20 luglio 2025

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C -

DOMENICA 20 LUGLIO 2025                                                        

Gn 18,1-10a      Col 1,24-28      Lc 10,38-42

OMELIA

Il cristiano è chiamato a diffondere nel cammino di tutti i giorni pace e armonia.

È quello che Gesù ci ha insegnato domenica scorsa invitandoci a essere prossimo per ogni fratello, ma per realizzare questa meta -nella quale ogni uomo ritrova veramente se stesso - oggi Gesù ci dice che lo dobbiamo ospitare nella nostra vita, lo dobbiamo ospitare nella nostra persona.

Infatti l’episodio di Marta e Maria che danno ospitalità a Gesù è estremamente significativo del “come” noi ci comportiamo nei confronti di Gesù.

Le due persone sono l’espressione di due atteggiamenti: Marta è presa dall’insieme delle cose che deve fare, tradita dal fatto che dare ospitalità a Gesù era offrirgli una buona accoglienza esteriore.

L’uomo che è nell’affanno della vita non dà mai ospitalità a Gesù perché è tutto preso nel suo mondo, l’insieme delle cose che fa diventa il valore della sua esistenza. Se noi vogliamo essere discepoli del Signore e vogliamo veramente accoglierne la presenza dobbiamo superare ogni agitazione di vita che ci fa rinchiudere in noi stessi e ci impedisce di essere quella pura accoglienza del Maestro che invece ha realizzato la figura di Maria. Infatti cosa vuol dire quel linguaggio dell’evangelista che “Maria stava ai piedi di Gesù per ascoltarlo”?

Alcune sottolineature ci possono aiutare per riscoprire come dobbiamo, nella nostra vita quotidiana, dare ospitalità al Signore.

Il primo elemento è che dobbiamo essere consapevoli che stiamo alla sua Presenza.

Noi possiamo dare ospitalità a Gesù mettendo la nostra esistenza davanti a lui: è la creatura che ama dare ospitalità al Creatore.

Davanti a questa Presenza nasce tutta quella attrazione che dovrebbe caratterizzare il discepolo. Il discepolo davanti al Maestro dimentica se stesso perché è tutto preso dalla persona di Gesù che è il criterio attorno al quale elaborare la propria vita.

L’uomo costruisce la sua vita attraverso attive presenze nella propria storia e la storia del cristiano è essenzialmente accogliere la presenza di Gesù. Ma perché Gesù si fa nostro ospite e quindi noi veniamo attratti dalla sua persona ritrovandovi il senso e il gusto della vita? Ora, se entriamo in profondità nella comprensione dell’atteggiamento di Gesù, un primo elemento che appare in modo chiaro è, che Gesù, entrando in rapporto con Maria, entra in rapporto con la verità dell’uomo facendo emergere dal cuore dell’uomo quella sete di verità.

È un’esperienza che Gesù opera continuamente nella sua storia, quando si incontra con gli uomini fa emergere quella positività del cuore umano che si ritraduce fondamentalmente nella sete e nella ricerca del volto di Dio, perché il cuore dell’uomo è innamorato del Signore, sia che lo sappia, sia che non lo sappia. Il cuore dell’uomo è il cuore di chi è creato a immagine e somiglianza di Dio, quindi Maria, ponendosi ai piedi di Gesù, si lascia conquistare, afferrare e fa emergere sotto lo stimolo del Maestro quella sete del volto di Dio e della sua Parola che è il principio dell’esistenza.

Gesù si rende ospite dell’umanità per fare emergere quel desiderio di Dio che è presente nel cuore di ogni uomo.

Attraverso questo primo passaggio (per cui non esiste cuore umano che non abbia la sete del volto di Dio) ecco, in questo silenzio, Gesù entra in questa sete che caratterizza Maria. È la pedagogia meravigliosa del Signore…

Il Signore quando diventa ospite della nostra esistenza fa emergere da noi quella meravigliosa creatività nel quale semina la sua Presenza. Il nostro cuore allora è abitato: il Signore è dentro di noi, il totalmente Altro viene a abitare in un cuore che ha sete di Lui.  Questa signoria fa sì che Colui che è dentro di noi diventa il grande protagonista della nostra esistenza. Infatti quando un cuore che ama è abitato dalla persona sommamente amata, il cuore fa quello che ama la persona amata!

È il grande mistero della fede per cui il cristiano non fa niente altro che lasciare vivere Gesù dentro di sé attraverso il porre continuamente le sue opere. Ecco perché Gesù si fa ospite, perché il nostro cuore abitato da lui compia le sue opere: essere continuamente speranza, pace e armonia.

Anche perché (e lo abbiamo ascoltato nel racconto di Abramo) quando l’uomo si apre alla divina Presenza, si lascia attirare dal suo mistero e ne compie le opere, ha la fecondità di Dio, perché quando Dio viene dentro di noi, non è una Presenza “inerte”.

Essendo la persona che il discepolo sommamente ama, quella Presenza diventa talmente ricreativa che anche nella nostra povertà, Dio è sommamente meraviglioso!

Dare ospitalità a Dio è godere continuamente l’espandersi della gratuità di Dio.

L’uomo, in quel momento, ritrova il gusto della vita.

Il Signore si fa ospite attraverso questa attrazione nella quale egli si colloca perché noi abbiamo il gusto della vita e Lui è la vita che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. Ecco perché il credente ogni volta che si lascia prendere dal suo Signore ritrova la bellezza della vita (e si intuisce perché Gesù ha detto che: “Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà mai tolta”).

Se nel cammino della nostra esistenza daremo feconda ospitalità al Signore ci accorgeremo, in modo immediato, che in noi nasce quell’ebbrezza di eternità che sarà il gusto e il gaudio per sempre. Chi dà ospitalità al Signore sarà ospite del Signore per tutta l’eternità.

Lo “stare” ai piedi di Gesù -  come Maria - diventa principio di eternità beata.

Allora, la nostra vita di discepoli, non deve essere una vita agitata per tante cose da fare, ma deve essere semplice: una vita che accoglie, si lascia attirare, gusta una Presenza, la lascia agire con un cuore ricco di amore per regalare ai fratelli il gusto di quella vita che nell’eternità avrà la sua pienezza e la sua completezza.

Chi accoglie Dio ha la fecondità dell’eterno.

Ecco perché questa mattina ci siamo qui riuniti: per dare ospitalità al Signore.

In questo momento il Signore è ospite attirandoci a sé e, se ci lasciamo attirare da Lui, Lui ci dà la sua fecondità, il suo Corpo e il suo Sangue sacramentali, perché Lui vuol continuamente entrare in noi, regalandoci quel misterioso evento di salvezza che ci dà il gusto della vita.

Accogliamo nel pane e nel vino Gesù che diventa un ospite, in modo da lasciarci veramente trasfigurare da questa Presenza e con il Signore, dal quale non possiamo mai staccarci, cammineremo nel cammino della storia senza timore perché con Lui l’eternità è già cominciata, è problema solo di tempo.

Entriamo in questo cammino glorioso in attesa del momento in cui, dopo aver ospitato il Signore sacramentalmente e nella fede, possiamo domani essere suoi ospiti nel paradiso che ci attende tutti.

 

Nessun commento:

Posta un commento