Bar 5,1-9 Fil 1,4-6.8-11 Lc 3,1-6
OMELIA
Il cammino
dell'Avvento è una scuola per ritrovare l'esperienza della speranza, nella
quale rigenerare continuamente la nostra esistenza. Questa mattina sia il
profeta Baruc che il testo paolino ci hanno donato una grande luminosità, una
grande esperienza di gloria, una prospettiva messianica che rinnova il cuore
assetato di autentica bellezza. La grandezza e la fecondità della speranza
rappresentano un orizzonte infinito nel quale l'uomo ritrova giorno per giorno
il coraggio di camminare nelle complesse vicende della storia quotidiana. La
speranza è la virtù dell'uomo contemporaneo il quale nelle difficoltà storiche
ritrova il senso e la capacità di vivere, è il mistero della vita che non è mai
travolto dal dramma della morte. Il cristiano è speranza e per entrare in
questa esperienza è interessante che ci accostiamo alla introduzione del
Vangelo di Luca che abbiamo ascoltato e che dà inizio alla vita pubblica di
Gesù attraverso due elementi che ci aiutano ad entrare nell'esperienza della
speranza: l'amore alla storia nella quale accade il mistero dell'amore di Dio,
due dimensioni che alimentano la bellezza e la profondità della speranza. E’
interessante come l'evangelista Luca dia inizio alla vita pubblica di Gesù
indicandoci le coordinate storiche, politiche e religiose: Roma, i capi del
Popolo, l'esperienza sacerdotale. Questi elementi qualificano la storia nella
quale Gesù ha iniziato la sua missione, ed è importante intuire il motivo per
il quale l'evangelista Luca inizi il suo Vangelo della storia di Gesù con
queste situazioni cronologiche, perché uno dei drammi dell'uomo religioso è
l'illusione. Uno degli aspetti sui quali
noi tante volte non ci soffermiamo è che l'uomo religioso si costruisca tanti
miti, tante ipotesi religiose, tanti auto-compiacimenti tinteggiati di fede e
allora è importante, ci dice l'evangelista, che l'incontro con Gesù avvenga
attraverso l'amore alla storia. Una delle caratteristiche del rinnovamento del
Concilio Vaticano II è quel dialogo con la modernità che permette all'uomo di
essere autentico. Amare il concreto di ogni giorno! Le grandi idealità fanno
respirare l'uomo non staccandolo dalla vita di tutti i giorni, ma inserendolo
attivamente nell'amore al feriale. Dobbiamo valorizzare l'amore al quotidiano
come luogo della speranza. Noi non dobbiamo fuggire dal quotidiano, esso è il
luogo attraverso il quale Dio parla alla nostra esistenza. Per essere stimolati
ad amare il quotidiano ecco la bella espressione che abbiamo ascoltato: la parola di Dio venne su Giovanni, figlio
di Zaccaria. La parola di Dio accade
nella storia amata perché è nella storia che Dio viene. Il linguaggio che ha
usato l'evangelista è estremamente significativo, è l'immagine di un solido che
cade e cade dall'alto e dentro nella storia, è il Dio che nel deserto
dell'umanità continuamente regala la sua presenza. Infatti cosa possiamo
cogliere in quell'espressione la parola
di Dio accadde Giovanni figlio di Zaccaria se non un Dio che comunica la
sua interiorità all'uomo che cammina nel tempo e nello spazio? Ricordiamo
sempre il dramma dell'uomo contemporaneo il quale - come ci siamo detti altre
volte - vive un'esperienza orizzontale, la programmazione, perché vuole essere
il signore della storia. L'uomo che ha paura programma, la bellezza di Dio è
l'accadimento nella sua interiorità; in quella parola noi scopriamo l'amore di
Dio per l'uomo, l'uomo immerso nella sua storicità che ha bisogno di trovare la
capacità di vivere. Ecco la speranza! La speranza è il venire di Dio che è
innamorato dell'uomo e la parola è Dio che regala all'uomo la sua presenza, la
sua interiorità, il mistero della sua fiducia nei confronti della creatura
umana. Ecco perché questa mattina la Chiesa vuoi educarci a rivivere la
speranza, soprattutto con il dialogo del uomo dei nostri giorni in una cultura
che tende ad addormentarsi. La Chiesa attraverso la odierna proposta evangelica
ci dice: ritrova la vitalità del presente, ritrova la bellezza il gusto di
vivere – oggi - non con le illusioni del passato o con le fantasie del futuro. Questo
futuro si avvolge dei grandi sogni dei profeti e delle prospettive spirituali di
Paolo, ma tuttavia amiamo la concretezza dell'istante nel quale possiamo
gustare la rivelazione delle profondità del cuore di Gesù. Allora, la speranza
letta in questo orizzonte, diventa una virtù divino-umana, divina perché la
storia è un dono che viene dall'alto e, vivere in questo istante è un dono
della gratuità divina. La nostra condizione storica scaturisce dalla
convinzione che il presente è qualcosa di grande che Dio ci regala. L'uomo di
oggi ha paura di vivere. La speranza regala l’oggi del concreto di Dio, dove
Dio entrando in dialogo con l'uomo gli dice: “Non sei solo! Io sto camminando con te! Come ogni giorno tu respiri -
dice il Signore - perché sei da me creato, così ogni giorno io ti regalo la mia
gioia di crearti, di ispirarti, di immetterti in un cammino che è un grande
orizzonte per il quale l’oggi è un meraviglioso sacramento!”. Se noi
riuscissimo cogliere questo itinerario di vita, passeremmo continuamente dalle
paure al coraggio, da una fede elementare ad una fede tutta immersa nel mistero
di Cristo, da un itinerario di fraternità sociologica ad una comunione nello
Spirito Santo. E' la nostra quotidiana conversione esistenziale, a cui la
chiesa ci richiama continuamente.
Ecco perché
l'Avvento è la scuola della speranza, e se noi riuscissimo a cogliere una
simile verità, intuiremmo la conclusione del testo evangelico della profezia di
Isaia ogni uomo vedrà la salvezza di Dio.
Gli uomini della speranza comunicano la novità di Dio all'uomo nel tempo e nello
spazio per dargli vitalità e certezza di qualcosa di grande. Ecco la nostra
eucarestia. L’ Eucaristia è la scuola quotidiana della speranza. Nell'Eucaristia,
entrando nella partecipazione al rito eucaristico il Signore viene in chi ama la
sua storicità quotidiana. Portando quel pane e quel vino noi regaliamo a Dio
l'amore per il nostro quotidiano e di riflesso il Signore ci dice: “Ti inebrio
della mia presenza santificando il tuo quotidiano” e allora intuiamo ogni uomo vedrà la salvezza di Dio
perché vedrà dei cristiani attenti al quotidiano con un animo interiore ricca
di luce, di calore e di forza. E’ la bellezza dell'Avvento! Viviamo così l'Eucaristia,
la speranza di Dio per noi, e saremo veramente rigenerati da questa
meravigliosa verità, potremo camminare in novità di vita. Dio è in noi, cammina
con noi per aprirci quell'orizzonte glorioso dove eternamente contempleremo il
Padre in una luce veramente inesauribile.
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