01 novembre 2015

TUTTI I SANTI - ANNO B - Solennità

 Ap 7,2-4.9-14                     1 Gv 3,1-3    Mt 5,1-12a
OMELIA
La bellezza della vita è riscoprire giorno per giorno la nostra identità di discepoli e la festa di tutti i Santi attraverso il mistero della comunione tra cielo e terra ci educa a scoprire in maggiore profondità la nostra identità di discepoli attraverso l'immagine cara alla scuola di Giovanni d'essere “figli di Dio”. La bellezza d'essere con tutti i Santi è riscoprire la gioia di essere figli di Dio in questo mondo nell'attesa dell'essere pienamente realizzati nella nostra identità nella Gerusalemme del cielo. Ora il cristiano è figlio nel Figlio di Dio.

Quando parliamo d'essere figli di Dio dobbiamo sempre aggiungere “figli nel Figlio” perché la nostra identità è racchiusa tutta nella realtà di Gesù e, Gesù è il figlio perché Santo, perché appartiene a un'intima relazione con il Padre; la santità è appartenere a Dio. Gesù per eccellenza è il Santo perché è tutt'uno con il Padre e la gioia di essere figlio nel Figlio ci dà l'ebbrezza d'essere santi.

Il discepolo del Signore è santo per natura sua!  È’ l'identità nella quale dobbiamo continuamente entrare per poter gustare la bellezza della nostra vita. La comunione con tutti i Santi ci dà la gioia di riscoprire la bellezza d'essere santi.

Noi sappiamo che ormai dal momento che siamo discepoli di Gesù siamo suoi, le caratteristiche di Gesù sono le caratteristiche della nostra vita, quello che caratterizza il Figlio di Dio caratterizza ognuno di noi perché ognuno di noi è tutto in Gesù, il Santo per eccellenza.

Contemplando Gesù nel quale ritroviamo la nostra identità, cerchiamo di approfondire il gusto di essere discepoli e scopriamo una cosa molto bella: noi siamo continuamente generati da Dio.

Anzi, ognuno di noi partecipa alla generazione eterna del Figlio di Dio.

L'evangelista Giovanni soprattutto quando delinea la figura del discepolo dice chi sia figlio.

Quando ci accostiamo alla Scrittura, le verità più profonde sono espresse con le immagini. La parola Figlio vuol dire essere generati, la parola Padre vuol dire gustare la fonte della vita e noi, ogni giorno, gustando la fonte della vita siamo generati da Dio. Frammento per frammento nella nostra esistenza si costruisce nella gioia d'essere generati da Dio.

Se nell'ordine concreto un figlio viene generato e poi diventa autonomo, nella realtà della nostra esistenza cristiana noi siamo istante per istante generati da Dio, il Santo! Quando rifiutiamo l'espressione che siamo dei santi dimentichiamo la nostra identità. La bellezza della nostra esistenza è il gusto di vivere ogni frammento della vita come persone che vengono generate da Dio.

Questo fatto lo avvertiamo molto bene se per un momento ci lasciamo prendere dalla divina rivelazione e cerchiamo di scoprire chi noi profondamente siamo e la Scrittura ci dà un aiuto per penetrare questa verità quando dice che l'uomo è stato creato nel respiro di Dio. Se l'uomo è stato generato nel respiro di Dio, ogni respiro è un segno che stiamo generati da Dio. Esiste un momento nella nostra vita storica nel quale non respiriamo? Come nella vita nostra storica non esiste un istante in cui noi non respiriamo così tutta la nostra vita è essere il respiro vivente di Dio.

Se questa verità già ci appassiona, se entriamo ulteriormente nella bellezza della rivelazione, cos'è il respiro di Dio? Allora la rivelazione ci apre un orizzonte che ci dà una meravigliosa esultanza interiore: il respiro di Dio che crea l'uomo è l'amore appassionato di Dio per l'uomo, ogni respiro è l'amore appassionato di Dio per l'uomo.

Se in un frammento della nostra esistenza potessimo - anche solo per un frammento - dire siamo degli amati appassionati da parte di Dio, l'essere santi è gustare giorno per giorno questa ricchezza.

Noi purtroppo siamo sempre tentati dagli atteggiamenti morali e gli atteggiamenti morali possono avere la capacità di rovinare la nostra identità. La bellezza della nostra esistenza è che comunque ci comportiamo siamo il respiro di un innamorato dell'uomo e quando noi scopriamo questa verità, comunque sia la situazione morale, l'uomo respira l'Eterno e quando l'uomo respira l'Eterno, in quel momento, la vita ha tutto un altro significato.

Questo convincimento ce l'ha detto molto bene il testo che abbiamo ascoltato dall'Apocalisse: cosa vuol dire che i 144.000, cioè l'intera umanità, ha lavato le vesti nel sangue dell'Agnello? Noi abbiamo una visione del lavare molto estrinseca, mentre l'acqua è il criterio di sussistenza dell'uomo; lavare le vesti nel sangue dell'Agnello vuol dire allora che il nostro sangue teologale è il sangue di Cristo stesso e se la nostra esistenza è tutta intrisa di questo sangue dell'Agnello l'essere figli non è solo gustare l'essere istante per istante creati, non vuol dire soltanto che il respiro è l'amore appassionato di Dio per l'uomo, ma la nostra esistenza è tutta rigenerata nel sangue dell'Agnello.

Il cristiano è rivestito di una veste candida, perché è immerso nell'eternità beata, e questo non per i nostri meriti, ma unicamente per questo accadimento dell'amore di Dio nei nostri confronti.

La bellezza dell'essere cristiani è incarnare ogni giorno questa consapevolezza: sono l'oggetto ineffabile di un amore incontenibile, sono il suo capolavoro!

L'essere santi è la gioia di essere creati dal Padre, inebriati dallo Spirito vivendo l'identità del Figlio. È questo è in ciascuno di noi.

La bellezza d'essere figli nel Figlio ci dà questa appassionata esperienza, ecco perché i cristiani di Paolo si chiamavano “ i santi” espressione semplice che dice la profondità di un mistero nel quale noi siamo inseriti. Se noi riuscissimo anche solo a intravedere qualche cosa di questo mistero, la festa  odierna di tutti i Santi sarebbe la comunione con coloro che ci ricordano ogni giorno la bellezza e la fecondità della nostra vita di discepoli.

Se l'uomo è frutto delle sue relazioni, il cristiano vive sempre la relazione con i santi del cielo e della terra in una continua elaborazione di uno stile di vita nel quale gustiamo di appartenere al Padre attraverso la fecondità del Figlio e dello Spirito Santo.

Questa ricchezza noi la stiamo vivendo: generati da Dio istante per istante, nell'eucarestia la Trinità rigenera la nostra identità e quanto più celebriamo i divini misteri tanto più cresciamo nell'ebbrezza della nostra identità. Santificati nel battesimo ci santifichiamo nel cammino sacramentale per regalare santità ai nostri fratelli in una comunione di rigenerati nella creatività inesauribile di Dio.

Questa è la bellezza dell'essere discepoli e allora la festa di oggi è la festa nella quale possiamo veramente regalarci la santità di Dio che è la bellezza della nostra esistenza e allora credo che in questa eucarestia noi stiamo intensamente vivendo il mistero d'essere amati appassionatamente dalle tre Persone divine. Su questo sfondo cerchiamo di assaporare questo meraviglioso evento perché, aldilà delle tribolazioni della storia, gli interrogativi della vita, le oscurità del istante siamo figli nel Figlio, oggetto della generazione delle tre Persone divine. Quando la nostra esistenza si lascia illuminare da questa grandezza il cristiano è luminoso anche con le spine del feriale.

Viviamo questo mistero in semplicità, tutto è grazia! E allora ritrovando questa consapevolezza che tutto è grazia oggi cantiamo la nostra gratitudine e la gratitudine rivolta Dio è un continuo perdono per ogni nostra povertà storica.
 
 
 
 
 
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