09 luglio 2020

CAMMINIAMO CON LA PAROLA


POVERTA’



La parola “povertà” presenta molteplici sfumature che vanno analizzate attentamente Una prima interpretazione è la chiara consapevolezza che l’uomo, in quanto tale, ha dei limiti. Ciascuno di noi li riconosce continuamente in sé e nell’altro.


Si tratta della povertà esistenziale, che dà origine all’atteggiamento della comprensione delle fragilità di ogni fratello. Insieme si vivono le difficoltà personali, accogliendosi nella reciprocità.


 La storia, nel succedersi degli avvenimenti, rivela un altro significato: la povertà è anche la precarietà che dipende da fattori esterni a noi e ci impedisce di costruire in autonomia la nostra esistenza. Ci richiama alla necessità di affrontare uniti i problemi comuni e ci ricorda il valore della solidarietà.


Appare al nostro orizzonte poi la povertà più tragica, la mancanza dei beni materiali essenziali, che consentono all’uomo di vivere: è il dramma quotidiano di tante zone del pianeta dove ancora oggi si muore di fame e di sete. Questa è la povertà che più di tutte interpella l’uomo e in modo particolare il cristiano, chiamato dal Padre ad essere responsabile dei fratelli.


C’è infine la povertà come scelta di vita, che ci rende capaci di considerare te e i fratelli l’unica ricchezza. In questa povertà, che ci fa liberi, sta la nostra gioia.


Padre, nel tuo disegno di salvezza hai privilegiato i poveri. Gesù ci ha annunciato che di essi è il regno dei cieli. Donaci l’inquietudine, perché desideriamo sempre liberare l’uomo da tutte le povertà che li opprimono. Aiutaci a scoprire le vere radici evangeliche del dono della povertà. Insegnaci ad amarla, ad evitare ogni forma di pura esteriorità e di tristezza, per donare ai fratelli la gioia del cuore libero e la fecondità della condivisione delle nostre vite. Nello Spirito potremo allora veramente volerci bene e camminare insieme verso la contemplazione della tua gloria in cielo. AMEN


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