OMELIA
La bellezza della vita è riscoprire giorno per giorno la nostra identità di discepoli e la festa di tutti i Santi attraverso il mistero della comunione tra cielo e terra ci educa a scoprire in maggiore profondità la nostra identità di discepoli attraverso l'immagine cara alla scuola di Giovanni d'essere “figli di Dio”. La bellezza d'essere con tutti i Santi è riscoprire la gioia di essere figli di Dio in questo mondo nell'attesa dell'essere pienamente realizzati nella nostra identità nella Gerusalemme del cielo. Ora il cristiano è figlio nel Figlio di Dio.
Quando parliamo d'essere figli di Dio dobbiamo sempre aggiungere
“figli nel Figlio” perché la nostra identità è racchiusa tutta nella realtà di
Gesù e, Gesù è il figlio perché Santo, perché appartiene a un'intima relazione
con il Padre; la santità è appartenere a Dio. Gesù per eccellenza è il Santo
perché è tutt'uno con il Padre e la gioia di essere figlio nel Figlio ci dà
l'ebbrezza d'essere santi.
Il discepolo del Signore è santo per natura sua! È’ l'identità nella quale dobbiamo
continuamente entrare per poter gustare la bellezza della nostra vita. La comunione
con tutti i Santi ci dà la gioia di riscoprire la bellezza d'essere santi.
Noi sappiamo che ormai dal momento che siamo discepoli di
Gesù siamo suoi, le caratteristiche di Gesù sono le caratteristiche della
nostra vita, quello che caratterizza il Figlio di Dio caratterizza ognuno di
noi perché ognuno di noi è tutto in Gesù, il Santo per eccellenza.
Contemplando Gesù nel quale ritroviamo la nostra identità,
cerchiamo di approfondire il gusto di essere discepoli e scopriamo una cosa
molto bella: noi siamo continuamente generati da Dio.
Anzi, ognuno di noi partecipa alla generazione eterna del Figlio
di Dio.
L'evangelista Giovanni soprattutto quando delinea la
figura del discepolo dice chi sia figlio.
Quando ci accostiamo alla Scrittura, le verità più
profonde sono espresse con le immagini. La parola Figlio vuol dire essere
generati, la parola Padre vuol dire gustare la fonte della vita e noi, ogni
giorno, gustando la fonte della vita siamo generati da Dio. Frammento per
frammento nella nostra esistenza si costruisce nella gioia d'essere generati da
Dio.
Se nell'ordine concreto un figlio viene generato e poi
diventa autonomo, nella realtà della nostra esistenza cristiana noi siamo
istante per istante generati da Dio, il Santo! Quando rifiutiamo l'espressione
che siamo dei santi dimentichiamo la nostra identità. La bellezza della nostra
esistenza è il gusto di vivere ogni frammento della vita come persone che
vengono generate da Dio.
Questo fatto lo avvertiamo molto bene se per un momento ci
lasciamo prendere dalla divina rivelazione e cerchiamo di scoprire chi noi
profondamente siamo e la Scrittura ci dà un aiuto per penetrare questa verità
quando dice che l'uomo è stato creato nel
respiro di Dio. Se l'uomo è stato generato nel respiro di Dio, ogni respiro
è un segno che stiamo generati da Dio. Esiste un momento nella nostra vita
storica nel quale non respiriamo? Come nella vita nostra storica non esiste un
istante in cui noi non respiriamo così tutta la nostra vita è essere il respiro
vivente di Dio.
Se questa verità già ci appassiona, se entriamo
ulteriormente nella bellezza della rivelazione, cos'è il respiro di Dio? Allora
la rivelazione ci apre un orizzonte che ci dà una meravigliosa esultanza
interiore: il respiro di Dio che crea l'uomo è l'amore appassionato di Dio per
l'uomo, ogni respiro è l'amore appassionato di Dio per l'uomo.
Se in un frammento della nostra esistenza potessimo -
anche solo per un frammento - dire siamo degli amati appassionati da parte di
Dio, l'essere santi è gustare giorno per giorno questa ricchezza.
Noi purtroppo siamo sempre tentati dagli atteggiamenti
morali e gli atteggiamenti morali possono avere la capacità di rovinare la
nostra identità. La bellezza della nostra esistenza è che comunque ci
comportiamo siamo il respiro di un innamorato dell'uomo e quando noi scopriamo
questa verità, comunque sia la situazione morale, l'uomo respira l'Eterno e
quando l'uomo respira l'Eterno, in quel momento, la vita ha tutto un altro
significato.
Questo convincimento ce l'ha detto molto bene il testo che
abbiamo ascoltato dall'Apocalisse: cosa vuol dire che i 144.000, cioè l'intera
umanità, ha lavato le vesti nel sangue dell'Agnello? Noi abbiamo una visione
del lavare molto estrinseca, mentre l'acqua è il criterio di sussistenza
dell'uomo; lavare le vesti nel sangue dell'Agnello vuol dire allora che il
nostro sangue teologale è il sangue di Cristo stesso e se la nostra esistenza è
tutta intrisa di questo sangue dell'Agnello l'essere figli non è solo gustare
l'essere istante per istante creati, non vuol dire soltanto che il respiro è
l'amore appassionato di Dio per l'uomo, ma la nostra esistenza è tutta
rigenerata nel sangue dell'Agnello.
Il cristiano è rivestito di una veste candida, perché è immerso
nell'eternità beata, e questo non per i nostri meriti, ma unicamente per questo
accadimento dell'amore di Dio nei nostri confronti.
La bellezza dell'essere cristiani è incarnare ogni giorno
questa consapevolezza: sono l'oggetto ineffabile di un amore incontenibile,
sono il suo capolavoro!
L'essere santi è la gioia di essere creati dal Padre,
inebriati dallo Spirito vivendo l'identità del Figlio. È questo è in ciascuno
di noi.
La bellezza d'essere figli nel Figlio ci dà questa
appassionata esperienza, ecco perché i cristiani di Paolo si chiamavano “ i
santi” espressione semplice che dice la profondità di un mistero nel quale noi
siamo inseriti. Se noi riuscissimo anche solo a intravedere qualche cosa di
questo mistero, la festa odierna di
tutti i Santi sarebbe la comunione con coloro che ci ricordano ogni giorno la
bellezza e la fecondità della nostra vita di discepoli.
Se l'uomo è frutto delle sue relazioni, il cristiano vive
sempre la relazione con i santi del cielo e della terra in una continua elaborazione
di uno stile di vita nel quale gustiamo di appartenere al Padre attraverso la
fecondità del Figlio e dello Spirito Santo.
Questa ricchezza noi la stiamo vivendo: generati da Dio
istante per istante, nell'eucarestia la Trinità rigenera la nostra identità e
quanto più celebriamo i divini misteri tanto più cresciamo nell'ebbrezza della
nostra identità. Santificati nel battesimo ci santifichiamo nel cammino
sacramentale per regalare santità ai nostri fratelli in una comunione di
rigenerati nella creatività inesauribile di Dio.
Questa è la bellezza dell'essere discepoli e allora la
festa di oggi è la festa nella quale possiamo veramente regalarci la santità di
Dio che è la bellezza della nostra esistenza e allora credo che in questa
eucarestia noi stiamo intensamente vivendo il mistero d'essere amati
appassionatamente dalle tre Persone divine. Su questo sfondo cerchiamo di
assaporare questo meraviglioso evento perché, aldilà delle tribolazioni della
storia, gli interrogativi della vita, le oscurità del istante siamo figli nel Figlio,
oggetto della generazione delle tre Persone divine. Quando la nostra esistenza
si lascia illuminare da questa grandezza il cristiano è luminoso anche con le
spine del feriale.
Viviamo questo mistero in semplicità, tutto è grazia! E
allora ritrovando questa consapevolezza che tutto è grazia oggi cantiamo la
nostra gratitudine e la gratitudine rivolta Dio è un continuo perdono per ogni
nostra povertà storica.
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