoglie come regalo del Padre, perché possiamo assumere tutte le sue coordinate, tutte le sue coordinate di un'umanità per essere veramente noi stessi. E questo si sta realizzando nell'eucaristia!

L'Eucaristia è l'umanità sacramentale di Gesù che costruisce la nostra umanità nella nostra personalità storica. Noi qualche volta pensiamo che l'Eucaristia sia andare a mangiare. La bellezza che attraverso il mangiare Gesù ci regala, in quel pane e in quel vino, è la bellezza della sua umanità, si fa pane per regalarci la sua umanità e quindi per ritrovare dentro di noi la presenza dell'uomo perfetto. Ecco perché Gesù questa mattina ci ha regalato un testo sicuramente difficile perché noi conosciamo i limiti delle nostre storicità e delle relazioni che l'esistenza ogni giorno ci offre, ma Gesù dicendoci questo ci dice ancor prima che siamo suoi, siamo il dono del Padre e l'Eucaristia è vivere ogni giorno la gioia di essere dono attraverso il rendimento di grazie.

Questa sia la bellezza che vogliamo condividere questa mattina, la gioia luminosa di essere in Gesù uomini che amati amano continuamente per regalare agli altri la gioia della propria umanità. Questo è, in certo qual modo, quello che Gesù potrebbe effettivamente regalarci e allora cantiamo questa gioia con quel rendimento di grazie che è l'Eucaristia e ritorniamo a casa non perché siamo venuti a un rito, ma perché in questa Eucaristia abbiamo goduto la nostra umanità che è la bellezza di Dio incarnata nelle nostre persone.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono.

Il discepolo ha un cuore libero che vive la sapienza del Maestro e che condivide la speranza che viene dall’alto. In tal modo viviamo la libertà che viene dall’alto e la doniamo a tutti. 

Padre, nel tuo Figlio Gesù gustiamo la gioia della libertà del cuore che si dona a ogni fratello. È nello Spirito che gustiamo tale bellezza e cresciamo nella gioia della vera fratellanza. AMEN

22 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. 

Questa professione di fede riassume il cuore della fede che anima la comunità cristiana. Focalizzata sul mistero di Gesù, essa di lui deve vivere, a lui deve far riferimento, con lui è chiamata a esistere per crescere in quella comunione che è anticipazione della luminosità del paradiso. 

Padre, la persona di Gesù è l’anima della nostra esistenza. Egli vive in noi, cammina con noi, agisce per noi come esempio di vita per poter giungere a lui nella gloria della liturgia del cielo insieme a tutta l‘umanità. Lo Spirito Santo animi sempre tale avventura esistenziale per gustarne la bellezza. AMEN

21 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.

Cristo Gesù rappresenta il centro della vita che avvolge la storia di ogni suo discepolo. In lui la creatura viene illuminata e guidata verso la pienezza della gloria in comunione con tutti i santi del cielo. 

Padre, nel tuo Amore ogni umana creatura viene plasmata dallo Spirito Santo perché sia il volto luminoso di Gesù morto e risorto. Tale bellezza è la gioia del cuore credente che respira eternità beata. AMEN

20 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Ma voi chi dite che io sia?

La conoscenza di Gesù rappresenta il grande desiderio di ogni discepolo che si lascia avvolgere dalla personalità del Maestro per assumere la sua mentalità. In lui si riconosce il vero valore della vita. 

Padre, Gesù è al centro del cuore di ogni discepolo che in lui riscopre e approfondisce il valore portante della vita. Lo Spirito Santo è il grande maestro per un simile itinerario spirituale per poter gustare la gioia della comunione fraterna. AMEN

19 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Allora gli impose le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente. 

La persona di Gesù è principio di novità di vita. Il discepolo si lascia trascinare nella contemplazione del suo mistero per poter accedere alla bellezza feconda del Maestro divino. 

Padre, nella grandezza del mistero di Gesù ci vuoi far gustare la bellezza del tuo amore per la creatura umana. Attiraci nella sua personalità perché possiamo gustare la soavità dell’eterno. AMEN

18 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

I discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. 

I discepoli avevano un solo pane che è il Maestro, che arricchisce il cuore di ogni umana creatura. È il dramma del non credente che non sa vedere la presenza di Gesù nella sua storia quotidiana. Egli è il pane che dà da mangiare a tutti gli uomini. 

Padre, la persona del tuo Figlio Gesù sfama ogni desiderio della creatura umana perché possa realizzare la propria identità. Nella potenza dello Spirito Santo rendici persone autentiche perché viviamo del vero pane che è Gesù, in conformità del tuo volere creativo. AMEN

17 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno.

Solo una profonda vita interiore aiuta a comprendere le parole e a penetrarne la verità del mistero che avvolge la personalità di Gesù. Il suo linguaggio è vita eterna. Accogliamolo e avvertiremo tutta la ricchezza presente nel suo cuore. 

Padre, nella comunione con te intravediamo la profondità spirituale del cuore di Gesù. Avvolgici nella potenza dello Spirito Santo perché possiamo lasciarci attirare nel tuo Mistero per poter gustare la bellezza profonda del suo cuore. Lo Spirito Santo ci guidi in questa affascinante avventura. AMEN

16 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. 

Scoprire il senso della povertà evangelica è fonte di grande libertà esistenziale poiché tale esperienza rappresenta la scuola per amare se stessi nella docilità all’oggi misterioso del Padre. Egli è il signore della nostra esistenza. 

Padre, nella tua volontà è la nostra libertà interiore. Come ha fatto Gesù, così desideriamo costruire la nostra storia nelle tue mani per poter diventare i capolavori del tuo amore senza limiti, a speranza di ogni fratello. AMEN

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C

DOMENICA 16 FEBBRAIO 2025 

Ger 17,5-8      1Cor 15,12.16-20      Lc 6,17.20-26

OMELIA

Quando il discepolo con purezza e apertura di cuore accoglie il Maestro e ne vive tutta la paradossalità si ritrova nell’esperienza delle beatitudini; infatti, se risentiamo attentamente l’introduzione alla sapienza delle beatitudini, ci accorgiamo che Gesù volge lo sguardo verso i discepoli e, in quell’atteggiamento, scopriamo che il discepolo è chiamato ad avere un cuore puro per lasciarsi invadere dalla personalità del Maestro.

Le beatitudini sono l’espressione verbale della comunicazione che Gesù fa di sé stesso al discepolo perché il discepolo sia l’incarnazione della sua sapienza.

Se leggiamo attentamente queste beatitudini ci accorgiamo come esse siano fondamentalmente paradossali: il dramma storico, la gloria eterna…Per entrare in questa sapienza attraverso lo sguardo del cuore attento al volto del Maestro dobbiamo chiederci cosa significa che il discepolo è chiamato ad assumere questa sapienza che, in modo immediato, è tutt’altro che acquistabile dall’uomo comune.

Qui scopriamo una grossa verità che ci deve permeare in modo che la sapienza di Gesù divenga la nostra sapienza: in modo immediato - come metodo - non dobbiamo porci nell’atteggiamento di capire letteralmente le beatitudini perché esse sono delle formulazioni paradossali per l’uomo concreto ma, l’esperienza delle beatitudini, è permettere a Dio Padre che suo Figlio, morto e risorto, viva dentro di noi.

Le beatitudini sono il Cristo attivo in noi.

In certo qual modo, noi non partiamo dalle beatitudini per viverle, ma partiamo dell’accoglienza del Cristo che rivive in noi la sua sapienza e, di riflesso, ne viviamo l’interiorità che sono le beatitudini. Gesù con lo sguardo del cuore penetra dentro di noi e quando lo sguardo del cuore accoglie il Maestro, e il Maestro vive dentro di noi, ci accorgiamo che le beatitudini fioriscono in modo immediato.

Le beatitudini non sono da imitare, ma sono il risultato della imitazione di Cristo.

Potremmo dire che le beatitudini sono quattro (come nel Vangelo di Luca), le beatitudini sono otto (come nel Vangelo di Matteo), le beatitudini sono sedici (se guardiamo la tradizione neo-testamentaria), ma le beatitudini in ultima analisi sono infinite…perché le beatitudini sono il fiorire della personalità di Gesù dentro di noi.

Le beatitudini perciò vivono di colui che nella sua esistenza ha un unico scopo: amare la storia di Gesù, configurandosi a essa in ogni scelta per poter partecipare alla sua gloria.

Ma noi ci troviamo nella sapienza di Gesù se risentiamo con la mentalità di oggi le quattro beatitudini di Luca; ci ritroviamo in una condizione di emarginazione storica, in un mondo che ha come criterio l’apparire, il produrre, la gloria umana.  Risentire le beatitudini vuol dire essere in un altro mondo.

Se ci accostiamo a Gesù e ci lasciamo affascinare dalla sua persona e dal suo mistero potremo dire che accogliamo “le stimmate” dell’emarginazione storica.

Non per niente Gesù ha salvato il mondo da emarginato, fuori dalle mura (dice la lettera agli Ebrei) in un frammento di storia profana, fu rifiutato dall’umanità…

Ecco perché le beatitudini sono lo Spirito di Gesù dentro di noi e, ciò che ci permette di viverle, è non guardare mai alle conseguenze, ma guardare a quella interiorità di Cristo che è radicata dentro di noi.

Se noi partiamo da questa sapienza in cui siamo affascinati dal Maestro e nella figura del Maestro costruiamo la nostra storia ci accorgiamo di un secondo passaggio che è espresso dai tempi verbali delle beatitudini: la prima beatitudine è al presente, le altre tre sono al futuro perché nelle beatitudini c’è un presente che genera un futuro.

Tante volte, come discepoli del Maestro, potremmo cadere in una insipienza esistenziale: oggi soffro, domani sono nella gloria… ma se vivessimo solo di futuro non potrebbe essere tutta un’illusione?

Ricordiamoci che l’uomo religioso è tentato dal transfer-psicologico del domani.

Come l’imitazione di Cristo è un “oggi”, le beatitudini partono dalla presenza: “oggi” di Gesù.

Oggi il Maestro in noi vive la sua sapienza e chi oggi vive la sua sapienza, domani godrà della pienezza. Se dovessimo usare un’immagine evangelica che ci permette di intravvedere questa ricchezza, dovremmo guardare l’immagine del chicco di grano.

Tutta la fecondità del chicco di grano è nel presente nascosto sotto terra.

Le beatitudini è vivere sotto terra; Paolo direbbe: “Nascosti con Cristo in Dio” e in questo nascondimento vivere un presente, dove la vera gioia è il Signore dentro di noi!

Il futuro sarà il fiorire della ricchezza di questo presente, è un presente denso di eternità.

Noi viviamo oggi la grandezza del Maestro nella profonda consapevolezza che il presente, intensamente vissuto, fa sì che noi ci proiettiamo in un futuro arricchendo la nostra storia di una speranza veramente inesauribile. Il presente in Cristo sarà sì un tormento, ma in Cristo! Ed essendo in Cristo è fonte di ineffabile risurrezione.

Ecco il testo dell’apostolo Paolo della seconda lettura, per cui nelle tristezze storiche noi stiamo vivendo le fecondità eterne.

Ecco perché l’Evangelista parte dalla prima beatitudine al presente: “Beati voi poveri perché vostro è il regno dei cieli” e poi passa al futuro.

È quel coniugare la sapienza del Vangelo di una profondità di presente che dà forza e coraggio nel futuro.

Ecco perché il cristiano ha sempre la purezza del cuore, perché è sempre aperto a questa Presenza del Maestro per spalancare la propria esistenza alla sua invadenza e, quando il Maestro entra dentro di noi, viviamo la sapienza che è la morte e risurrezione di Gesù.

Ecco perché il Signore ci dice: “Permettimi di entrare in te come risorto, per darti il coraggio del mio morire nella tua esistenza storica”.

Allora intuiamo come giorno per giorno le beatitudini sono la grande speranza: non ci lasciamo schiacciare dal presente, ma dall’interno della nostra persona diamo a essa una forte valenza di salvezza che si rivelerà quando vedremo finalmente il Signore faccia a faccia.

Quella sapienza ci trasformerà in modo definitivo e saremo nella gloria eterna!

Le beatitudini sono la fecondità della risurrezione nel drammatico presente storico.

Questa mattina ci siamo ritrovati in questa Eucaristia per poter accogliere la sapienza di Gesù.

L’Eucaristia, usando il linguaggio evangelico di questa mattina è Gesù che volge il suo sguardo verso di noi e volge il suo sguardo dentro di noi dicendoci: “Beati gli invitati alle nozze della cena dell’Agnello” e in quel momento entriamo nella vera beatitudine! Il Corpo e il Sangue del Signore!

In quel momento si è sedimentata in noi quella sapienza che è speranza vera, effettiva e feconda nella tribolazione.

Le beatitudini del Vangelo sono la beatitudine eucaristica: “Beati gli invitati alla cena delle nozze dell’Agnello”. Allora ritorniamo a casa con questa gioia: il Signore ha messo in noi la fecondità della risurrezione.

Anche se la storia sarà povertà, afflizione, essere affamati, essere perseguitati, in noi c’è quel farmaco di immortalità divina che ci dice: “Val la pena di vivere la sapienza del Vangelo”. Assumiamo questa mentalità che, a noi discepoli questa mattina ci vuol regalare, per crescere nella bellezza della vita nonostante le drammaticità, perché il Signore è in noi e la sua Presenza è la grande beatitudine: il coraggio di vivere il presente affascinati da un Maestro divino che ci apre le porte dell’eternità beata.

 

15 febbraio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni sono con me e non hanno da mangiare.

Gesù affascina l’uomo che vuol rimanere con il Maestro perché in lui scopre quella sapienza che offre il vero significato da dare all’esistenza nell’affrontare il quotidiano. Nella sua luce la creatura è veramente se stessa. 

Padre, nella persona di Gesù appare la luce che guida la creatura umana nel cammino quotidiano della storia. Nella sua bellezza l’uomo ritrova se stesso. Lo Spirito Santo ci attiri sempre più nella sua luce perché possiamo camminare in costante novità di vita. AMEN