26 dicembre 2015

SANTO STEFANO - Anno C – FESTA -

At 6,8-12;7,54-60             Mt 10,17-22
OMELIA
La gioia del Natale è la gioia di Dio che vede l'uomo collocato nel progetto eterno del Padre.

La figura di Stefano potremmo definirla la figura di chi ha goduto della bellezza della sua volontà. Accostarci alla sua figura oggi ci permette di ritrovare l'esempio perché la gioia di Dio, d'essere veramente uomini, possa essere piena nella nostra vita. Tre sono i momenti della figura di Stefano che possono aiutarci ad entrare in quest'esperienza.

Innanzitutto Stefano uomo pieno di fede e di Spirito Santo: è l'uomo nella pienezza di Dio.

Stefano è pieno perché abita nella pienezza. Questo è un fondamento essenziale per costruire in autenticità la nostra esistenza: dovremo scoprire la grandezza nella quale siamo chiamati a vivere.

Scoprire nella semplicità dell'ordinario che la nostra storia è nella grandezza di Dio è fonte di una speranza veramente inesauribile. Quante volte l'uomo si pone la domanda : "come posso io costruire nello stile evangelico la mia vita?" e, la risposta che Stefano ci dà attraverso la sua figura è che la nostra esistenza abita nella pienezza divina. È’ quello che chiamiamo, nel senso pastorale, i sacramenti dell'iniziazione cristiana che sono niente altro che segni della pienezza di Dio che ci avvolge continuamente per respirare l'Eterno con l'energia per vivere la storia.

Questa pienezza la possiamo vivere fino in fondo amando la nostra storia.

È’ la figura del martirio!

Il martirio è niente altro che il coraggio del quotidiano attraverso le purificazioni interne ed esterne. Dobbiamo sempre riandare all'immagine del Dio artista che, attraverso la storia quotidiana, lentamente, ci plasma secondo il suo misterioso disegno. Essere ricolmati di Spirito Santo è essere plasmati; chi ama la storia interiormente è sempre in cammino; chi entra nella ospitalità dei fratelli ogni giorno è chiamato essere ribaltato dalle proprie sicurezze. L'uomo ricerca sicurezze, ma l'unica sicurezza è abitare in Dio. Allora scopriamo che ogni avvenimento - in  senso positivo - è una "persecuzione", è un momento in cui Dio, nel suo misterioso e meraviglioso progetto costruisce la nostra esistenza. Un uomo "sicuro" non sarà mai un uomo evangelico. L'unica sicurezza è essere nella pienezza di Dio e questo respirare Dio ci fa vivere anche se, a livello interiore o esteriore, continuamente piangiamo.

La bellezza della vita è passare da novità in novità. Non per niente, uno dei linguaggi che troviamo nella tradizione scritturistica è che Dio ama terremotare l'uomo; il terremoto è il luogo in cui Dio si rivela. Questo secondo aspetto della figura di Stefano è significativo per la nostra vita. Gli uomini troppo duri non sono mai evangelici. La bellezza della vita è percepire, a livello interiore, questa creatività divina che lentamente ci costruisce nella nostra umanità.

Poiché la nostra umanità è in Cristo Gesù, Stefano ha letto la sua storia come storia di Dio.

Se guardiamo attentamente la motivazione di fondo per cui Stefano è stato lapidato è perché nella libertà interiore ha letto tutta la rivelazione dell'Antico Testamento partendo da Gesù Cristo, linguaggio che, in termini di contemporaneità, potremmo ritradurre: leggere tutta la storia dell'uomo partendo da Gesù Cristo.

Qualche volta leggiamo la storia con dei criteri socio-economico- psicologici…. La bellezza della storia è contemplare continuamente il Cristo. È’ molto bello come Luca possa narrare il martirio di Stefano utilizzando l'immagine "contemplare Dio e alla sua destra il Cristo". E’ ritrovare quei parametri con i quali leggere la nostra storia.

In certo qual modo la nostra esistenza è purificata ogni giorno dall'azione dello Spirito Santo perché possiamo, come Gesù, leggere la nostra vita. Il cristiano è cristiano non per le tante pratiche religiose, non per le tante conoscenze intellettuali, ma perché il cristiano, lentamente, vive quella sensibilità di Cristo che è aperta a tutto e a tutti e vede in tutto e in tutti una meravigliosa parola di Dio.

Allora intuiamo come la nostra esistenza divenga veramente un'esistenza umana.

Dicevamo ieri che la bellezza del Natale è il gusto di essere veramente uomini; Stefano ci aiuta a costruire il "come" .. con Stefano ci ritroviamo in Gesù uomini autentici che sanno fare della loro vita l'espressione della sensibilità di Cristo. È’ quell'innamoramento del Maestro che ci permette di avere gli stessi sentimenti.

Ecco perché questa mattina, dopo aver contemplato Gesù vero uomo, contempliamo il testimone di Gesù vero uomo e alla scuola di Stefano abbiamo un senso di fiducia nella divina provvidenza. Attraverso la storicità concreta Gesù apre il nostro cuore alla mentalità di Gesù che non è legata delle cose, ma a una vita interiore, quello che il Padre vuole perché ogni fratello che incontriamo sia nella speranza di Dio. L'eucarestia dovrebbe aiutarci in questo!

Nel momento in cui ci accosteremo al pane al vino saremo nella pienezza di Dio, leggeremo la storia partendo da questa pienezza. Le difficoltà che oggi incontreremo saranno difficoltà per renderci elastici, per vivere la concretezza della vita in modo che il Signore possa essere il Signore della nostra storia e noi, uscendo dall'eucaristia, possiamo sempre dire: "in Cristo Gesù ho goduto una perfetta libertà, in Cristo Gesù ho imparato a capire la mia vita, in Cristo Gesù dico ai fratelli, con il sorriso del cuore, che vivere da uomini è il vero gaudio della nostra esistenza.
 
 
 
 
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