28 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Quando verrà lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità. 

Nell’anima è presente un profondo desiderio di infinito. La potenza dello Spirito Santo orienta la persona in tale luminosa direzione per dare compimento a questa sete di gloria eterna che è presente nel cuore credente. È una meravigliosa avventura nelle profondità del mistero trinitario e una gustazione dell’Ineffabile, in attesa della pienezza del gusto trasfigurante del paradiso. Li contempleremo e sarà un gaudio eterno. 

Padre, quando contempliamo il volto di Gesù l’anima si illumina di eternità beata e cresce il desiderio di una profonda trasformazione spirituale. Lo Spirito Santo operi sempre in noi tali meravigliose esperienze in uno sviluppo di questa sete, che è la contemplazione del tuo volto luminoso. AMEN

27 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito.

La presenza di Gesù nella Chiesa e nella persona dei discepoli vive della creatività dello Spirito Santo che introduce ogni giorno nel suo mistero di amore che non conosce limiti. Guidati dallo Spirito gustiamo la grandezza del Padre. 

Padre, ricolmaci della potenza dello Spirito Santo perché possiamo crescere nella conoscenza del tuo Figlio Gesù nostro Salvatore. In questa vita divina gustiamo il tuo volto e attendiamo l’incontro glorioso del paradiso. AMEN

25 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

“Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.” 

La bellezza feconda della fede cristiana sta nel gustare la presenza delle tre Persone trinitarie nel cuore di ogni discepolo del Cristo. Chi avverte tale meravigliosa esperienza vive nella speranza e si orienta verso la pienezza della luce divina, che sarà il paradiso.

Padre, nel tuo amore ci regali Gesù perché ci guidi nel feriale della storia verso la meta luminosa della gloria eterna. Questa è la grande aspirazione del nostro cuore. Nella docilità all’azione dello Spirito Santo saremo attenti alle tue suggestioni per giungere a una totalizzante trasfigurazione nella tua comunione per essere pura lode all’AMORE. Amen. Alleluia.

VI DOMENICA DI PASQUA - ANNO C -

DOMENICA 25 MAGGIO 2025

At 15,1-2.22-29      Ap 21,10-14.22-23      Gv 14,23-29

OMELIA

Il Risorto ci sta facendo percorrere un cammino perché lentamente possiamo assumere la sua mentalità e noi possiamo veramente avvertire questa sensibilità di Cristo dentro di noi attraverso l’espressione con la quale Gesù oggi ha iniziato il racconto evangelico: “amare e osservare”.

Se uno mi ama osserva la mia parola” dove, in questi due verbi “amare e osservare” ritroviamo quella che è la dinamica all’interno dell’uomo che crede: amare e accogliere, osservare e mettere in pratica. L’osservare è il divenire dell’accogliere, è il divenire dell’essere intensamente immersi nell’amore del Signore; quindi la “mentalità” è niente altro che lo sviluppo di questa diuturna accoglienza del Signore, lasciandoci da lui amare, in modo che la nostra vita diventi il sacramento, il segno concreto della sua Presenza. Ma nel momento nel quale assumiamo questa mentalità riscopriamo una ricchezza meravigliosa della nostra vita: “Il Padre lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”.

Intuiamo quindi una circolarità che entusiasma chiunque abbia la gioia di essere discepolo del Signore: chi nell’amore osserva, gode di una Presenza. Il Padre e il Figlio nella illuminazione operativa dello Spirito vengono ad abitare in noi per cui scopriamo questo cammino nella nostra esistenza: mentre amiamo e osserviamo godiamo una Presenza e questa Presenza diventa un amore che a sua volta diventa linguaggio concreto. È quell’esperienza che noi come cristiani siamo continuamente chiamati a sviluppare: l’inabitazione di Dio che diventa vita e la vita che, a sua volta, diventa segno meraviglioso della vita di Dio dentro di noi.

Ma questa verità del dimorare dentro di noi del Padre e del Figlio nello Spirito Santo ha un duplice effetto che dobbiamo cercare di mettere bene a fuoco per essere uomini, al di là delle tribolazioni della vita, ricchi di grande speranza. Quando vogliamo riuscire a intravedere cosa sia la vita non dobbiamo guardarci troppo d’attorno, dobbiamo rientrare in noi stessi e ritrovarci “abitati” dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. Allora, come prima sfaccettatura di questo dimorare di Dio in noi ci accorgiamo che il gusto della vita divina in noi brucia tutto ciò che è negativo; brucia la nostre paure perché quando siamo abitati dalle tre Persone divine non esiste più la paura, perché esiste una Presenza. È qualcosa che noi a livello interiore dovremmo continuamente rivisitare. Se il Signore è in noi, se il Signore è con noi, insieme al Padre e allo Spirito Santo di che cosa possiamo avere paura?

È vero, ci sono i nostri limiti psicologici che generano paure, ma la nostra persona è luogo di una Presenza divina. Se questa Presenza divina da noi è sommamente amata e incarnata nelle piccole cose di ogni giorno, ci accorgiamo che, lentamente, le nostre paure vengono bruciate. Chi ha contatto con le tre Persone che agiscono veramente in modo dinamico dentro di lui ha la sua vita totalmente rinnovata e rifatta. Gustare la presenza del Padre e del Figlio nella luce illuminante dello Spirito è ritrovare il coraggio della vita.

Ma c’è un altro aspetto positivo: non solo le tre Persone divine distruggono le nostre paure con tutto ciò che in esse è contenuto, peccato compreso, ma ci fanno ritrovare il nucleo vero della nostra vita perché siamo sacramento di una comunione. Spesso uno dei drammi dell’uomo dei nostri giorni è la solitudine; questo è un grande dramma dell’uomo contemporaneo: il dramma di sentirsi solo e di essere lasciato solo.

Nel momento in cui intravediamo questa promessa di Gesù: “Io e il Padre verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” scopriamo che la nostra vita è sacramento di una comunione.

Se nella fede, illuminati dallo Spirito Santo, entriamo in noi stessi ci accorgiamo che il Padre e il Figlio stanno operando dentro di noi, la nostra solitudine esteriore diventa un’affascinante comunione interiore!

È la presa di coscienza di questa inabitazione divina che ci dà la gioia e la capacità di essere in comunione. Usando un’immagine che si richiama al racconto della creazione dell’uomo si può dire che la nostra vita è il “passeggiare del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo con noi”.

Come nel vecchio racconto della creazione si diceva che Dio passeggiava con i progenitori Adamo ed Eva, così noi in questa luce ci sentiamo così abitati dalle tre Persone divine per cui noi passeggiamo con le tre Persone nel cammino della vita. È come quando una persona si sente fortemente amata, in quel momento, la persona amata è dentro di lui, dentro di noi, per cui  non ci sentiamo soli perché la persona amata è dentro la nostra vita e con questa persona non abbiamo alcuna paura.

Così è nell’ordine della fede.

Se noi scoprissimo questa vita divina che sono le tre Persone, non saremo più soli! L’uomo vecchio avrà tante paure, ma l’uomo interiore cammina con il Padre, il Figlio e lo Spirito in un’affascinante avventura che dà il gusto dell’ebbrezza della vita. Se vogliamo acquisire una vera mentalità evangelica, se vogliamo acquisire la capacità di leggere e amare la storia come la legge e la ama il Signore, dentro di noi scopriamo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo che agiscono dando vitalità, ebbrezza e freschezza nella nostra vita.

In questo fascino allora potremmo veramente diventare uomini di speranza!

Ecco perché questa mattina siamo qui, in chiesa, perché possiamo accogliere il Signore nella sua verità, il suo Corpo e il suo Sangue, è lui che entra in noi, i fiumi dello Spirito Santo ci danno la freschezza perché la nostra vita sia un inno al Padre. Allora usciremo di chiesa e torneremo a casa dicendo: “Sono abitato dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito” perché la presenza delle tre Persone generi in ognuno di noi la gioia della speranza contro ogni speranza!

Viviamo così questa Eucaristia nella certezza che siamo abitati dalle Persone divine per essere uomini di gioia anche nelle lacrime, di speranza anche nel buio, perché il Signore è con noi e vivendo ogni giorno con il Signore ci apriamo su quell’orizzonte di paradiso che è la grande meta, la grande speranza, la grande gioia di tutta la nostra vita.

 

24 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra.

Il mistero di Gesù rappresenta la nostra anima che lo imita continuamente per gustare la bellezza del dono della vita quotidiana. In lui la creatura umana ritrova se stessa e recupera il valore della propria esistenza. Siamo chiamati a cantare la vita. 

Padre, in Gesù impariamo ad amare la vita quotidiana come cammino per gustare la bellezza feconda del dono dell’esistenza. Lo Spirito Santo ci tenga sempre aperto questo orizzonte per essere stabilmente nel gusto del quotidiano. AMEN

23 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

La nostra esistenza è il luogo feriale per costruire autentiche reciprocità in modo da vivere in una intensa comunione fraterna. L’io della persona matura attraverso la costruzione di autentici rapporti interpersonali dove ci si riconosce fratelli nell’elaborare rapporti animati dalla luminosità del noi. 

Padre, tu hai creato l’uomo a tua immagine e somiglianza. Gesù poi ci educa a vivere sempre in comunione fraterna perché sappiamo costruire reciprocità divino-umane. Fa che lo Spirito Santo ci educhi ogni giorno a vivere questa verità per gustare una fraternità che rifletta la tua gloria. AMEN

22 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

Ascoltare il Maestro divino ci conduce all’intenso desiderio di lasciarlo abitare in noi. Ogni sua parola diventa una incarnazione nella nostra persona della sua presenza e tale processo determina ogni nostro linguaggio. Gesù in noi parla con noi e incarna sempre in noi la sua creatività relazionale. Al tempo stesso ci offre la certezza che egli è fortemente attivo in ciascuno di noi. 

Padre, attraverso la presenza di Gesù ci riveli la bellezza e la grandezza del tuo amore verso ogni creatura. Rivestici della potenza dello Spirito Santo perché le sue suggestioni determinino i nostri comportamenti per creare una feconda comunione con ogni fratello. AMEN

21 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. 

La nostra esistenza respira continuamente il divino che guida la nostra esistenza quotidiana. Il Padre è il grande attore della nostra storia e il Figlio è il nostro maestro che ci illumina in ogni frammento della vita. Noi siamo il loro quotidiano capolavoro. A loro affidiamo la nostra storia. 

Padre, in Cristo Gesù ci hai amati e ci sostieni continuamente perché vuoi guidarci alla eterna contemplazione del tuo volto nella luce del paradiso. Rendici docili alla creatività dello Spirito Santo perché possiamo diventare lentamente la luminosità della tua gioia eterna. AMEN

20 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Vi lascio la pace, vi do la mia pace.

L’incontro con il Risorto è sorgente di pace interpersonale e cosmica. Da lui fluisce la novità del mondo e della vita. Qui scopriamo la bellezza della vita di fede che illumina il nostro quotidiano e apre orizzonti di grande speranza di fronte agli interrogativi della storia. 

Padre, l’incontro con il tuo Cristo è sempre sorgente di vera novità di vita poiché illumina il presente e fa respirare in vista del futuro. Rendici sempre attenti al suo Mistero perché possiamo crescere nel tempo con tanta fiducia, superando le oscurità storiche. Lo Spirito Santo ci doni tale sapienza e ci ricrei nella fiducia. AMEN 

19 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui.

La fecondità della fede scaturisce dalla gioia di sentirsi amati in modo divino-umano al di là di ogni misura e in un atteggiamento di totale gratuità. La gratitudine è il linguaggio interiore che rende sempre fecondo il cammino credente. 

Padre, in Gesù ci riveli la grandezza meravigliosa e inesauribile del tuo amore per la creatura umana che è un tuo capolavoro. Guardando con purezza di cuore la creatura umana il cuore canta la vera gioia che è sempre divino-umana con una grande speranza davanti alla storia umana. AMEN

18 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

La persona di Gesù e il suo stile di vita rappresentano il parametro a cui ogni discepolo è chiamato a riferirsi per essere autentico nella vita quotidiana. Infatti abbiamo la vocazione a essere sacramento della sua benevolenza.

In Gesù siamo creature nuove e gustiamo la bellezza della vita.

Padre, tu ci hai regalato la gioia d’essere uomini attraverso la quotidiana incarnazione della persona di Gesù, tua Parola fatta storia. Guidaci con la potenza dello Spirito Santo a porre il Risorto al centro delle scelte del nostro cuore in modo che gli uomini guardandoci possano gustare il volto del Maestro divino e cresca la lode al tuo nome. AMEN

V DOMENICA DI PASQUA - ANNO C -

DOMENICA18 MAGGIO 2025

At 14,21-27      Ap 21,1-5      Gv 13,31-35

OMELIA

Il cristiano ama stare nelle mani del Padre e del Cristo per lasciarsi forgiare da quel disegno divino che è la vera realizzazione dell’uomo. La bellezza dell’esperienza della Pasqua è niente altro che il gusto di stare con il Risorto lasciandosi plasmare da Lui poiché dobbiamo lentamente assumerne la mentalità.

Il Vangelo di questa mattina diventa, per un certo verso, la verifica se veramente stiamo con il Maestro e se, dall’altra parte, sappiamo leggere la nostra esistenza come il Maestro la sa interpretare. Infatti il cristiano è l’espressione personale di come si legge la storia. Potremmo definire il brano di questa mattina: Gesù Maestro che ci educa a interpretare l’esistenza partendo dal suo cuore. Infatti lo stesso precetto della carità è niente altro che il modo dinamico di leggere la storia.

Diventiamo perciò questa mattina, in modo particolare alunni di Gesù, perché davanti agli interrogativi dell’esistenza sappiamo leggerli e rileggerli con il suo stesso occhio. Davanti all’episodio di Giuda che esce dal cenacolo per tradire Gesù, Gesù non pensa a Giuda; nel momento nel quale Giuda esce dal cenacolo Gesù pensa al Padre perché la sua esistenza non è legata al tradimento di Giuda, perché la sua esistenza non è condizionata dai fatti concreti che lo circondano, ma la sua esistenza è capire unicamente le opere del Padre. Poiché la sua vita si colloca in questo elemento interpretativo, Gesù davanti al tradimento di Giuda non ha nessuna reazione che abbia come oggetto una sua sensibilità psicologica: anche il tradimento di Giuda è luogo della gloria di Dio.

Chi, nella vita, quotidianamente legge la propria esistenza con l’occhio di Dio compiendone la volontà, anche gli elementi più drammatici dell’esistenza li interpreta con l’occhio di Dio, è quella esperienza di grande liberazione interiore a cui il Signore quotidianamente ci chiama. Spesso i fatti della vita li interpretiamo partendo dai nostri punti di vista, dalle nostre attese, dalle nostre illusioni perché fondamentalmente vogliamo essere protagonisti della nostra esistenza. Gesù ha una diuturna familiarità con il Padre per cui la chiave interpretativa della sua vita è questo rapporto immediato che Egli ha con il Padre: nel cuore Egli gode d’essere nella luce.

Allora intuiamo il modo di procedere da parte di Gesù: cinque verbi che hanno tutti la stessa parola: “glorificare”. È molto bello entrare in questa esperienza interiore di Gesù che dice: il Padre sta realizzando il suo progetto attraverso il tradimento di Giuda e questo progetto del Padre è il senso della vita, poiché Gesù è entrato nella storia non per risolvere i problemi degli uomini, ma è entrato nella storia per dare una mentalità agli uomini per cui, anche davanti alla croce, al tradimento, non esiste né la croce né il tradimento: c’è la gloria di Dio.

Nella successione dei tempi verbali ci sono tre verbi al passivo e due verbi all’attivo. Chi si lascia guidare da Dio canterà la gloria di Dio! In questo scopriamo la vera libertà del cuore umano! Il cuore umano può godere un’autentica e feconda libertà solo quando, nel cammino della sua vita, non si lascia dominare dagli avvenimenti o dalle proprie suggestioni psicologiche, tutte schiavitù che rendono la vita sempre più oscura! L’uomo che ha come criterio la mentalità umana entra sempre più nell’oscurità senza speranza. Chi riesce a entrare nell’esistenza leggendo tutto come il darsi misterioso di Dio, fa l’esperienza della risurrezione.

Ecco perché il cristiano non guarda alla croce come uomo che soffre, muore, risorge, ma con l’espressione di come leggere la storia: affidarsi a Dio, fidarsi di Dio, godendo la fedeltà di Dio. Allora intuiamo cosa sia questo comandamento nuovo che spesso leggiamo e interpretiamo come: “vogliamoci bene!”, che qualche volta è semplicemente un atto psicologico, se non addirittura psichedelico!

Il volerci bene è insieme avere l’unico criterio della vita e l’unico criterio della vita è la docilità dell’oggi di Dio, amando intensamente la propria esistenza anche se fallimentare, perché la storia letta con l’occhio di Cristo sa che anche il “massimo fallimento” – come è la croce, quando è vista nella fedeltà divina – diventa risurrezione. Il vero amarsi è leggere la vita secondo la Pasqua di Gesù e allora, la bellezza della nostra esistenza è aiutarci reciprocamente ad avere questa esperienza: leggiamo tutto nel cuore di Cristo che compie ogni cosa nella fedeltà del Padre. Ecco perché Gesù, nel bel testo dell’Apocalisse ascoltato, ha quella affermazione che esprime la dinamicità della sua persona: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”. La novità della vita è il senso dell’esistenza stessa per cui, il cristiano, attraverso la diuturna familiarità con il Maestro ne assume in modo così profondo la mentalità che non riesce più a pensare se non come la pensa Gesù!

La bellezza dello stare fraternamente con Lui è imparare a non poter più pensare o ragionare se non come pensa e ragiona Lui; stare con Gesù per vivere e interpretare la vita come Lui. Se non raggiungeremo tale meta saremo discepoli fallimentari (anche se faremo tante cose!). Il Vangelo non è correre di qui o di là, l’uomo “religioso” corre di qui e di là, ma il credente, no. Il credente ha la capacità di leggere la vita nella familiarità con Cristo che è tutto familiare con il Padre. Se l’uomo non ritrova questo criterio di fondo costruisce la sua infelicità.

Chi si lamenta sempre si autodistrugge. Ecco perché il cristiano attraverso questo continuo incontro con il Maestro si lascia così lievitare spiritualmente che legge tutto con lo sguardo amativo di Gesù, che è tutto nel Padre. L’uomo che riesce a penetrare tale affascinante esperienza dice sempre: “Tutto è gloria di Dio, anche il massimo annientamento è gloria di Dio!”, per cui anche dal buio della vita nasce sempre un’ineffabile luce. Allora, il progetto di Gesù è molto serio, ma molto liberante, perché ci dà la chiave con la quale costruire, oggi, la comunione diuturna con il Padre, come ha fatto Gesù. Ecco perché il cristiano quando è davanti alla vita, in tanta semplicità, ripete sempre il Padre nostro, perché il Padre nostro è lo specchio della vita di Gesù e la luce per illuminare la nostra storia. Ecco perché questa mattina siamo nel cenacolo con Gesù, per ritrovare il modo di leggere la vita. La bellezza di ritrovarci ogni domenica all’Eucaristia non è andare a Messa, ma andare a cercare quella comunione con il Maestro che illumina la nostra esistenza e davanti ai nostri interrogativi Gesù ci dice: “Ricerca la gloria di Dio!”.

Non è quel pane e quel vino che Gesù ci regala personalmente? Quel pane e quel vino sono Gesù che ci dice di leggere la vita come gloria di Dio: “Questo è il Corpo dato per voi, questo è il Sangue versato per voi”. È il modo di leggere la storia che diventa amore concreto.

Viviamo perciò in questa luce l’Eucaristia che stiamo celebrando in modo che la nostra mentalità non sia quella mass-mediatica, ma quella pasquale, la croce gloriosa. Allora è bello la sera dire: “Oggi la tua gloria, o Padre, è stata il senso della mia vita”. In quella gloria il buio della storia diventa luce di risurrezione.

 

17 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Signore, mostraci il Padre e ci basta.

La nostra esistenza è tutta tesa verso la pienezza della comunione nella gloria del Padre, realizzazione della nostra persona, in una contemplazione che non avrà mai fine. La sete d’infinito è la bellezza del nostro cuore. 

Padre, in Gesù ci attiri a te ogni giorno per donarci la pienezza della vita. È una meravigliosa sete che attrae continuamente per poter gustare eternamente la visione del tuo volto. È la sete d’infinito presente nel nostro cuore. Lo Spirito Santo opera sempre in modo meraviglioso nella nostra persona per vivere questa meta luminosa. AMEN

16 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Gesù, in te è la mia speranza e con te non ho paura. AMEN 

«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me».

La presenza divina ci accompagna continuamente e questa è la luce che illumina le nostre oscurità storiche e che infonde speranza nei nostri cuori desiderosi di novità esistenziali per lodare la Fonte di ogni dono. 

Padre, nel fascino del tuo Figlio Gesù infondi speranza nei nostri cuori e ci orienti verso la pienezza della gloria. La bellezza divino-umana del Maestro diriga le nostre scelte quotidiane verso la gioia eterna. AMEN

15 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone.

Il Signore Gesù è il centro del cosmo e della storia, e ogni creatura entra in questo rapporto di obbedienza esistenziale. Un simile atteggiamento appartiene a ogni creatura che vive del divino che è una creazione sempre in atto. È la bellezza della persona umana. 

Padre, nel tuo Figlio Gesù siamo i tuoi capolavori pensati fin dall’eternità beata per cantare per sempre la tua luminosa lode. Guida nello Spirito Santo ogni giorno i nostri passi per cantare eternamente il tuo nome. È la bellezza di ogni umana creatura. AMEN

14 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Rimanete nel mio amore.

Il discepolo vive del Maestro e coglie le profondità del suo cuore per condividere la bellezza del dono della vita accolta. L’amore trinitario è il suo ambiente abituale per camminare in continua novità di vita, in una profondità aperta sull’eternità beata. 

Padre, in te trovo ogni giorno il significato della mia esistenza attraverso la quotidiana imitazione del tuo Verbo incarnato. Lo Spirito Santo ci illumini e ci guidi perché non ci lasciamo distrarre dalle concretezze della storia di tutti i giorni. Il fascino della vita trinitaria orienti le nostre scelte quotidiane perché sia sempre presente nella nostra storia la luminosità del tuo volto, Padre amatissimo, e aspirazione sempre più vera del nostro cuore credente. Tutto questo in Gesù con lo Spirito Santo. AMEN

13 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.

Gesù, tieni sempre aperto il nostro cuore alla tua parola per crescere in comunione con te e con i fratelli in un fecondo dialogo di vita eterna. 

Padre, il cuore che ama sa sempre ascoltare per crescere nella feconda comunione fraterna. Gesù orienti a te la vita quotidiana in un grande spirito di obbedienza. Lo Spirito Santo ci guidi sempre in tale meraviglioso cammino interiore. Allora saremo vangelo vivente. AMEN

12 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Io sono la porta delle pecore

Gesù è il centro della storia di ogni creatura e a lui ci si riferisce come alla linfa esistenziale di tutti gli uomini. Egli è la luce che si diffonde in ogni persona, e che offre un significato autentico a ogni creatura. 

Padre, nel mistero di Gesù ci offri la luce che dà significato alla nostra storia quotidiana, è la fonte che illumina la nostra esistenza. Guidaci con il tuo Spirito perché possiamo operare scelte che siano in sintonia con la tua misteriosa e meravigliosa volontà. AMEN

11 maggio 2025

IV DOMENICA DI PASQUA - ANNO C -

DOMENICA 11 MAGGIO 2025

At 13,14.43-52      Ap 7,9.14-17      Gv 10,27-30

OMELIA

Immersi nella gratuità misericordiosa di Dio noi godiamo della presenza del Risorto: è il cammino che la Chiesa ci sta facendo percorrere in questo tempo. Vedere il Risorto è ritrovare il gusto della vita e il senso della vita è crescere nell’esperienza del Risorto. Ora, nel momento in cui ci poniamo nell’atteggiamento di essere affascinati dal Risorto, egli ci aiuta a fare un passo più avanti, a entrare nella vita propria delle tre Persone divine.

È quello che Gesù questa mattina potrebbe volerci regalare attraverso il testo evangelico ascoltato: il Risorto ci colloca nel meraviglioso rapporto che esiste tra lui e il Padre: “Io e il Padre siamo una cosa sola” ha detto Gesù, quindi, la bellezza dell’esperienza del Risorto è entrare in questa comunione che esiste tra il Padre e il Figlio. In certo qual modo l’incontro con il Risorto è un passaggio: vedere il Risorto per godere questa vita di comunione che esiste tra il Padre e il Figlio.

È il senso stesso della nostra esistenza e della meta verso la quale tendiamo continuamente dove, nell’eternità beata, vivremo eternamente questa comunione: Padre–Figlio–nello Spirito Santo. Tuttavia di fronte a questa grande visione che ricolma di speranza la nostra esistenza perché ci porta fuori dalle nostre solitudini e ci immerge in ciò che veramente vale, in noi nasce la domanda se sia veramente possibile entrare in questa affascinante avventura.

Gesù questa mattina – attraverso due espressioni – ci dice che questa avventura è possibile perché siamo nelle mani di Dio. È molto bello come Gesù utilizzi, nel linguaggio di Giovanni, l’immagine delle mani: siamo nelle mani del Figlio, siamo nelle mani del Padre. Essere nelle mani è sicurezza.

La grandezza della nostra vita, quando la vogliamo leggere nel senso più profondo, è una vita nelle mani di Dio dalle quali – lo ha detto Gesù – noi non possiamo mai scappare e “nessuno -  ha detto Gesù - le strapperà dalle mie mani”. Ecco perché il cristiano quando cammina nella storia ha questa percezione fondamentale: sono nelle mani di Dio. Spesso l’uomo è ricco di interrogativi, di problematiche, l’uomo pensando molto a se stesso complica sempre ciò che è semplice, il cristiano ritrova la serenità quando coglie la sua esistenza nelle mani di Dio.

Dove abito? dice il cristiano a Gesù, e Gesù risponde: nelle mani mie e del Padre.

Quando, nell’itinerario della nostra esistenza, cogliamo questo aspetto siamo sempre nella fiducia. Ma questa idea di mani è ancora più profonda perché l’immagine delle mani ci porta all’artista, l’artista che plasma. Dio non è una statua, Dio è dinamico! In certo qual modo Dio, nel momento in cui ci ha creati, ha incominciato a plasmarci. Cos’è la vita? Essere nelle mani plasmatrici della Santissima Trinità, nelle mani del Padre e del Figlio, nell’energia creatrice dello Spirito Santo! Allora l’esistenza nella concretezza delle sue situazioni che in modo immediato crea problemi al nostro sensitivo diventa un’esaltante avventura: lasciarci plasmare da Dio. La storia è la forza plasmatrice delle tre Persone divine. Ecco perché Gesù ha detto: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e mi seguono”, si lasciano plasmare! Nel momento nel quale facciamo la scelta d’essere discepoli lasciamo alla Trinità di agire e plasmarci come vogliono le tre Persone (tanto il progetto è loro) e nelle loro mani saremo dei meravigliosi capolavori. È una verità che deve penetrare dentro di noi perché è il senso stesso della vita: è bello conoscere il Risorto per entrare in quel rapporto creativo Padre-Figlio nella potenza penetratrice dello Spirito Santo.

Davanti a questo scenario Gesù ha un’altra parola che ci ricolma ancora più di forza e di speranza. Gesù ha detto: “Il Padre mio, che me le ha date”.

Qualche volta ci poniamo la domanda: che cos’è la mia vita? Soprattutto in alcuni momenti di particolare tormento dove l’uomo si pone l’interrogativo se valga la pena o meno di vivere: è il dramma dell’uomo dei nostri giorni! Gesù ci dice: “Non temere, tu sei il regalo che il Padre mi ha fatto”. Davanti alla domanda che senso ha la vita, Gesù ci dice: sei un regalo. Quando dall’eternità Dio ci ha pensato e attraverso i genitori ci ha dato la luce, egli, il Padre ci ha regalati al Figlio.

La bellezza della vita è di essere un regalo Padre-Figlio.

Quando spesso cadiamo nel nostro pessimismo dimentichiamo questo valore essenziale: siamo un regalo intratrinitario e le tre Persone si scambiamo meravigliosi regali. Ecco perché il cristiano nel profondo della sua vita, nonostante le angustie storiche, ha l’ebbrezza della vita divina, perché quando avvertiamo nel profondo della nostra esistenza di essere un regalo tra le tre Persone divine, la nostra vita diventa esaltante, non siamo più soli, stiamo diventando un capolavoro, ma soprattutto ci si apre quell’orizzonte di eternità beata come giustamente ci ha detto l’autore dell’Apocalisse: entriamo nel nostro rinnovamento esistenziale.

Ecco perché il cristiano nel cammino della sua storia, nonostante gli imprevisti esistenziali, le povertà storiche, le solitudini, sa di essere nelle mani divine; a me lasciarle agire, per poter edificare quel capolavoro che dall’eternità Dio Padre ha pensato. Quando entriamo nella “rigidità”, in quel momento impediamo alla Trinità di agire e allora, ovviamente, la Trinità deve inventare qualche cosa e renderci plasmabili e nella Trinità riusciamo veramente a realizzare la nostra vita. Ecco perché il cristiano ama il Risorto, brama la comunione divina lasciandosi plasmare dalle meravigliose mani del Padre e del Figlio, nell’energia illuminante e rigeneratrice dello Spirito Santo, per cui quando, in questa settimana potremmo cadere in qualche dubbio, in qualche difficoltà, ripetiamoci la frase di Gesù: “Siamo un regalo del Padre al Figlio” e quando vediamo la nostra esistenza in questo regalo saremo poveri uomini, ma in Dio siamo capolavori!

Ecco perché questa mattina il Signore ci chiama attorno a sé. Cos’è l’Eucaristia?

L’Eucaristia è il Padre che ci regala al Figlio: quando veniamo a messa siamo persone che si sentono regalate dal Padre al Figlio e il Figlio si regala a noi, il Corpo e il Sangue. Ecco perché la bellezza dell’Eucaristia è essere un regalo dove Dio si regala, per cui uscendo di chiesa abbiamo l’ebbrezza di chi segue l’Agnello senza alcun timore, perché nella vita divina il buio è meravigliosamente luminoso! Chiediamo allo Spirito Santo che ci doni questa sapienza, anche solo all’inizio, per poter veramente ritrovare quella speranza che l’uomo cerca, ma che viene solo da Dio, da quel Cristo risorto che ci dà l’ebbrezza della vita.

Tale sia il mistero che vogliamo vivere e condividere per essere uomini di grande speranza.

Dimentichi di noi, affascinati dalla Trinità, nella speranza camminiamo verso il glorioso paradiso.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute.

La bellezza della fede cristiana sta nel vivere nelle mani delle tre Persone divine. Qui gustiamo il sapere di costruire la vita nella saggezza fedele del Padre che ci guida nel cammino quotidiano. Nel tempo respiriamo l’Eterno. 

Padre, nel crearci ci ha collocati nelle mani di Gesù e ci guidi nel travaglio del tempo per farci assaporare la bellezza dell’eterna beatitudine. Lo Spirito Santo opera in noi questi meravigliosi prodigi e infonde in noi tanta gioia. AMEN

10 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.

Il cammino nella fede è una attrazione continua di amore nella persona di Gesù. Ogni frammento della nostra esistenza è una chiamata a vivere alla sua presenza. 

Padre, in Gesù ci chiami a vivere la volontà in obbedienza alla storia quotidiana. In lui ci hai creati e redenti perché fossimo sacramenti del tuo amore. Rendici sempre attenti e docili all’azione del tuo Spirito Santo per diventare specchio luminoso della tua gloria. AMEN

07 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.

Credere in Gesù che è la vita ci colloca in un contesto di eternità beata poiché veniamo collocati in una intensa relazione vitale che ci fa gustare la bellezza della gloria del cielo. A questa meta tendiamo continuamente. 

Padre, attiraci ogni giorno nel mistero del tuo Figlio Gesù perché possiamo crescere nel desiderio della tua gloria. Lo Spirito Santo ci guidi in questo itinerario di gloria eterna. AMEN

06 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Io sono il pane della vita. Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete. Mai! 

Nella figura di Gesù l’uomo disseta il desiderio di continua novità di vita e riscopre la gioia di costruire ogni istante nella fecondità dell’amore che non conosce confini. 

Padre, ogni giorno ci regali Gesù perché in lui possiamo dissentirci e riscoprire la bellezza della vita quotidiana. Lo Spirito Santo ci attiri sempre più in questo mistero perché in noi fiorisca sempre più il gusto della ferialità. AMEN

05 maggio 2025

III DOMENICA DI PASQUA - ANNO C -

DOMENICA 4 MAGGIO 2025

At 5,27b-32.40b-41      Ap 5,11-14      Gv 21,1-19       

OMELIA

La bellezza di questa terza apparizione del Risorto ai discepoli la potremmo riscoprire con una semplice affermazione: la Chiesa è il luogo della reale presenza di Cristo. Gesù è apparso nel cenacolo per ben due volte e ha confermato i discepoli sulla sua presenza di risorto, ma questa esperienza della risurrezione è una realtà che avvolge tutta la Chiesa.

Infatti qual è il senso di questa pesca miracolosa, con quel numero misterioso di 153 grossi pesci, se non la convinzione profonda che tutta l'umanità è chiamata a conoscere Gesù?

Non è sufficiente che gli Undici riscoprano il Maestro, tutti gli uomini devono ritrovare la bellezza del Maestro e, in questo, appare la figura misteriosa del discepolo che Gesù amava, questo personaggio veramente misterioso attorno al quale ruota il mistero della Chiesa. Egli appare nel Cenacolo quando reclina il volto sul petto di Gesù e alla croce con Maria e la riceve come madre nella Chiesa e qui, sul lago di Tiberiade, che proclama la presenza del Risorto, ma soprattutto è colui che la Chiesa continuamente accoglie in vista della pienezza della gloria.

Il discepolo che Gesù amava è ogni cristiano.

Infatti una delle osservazioni che dovremmo continuamente riproporre al nostro spirito è la radicale convinzione che ognuno di noi è il discepolo che Gesù amava! Prendere coscienza di questo grande mistero che avvolge tutta la nostra vita. Infatti chi è in profondità il discepolo che Gesù amava se non colui che fa della sua vita una sequela continua del Maestro?

Infatti qualI sono le caratteristiche di questo discepolo?

L'intimità con il Maestro, la testimonianza, colui che vive della persona di Gesù. Ecco il cristiano!

Il cristiano è colui innanzitutto che reclina il capo sul petto di Gesù, è colui che ha l'intimità con il Maestro. Il cristiano non è colui che fa tante cose. Il cristiano è colui che nel cammino della sua vita ordinaria è un innamorato di Gesù e si lascia continuamente attirare nel suo mistero. Siamo gli “amati dal Maestro”. Questa prima verità dovremmo cercare di acquisirla profondamente dentro di noi: siamo gli amati da Gesù. E quando noi partiamo da questa convinzione, che siamo gli amati dal Maestro, è chiaro che noi nella nostra vita il Maestro lo vediamo.

È interessante come i sette che erano a pescare non hanno riconosciuto il Maestro, il discepolo sì, È il Signore! Perché la gioia della nostra vita è costruire ogni frammento della nostra esistenza in un fascino che ci conquista continuamente perché il Signore è il Maestro nella nostra storia. Il discepolo che Gesù amava vive del Risorto. Ecco perché noi abbiamo una profonda esperienza di Gesù, in lui viviamo, con lui camminiamo, per lui facciamo le nostre scelte quotidiane. Senza il Risorto noi non possiamo vivere, e allora perché l'evangelista Giovanni ci ha raccontato questo miracolo della pesca miracolosa, se non per dirci che noi apparteniamo a Cristo, che noi apparteniamo alla Chiesa, che noi siamo la Chiesa e la Chiesa è la comunità di coloro che si riconoscono in Gesù risorto.

Spesse volte noi pensiamo che la Chiesa sia uno stile di comportamento. La Chiesa è l'innamoramento diuturno del Maestro come criterio fondamentale della nostra esistenza. E allora questa Chiesa è il discepolo che Gesù amava e tutto ciò che nella Chiesa si sviluppa è solo un mistero di amore. Ecco allora la figura di Pietro: Mi ami più di costoro? E questo per ben tre volte, perché la bellezza del discepolo è essere continuamente oggetto dell'amore di Gesù. Anzi, se il discepolo che Gesù amava riconosce il Maestro nella storia, Pietro è l’amato che ci guida giorno per giorno verso la pienezza del paradiso attraverso il suo esempio: Seguimi!

La Chiesa vive del Maestro, si lascia amare dal Maestro e lo segue continuamente: è la gioia d’essere Chiesa! Noi tante volte abbiamo una visione di essa molto esteriore, molto giuridica e dimentichiamo la bellezza che la Chiesa è nient'altro che l'essere amati da Gesù, riconoscere in essa il Risorto per camminare con lui giorno per giorno verso la pienezza della gloria. Questa è la bellezza d’essere Chiesa!

Uno degli interrogativi che tante volte noi dovremmo porci è quello se siamo veramente innamorati di Gesù.

Lui è la Chiesa.

Camminando con lui costruiamo un mondo nuovo, entriamo nella speranza che viene dall'alto e possiamo dire che in lui scopriamo la gioia di vivere giorno per giorno. Ecco perché questa mattina noi abbiamo ascoltato la conclusione del Vangelo di Giovanni il quale ci dice che la Chiesa è il Risorto in mezzo a noi.

Viviamo questa bellezza, il Risorto non è una teoria, è una presenza che ci affascina.

Viviamo di lui giorno per giorno, camminiamo nella sua luce, gustiamo continuamente la sua presenza e allora, se nel cammino feriale questo Risorto sarà l'anima della nostra anima, anche noi faremo parte di quei 153 pesci che, nella bellezza del cielo, sono raccolti per contemplare eternamente il volto del Padre. È la grande meta della nostra esistenza: essere di Gesù, dono del Padre, in attesa di gustare quella luminosità eterna che è il paradiso, nella quale ognuno di noi, per grazia, si troverà nel Maestro pieno di gioia, pieno di speranza, in attesa di quel canto glorioso che sarà il canto con tutti i fratelli nella Gerusalemme del cielo.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

Datevi da fare per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà.

La vita cristiana vive del Cristo che rappresenta il cibo quotidiano di un vero credente. La sua persona è la fonte autorevole e autentica di ogni discepolo che in lui riconosce il senso della propria storia. 

Donaci, o Padre, il desiderio di un’intensa esperienza di eternità beata per essere in sintonia con il tuo progetto creativo. In Gesù siamo uomini perfetti e cresciamo nella nostra vera identità. Lo Spirito Santo ci guidi nelle strade del vita per maturare in tale mentalità divino-umana. AMEN

04 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: ”È il Signore!” 

Il mistero della chiesa vive della signoria del Cristo che anima la vita della comunità cristiana. La contemplazione della sua presenza rappresenta la sua anima, e la bellezza della fraternità che la caratterizza vive di questa comune attrazione al volto del Maestro. 

Padre, la gioia di sentirsi chiesa vive della comune contemplazione gustativa della figura del Maestro divino. In lui respiriamo la bellezza della nostra vicenda storica in un intenso clima di trascendenza per poterne gustare il mistero. Lo Spirito Santo ci aiuti a godere di tale grandezza in attesa della pienezza della gloria che ci attende tutti. AMEN

03 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

Il valore della nostra esistenza è nel mistero del Padre di cui Gesù ci parla continuamente. Questa tensione verticale anima il nostro quotidiano e ci fa pregustare la bellezza della eternità beata. 

Padre, la nostra esistenza viene da te e in te si realizzerà nella bellezza del paradiso. Questa è l’energia del nostro presente. Gesù orienta a te tutta la nostra vita e ci fa pregustare il gaudio della eterna comunione con te. Lo Spirito Santo ci orienti sempre in questa meta meravigliosa. AMEN

02 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. 

Nell’incontro con Gesù la creatura ne riscopre il cuore aperto e generoso che va al di là di ogni prospettiva semplicemente umana. In lui gustiamo la pienezza della nostra esistenza. 

Padre, tu vieni sempre incontro alle nostre povertà perché nel tuo Figlio Gesù Cristo ci accompagni nel cammino quotidiano e ci ricolmi di quell’amore che va di là di ogni umano desiderio. La potenza creatrice dello Spirito Santo ci renda sempre partecipi di tale pienezza di vita divina. AMEN

01 maggio 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Gesù nella sua patria a causa della loro incredulità non fece molti prodigi. 

Il cammino nella fede è gustare un cuore aperto alla storia e ai fratelli. Tutto questo avviene grazie a una feconda comunione con la volontà del Padre, in apertura solidale con i fratelli che abitano il pianeta. 

Padre, nella persona di Gesù intensamente amata scopriamo la via per credere nella contemplazione del tuo volto. Guidaci con la forza dello Spirito Santo nelle tue vie per gustare la tua ineffabile bellezza. AMEN