OMELIA
La gioia del Natale è la gioia di Dio che vede l'uomo collocato nel progetto eterno del Padre.
La figura di Stefano
potremmo definirla la figura di chi ha goduto della bellezza della sua volontà.
Accostarci alla sua figura oggi ci permette di ritrovare l'esempio perché la
gioia di Dio, d'essere veramente uomini, possa essere piena nella nostra vita.
Tre sono i momenti della figura di Stefano che possono aiutarci ad entrare in
quest'esperienza.
Innanzitutto Stefano
uomo pieno di fede e di Spirito Santo: è l'uomo nella pienezza di Dio.
Stefano è pieno perché
abita nella pienezza. Questo è un fondamento essenziale per costruire in
autenticità la nostra esistenza: dovremo scoprire la grandezza nella quale
siamo chiamati a vivere.
Scoprire nella
semplicità dell'ordinario che la nostra storia è nella grandezza di Dio è fonte
di una speranza veramente inesauribile. Quante volte l'uomo si pone la domanda :
"come posso io costruire nello stile evangelico la mia vita?" e, la
risposta che Stefano ci dà attraverso la sua figura è che la nostra esistenza
abita nella pienezza divina. È’ quello che chiamiamo, nel senso pastorale, i
sacramenti dell'iniziazione cristiana che sono niente altro che segni della
pienezza di Dio che ci avvolge continuamente per respirare l'Eterno con
l'energia per vivere la storia.
Questa pienezza la
possiamo vivere fino in fondo amando la nostra storia.
È’ la figura del
martirio!
Il martirio è niente
altro che il coraggio del quotidiano attraverso le purificazioni interne ed
esterne. Dobbiamo sempre riandare all'immagine del Dio artista che, attraverso
la storia quotidiana, lentamente, ci plasma secondo il suo misterioso disegno.
Essere ricolmati di Spirito Santo è essere plasmati; chi ama la storia
interiormente è sempre in cammino; chi entra nella ospitalità dei fratelli ogni
giorno è chiamato essere ribaltato dalle proprie sicurezze. L'uomo ricerca
sicurezze, ma l'unica sicurezza è abitare in Dio. Allora scopriamo che ogni
avvenimento - in senso positivo - è una
"persecuzione", è un momento in cui Dio, nel suo misterioso e
meraviglioso progetto costruisce la nostra esistenza. Un uomo
"sicuro" non sarà mai un uomo evangelico. L'unica sicurezza è essere
nella pienezza di Dio e questo respirare Dio ci fa vivere anche se, a livello
interiore o esteriore, continuamente piangiamo.
La bellezza della vita
è passare da novità in novità. Non per niente, uno dei linguaggi che troviamo
nella tradizione scritturistica è che Dio ama terremotare l'uomo; il terremoto è il luogo in cui Dio si rivela.
Questo secondo aspetto della figura di Stefano è significativo per la nostra
vita. Gli uomini troppo duri non sono mai evangelici. La bellezza della vita è
percepire, a livello interiore, questa creatività divina che lentamente ci
costruisce nella nostra umanità.
Poiché la nostra
umanità è in Cristo Gesù, Stefano ha letto la sua storia come storia di Dio.
Se guardiamo
attentamente la motivazione di fondo per cui Stefano è stato lapidato è perché
nella libertà interiore ha letto tutta la rivelazione dell'Antico Testamento
partendo da Gesù Cristo, linguaggio che, in termini di contemporaneità,
potremmo ritradurre: leggere tutta la storia dell'uomo partendo da Gesù Cristo.
Qualche volta leggiamo
la storia con dei criteri socio-economico- psicologici…. La bellezza della
storia è contemplare continuamente il Cristo. È’ molto bello come Luca possa
narrare il martirio di Stefano utilizzando l'immagine "contemplare Dio e
alla sua destra il Cristo". E’ ritrovare quei parametri con i quali
leggere la nostra storia.
In certo qual modo la
nostra esistenza è purificata ogni giorno dall'azione dello Spirito Santo
perché possiamo, come Gesù, leggere la nostra vita. Il cristiano è cristiano
non per le tante pratiche religiose, non per le tante conoscenze intellettuali,
ma perché il cristiano, lentamente, vive quella sensibilità di Cristo che è
aperta a tutto e a tutti e vede in tutto e in tutti una meravigliosa parola di
Dio.
Allora intuiamo come
la nostra esistenza divenga veramente un'esistenza umana.
Dicevamo ieri che la
bellezza del Natale è il gusto di essere veramente uomini; Stefano ci aiuta a costruire
il "come" .. con Stefano ci ritroviamo in Gesù uomini autentici che sanno
fare della loro vita l'espressione della sensibilità di Cristo. È’
quell'innamoramento del Maestro che ci permette di avere gli stessi sentimenti.
Ecco perché questa
mattina, dopo aver contemplato Gesù vero uomo, contempliamo il testimone di
Gesù vero uomo e alla scuola di Stefano abbiamo un senso di fiducia nella
divina provvidenza. Attraverso la storicità concreta Gesù apre il nostro cuore
alla mentalità di Gesù che non è legata delle cose, ma a una vita interiore,
quello che il Padre vuole perché ogni fratello che incontriamo sia nella
speranza di Dio. L'eucarestia dovrebbe aiutarci in questo!
Nel momento in cui ci accosteremo
al pane al vino saremo nella pienezza di Dio, leggeremo la storia partendo da
questa pienezza. Le difficoltà che oggi incontreremo saranno difficoltà per
renderci elastici, per vivere la concretezza della vita in modo che il Signore
possa essere il Signore della nostra storia e noi, uscendo dall'eucaristia,
possiamo sempre dire: "in Cristo Gesù ho goduto una perfetta libertà, in
Cristo Gesù ho imparato a capire la mia vita, in Cristo Gesù dico ai fratelli,
con il sorriso del cuore, che vivere da uomini è il vero gaudio della nostra
esistenza.
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