31 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Va, tuo figlio vive.

Gesù è la vita e nell’esperienza della fede il credente ne vive il mistero. Chiunque si avvicini a lui partecipa alla sua creatività messianica e respira l’eterno. È il grande miracolo della vita ed è la forza per costruire il futuro. 

Padre, ogni gesto di Gesù incarna la grandezza semplice del suo amore per la creatura umana. Attraverso la creatività dello Spirito Santo ricolmi di speranza ogni umana creatura che si sente rigenerata nella tua bontà. AMEN

30 marzo 2025

IV DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C

DOMENICA 30 MARZO 2025

Gs 5,9a.10-12      2Cor 5,17-2      Lc 15,1-3.11-32

OMELIA

Se il cammino quaresimale ha come centro la persona di Gesù, oggi la nostra attenzione viene portata più in alto: la riscoperta della paternità di Dio.

Infatti se guardiamo attentamente la parabola che Gesù questa mattina ci offre, il grande protagonista è il padre, il padre che ama la libertà del figlio, il padre che è nel cuore del figlio che vuole ritornare, il padre che ha la pazienza nei confronti del figlio più grande.

La bellezza della Quaresima è ritrovare la grandezza di Dio Padre e questo lo cogliamo partendo da un rito che la Chiesa antica ha sviluppato ai suoi tempi e che, in ultima analisi, è uno degli aspetti belli della Quaresima: ritrovare la paternità di Dio. Infatti uno dei gesti che ha caratterizzato la Chiesa antica era insegnare, a coloro che venivano battezzati, il Padre Nostro che essi avrebbero poi recitato nella notte di Pasqua dopo essere stati battezzati, perché il cristiano vive in atto la paternità di Dio.

E questo vorremmo cercare di approfondirlo attraverso tre passaggi:

-      il padre ama la libertà dell'uomo,

-      il padre è presente nel cuore del figlio,

-      il padre vive la pazienza nei confronti del figlio più grande.

Infatti una delle cose belle della tradizione antica è che a metà Quaresima il vescovo dava la formula del Padre Nostro a tutti quelli che venivano battezzati perché la bellezza del battesimo è il gusto della paternità di Dio. Infatti Dio è Padre innanzitutto perché ama la libertà dell'uomo.

Uno degli interrogativi che tante volte appaiono nel nostro vissuto è chiederci dove sia Dio davanti ai drammi della storia e la risposta è molto semplice: il padre ama la libertà del figlio. Nel momento in cui Dio crea l'uomo e lo rende suo figlio “facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza” in quel momento le caratteristiche del Padre diventano le caratteristiche del Figlio, il padre regala al figlio la sua libertà. È un criterio questo che deve accompagnarci nella nostra vita. La gioia del cammino quotidiano è che Dio è nella nostra vita, ci ama e continuamente ci rende partecipe della sua identità: la gioia dell'essere figli nel mistero della libertà di Dio.

E questa libertà è così profonda nel cuore dell'uomo che l'uomo, davanti alle difficoltà della vita, ritrova il sogno di ritornare dal padre. Il travaglio che noi vediamo nel figlio minore è il travaglio dello Spirito Santo che in noi continuamente ci rende partecipi della bellezza della paternità Divina. Dio non ci abbandona mai, egli è presente nel nostro cuore, continuamente ci suggerisce pensieri di novità di vita e ci restituisce la bellezza della comunione con sé.  Ritornerò da mio padre e il padre gli va incontro con tanta gioia, con quella bellezza della convivialità che è l'espressione di questa gratuità del padre nei confronti della creatura umana.

Uno degli aspetti che noi dovremmo ritrovare nella nostra fede è vedere Dio, quel padre che è talmente innamorato di ciascuno di noi da operare profondamente nel nostro cuore! Non solo ci regala la sua libertà, ma è attivo nella nostra persona, è quel senso della paternità divina che continuamente ci attira e ci guida. Non per niente nella tradizione più antica della Chiesa, la preghiera del Padre Nostro, era un Sacramento. Recitare tale preghiera era rivivere i sentimenti del padre perché l'uomo possa veramente camminare in novità di vita. È la bellezza della nostra storia. Ecco perché Agostino diceva in modo luminoso “ogni volta che recitiamo in semplicità il Padre Nostro stiamo vivendo un Sacramento”.

Non avete mai pensato che fin dal tempo di San Gregorio Magno il Padre Nostro ha fatto parte della Liturgia eucaristica? Perché la gioia della paternità di Dio ci porta a cogliere quel pane e quel vino nella gioia del nostro cuore: è la bellezza del mistero di questa paternità di Dio, la quale fa dell'uomo quel capolavoro che è il suo perdono. L’atteggiamento del padre è l'atteggiamento che ci qualifica continuamente quando ritorniamo a lui e, davanti alle nostre resistenze e ai nostri modi di pensare, il padre sa aspettare. Infatti la parabola, di per sé non si conclude, perché noi stiamo aspettando la reazione del figlio più grande, perché la parabola è aperta a ciascuno di noi, ognuno di noi è aspettato dal padre per gustare la gioia di una fraternità ricomposta. Ecco perché la Chiesa attraverso questa parabola ci fa intuire una grossa verità: Dio è padre, Dio è innamorato dell'uomo, Dio è pazienza continua nei confronti dell'umana creatura, Dio è talmente innamorato dell'uomo che la sua presenza nella nostra storia è fiducia, coraggio e speranza.

Ecco perché allora il cristiano alla luce di questa parabola ha la gioia di dire: Padre nostro che sei nei cieli! Continuamente prendere coscienza di questa gioia del Padre del fare di noi i suoi capolavori… Se noi imparassimo questo stile di vita la nostra esistenza sarebbe sempre nella speranza, gusteremmo il dono di Dio Padre e la nostra storia sarebbe continuamente una storia rigenerata.

Impariamo a dire “Padre nostro” lentamente, anche nella Celebrazione eucaristica, per gustare la soavità di questo rapporto con Dio che è la speranza del nostro cuore.

Viviamo questo mistero, Dio è Padre, noi siamo suoi figli e in lui siamo dei capolavori in atto in cui egli, il Padre, rivela le grandezze della sua gratuità inesauribile. Gustiamo questa novità nel nostro cuore, ritroviamo sempre tanta fiducia e, nel momento della nostra morte, con Cristo Gesù godremo della luminosità del volto del Padre in una gioia che non conoscerà confini perché, nella paternità di Dio, a cui siamo veramente nuovi, siamo nella gioia e gustiamo quell'incontro Divino che riempirà di gioia e di gaudio tutta la nostra eternità beata.

Oggi, qui, Dio ci parla...

Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.

Nella complessità della storia la gioia della vita offre coraggio ed entusiasmo per affrontare sempre di nuovo gli orizzonti del quotidiano. Illuminare con la fede le vicende del contingente feriale offre sempre orizzonti di speranza e di serenità alla creatura umana. Ci si apre sul futuro. 

Padre, tu avvolgi sempre nel tuo amore ogni umana creatura perché in Cristo Gesù essa possa vivere il presente con il cuore aperto sul futuro. È la speranza che lo Spirito Santo semina nel nostro cuore e che proietta in avanti. AMEN

29 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Chi si umilia, sarà esaltato. 

La gioia della piccolezza genera serenità nel cuore della creatura umana poiché incarna la consapevolezza della propria storia che è una somma di tanti limiti in cui Dio si rivela meravigliosamente grande. 

Padre, in Gesù, tuo Verbo incarnato, ci indichi la strada per crescere in novità di vita nel tuo mistero di amore. Donaci nello Spirito Santo la bellezza della sua quotidiana imitazione per poter assumere i suoi sentimenti e crescere nella vera gioia. AMEN

28 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio, è l’unico Signore.

Tutta l’esistenza umana è nelle mani di Dio poiché in lui si radica e si costruisce. Tale certezza pone la creatura nel misterioso disegno trinitario e in questo la creatura ritrova sempre la speranza. 

Padre, tu sei il Signore della vita e nelle tue mani è ogni nostro istante. Guidaci in ogni istante perché perseguiamo la tua gloria. Questa è la nostra speranza. Lo Spirito Santo ci illumini e ci sostenga. AMEN

27 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Chi non raccoglie con me, disperde.

L’uomo nel suo cammino esistenziale è sempre alla ricerca di ciò che gli permette di generare unità nella propria storia personale. Gesù, sorgente della vita, porta la creatura umana a fare una sintesi veramente vitale. È la bellezza feconda della fede in Gesù Cristo Figlio di Dio. 

Padre, grazie per il dono di Gesù poiché in lui possiamo costruire in unità la nostra esistenza e accogliere il significato del nostro quotidiano. Lo Spirito Santo unifichi sempre i moti del cuore e animi ogni nostro atteggiamento. AMEN

26 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Chi invece osserverà i precetti e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

La gioia di una creatura si ritraduce in una diuturna vocazione all’obbedienza, che rappresenta l’espressione della gioia d’essere una persona creata dall’amore per vivere nell’amore. 

Padre, la bellezza del cuore di una creatura esprime la gioia d’essere un capolavoro dell’amore trinitario, attraverso l’imitazione della personalità di Gesù. Rendici docili all’azione dello Spirito Santo perché sappiamo fare di ogni espressione del quotidiano l’incarnazione di una intensa volontà amativa. È l’incarnazione della grandezza divina che è l’uomo. AMEN

25 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola.

La storia del credente si costruisce attraverso il quotidiano "Eccomi" nelle mani del Padre come ha fatto Gesù, e poi Maria. La docilità nelle mani della storia della salvezza rappresenta l’atteggiamento fondamentale di ogni uomo che voglia vivere di fede e nella fede per poter essere la fecondità divina in ogni frammento della propria esistenza. 

Padre, nell’atteggiamento di Gesù e di Maria ci insegni a come costruire la nostra esistenza come discepoli del Maestro in uno spirito di radicale obbedienza. Lo Spirito Santo ci introduca in questo filone di vita per essere persone vere e autentiche nelle scelte quotidiane. AMEN

24 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Nessun profeta è accettato nella sua patria.

Gesù è la novità del mondo e con lui nascono nuove relazioni tra gli uomini che creano difficoltà nell’uomo legato alle sue tradizioni. In lui scopriamo la vera libertà del cuore di fronte alle strutture tradizionalistiche. 

Padre, nella persona di Gesù gustiamo il dono della vera libertà umana e il nostro cuore si apre a orizzonti infiniti. Chi sceglie il Maestro divino riscopre la bellezza della sua umanità e può dare alla luce rapporti umani veri e autentici. Lo Spirito Santo ci guidi sempre nei diversi percorsi della fede. AMEN

23 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo.

L’incontro con il Maestro divino diventa fecondo nella conversione che non è altro che personalizzare la sua interiorità. Egli diventa l’anima delle nostre scelte quotidiane per essere la luminosità del suo volto messianico. 

Padre, l’esperienza di Gesù nel costruire la vita quotidiana costituisce il criterio essenziale nel perseguire la bellezza del dono del discepolo. L’imitazione del suo fascino spirituale rappresenta il valore che anima le diverse opzioni culturali che ci accompagnano nel quotidiano. Lo Spirito Santo ci guidi in tale orizzonte esistenziale. AMEN

III DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C

DOMENICA 23 MARZO 2025

Es 3,1-8.13-15      1Cor 10,1-6.10-12      Lc 13,1-9

OMELIA

Il nostro cammino verso la Pasqua è entrare in quella esperienza di esodo nella quale facciamo l’esperienza della presenza del Signore rivolgendo in modo continuo lo sguardo a Lui. Camminando continuamente con lo sguardo verso il Signore noi possiamo sicuramente accedere alla stessa esperienza spirituale di Mosè - la meravigliosa rivelazione di Dio all’uomo – e possiamo costruire questo cammino (ci ha detto l’autore della prima ai Corinzi) accostandoci a Cristo roccia e allo Spirito Santo nostra bevanda.

Lo sguardo rivolto al Signore diventa per noi fonte di continua ricchezza interiore perché si realizzi in noi quel desiderio di pienezza di vita che è all’interno della vita di ogni discepolo. Davanti a questo mistero che si è ritradotto con quella parola: “Convertitevi”, in noi nasce l’interrogativo: “Dio ci ama continuamente, la nostra vita è continuamente abbeverata alla gratuità di Dio?” e, in certo qual modo, abbiamo la certezza in questo cammino storico di non essere mai soli, ma ci accorgiamo che la nostra esistenza non corrisponde a quello che effettivamente il Signore vuole da noi.

Ma il Signore – e la paraboletta con cui di è concluso il Vangelo, ce lo dice – ha una pazienza inesauribile.

Noi, davanti alle grandezze di Dio, riusciamo a respirare “nella pazienza di Dio”. Che cos’è questa pazienza di Dio per cui noi ne siamo il capolavoro vivente?

Spesse volte questa espressione “pazienza” la rileggiamo in modo molto negativo.

Richiamiamo sempre alle nostre orecchie quell’opera di misericordia spirituale che abbiamo imparato a catechismo: “Sopportare pazientemente le persone moleste”, ma questa pazienza non è evangelica.

Ecco perché dobbiamo cercare di comprendere la pazienza di Dio, perché nella pazienza di Dio c’è la nostra speranza, nella pazienza di Dio c’è il coraggio della vita, nella pazienza di Dio non c’è mai sconfitta esistenziale. Potremmo ritradurre la pazienza di Dio in tre aspetti in modo che la nostra vita possa maturare e maturare continuamente nella fiducia che viene dall’alto.

Innanzitutto il primo aspetto della pazienza di Dio, frutto dello Spirito Santo, è niente altro che Dio che soffre con noi, assume i drammi della nostra storia.

La pazienza di Dio è la passione di Dio per l’uomo, diventando uomo in tutta la dinamicità della sua esistenza. Il termine “pazienza” vuol dire soffrire. Dio soffre le nostre infedeltà, per cui, nel cammino della nostra vita anche quando ci sentiamo profondamente negativi, siamo “nella pazienza di Dio”.

Dio assume il dramma della nostra storia, la pazienza perciò è condivisione, la pazienza è assunzione, la pazienza è dire all’altro: “Regalami il tuo dramma interiore”.

Guardando la pazienza di Dio, in Gesù Cristo cogliamo come il Signore fa propri tutti i nostri fallimenti perché la sua pazienza è niente altro che il desiderio che l’uomo realizzi se stesso e poiché Dio è amore, Dio non smette mai d’essere paziente. Non c’è frammento della nostra vita in cui Dio si stanchi.

Spesso non riusciamo a percepire questa grandezza del rivelarsi di Dio perché applichiamo a Dio le nostre categorie. Qualche volta nasce quell’espressione “ma Dio si stancherà di me, sono un fallimento continuo” ma la fermezza e la pazienza di Dio è ricominciare sempre da capo.

Dio è così fiducioso di noi che è disposto a cambiare gli itinerari nella nostra esistenza e dei suoi progetti per dirci che ci sta amando di nuovo, e più siamo fallimentari più Egli ci ama!

La pazienza è l’amore inesauribile.

Ecco perché il cristiano nel cammino della sua vita non si arrende mai, ha la fiducia della pazienza di Dio. Quindi il Dio al quale noi affidiamo la nostra esistenza non solo soffre i nostri drammi, ma ci dice: “Perché ti amo immensamente cambio sempre tutto quello che ho pensato per te, perché tu devi essere grande per me”.

La pazienza di Dio è creatrice dell’uomo nuovo. Questa pazienza si ritraduce in una parola molto semplice: la fiducia di Dio. Dio è paziente perché ha fiducia e la fiducia di Dio è veramente inesauribile.

L’uomo storico a un certo punto è così deluso che non dà più fiducia. Dio è così ineffabile che non smette mai di aver fiducia.

Ecco perché la verità della pazienza è rivivere questo mistero di Dio nel quale, nonostante tutte le nostre povertà, abbiamo sempre il coraggio di ricominciare da capo. Dovremmo semplicemente imparare questo metodo: non guardarci troppo in faccia, non essere troppo schiavi dei nostri punti di vista, ma aver il coraggio di dire: “Signore, tu sei il mio Signore!” recuperando la frase della nube di domenica scorsa: “Ascoltatemi”.

Dovremmo ogni giorno, nei nostri comportamenti, imparare da Dio, allora non guardiamo più se siamo buoni o cattivi, siamo in Dio! E poiché siamo in Dio “siamo la pazienza di Dio”, frutto dello Spirito Santo, e allora la nostra esistenza cammina con coraggio perché Dio sta soffrendo con noi.

Dio ci ama in modo inesauribile, senza stancarsi mai, Dio è così grande che ha sempre fiducia in noi!

Quando l’uomo si colloca in questo orizzonte veramente gode di questa novità divina che lo rigenera in modo continuo e inesauribile. Chi siamo, in questo cammino quaresimale, nel quale siamo chiamati a conversione se non la “vivente” pazienza di Dio?

Che cosa ci dà il coraggio di camminare nonostante tutti i limiti che in un modo o in un altro costellano le nostre persone se non la coscienza che siamo la pazienza vivente di Dio e, se Dio è paziente perchè è fiducioso, abbiamo fiducia anche noi nel costruire quotidianamente la nostra storia.

L’Eucaristia che stiamo celebrando sarà il capolavoro dell’esodo di cui Paolo ci ha parlato nella seconda lettura. Questa mattina noi stiamo abbeverandoci dalla roccia che è Cristo, stiamo abbeverandoci all’esperienza dello Spirito Santo. In quel Corpo e in quel Sangue veniamo dissetati e sfamati dalla pazienza di Dio. Celebrare l’Eucaristia è godere sacramentalmente di questa fiducia di Dio; ogni messa è il gusto di Dio che vive in noi la sua pazienza. Non veniamo all’Eucaristia perché siamo buoni, ma perché sappiamo che siamo la pazienza di Dio e in questa pazienza nasce quella fiducia che ci fa camminare nonostante la storia concreta.

Entriamo in questo mistero con la forza del cibo e della pietanza spirituale in modo che anche noi, per pura grazia, come Mosè possiamo giungere al monte Oreb e vedere la gloria di Dio.

Dio rivelandoci il suo volto non fa niente altro che portare a compimento la sua ineffabile fiducia, la sua pazienza, che non conosce limiti.

 

22 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.

La bellezza della vita si avverte nella gioia di sentirsi sempre perdonati nell’amore inesauribile del Padre che ci regala la sua inesauribile fiducia. Camminiamo da perdonati e gusteremo la vita quotidiana. 

Padre, nel mistero di Gesù gustiamo la bellezza di sentirci radicalmente creature rigenerate dalla potenza ricreatrice dello Spirito Santo. È la fecondità del tuo inesauribile perdono. AMEN

21 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo.

Gesù è la bellezza divina regalata agli uomini per inserirli nella grandezza divina e per far loro respirare l’eternità beata. Nel mistero della dedizione di Gesù al Padre e agli uomini è apparsa la buona umanità che apre orizzonti di grandezza divino-umana. Questo è il meraviglioso dono che ci offre continuamente. È il capolavoro dello Spirito Santo. AMEN

20 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti.

Nel cammino della fede la parola divina assume un ruolo determinante nel dare un significato all’esperienza quotidiana. In essa la luce che viene dall’alto rasserena il cuore credente e apre orizzonti di luminosità e di speranza. 

Padre, rendici sempre docili alle parole di Gesù per essere guidati dalla creatività dello Spirito Santo nelle scelte quotidiane. Solo così la nostra persona maturerà nella fede e si aprirà a orizzonti di eternità beata. Così gusteremo una luce che non conoscerà mai un tramonto. AMEN

19 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore. 

L’uomo giusto ama vivere nel mistero della misteriosa volontà divina, in obbedienza. Essere in Dio è luogo della continua fecondità del progetto della storia della salvezza. In questo Giuseppe è un capolavoro divino-umano. 

Padre, nella persona di Giuseppe, ci offri l’esempio del vero discepolo di Gesù che si colloca nelle tue mani per incarnare il tuo amore verso l’intera umanità. La docilità allo Spirito Santo l’ha reso suo capolavoro per il cammino della storia della salvezza. AMEN

18 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

E non chiamate "padre" nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste.

La nostra esistenza è tutta nelle mani di Dio che è il nostro Padre celeste. In lui scopriamo ogni giorno il valore della nostra esistenza e a lui tendiamo nelle scelte quotidiane. Di lui viviamo e per sempre canteremo la sua lode. 

Padre, in te è il nostro istante e con Gesù operiamo ogni giorno le nostre scelte per essere trasformati nel tuo amore. Donaci questa quotidiana attrazione. Lo Spirito Santo operi sempre in noi tale evento per dilatare la comunione con te e con tutti i nostri fratelli. AMEN

17 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso.

La creatura è chiamata a essere incarnazione dell’amore divino nei confronti dell’intera umanità. Dio ha fiducia inesauribile verso la creatura umana ed è sempre fonte di perdono. 

Padre, nella persona di Gesù ci offri la fonte del tuo amore misericordioso nei confronti dell’intera umanità. Attiraci sempre al suo cuore nella potenza dello Spirito Santo per gustare il tuo amore senza limiti verso tutti i fratelli. AMEN

16 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante.

La persona, quando entra a contatto con il Mistero, si lascia avvolgere dalla sua luminosità spirituale ed entra in un processo di trasfigurazione esistenziale che rivela la creatività divina nell’anima orante.  È l’esperienza della ineffabilità del divino che rallegra il cuore credente che si ritrova a respirare l’eterno nel tempo. 

Padre, grazie perché ci riveli la luminosità di Gesù che ci aiuta a intuire la bellezza della visione del paradiso che ci attira sempre più man mano che i giorni si susseguono. Lo Spirito Santo ci guidi in questo meraviglioso percorso di vita verso il paradiso. AMEN

II DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C

DOMENICA 16 MARZO 2025

Gen 15,5-12.17-18      Fil 3,17-4,1      Lc 9,28-36

OMELIA

Il cristiano ha il gusto di conoscere sempre più, giorno per giorno, il Maestro divino. La Quaresima rappresenta il momento ideale per entrare in questa conoscenza e, da una parte, dicevamo domenica scorsa, le difficoltà sono il luogo per maturare nella fedeltà di Dio.

La parola di Dio entrando in noi riscalda il cuore, illumina la mente e dà la capacità di vincere ogni oscurità. Oggi Gesù, per farci comprendere come la sua conoscenza si realizza sull'albero della croce, manifestazione piena dell'amore di Dio per l'umanità, ci vuole aiutare a capire come poter entrare in questo che è il nucleo fondamentale della fede, ma anche il nucleo fondamentale della nostra vita poiché la croce è l'espressione massima dell'amore di Gesù per il Padre e per ogni uomo.

Il contesto nel quale l'episodio della trasfigurazione si colloca ci offre due particolari stimolazioni perché possiamo entrare veramente in questa conoscenza di Gesù: il tutto avviene sul monte, Gesù è in stato di preghiera.  Queste due connotazioni rappresentano la condizione per entrare nella gloria del Crocifisso. Innanzitutto l'evento si colloca sulla montagna.

Quando ci accostiamo alle divine Scritture notiamo in particolare che Dio rivela la sua gloria sempre sul monte. Nel cammino dell'esodo Dio appare a Mosè sul Sinai, nell'esperienza del profeta Elia sul monte Oreb perché, salire sul monte, vuol dire entrare nella vicinanza di Dio. Gli antichi usavano i linguaggi del concreto per indicare gli itinerari interiori per comprendere il rapporto con Dio. Davanti alla visione un po' antropologica che Dio abita “lassù”, dove c'è massima vicinanza con Dio, se non sulla cima di un monte?

Salire sul monte era dilatare la sete del volto di Dio, salire sulla montagna con Gesù è rivivere in modo profondo questa sete del rapporto con il Padre che caratterizzava la sua esistenza e che deve caratterizzare la nostra esistenza. Salire sul monte vuol dire progressivamente allontanarci dalle realtà contingenti di questa vita, vuol dire “leggere” con maggiore distacco, vuol dire camminare in altezza per illuminare tutto ciò che è in pianura. Chiunque voglia cedere all'esperienza dell'amore di Dio nella morte-risurrezione di Gesù deve salire sul monte, deve dimenticarsi del contingente, destinato a passare, per potersi illuminare di quella eternità beata che è la speranza in ogni travaglio storico. Ce lo ricorda il salmo: "Alzo gli occhi verso i monti, da dove mi verrà l'aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore".

Quando siamo davanti all'esperienza della croce dobbiamo chiedere a Gesù: come posso entrare nella sapienza del tuo amore? Gesù ci dice: “Sali con me la montagna, lasciati affascinare dalla mia persona, seguimi nella salita verso la comunione con il Padre e lì potrai vedere che la croce è una gloria, la croce è un'esperienza luminosa, che la croce è il luogo della fedeltà inesauribile del Padre, perché quella croce vuol dire risurrezione!”

Nello stesso tempo l'evangelista Luca pone questa rappresentazione-espressione gloriosa della croce ponendo Gesù in stato di preghiera. La preghiera è la traduzione della gioia di essere creature davanti al Creatore. L'uomo che prega ha il cuore spalancato sul mistero, l'uomo che prega dimentica pensieri, parole, atteggiamenti esteriori per avere il desiderio di accogliere il divino in tutta la sua libertà. La grandezza pericolosa della preghiera è lasciare spazio alla creatività inesauribile di Dio.

Non dobbiamo solo salire sul monte, entrare nella comunione con Dio, ma dobbiamo spalancare la nostra esistenza sulla signoria di Dio. Quando l'uomo si pone in questi atteggiamenti viene illuminato dalla divina Presenza. La bellezza di pregare è il coraggio di non saper pregare, in modo che il Signore sia il Signore del nostro cuore della nostra persona; in questo clima di luce, di trascendenza, anche la croce diventa luminosa, anche quel cammino che Gesù sta compiendo verso Gerusalemme è un cammino verso la fedeltà del Padre che è risurrezione. Ecco perché il cristiano se vuole veramente conoscere chi sia Gesù deve sempre, a livello interiore, avere lo sguardo verso l'alto con il cuore puro e aperto alla creatività divina.

Se cogliessimo questa verità in noi si realizzerebbe il principio che Paolo ci ha regalato nella seconda lettura: “Il Signore Gesù Cristo trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso”. Il cristiano quando vive quelle due condizioni, essere sul monte e in preghiera, avverte nella propria esistenza un rinnovamento glorioso che immette nella sua vita quella ineffabile speranza che è luce in ogni tenebra della storia. La bellezza della vita di un discepolo è avvertire dentro di sé questo mistero glorioso che, se anche dalle stimmate della croce, ti dà la luminosità di quella fedeltà divina che è la speranza, quella fede ferma e insostituibile che dà il coraggio di essere luce anche nel buio fitto.

Ecco perché questa mattina ci siamo ritrovati qui in chiesa: avevamo bisogno di questa luce, avevamo bisogno di sentire questa gloria di Dio che rifà la nostra persona e ci dà la capacità di camminare. Il Signore non ci delude.

Venire all'Eucaristia è essere sul monte,

venire all'Eucaristia è porci in stato di preghiera,

venire all'Eucaristia è ricevere il dono del Padre che è Gesù morto e risorto.

Nel momento in cui il cristiano si accosterà all'Eucaristia avvertirà un mistero di gloria e di calore che gli darà la capacità di camminare in novità di vita. Nell'antichità si diceva che, quando un cristiano va a messa e non fà la comunione, è uno scomunicato perché è inconcepibile stare con il Signore e non inebriarci con tutto il nostro essere di questo affascinante mistero. Questa mattina lasciamoci trasfigurare, in modo che comunque vada la nostra settimana dentro di noi ci sarà il ricordo: sul monte, con Gesù, sono entrato in una ineffabile luce! Il Cristo in me ha trasfigurato la mia persona e, se il Signore è in noi, chi può essere contro di noi? Questo il fascino che dobbiamo accogliere per camminare in serenità giorno per giorno, nonostante tutto e nonostante tutti.

 

15 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. 

Il senso della nostra storia sta nella sua fonte che è l’atto creativo del Padre che fa di noi i capolavori del suo amore veramente incondizionato. In lui respiriamo la luminosità della nostra esistenza. 

Padre, guida i nostri passi nel cammino quotidiano della nostra esperienza perché possiamo rendere ogni istante un inno alla tua gloria. Lo Spirito Santo sia la nostra consolazione. AMEN

14 marzo 2025

oggi, qui, Dio ci parla...

Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto a giudizio.

La comunione fraterna rappresenta l’espressione della carità che unisce le persone per costruire relazioni vere ed autentiche. Questa è la meravigliosa esperienza del cammino evangelico nella storia quotidiana. 

Padre, la presenza del Risorto nella vita di una comunità credente si incarna nel principio della fratellanza che unisce le persone più diverse per costruire una vera comunione evangelica. Lo Spirito Santo, che è facitore di unità rappresenta il motore che unisce i diversi per costruire una vera esperienza di unità. AMEN

13 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. 

La confidenza nella meravigliosa presenza di Gesù nella nostra quotidianità è principio di una speranza che non conosce confini. È l’oggi del Dio della fede che guida la nostra storia e la santifica. 

Padre, la nostra storia è nelle tue mani e ogni giorno ci doni il tuo Cristo perché impariamo ad amare il quotidiano sul suo esempio. Guidaci con la potenza del tuo Spirito perché possiamo scegliere ciò che a te piace e viviamo in comunione con il tuo cuore paterno. AMEN

12 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona.

La personalità di Gesù è il fascino che conquista ogni ricercatore della verità della propria esistenza. In lui siamo condotti a scoprire la bellezza del senso della vita e la gioia di crescere in una vera esperienza di fratellanza. Con lui si sogna un futuro ricco di eternità beata e si cresce nella vera speranza. 

Padre, nella potenza dello Spirito Santo ci accostiamo alla personalità di Gesù per poter gustare la grandezza del dono d’essere veramente uomini secondo il tuo disegno creativo, in modo che tutti i fratelli possano gustare il dono della salvezza. AMEN

11 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Voi dunque pregate così: Padre nostro, che sei nei cieli…

La gioia della nostra preghiera è la piena confidenza nelle mani del Padre che conduce la nostra vita attraverso la serenità del nostro cuore. Non ci lascia mai soli. Quando il nostro cuore è aperto sul Mistero la nostra esistenza diventa una continua preghiera nelle mani del Padre. 

Padre vieni in aiuto alle nostre povertà e guidaci nelle vie della Vita. AMEN

10 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me.

Il cuore di ogni discepolo di Gesù è chiamato a essere aperto a tutto il mondo perché deve gustare l’apertura del cuore all’infinito, come quello del Maestro. 

Padre, in Gesù regali a ogni uomo il dono della salvezza, e ogni creatura ritrova in lui il vero senso della propria esistenza. Lo Spirito Santo ci regala una costante apertura del cuore all’infinito. AMEN

09 marzo 2025

I DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C

DOMENICA 9 MARZO 2025

Dt 26,4-10      Rm 10,8-13      Lc 4,1-13

OMELIA

Il cristiano sa che nella sua esistenza è chiamato ad assumere la stessa sapienza del Cristo: goderne la mentalità operando scelte che siano la traduzione della vita stessa del Maestro. È quel vivere di fede, è fare della nostra esistenza una professione di fede di cui ci ha parlato l’apostolo Paolo. All’inizio della quaresima questa nostra vocazione viene profondamente interpellata perché questa mentalità del Signore possa permeare la mente, il cuore, la volontà.

L’inizio del testo evangelico ascoltato ci aiuta a come, in questo tempo quaresimale, approfondire questa sensibilità del Maestro in modo che possiamo acquisire quella mentalità evangelica che è propria di chi segue Gesù in ogni frammento della sua vita.

Nel testo iniziale del Vangelo abbiamo colto due grossi valori: la dimensione del deserto come luogo di tentazione, la creatività dello Spirito Santo nella persona di Gesù. Due elementi sui quali questa mattina dobbiamo soffermarci per poter veramente cogliere fino in fondo quella mentalità evangelica che ci deve continuamente trasformare.

Innanzitutto il primo elemento è dato dal fatto che Gesù viene condotto nel deserto per essere tentato. Se questo brano lo volessimo tradurre nell’ordine dell’esistenza potremmo così riesprimerlo: nello Spirito siamo condotti nella nostra quotidianità perché attraverso la prova dell’istante possa emergere ciò che veramente vale per la nostra vita.

La tentazione, luogo della verità delle nostre persone: tutto questo avviene nel “deserto del quotidiano”.

Spesse volte, all’inizio della quaresima, ci poniamo la domanda su cosa possiamo o dobbiamo fare per poter in modo più profondo immedesimarci a Gesù e quindi a viverne il mistero. La risposta che Gesù ci dà è molto semplice: ama la vita, ama la tua vita, scopri nel quotidiano il luogo della verità della tua storia. La vera tentazione, in senso positivo, è l’innamoramento del feriale, è l’innamoramento delle pareti della propria casa, è l’innamoramento della propria storia; imparare a comprendere, lì, nel tuo feriale, Dio che ti parla. Il dramma nel quale l’uomo contemporaneo si viene a trovare è quello di fuggire dalla propria storia, pensare un’esistenza che non ci sarà mai.

Il cristiano, invece, sa esattamente che deve entrare nello stile dell’Incarnazione e vivere il suo quotidiano. Il discepolo del Signore, iniziando la giornata dice a se stesso: “Oggi, in questo mio concreto, Dio mi rivelerà il suo volto”. Allora scopriamo che il deserto in cui veniamo collocati diventa la “nostra tentazione” perché è come noi costruiamo l’istante, nella sua monotonia feriale, che scopriamo chi effettivamente siamo.

L’uomo che cerca sempre il diverso per vivere il presente non capirà mai la sua identità. Chi fugge, non accogliendo il suo presente, non conoscerà mai se stesso. Ecco perché, con Gesù, all’inizio di questa quaresima siamo condotti nel deserto del feriale: per cogliervi la creatività di Dio!

È la grandezza dell’Incarnazione: il Verbo si è fatto storia in questa storia concreta, in queste concrete coordinate spazio-temporali, “il tuo feriale nascosto”, luogo del rivelarsi di Dio. Davanti a questo orizzonte, inevitabilmente, nasce la domanda che prorompe in noi: “Signore, come posso vivere in autenticità, in fecondità il mio feriale, soprattutto sapendo che esso è tante volte crocifiggente, oscuro, drammatico, senza soluzioni umane?”.

Il testo evangelico che ci introduce nella contemplazione di Gesù che è condotto nel deserto per essere tentato ci dà la risposta: pieni di Spirito Santo, guidati dallo Spirito Santo. Due elementi sui quali non sempre riflettiamo a sufficienza.

Innanzitutto Gesù è condotto dallo Spirito Santo nel deserto in quanto “pieno di Spirito Santo” perché nella pienezza dello Spirito Santo c’è la capacità di vivere e di sperare, di seguire e di scegliere, di intuire e di incarnare, di credere e di amare.

Il discepolo è nella pienezza di Dio.

Spesso non riusciamo a vivere con coraggio il feriale nascosto perché ci sentiamo noi al centro con tutte le nostre povertà drammatiche, mentre dobbiamo partire dalla convinzione che siamo nella pienezza di Dio.

Essere pieni di Spirito Santo è essere nella pienezza della creatività di Dio e quando l’uomo è nella pienezza della creatività di Dio sa esattamente che a Dio nulla è impossibile e, in questa pienezza, ci lasciamo guidare. È molto bello vedere la storia come un essere guidati dallo Spirito Santo! Noi, al mattino, potremmo - qualche volta - svegliarci esistenzialmente stanchi, con tutte le paure che in un modo o in un altro ci possono circondare. Al mattino dobbiamo fare quel profondo atto di fede: “Siamo pieni di Spirito Santo e incominciando la giornata siamo guidati dallo Spirito nel deserto della vita per rivelare il mistero che è dentro di noi.” L’uomo che non vive intensamente la sua esistenza nella creatività dello Spirito Santo non comprenderà mai il mistero che è la sua esistenza.

Usando il linguaggio biblico: “Poiché Dio ti amava era necessario che ti mettesse alla prova” perché attraverso la prova si rivela l’identità dell’uomo.

Ecco perché la quaresima, se la sappiamo leggere in quest’ottica, diventa l’ingresso in un grande mistero nel quale conosciamo noi stessi e conosciamo Dio, conosciamo Dio e conosciamo noi stessi. È la bellezza feconda dell’essere discepoli di Gesù. In tal modo assumiamo progressivamente quella mentalità evangelica che ci deve profondamente qualificare. L’uomo che ama il suo istante, che nell’istante si lascia guidare dalla creatività dello Spirito e, di riflesso, innamorato dallo Spirito continuamente sceglie nel concreto della vita, conosce se stesso come capolavoro della sapienza di Dio.

Ecco perché la quaresima diventa la scuola della nostra identità, un’occasione propizia perché la mentalità del Vangelo divenga la nostra storia. Amiamo l’istante con tutta l’intensità della nostra persona, lasciamoci condurre dalla pienezza creativa di Dio che è lo Spirito e avremo la luminosità di essere noi stessi, faremo della nostra vita una meravigliosa professione di fede, la mentalità che diventa criterio di scelte storiche.

Viviamo questo mistero come il mistero che stiamo celebrando, l’Eucaristia, perché è l’Eucaristia che santifica e illumina la quaresima. Nel momento in cui assumeremo i Doni eucaristici il nostro feriale sarà ricolmato da quello Spirito pasquale che anima ogni frammento della nostra esistenza. Vivendo in questo modo l’istante cammineremo verso la pasqua eterna del Regno.

Tale sia la gioia che vogliamo condividere, il coraggio che vogliamo approfondire, in modo che il feriale non sia più un buio incomprensibile, ma il feriale sia una pienezza divina nel buio storico per preparare quella luce gloriosa che sarà la pasqua eterna del Regno.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. 

La creatura ritrova la propria identità attraverso le difficoltà che la storia le presenta continuamente. Le tentazioni sono la verità della solidità della propria esistenza. Qui la persona ritrova se stessa. 

Padre, Gesù, attraverso il suo cammino quotidiano lentamente scoprì il valore della propria esistenza e ci insegna a costruire la nostra scelta evangelica nella tua misteriosa volontà. È il senso della sua e nostra esistenza. AMEN

08 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano.

L’incontro con il Cristo e la familiarità con lui generano un principio profondo di novità di vita che chiamiamo conversione. Il Maestro diviene il fondamento delle scelte quotidiane per una vitalità spirituale, dove lo Spirito Santo è il grande signore del nostro cuore. 

Padre, l’incontro quotidiano con il Cristo genera un costante rinnovamento della vita interiore che ci porta a percorrere un itinerario di costante conversione, sotto il contatto costante con lo Spirito Santo. È la bellezza della vita rinnovata. AMEN

07 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno.

Il desiderio del volto del Signore è la grande attesa del credente che vive del Maestro divino. Nel cammino credente quotidiano è viva tale aspirazione che ci porta a bramare la comunione eterna con lui per una gioia veramente inesauribile. 

Padre, l’amore per Gesù ci guida nell’intenso desiderio di poterti vedere attraverso la comunione con lui. Questa sarà la gioia vera del nostro cuore: vederti faccia a faccia in paradiso. Lo Spirito Santo ci orienti in questo meraviglioso cammino verso la piena trasfigurazione nella gloria del cielo. AMEN


06 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?

Le scelte che facciamo nella vita dipendono dalla concezione che noi abbiamo di essa. Amiamo il suo valore e su di essa camminiamo per poterne gustare la bellezza e la fecondità. Qui diamo significato a ciò che siamo e facciamo, e saremo noi stessi. 

Padre, scegliere Gesù come criterio di vita significa accedere a una grande libertà interiore che ci permette di camminare nella verità e costruire un mondo nuovo. Lo Spirito Santo ne è la grande forza esistenziale. AMEN

05 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Il Padre mio che vede nel segreto, ti ricompenserà.

La verità di una persona è data dal suo cuore da cui fluiscono i sentimenti più profondi. Curiamo la bellezza del cuore e cresceremo nella vera libertà spirituale.

Padre, tu ami scrutare il nostro cuore per vedere i nostri sentimenti più profondi e per dialogare con ciascuno di noi. Possa tu trovare in noi la bellezza del cuore di Gesù per essere sempre più docili allo Spirito Santo. AMEN

04 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi.

L’imitazione del Maestro è la caratteristica di ogni discepolo per comprendere la profondità del suo mistero di amore nei confronti di ogni umana creatura. Solo così scaturisce una intensa armonia di cuori che amano seriamente. 

Padre, la presenza di Gesù nella nostra vita rappresenta la vera luce che guida i nostri passi nel cammino quotidiano della storia. In lui cresciamo nella bellezza della vita. Lo Spirito Santo ci doni l’entusiasmo della sequela di tutti i giorni. AMEN

03 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Una cosa sola ti manca: va, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi.

La comunione dei beni ha rappresentato uno degli aspetti della chiesa antica e riflette la mentalità del Maestro divino perché nella comunità ci fosse una vera esperienza di fratellanza. Il seguire Gesù è espressione di concreta povertà di comunione fraterna. 

Padre, nel tuo Figlio Gesù ci insegni a vivere in un profondo spirito di fratellanza e la comunione dei beni era una viva espressione della chiesa apostolica. Fa' che nello Spirito Santo si realizzi questo vissuto della chiesa antica per incarnare una autentica comunità di fratelli. AMEN

02 marzo 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Un discepolo non è più del maestro.

La gioia di un discepolo sta nella costante e inesauribile imitazione del maestro che rappresenta il quotidiano punto di riferimento. Nella esperienza cristiana ciò significa un cammino veramente infinito. Qui scopriamo la fecondità della nostra esistenza. 

Padre, tu ci regali come maestro nel quotidiano il tuo Figlio Gesù perché viviamo in termini creativi la sua interiorità. Guida nello Spirito Santo il nostro cuore in questo cammino perché ne diventiamo un luminoso sacramento a speranza di ogni fratello. AMEN

VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C

DOMENICA 2 MARZO 2025

Sir 27,5-8 (NV)      1Cor 15,54-58      Lc 6,39-45

OMELIA

Gesù questa mattina convocandoci attorno a sé dice che dobbiamo continuamente avere lo sguardo rivolto al Maestro: “Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro”.

La bellezza della nostra vita è contemplare continuamente Gesù per incarnarne il mistero nei giorni quotidiani. Ecco perché è bello stamattina soffermarci su una profonda verità che deve continuamente accompagnare la nostra vita: avere lo sguardo del cuore sempre rivolto a Gesù.

Spesse volte nasce la domanda nel cammino della vita quotidiana: qual è il parametro per essere discepoli del Maestro? La risposta è molto semplice: non staccare mai lo sguardo dalla sua Persona. Allora scopriamo tre coordinate che ci accompagnano continuamente:

- Gesù al centro del nostro interesse,

- imitarlo nelle scelte di tutti i giorni,

- avere la certezza che lui è sempre con noi.

Il cristiano ha questo orientamento continuo verso la figura di Gesù sapendo che il mistero che lo avvolge è più grande di tutti i parametri storici. Imitare Gesù attraverso un fascino continuo. Ecco perché il cristiano fin dal mattino ascolta il Maestro, ne coglie la verità e la incarna nelle scelte di tutti i giorni. Ma in noi davanti a questa contemplazione abbiamo una domanda: è possibile imitare il Maestro? Egli è il figlio di Dio, egli è la verità del cuore del Padre, egli è la luminosità che avvolge la nostra storia. Noi diremmo: è troppo alta la sua figura! Ma Gesù ci dice: Io sono con voi.

Perché il cristiano quando fa la scelta di Gesù viene battezzato? E la risposta è molto semplice: perché attraverso questo momento sacramentale noi diventiamo la sua figura. Il cristiano è il Gesù vivente! Ecco perché davanti a tutte le proposte che il Maestro ci offre non abbiamo mai alcuna paura, lui è in noi, lui cammina con noi, lui è la certezza di una presenza che trasfigura continuamente le nostre azioni. Se è vero che sulla sua parola noi continuamente facciamo le scelte della vita è altrettanto vero che egli opera in noi le sue meraviglie: in lui viviamo, operiamo, ed esistiamo. Sono affermazioni che dovrebbero continuamente avvolgere le nostre persone donandoci la bellezza dell'istante come atto creativo di Dio. Il Signore è veramente con noi e opera continuamente le sue meraviglie in ogni frammento della nostra giornata. Ecco perché è bello riprendere il testo del salmo “Solo in Dio riposa l'anima mia: da lui la mia speranza” è questo atteggiamento interiore che ci consola continuamente. Gesù in noi, con noi e per noi. Non dovremmo avere altri orizzonti che non siano questi a cui continuamente configurare le nostre scelte quotidiane e, questa visione, dovrebbe accompagnarci soprattutto davanti all'inizio della Quaresima.

Spesse volte noi siamo tentati di dire che il Signore ha esigenze troppo forti nei nostri confronti. Eppure la sua presenza, la sua azione, è la nostra grande speranza! Ecco perché è bello sempre ripetere Solo in Dio riposa l'anima mia: da lui la mia speranza perché la gioia di camminare con Gesù è percepire, nel profondo del nostro cuore, la sua presenza che non ci abbandona mai. In lui esistiamo, operiamo e camminiamo, è ciò che continuamente come creativo dentro di noi. Ma se tutto questo è vero, si realizzerà il principio un albero buono darà frutti buoni. Se il Cristo veramente è l'anima della nostra anima, tutto ciò che siamo, tutto ciò che facciamo, diventa incarnazione della sua presenza.

È che noi tante volte siamo troppo distratti. Siamo preoccupati dei nostri comportamenti e dimentichiamo la bellezza di avere lo sguardo del cuore continuamente attirato nella figura di Gesù e, quando il cuore entra in questa esperienza, si realizza il principio evangelico “Ecco io faccio nuove tutte le cose” e in Gesù c'è la novità della nostra vita. “Guardate a lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo libera da tutte le sue angosce” questo fascino di Gesù è il principio della nostra vita.

Chiediamo allo Spirito Santo questa meravigliosa Sapienza. Se è vero che i limiti ci accompagnano continuamente è altrettanto vero che il Signore è un maestro favoloso, che continuamente opera in noi le sue meraviglie, ci guida istante per istante e fà di noi i suoi capolavori. Un discepolo non è più del maestro. Ma ognuno che sia ben preparato sarà come il maestro perché Gesù può stare continuamente agendo nella nostra vita e allora quando, al termine della nostra storia incontreremo il volto meraviglioso del Padre, egli ci dirà: “Ecco la persona del mio figlio, vieni nella mia gioia per cantare eternamente la bellezza della tua vita!”.

Abbiamo sempre il Cristo nel cuore, nella mente e nelle azioni, cammineremo in novità di vita, saremo creature nuove e allora l'esperienza quotidiana sarà stare con lui. Ed è interessante come questo testo evangelico si collochi all'inizio nel tempo della Quaresima dove, questo tempo, non è fare tante cose, ma lasciarsi sempre più attirare, affascinare, dalla figura del Maestro per diventare i suoi capolavori.

Guardiamo a Gesù, seguiamo Gesù, camminiamo innamorati di lui e allora la nostra vita si aprirà a quella eternità beata, a quella gioia piena del cuore, dove il Signore Gesù sarà tutto in ciascuno di noi. Contempliamo il Maestro, viviamo del Maestro e l'esperienza della gioia eterna ci avvolgerà e ci condurrà continuamente in una serenità del cuore che è eternità profondamente vissuta in ogni frammento della nostra vita quotidiana.