31 agosto 2025

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C -

DOMENICA 31 AGOSTO 2025                                                     

Sir 3,19-21.30-31      Eb 12,18-19.22-24a      Lc 14,1.7-14

OMELIA

Gesù questa mattina ci invita ad avere un particolare stile di vita nel camminare nel quotidiano: la gioia di essere piccoli e nascosti.

Infatti se noi entriamo nel profondo di questa parabola noi ci accorgiamo di tre aspetti che devono qualificare la nostra vita:

-  sentirci tutta grazia,

-  vivere con gratitudine,

-  prendere coscienza che la bellezza della vita è costruire fraternità.

Ecco perché Gesù utilizza il linguaggio del banchetto, perché, attraverso di esso, noi possiamo ritrovare la bellezza della nostra vita. Innanzitutto sentirci sempre e solo grazia.

Quell'invito al banchetto è un atto dell'amore di Dio che incontra l'uomo, gli è vicino, e dà la bellezza e la gioia della comunione fraterna. È sempre bello focalizzare la nostra attenzione su questo atteggiamento di Gesù: egli è accanto all'uomo, lo guida e lo accompagna nel cammino della vita dicendogli che egli è con lui.

Ecco perché il cristiano non sceglie il primo posto, perché la sua vita è guidata da Gesù. È la bellezza del nostro istante e di ogni frammento della nostra vita: siamo chiamati a stare con lui, in una profonda esperienza di comunione. E quando noi riusciamo a cogliere questo aspetto siamo disponibili alla sua misteriosa volontà. Cos'è il banchetto, se non un momento di profonda comunione interpersonale? Il discepolo nel cammino della sua vita è docile all'azione di Gesù.

È un aspetto questo che noi dovremmo continuamente richiamare alla nostra esistenza: lui è il Signore, lui fa il bene della nostra natura umana, lui cammina con noi per realizzare il suo progetto di salvezza.

Ecco perché Gesù ha usato l'immagine dell'invito del banchetto, senza prendere il primo posto, perché la nostra vita se la vediamo in profondità è essenzialmente un grande mistero di grazia.

Invitati all'esistenza!

Ecco perché il cristiano quando al mattino si sveglia si sente tutta e sola Grazia, si sveglia nella gratitudine ed entra in un itinerario di vita caratterizzato dall'obbedienza. Siamo una gratuità amata dove il Signore compie in noi le sue meraviglie.

Allora, se partiamo da questo punto di vista, ecco che il cuore dell'uomo è aperto a tutti; è interessante il paragone che Gesù fa tra le due parabole, i primi posti e invitare tutti alla stessa cena, perché la bellezza della vita è costruire istante per istante un grande mistero di comunione fraterna. Ecco perché il cristiano davanti al mistero di Gesù si pone in condizione obbedenziale, è disponibile alla sua volontà per camminare nella bellezza della vita.

Ora se noi riuscissimo a cogliere questo aspetto nascerebbero in noi tre dimensioni che ci accompagnano continuamente: il senso della gratitudine, la gioia della vita, la bellezza dell'essere fratelli. È la ricchezza del mistero della convivialità. Siamo tutta e sola Grazia! Vivere è nient'altro che prendere coscienza di questa gratuità Divina nei nostri confronti e, quando noi entriamo in questo orizzonte di vita, la vita assume valenze molto diverse.

Perché se siamo Grazia, Gesù ci guida giorno per giorno in qualcosa che solo lui conosce, che lui costruisce, che lui realizza dentro di noi. Svegliarci al mattino e cantare la nostra gratitudine!

Noi tante volte siamo più preoccupati di quello che potrebbe avvenire e non sempre abbiamo la gioia del rendimento di grazie a Dio per il dono della vita.

Ecco perché il cristiano accoglie la vita come dono, la costruisce nel senso della gratitudine e, il risultato, è quello che il Signore vuole fare di ciascuno di noi. E allora in questo tipo di itinerario di vita diciamo sempre il nostro grazie a Dio, la vita è respirare Dio che sta creando, la vita è una relazione fraterna per costruire qualcosa di bello, la vita è un orientamento verso quella pienezza di gloria che qualificherà tutta la nostra esistenza. Ecco perché il cristiano fin dal mattino è attento alla Divina presenza.

Ma come noi in concreto possiamo costruire questo itinerario?

È questione di allenamento. Se noi al mattino ci sentiamo tutta Grazia, l'unico atteggiamento che ci può veramente aiutare è la gratitudine. Dio è meraviglioso nella nostra vita e compie nella nostra vita esperienze che ci aprono a grandi orizzonti e, il grande orizzonte lo ripeto, è entrare in questa comunione di gloria che è il paradiso, quel banchetto a cui tutti gli uomini sono invitati, è nient'altro che il banchetto della comunione gloriosa nella gloria del cielo.

È quello che Gesù dice chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato. Chi collocherà la sua vita nella creatività di Dio con tanta gioia e pazienza, entra nella bellezza della gloria di Dio. Questa è la grande meta della nostra storia quotidiana. Ecco perché ci ritroviamo nell'Eucaristia, in essa noi celebriamo il senso della vita.

Noi non veniamo a messa, noi siamo invitati da Gesù a stare con lui, a condividere il suo mistero d'amore, a camminare nella coscienza che egli vuol fare di noi le sue meraviglie.

E questo atteggiamento ci dà tanta fiducia, tanta speranza, tanta gioia, perché lo stare con lui è la bellezza più profonda della nostra esistenza e quando ci accosteremo ai Divini misteri ci sentiremo Grazia e, in quel momento, noi esprimeremo la nostra gratitudine a questo invito che Gesù ci rivolge continuamente nel Mistero eucaristico per trasfigurare la nostra vita e darci la gioia di quel Paradiso che ci sta aspettando tutti e, nel quale, realizzeremo veramente la nostra esistenza quotidiana.

Questo sia l'invito di Gesù e allora quando ci accosteremo ai Divini misteri, in quel corpo di Cristo è Gesù in persona che si dà da mangiare a noi, che entra nella nostra storia e ci dice: “Sei il mio capolavoro!”.

Non è semplicemente andare a fare la comunione, ma gustare una relazione che trasfigura la nostra vita e ci pone nell'atteggiamento di essere creature radicalmente nuove. Questa sia la gioia che vogliamo vivere e condividere in questa Eucaristia per poter camminare nella novità che viene dall'alto per diventare una realtà sola con Gesù, in attesa di quel banchetto glorioso quando Gesù stesso, in semplicità luminosa, passerà a darci da mangiare, a condividere con noi la sua vita in un itinerario di paradiso che sarà la nostra storia veramente compiuta e realizzata.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

«Va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!».

La fecondità della vita si fonda nella quotidiana coscienza della gratuità divina che ci fa esistere nella gioia riconoscente.

30 agosto 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

«Bene servo buono e fedele (…) sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone».

Il valore della gratitudine rende il cuore umano una vivente eucaristia che fa gustare la bellezza della vita.

29 agosto 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

La decapitazione della testa di Giovanni Battista

La sete di verità anima il cuore di chi vuole essere se stesso, qualunque possa essere il costo. La bellezza della vita si pone al servizio della verità. Il martirio del Battista ritraduce tale esperienza.

Padre, rendici ogni giorno infaticabili ricercatori della verità come il valore della nostra esistenza quotidiana. AMEN

27 agosto 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti!

Veniamo richiamati da Gesù alla purezza del cuore. 

La comunione interiore con Lui è il principio di ogni nostra relazione fraterna per costruire la gioia d'essere in semplicità fratelli e sorelle nel suo amore.

Lo Spirito Santo ci aiuti in questo cammino. AMEN

25 agosto 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

"E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso". 

L'anima nella sua semplicità è la meravigliosa trasparenza della signoria divina che determina le scelte quotidiane. AMEN

24 agosto 2025

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C -

DOMENICA 24 AGOSTO 2025

Is 66,18-21      Eb 12,5-7.11-13      Lc 13, 22-30

OMELIA

La solennità dell’Assunzione di Maria ha collocato la nostra vita nell’orizzonte dell’eternità e ci ha fatto gustare la meta della nostra storia quando, in Cristo Gesù, Dio sarà tutto in ciascuno di noi.

Davanti a questo orizzonte nel quale ogni uomo è chiamato a entrare nasce di riflesso in noi la domanda che quel tale ha posto a Gesù: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?” domanda che potremmo ritradurre in modo positivo: “Signore, come possiamo accedere a questa esperienza di gloria nella quale ogni uomo si sente profondamente realizzato?”

La domanda può essere spiegata attraverso tre passaggi che ci possono aiutare a cogliere la strada per giungere veramente a questo mistero di gloria e nel quale ognuno di noi sarà veramente e pienamente se stesso.

Innanzitutto dobbiamo entrare in noi stessi e chiederci se desideriamo essere salvati; se in noi c’è il desiderio di giungere a un’armonia che veramente realizzi la nostra umanità.

Uno dei grossi interrogativi dell’uomo contemporaneo è che egli non usa più la parola “salvezza”.

Davanti a qualunque situazione, anche complessa della vita, si ricorre facilmente a soluzioni semplicemente umane, mentre l’esperienza della salvezza è il disagio interiore dell’uomo quando questo disagio è letto sullo sfondo dell’infinito, per cui, la salvezza, appartiene all’anelito dell’uomo religioso.

Ecco perché è importante che noi intuiamo l’esigenza di entrare in una situazione in cui desideriamo che Dio ci doni l’armonia della nostra persona.

La salvezza infatti non è altro che l’uomo che ricompone se stesso nella verità, secondo il disegno di Dio.

Gesù è il Salvatore: nel disagio della nostra esistenza ci affidiamo a lui e in lui ritroviamo noi stessi.

Questo orizzonte è stato il principio della risposta di Gesù quando Gesù ha affermato: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta”.

Quando noi sentiamo nel vangelo di Giovanni l’espressione “porta stretta” la nostra attenzione – in modo immediato – va a quell’aggettivo “stretta” e quindi sentiamo la pesantezza del camminare per ritrovare armonia nella nostra vita.

Dovremmo invece porre l’attenzione sull’espressione “porta” dove questa espressione richiama la persona di Gesù.

Questo ci è stato detto nel testo dall’evangelista Giovanni che abbiamo cantato prima del vangelo: “Io sono la via, la verità e la vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Gesù è la porta perché in lui e solo in lui l’uomo ritrova l’armonia della propria esistenza. La bellezza della fede è leggere continuamente il nostro disagio esistenziale nell’orizzonte del mistero di Gesù, anzi, in certo qual modo, quanto più noi ci radichiamo nella persona di Gesù, tanto più in noi matura il desiderio che Gesù ci regali l’armonia della vita.

Questo è un itinerario molto importante perché ci permette di cogliere che la novità della nostra esistenza è unicamente la persona di Gesù.

Di riflesso intuiamo perché a quelle persone che rivolgendosi a Gesù gli dicono: “Noi abbiamo mangiato e bevuto con te, ti abbiamo ascoltato nella nostra pienezza”, Gesù risponde: “Non vi ho mai conosciuti!”.

Se guardiamo attentamente il testo ascoltato dal Vangelo, quel mangiare, quel bere e quell’ascoltare non ci richiamano alla nostra Messa domenicale?

Il fatto di andare a Messa la domenica non vuol dire essere salvati se durante l’Eucaristia non abbiamo il gusto dell’essere “familiari” con Gesù. Spesso il rito diventa un addomesticare la nostra intensa esperienza di fede.

Ecco perché il cristiano gode continuamente di rimarcare l’amore alla comunione con il suo Signore e in questa comunione hanno ragion d’essere i riti della Messa, diversamente essi sono tutta un’illusione.

Se vogliamo veramente ritrovare noi stessi, ritrovare l’armonia della nostra vita, dobbiamo passare attraverso la porta e questa porta è stretta perché il principio dell’entrare in quella porta non siamo noi!

L’uomo, spesso, pensa di poter costruire la sua vita secondo le proprie programmazioni, i propri desideri, i propri orientamenti perché l’uomo fondamentalmente ha bisogno di sicurezze e la tentazione più facile è la sicurezza dell’ordine concreto. Ora, la porta è stretta perché, chi segue Gesù (il Vangelo ce lo ha detto) va a Gerusalemme, cioè entra nell’oggi misterioso di Dio, ma quando abbiamo davanti a noi il Signore, quando abitiamo nel Signore, quando camminiamo e viaggiamo con il Signore, non ci interessano le cose concrete.

In certo qual modo, la scelta del cuore di seguire Gesù è più importante degli imprevisti e delle strettoie della vita; per il cuore che ama nulla è mai stretto!

Ecco perché quella porta stretta non ci deve impressionare, è niente altro che il fascino di Gesù che ci dice: vai a Gerusalemme, vivi l’imprevedibilità di Dio, vivi nella storia come il linguaggio della tua novità.

Entrando in un simile itinerario nulla è stretto, ma è una strettoia per un’affascinante grandezza, è salire nella croce della morte per spalancarci nell’infinito della risurrezione.

Allora intuiamo che il cristiano, ogni volta che si pone la domanda: “Signore, cosa vuol dire salvarmi?” Gesù ci dice: “Godi della mia presenza, entra nella mia interiorità, vivi il mistero dell’oggi del Padre e ritroverai l’armonia della tua vita e progressivamente entrerai in quel mistero di gloria che è la realizzazione della tua esistenza!”

Lo sguardo del cuore sia solo Gesù Cristo e quando lo sguardo del cuore è solo Gesù Cristo, il peccato diventa grazia, il buio diventa luce, la schiavitù diventa libertà, perché in lui il discepolo ritrova veramente se stesso e cresce in lui il desiderio di quell’eternità dove la salvezza sarà goduta in pienezza.

Ecco perché questa mattina ci siamo ritrovati qui nell’Eucaristia: siamo venuti per essere salvati, per essere ricomposti nell’armonia della nostra vita e, innamorati del Signore, mangiamo e beviamo con lui, ascoltiamo la sua parola e ci convertiamo.

In quel Corpo e in quel Sangue noi godremo: “Oggi, in questo momento, vengo salvato perché sto entrando per la porta che è Gesù morto e risorto!

Tale sia l’esperienza che vogliamo vivere e condividere anche nell’arco di questa settimana in modo che il desiderio di quella pienezza di gloria che ci affascina continuamente possa, giorno per giorno, maturare in noi in modo da poter passare dalla salvezza della fede e dei sacramenti alla salvezza,  visione eterna del cielo, quando eternamente, con l’intera umanità, andremo alla vera Gerusalemme, quella del Paradiso per cantare la nostra libertà e la nostra gratitudine alla fonte della nostra vita.

 

23 agosto 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

E non chiamate "Padre" nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste.              

Lo sguardo del nostro cuore sia rivolto alla fonte della vita per orientare nel modo giusto le scelte dello spirito. AMEN

22 agosto 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Maria faceva scendere sull'intera umanità fiumi di pace e di grazia mentre si compiva la profezia del salmista: "Alla tua destra è assisa la Regina, tessuto d’oro è il suo vestito".

In Maria la creatura pregusta la comunione gloriosa con tutti i Santi nella liturgia del cielo. Lo Spirito Santo ci guidi sempre in questo cammino. AMEN

21 agosto 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Amico, come mai sei entrato qui senza l'abito nuziale?

L'abito ritraduce gli atteggiamenti spirituali di una persona di fronte alle situazioni storiche che è chiamata a vivere.

Padre, la comunione con te vive dell'abito che ritraduce la gioia interiore generata dall'evento nuziale. AMEN

20 agosto 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

La bontà di Dio supera ogni valutazione puramente umana perché abbraccia ogni uomo ricolmandolo della grandezza inesauribile del suo amore.

Questa è la luce che illumina i nostri cuori.

18 agosto 2025

XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C -

DOMENICA 17 AGOSTO 2025                                                     

Ger 38,4-6.8-10      Eb 12,1-4      Lc 12,49-53

OMELIA

La bellezza di vivere di Gesù e con Gesù porta inevitabilmente il discepolo a vivere in stato di perenne conversione.

Il linguaggio molto severo che abbiamo ascoltato dal testo evangelico è un richiamo a questa vocazione che è all'interno stesso del battezzato: essere persone che camminano sempre in novità di vita.

Infatti cosa vuol dire quel “gettare fuoco sulla terra”, accendere il fuoco, creare angoscia nell’uomo? Sono linguaggi letterari per indicare una verità: chiunque segue Cristo e in lui vede il senso della vita, sempre costruisce ogni istante in stato di conversione, perché il criterio della vita di Cristo e di ogni suo discepolo si costruisce attorno all'albero della Croce. È una verità che noi dovremmo continuamente assumere a livello interiore. Attraverso la bellezza della croce l'uomo può camminare in novità di vita.

Ma cos'è questo mistero della Croce che ci rende autentici discepoli del Maestro? Il primo passaggio al quale possiamo richiamarci è soffermarci un momento a contemplare le parole che Gesù ha detto sulla croce e che ci richiamano il senso della sua vita. Rimanendo nel Vangelo di Luca, Gesù morendo dice “Padre nelle tue mani consegno il mio spirito”, la vita di Gesù “tutta” nelle mani del Padre. È una dinamica questa che dovrebbe accompagnarci continuamente: Gesù è in mezzo a noi, ma il suo cuore è la volontà del Padre. Riandiamo sempre all'espressione di Gesù nell'orto degli Ulivi “Padre se è possibile passi da me questo calice! Tuttavia non la mia, ma la tua volontà sia fatta!”. La bellezza della vita di Gesù è nascosta nel cuore del Padre.

Perché la bellezza della vita di Gesù è regalare all'uomo la gioia e la bellezza della sua vita salvata, ecco perché il cristiano risentendo il Vangelo di questa mattina entra in modo diretto nell'albero della Croce e contempla quello che avviene nel cuore di Gesù.

Gesù è innamorato dell'uomo. Per l'uomo Gesù dona continuamente la sua vita e in questa esperienza dice all'uomo che deve camminare sempre nella speranza, la quale - ed è il secondo passaggio - vive un cammino molto diverso da quello che ci si aspetta. I conflitti di cui Gesù ha parlato appartengono alla quotidiana conversione. Infatti quando noi entriamo nel mistero di Gesù noi ci accorgiamo che il criterio di fondo della sua vita è stato il Padre. Amare l'uomo, donare la vita all'uomo, rendere l'uomo vero e autentico.

Tutta la vita di Gesù si è costruita attraverso questa meravigliosa verità: far sì che l’uomo nel travaglio della storia goda il vero equilibrio umano.

È bello soffermarci tante volte a intuire quali siano state le motivazioni della persona di Gesù e ci accorgiamo che la bellezza della vita di Gesù è stare accanto all'uomo costruendolo giorno per giorno nel profondo del suo mistero di vita.

Innamorarci di Gesù è innamorarci della nostra identità umana. Ecco perché il cristiano è chiamato a stare sempre in una condizione di conversione, dove la conversione è sviluppare lentamente la bellezza della propria dignità umana. Noi spesse volte dimentichiamo questo valore che ci accompagna continuamente e che caratterizza la nostra storia. Gesù è entrato nella vita quotidiana dell'uomo per dirgli, in semplicità: sii contento del dono della tua umanità. E allora in questo orizzonte questo innamoramento di Gesù dell'uomo diventa la nostra grande speranza. È bello essere cristiani perché è bello costruire la nostra vita in un grande disegno che ha come criterio la costruzione della Bellezza dell'uomo.

Spesse volte dovremmo anche noi fermarci e dirci: perché Gesù ci ha creati? E allora in questa intuizione che spiritualmente nasce in noi, ci accorgiamo che Gesù si pone accanto a noi come dono del Padre per educarci nella pazienza quotidiana a costruire in modo autentico la nostra umanità. Quelle conflittualità a cui Gesù si richiama nel Vangelo, sono nient'altro che gli episodi esistenziali nei quali noi ci veniamo a trovare ogni volta che guardiamo in faccia il Maestro. Dobbiamo vivere come è vissuto lui, e quando noi viviamo come lui, noi troviamo nella nostra vita dei nuovi criteri a cui richiamarci, come la gioia di ogni uomo sia veramente se stesso secondo il progetto divino. Ecco allora che riusciamo a capire perché è venuto a gettare fuoco sulla terra, perché è venuto nella storia per portare l'uomo a una vitalità interiore, a essere quel personaggio che determina la vita autentica dell'umanità perché l'umanità possa essere veramente se stessa secondo il progetto divino.

Sarebbe bello se ogni giorno potessimo dire al Padre: “Sono in comunione con te, vivo il tuo mistero, mi regalo ai fratelli per il loro bene, perché si possa realizzare quella fraternità umana nella quale tu ci hai donato la vita”. È la bellezza di gustare la comunione con Gesù.

Se lungo il cammino della nostra vita nascesse in noi l'interrogativo - cosa voglia dire essere uomini - la risposta sarebbe molto semplice: essere il vivente volto di Gesù che, vero uomo, realizza la propria identità e ci stimola giorno per giorno a camminare in novità di vita. Ecco perché quando noi incontreremo il Signore nella realtà del Paradiso egli ci dirà: “Ecco la figura del mio figlio Gesù, vero uomo” e sono contento come Dio di avere elaborato un’esistenza umana ai fratelli nella fede perché possano camminare nella luce che viene dall'alto. È quel gusto Divino che noi dovremmo lentamente acquisire e che ci dà una grande speranza: vivere di Gesù, camminare con lui, crescere nel suo mistero per essere per sempre con lui!

E allora quel fuoco che vuole accendere, quella gioia che egli ci vuol regalare, non sono nient'altro che le espressioni del suo desiderio, che noi realizziamo veramente questo progetto del Padre di fare di noi i suoi capolavori e, in questa luce, cammineremo in novità di vita, saremo creature nuove e potremo entrare nella gioia del Padre per cantare eternamente la bellezza di essere uomini in lui. Questa sia la speranza che noi vogliamo portare a casa questa mattina in modo che la gioia di appartenere a Gesù sia la gioia di essere noi stessi in un cammino di gaudio eterno dove Dio sarà tutto in ciascuno di noi.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!

La figura di Gesù è totalizzante nel cammino spirituale della persona. Lasciamoci attrarre nel suo mistero per gustare la sua bellezza e per respirare eternità beata. 

Padre, nel volto di Gesù possiamo gustare la ricchezza del suo cuore che ci ricolma di gioia. Orienta a lui tutte le nostre facoltà e lo Spirito Santo compirà in noi le sue meraviglie. AMEN

17 agosto 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Sono venuto a gettare fuoco sulla terra e quanto vorrei che fosse già acceso!

È la gioia di lasciarci avvolgere dall'amore inesauribile di Gesù. Questa è la grande speranza presente nel nostro cuore. AMEN

16 agosto 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Non impedite che i bambini vengano a me. 

La docilità al Mistero appartiene ai piccoli che sanno vivere di stupore di fronte alla storia. Il cuore quando è aperto alla bellezza gioisce e canta la gioia. Cantiamo la bellezza e ogni cuore vivrà la gioia. AMEN

15 agosto 2025

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA - MESSA DEL GIORNO – SOLENNITÀ

DOMENICA 15 AGOSTO 2025                                                     

Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab      1Cor 15,20-27a      Lc 1,39-56

OMELIA

Lo Spirito Santo ci riunisce in assemblea liturgica questa mattina perché lo sguardo del nostro cuore sia rivolto verso la pienezza della gloria. Celebrare la festa della Assunzione di Maria Santissima in cielo orienta il nostro sguardo verso la pienezza della gloria, verso la pienezza della nostra vita, verso l'incontro glorioso con Dio.

Non per niente la liturgia Bizantina considera la festa di oggi come la conclusione dell'anno liturgico che, nella loro mentalità, inizia con la celebrazione della nascita di Maria l'8 di settembre e si conclude con il mistero della sua Assunzione. La bellezza della festa di oggi è orientare il nostro sguardo verso la pienezza della gloria ed è importante questa sottolineatura perché l'uomo contemporaneo ha perso il senso dell'eternità beata. Celebrare la festa di oggi è entrare in quel mistero di gloria per cui Maria è in paradiso con tutta la liturgia dei Santi per cantare la bellezza di Dio.

Ma cosa vuol dire per noi la festa di oggi, soprattutto partendo dalla convinzione che l'uomo dei nostri giorni ha perso il gusto della pienezza della gloria. Cos'è la vita? Se non un camminare nel tempo e nello spazio in prospettiva di una meravigliosa lode eterna. Maria diventa per noi il segno di questa meta, infatti la bellezza della nostra vita è guardare Maria, vederla entrare nella gloria del cielo e diventare per noi segno di quella meravigliosa verità che lentamente avvolgerà la nostra storia.

Cos'è la vita? Noi pensiamo alla vita come un camminare verso la morte. La bellezza della vita è lentamente entrare in un mistero di gloria. È bello vedere Maria come la donna che nell'esperienza della propria esistenza ci ha aperto orizzonti di paradiso e orientato in quella direzione la nostra esistenza.

Cos'è infatti la vita? Noi tante volte dimentichiamo le coordinate della vita “nati da Dio, diventiamo figli di Dio e saremo figli di Dio quando Dio sarà tutto in ciascuno di noi”. È quel meraviglioso passaggio all'eternità beata che ci qualifica nel profondo del nostro spirito. Infatti quante volte noi ci poniamo la domanda - Quale sarà la meta della nostra storia? - e la risposta in Maria è molto chiara: Ella nel cammino della sua vita è cresciuta in comunione con Dio, con Dio ha camminato nel tempo e nello spazio ed è entrata in quella meravigliosa lode che è il cielo.

Infatti la bellezza della vita è orientare lo sguardo del nostro cuore verso questo incontro glorioso quando Dio nella sua misericordia ci attirerà a sé, noi cammineremo con lui, entreremo in quella gioia eterna dove Maria ci sta aspettando. La bellezza della vita è attendere questo incontro finale: Maria tutta nelle nostre persone. L'importante è che l'orientamento di fondo sia verso questa meta. La bellezza della vita è camminare in questa direzione. Noi siamo attirati nel mistero di Maria, ella è diventata per eccellenza il mistero del compimento della vita; tant'è vero, e questo noi lo impariamo alla scuola della liturgia Bizantina, nella realtà di Maria si compie la storia dell'uomo. Infatti è interessante confrontare la nostra vita con la vita della Madonna: ella è nata nel mistero dell'8 di settembre, la nascita di Maria Santissima, e noi in questo vediamo la nascita del mondo e contempliamo questa nascita nella realtà del cielo, l’esperienza di Maria Assunta alla destra del Padre.

Nella circolarità della vita di Maria la nostra vita, nella gloria del cielo insieme a tutti i Santi attraverso la bellezza del camminare in questa gioia meravigliosa.

Ma come noi possiamo entrare in questa visione, dove il nostro cuore è tutto proteso verso questa pienezza di luce quando, con Maria, entreremo in un gaudio che non conosce fine? E la risposta è molto semplice: in Maria noi vediamo la nascita di un mondo nuovo, quel mondo orientato in Gesù, quel mondo direttamente si snocciola verso la realtà del cielo, quel mondo che ci dice che Dio sarà tutto in ciascuno di noi. È bello con Maria gustare questa pienezza di vita. Allora se noi, con Maria, cammineremo così, il risultato sarà molto semplice: con Maria noi saremo collocati alla destra del Padre, con Maria gusteremo la gioia d'essere figli nel Figlio, con Maria entreremo in quel gaudio eterno dove Dio sarà tutto in ciascuno di noi. Cantiamo la bellezza del paradiso e con Maria saremo nella gloria.

Ecco perché l'uomo dei nostri giorni deve imparare questa profonda mentalità: viviamo nel tempo, nello spazio, in attesa di questo grande evento quando con Maria, in paradiso, canteremo la gioia dell'eternità beata. Questo ci fa dire che non dobbiamo essere impressionati dalla morte, la morte è il passaggio per entrare in un mistero inesauribile di gloria e con Maria già noi stiamo gustando questa meravigliosa verità. L'importante è che non ci arrendiamo nella storia, nelle cose contingenti e concrete, ma viviamo questo ampio respiro che ci colloca nella bellezza di Dio e nella bellezza di Dio saremo nella gioia che non conosce tramonto.

Ecco che la festa di oggi perciò è un grande e meraviglioso ricordo. Con Maria camminiamo, in Maria lasciamoci assumere nella gloria, con Maria percepiamo la bellezza della vita che è un cantare l'amore ineffabile di Dio. La festa di oggi ci aiuta perciò a respirare quell’eternità beata a cui noi siamo chiamati e quando moriremo potremo veramente dire: “Eccomi Signore, mi metto come Maria nelle tue mani, per addormentarmi in te o Maria e camminare con tutti i fratelli in quella gioia eterna dove col Figlio tuo Gesù Cristo canteremo la gioia senza fine, in un gaudio di paradiso che sarà la bellezza della nostra vita nella luminosità del cielo, dove Dio sarà tutto in ciascuno di noi per cantare la comunione gloriosa con tutti i Santi nella luminosità del paradiso che ci accompagnerà per sempre”.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

Perché la beatitudine di Maria che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto animi l'esperienza della comunità cristiana per riscoprire la gioia della vera pace. AMEN 

13 agosto 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro.

Dove c'è fraternità e comunione lì gustiamo la divina presenza. 

Padre, donaci di assaporare questa presenza perché senza di te non possiamo vivere. AMEN

11 agosto 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini ma il terzo giorno risorgerà.

La forza dell’amore va al di là di ogni ostacolo e genera sempre speranza, mentre fa sognare ogni cuore puro, proiettando l’anima al di là dei semplici confini umani. 

Padre, ogni cuore innamorato va al di là dei confini e gusta la gioia di sognare. In questo, Padre, respiriamo sempre speranza. AMEN

10 agosto 2025

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C -

DOMENICA10 AGOSTO 2025                                                      

Sap 18,6-9              Eb 11,1-2.8-19      Lc 12,32-48

OMELIA

La vocazione a essere discepoli è una vocazione a crescere ogni giorno nella vera libertà.

Attraverso l’intensità della preghiera siamo entrati nella libertà rispetto alle cose per cui, il discepolo del Signore, davanti agli avvenimenti è creatura perfettamente libera, perché il discepolo, quando vive del suo Signore, ne gode la libertà.

Gesù oggi ci aiuta a fare un passo più avanti nell’esperienza della libertà. Non solo essere uomini liberi davanti alle cose, ma essere uomini liberi davanti al tempo, davanti alle realtà ultime che raggiungono inevitabilmente l’uomo. Per cui, Gesù, questa mattina vuole educarci a come essere uomini veramente liberi davanti alle realtà ultime.

Infatti - spesse volte - l’uomo non riesce a costruire in modo autentico la sua vita perché, quando si scontra davanti alla realtà della morte, si pone la domanda che senso abbia la vita con tutti quegli interrogativi che in un modo o in altro si affastellano nella mente e nel cuore dell’umana creatura, per cui, facilmente l’uomo ha paura (magari per inconscio) del momento in cui accadrà l’evento della morte.

Gesù oggi ci insegna a essere anche liberi davanti alla morte perché ciò che conta non è domani, ciò che conta è oggi.

Il discepolo è chiamato a costruire la sua esistenza concentrando ogni sua scelta nell’amore dell’oggi, perché nell’oggi, noi siamo abitati da Dio, nell’oggi dialoghiamo con Dio per essere, oggi, nella pregustazione dell’eternità beata.

Il dramma dell’uomo è non riuscire a vivere in profondità il suo oggi. La mente umana facilmente è proiettata a guardare “un futuro”, a organizzare la sua vita e quindi entra nella stoltezza delle paure.

La bellezza della vita è “oggi”, perché “oggi” siamo creati da Dio, “oggi” in Gesù siamo salvati, “oggi” nello Spirito Santo godiamo la presenza gloriosa del Maestro; infatti “oggi” noi veniamo creati.

Per noi, qualche volta, vivere diventa una realtà così ovvia che non pensiamo a cosa voglia dire effettivamente vivere, e vivere è niente altro che la fedeltà di Dio che istante per istante ci dà il suo respiro e, poiché ogni istante è nel respiro di Dio, ogni istante è la creatività di Dio e, poiché Dio è sommamente fedele, colui che ha iniziato in noi il mistero di vita nei nostri confronti, “oggi” ci sta creando.

Poiché Dio è fedele, il cristiano non conosce la morte, perché la fedeltà di Dio è vita.

Ecco perché nell’ordine della creazione noi dobbiamo dire “oggi” l’atto creante di Dio, e poiché noi siamo persone che vivono la povertà esistenziale, oggi Dio ci rende creature nuove: la bellezza della fede.

La bellezza della fede è oggi lasciarci esistenzialmente rifare da Dio.

Il credente sa quanto sia vera l’espressione scritturistica: “Il Cristo fa nuove tutte le cose”, oggi il Signore fa meraviglie nella nostra esistenza e, di riflesso, oggi nello Spirito Santo, il Risorto abita dentro di noi realizzando il principio che abbiamo ascoltato nel Vangelo: “Dov’è il tuo tesoro, lì è anche il tuo cuore” e il nostro cuore è abitato dal Signore e poiché il Signore è glorioso, in questo istante, noi siamo abitati da Colui che godremo eternamente in Paradiso.

Ecco perché il cristiano non si pone in modo drammatico il problema della sua “morte”, perché sa esattamente che “oggi” è il luogo in cui si racchiude il senso della sua vita. Quando, tra poco, moriremo celebreremo ancora “oggi” perché la bellezza della nostra esistenza è “oggi”, il Signore.

Ma come possiamo elaborare evangelicamente questo stile di vita, in modo che il mistero del morire è niente altro che la capacità di vedere eternamente il sommamente desiderato? Noi non possiamo vivere del Signore solo nella fede o nell’esperienza sacramentale, tutti e due questi momenti sono un propellente per qualcosa di più grande: poterlo vedere presto faccia a faccia, questo è il senso della nostra esistenza! La persona a cui noi vogliamo bene non la incontriamo solo al telefono o al video-citofono, ma la vogliamo vedere faccia a faccia.

La bellezza della vita è essere abitati da questa persona nella quale la nostra esistenza si realizza.

Il metodo per entrare in questo stile di vita è molto facile: riuscire a comprendere che l’esistenza non sono le cose che facciamo, che hanno la labilità della storia, ma la bellezza dell’esistenza è Dio che dialoga con noi.

Al mattino quando ci svegliamo il Signore ci appare e ci parla e noi, nelle scelte che facciamo fin dal mattino, entriamo in dialogo con lui.

Cos’è la vita?

La vita è un favoloso dialogo fra Dio e noi e noi e Dio, e il dialogo, più cresce negli anni, più diventa intenso, e questo dialogo ci porta alla trasfigurazione interiore per cui, il momento della morte, è il compimento del dialogo terreno quando ci Signore ci chiamerà e noi diremo: “Eccomi!”

É quello che Gesù ha detto: “Beato quel servo che quando il padrone arriverà, in qualunque momento sarà pronto”, per cui – in certo qual modo – la morte non la conosciamo se non come momento per avere l’appagamento di tutti i nostri desideri: essere definitivamente con il Signore.

Usando la bella espressione di S. Giovanni della Croce: “Quando tra poco moriremo diremo al Signore: ma quanto tempo ti sei fatto aspettare!”. È qualcosa che l’uomo di oggi non comprende perché è drogato dal contingente e non si pone la bellezza della vita già da oggi.

Questo Signore che dimora in noi è in certo qual modo il fascino della vita.

Credo che se entrassimo in questa libertà, pur riconoscendo che l’uomo storico ha non pochi problemi davanti alla morte, interiormente il nostro desiderio di visione del Signore, è qualcosa che ci affascina in modo così profondo che nel momento della morte diremo: finalmente ti posso vedere!

Tanti anni ti ho desiderato… Ecco: il dialogo con Te diventa eternità nel canto che non avrà mai fine.

Il mistero della morte è semplicemente una operazione oftalmica, dove -  dagli occhi di carne - passeremo agli occhi della visione.

Se riuscissimo a entrare in questa libertà interiore potremo veramente camminare ogni giorno in novità di vita.

È quello che stiamo celebrando nell’Eucaristia, tra il Signore risorto che è qui in mezzo a noi e, in ciascuno di noi, si sta realizzando un dialogo dove, attirati dal Maestro, ci accostiamo a Lui - nel momento della comunione - e in quell’Amen diciamo: Tu sei il desiderio dei miei desideri!

Al momento della comunione, il Signore sarà farmaco di immortalità, pregustazione di quella eternità beata che ci sta affascinando tutti, orientandoci verso la pienezza di quella gloria.

Tale sia il mistero che vogliamo vivere in questa Eucaristia per sentirci radicalmente rinnovati in modo che, camminando nella luce che viene dall’alto, si apra nella nostra vita quell’orizzonte di speranza che non ci fa schiacciare davanti agli avvenimenti, ma ci fa solo desiderare quella pienezza di gloria dove Dio tutto in tutti eternamente ci affascinerà in una gioia veramente inesauribile.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

Dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.

La creatura umana è una infaticabile ricercatrice della bellezza del valore della vita. Il ricercare il valore della storia stimola l’uomo a mettersi in cammino per gustare il mistero del quotidiano e per aprirsi sull’infinito. L’infinito permette di respirare e di costruire il futuro sognando. 

Padre, apri gli orizzonti del nostro cuore per dilatare i desideri del cuore che brama spazi infiniti di eternità beata. Lo Spirito Santo operi le sue meraviglie nelle nostre giornate perché sappiamo vivere nell’infinito. AMEN

09 agosto 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Le sagge insieme alle loro lampade presero anche l’olio in piccoli vasi.


È bello condividere le bellezze che la provvidenza ci fa incontrare.  Nel cammino quotidiano occorre lasciarci educare dal valore della previdenza che vive della provvidenza. Tale atteggiamento aiuta ad affrontare la quotidianità con fiducia. Siamo chiamati a vivere il presente con tutta la sua imprevedibilità. 

Padre, la tua presenza nel quotidiano è fonte di inesauribile fiducia e speranza. Attiraci nel mistero di Gesù perché con lui sappiamo gustare la vita e proiettarci sempre in avanti. Lo Spirito Santo sia la guida nel nostro cammino quotidiano. AMEN

08 agosto 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.


La centralità del Cristo anima la vita di ogni discepolo che si sente coinvolto nella storia del Maestro divino. In lui riscopre il senso della propria esistenza e si apre agli orizzonti del quotidiano. 

Padre, nel tuo Figlio Gesù ci riveli la grandezza del tuo amore e ci introduci nella luminosità della tuo gloria.  Lo Spirito Santo ci guidi in questo cammino. AMEN

07 agosto 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa.

Gesù per sottolineare la solidità del mistero della Chiesa usa l’immagine della pietra. Tale punto di riferimento è importante quando si parla della sua solidità di fronte alla molteplicità delle varianti storiche. Il paragone con la pietra vuol mettere in luce la solidità della comunità ecclesiale di fronte agli avvenimenti della storia contemporanea. La gioia di appartenere alla comunione ecclesiale rappresenta una sicurezza nel dialogo con la cultura contemporanea. 

Padre, nel tuo Figlio la comunità ecclesiale trova la sua solidità e non teme il dialogo con la storia. AMEN

06 agosto 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia.

La luminosità dell’evento della trasfigurazione affascina l'uomo e lo colloca in una luminosità divina che fa fare una intensa esperienza di trascendenza mentre introduce nel mistero della vita eterna. Tale bellezza fa crescere il desiderio della beatitudine eterna. 

Padre, nella trasfigurazione Gesù ci introduce nella eternità beata per far pregustare la grandezza divina che ci attende. Lo Spirito Santo ci offre tale visione per illuminare la storia quotidiana e futura. AMEN 

05 agosto 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?".

La persona di Gesù rappresenta una attrazione continua perché egli è il centro del cosmo e della storia. La sua persona attira a sé tutti gli uomini e li introduce nella sua intimità esistenziale.

Padre, tu ami l’uomo e vuoi che sappia riconoscere la tua grandezza nella complessità culturale odierna. Lo Spirito Santo ci illumini e ci guidi in questo cammino. AMEN

04 agosto 2025

Oggi, qui, Dio ci parla...

Gesù disse loro: “Voi stessi date loro da mangiare.”

Chi segue Gesù come maestro trova in lui le risposte fondamentali agli interrogativi del quotidiano. In lui è la luce e con lui si scopre la bellezza feconda del quotidiano. È la fecondità della fede. 

Padre, a tua immagine ci hai creati e nella persona di Gesù ci illumini con la sua storia. Tu ci hai consegnati a lui perché divenisse il nostro maestro di vita. Lo Spirito Santo guidi sempre il nostro cammino e ci faccia desiderare il tuo volto. AMEN 


03 agosto 2025

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C -

DOMENICA 3 AGOSTO 2025                                                       

Qo 1,2; 2,21-23      Col 3,1-5.9-11      Lc 12,13-21

OMELIA

Gesù questa mattina convocandoci attorno a sé ci pone dinanzi una parola che nella cultura di oggi nettamente sta scomparendo: la bellezza feconda della Provvidenza. Questa parola dovrebbe accompagnare continuamente il cristiano il quale avverte nella sua vita l'azione stessa di Dio che lo accompagna giorno per giorno.

Ma come noi possiamo riuscire a cogliere il valore di questa identità che il cristiano è chiamato a fare propria, come Gesù ci ha detto questa mattina? E la risposta è molto semplice: andare a vedere chi siamo.

Se guardiamo attentamente la nostra esistenza essa è tutta nelle mani di Dio, e la gioia d'essere nelle mani di Dio, è la serenità del nostro cuore: creati nel mistero della Divina Provvidenza noi camminiamo nel tempo e nello spazio guidati dalla potenza dello Spirito Santo in vista di quell'incontro glorioso che sarà il paradiso.

Ogni respiro è un atto della Divina creatività.

L'uomo dei nostri giorni ha difficoltà a entrare in questo tipo di lettura perché l'uomo dei nostri giorni si organizza, vuol preventivare tutto. In certo qual modo vuol acquisire una tranquillità psicologica di fronte al tempo che egli sta vivendo. Ma Gesù stamattina ci dice che la bellezza della nostra vita è vivere l'istante. Infatti, se noi per un momento ci soffermiamo a comprendere il nostro istante, ci accorgiamo di una cosa molto semplice: ogni momento della nostra vita è un respiro che viene da Dio.

Fin dal mattino il Signore ci chiama a sé, ci alimenta nel senso della vita e ci dice: “Io sono con te!”. Ora questo aspetto che noi un po' oggi trascuriamo, perché viviamo della nostra creatività, è il principio di una grande libertà interiore.

È interessante il principio di fondo della nostra vita: diventati figli di Dio cresciamo ogni giorno in questo grande mistero. Noi ci svegliamo al mattino e diciamo “sono grazia”, “sono la fiducia di Dio in atto”, “sono la sua gratuità”. Ecco perché il cristiano fin da quando è piccolo è chiamato a pregare il Signore all'inizio della sua giornata. È un aspetto questo che noi troviamo in tutte le culture religiose - la coscienza che il soffio del mattino è un atto della bontà di Dio - che è fedele alla nostra esistenza. Ecco perché l'uomo nel cammino della sua vita è convinto che la sua esistenza nasce da Dio.

Ora tutto questo, che noi riusciamo a cogliere all'inizio della nostra giornata, noi lo riviviamo, lo rileggiamo e lo approfondiamo nel corso di essa; è quel respiro che è la fiducia di Dio nei nostri confronti, è la bellezza del camminare nella certezza che quel Dio che ci ha creato ci accompagna continuamente, in una gioia veramente inesauribile. Infatti se guardiamo attentamente la nostra storia noi ci accorgiamo che essa si costruisce su quel Dio che, dopo averci creati, ci accompagna attraverso la sua presenza. Ecco perché il cristiano, fin dal mattino, apre il proprio cuore al Signore, lo ringrazia della giornata che gli offre e cammina nel tempo nella certezza che non sarà mai deluso!

Anche per un principio che dovrebbe sempre accompagnarci: nati da Dio, diventiamo figli di Dio e percepiamo questa bellezza quando, nel tempo stabilito dal mistero della Grazia, saremo chiamati a gustare la bellezza del cielo.

La vita è giungere a contemplare la grandezza di Dio nella luce che viene dall'alto. Ecco perché il cristiano da una parte, vede la propria vita costruita nella Divina Provvidenza e, dall'altra sa che il suo cammino è nelle mani di Dio. Allora, qual è il desiderio più profondo che nasce nel nostro spirito e nel nostro cuore, per leggere in questo modo la nostra esistenza?

La convinzione profonda che ci accompagna continuamente è: Dio respira con noi.

È molto bello quando si educa un bambino alla vita, fargli comprendere che il respiro col quale costruisce la sua giornata è un atto creativo della Divina Provvidenza, è qualcosa che dentro di noi ci accompagna continuamente. Sicuramente qui c'è il grande intoppo di quello che chiamiamo il fenomeno della morte, ma se andiamo al Vangelo, cos'è la morte, se non il passaggio da questa vita all'eternità beata? Morire è entrare nella vita che non conosce tramonto. Ecco perché il cristiano è nella fiducia continua nel cammino della sua vita, perché sa collocare il suo istante in questo meraviglioso orizzonte. Creati da Dio camminiamo ogni giorno con lui, è quell'esperienza che ci qualifica continuamente e ci permette di camminare nella gioia che viene dall'alto.

E allora se il cristiano fin dal mattino rende grazie al Signore, tanto più la sera, quando raccogliendo le sue cose l'uomo si pone davanti a una convinzione: “Oggi sono vissuto nel Dio che non delude”. E la morte stessa, se noi cerchiamo di collocarla nella sua verità, è un aprirci a quell'orizzonte infinito che è il paradiso. Una delle difficoltà che noi cogliamo nella cultura di oggi è la gioia del Paradiso, la gioia di quell'incontro glorioso con Dio che riempie la nostra esistenza di quella meravigliosa realtà che è il Dio “tutto in ciascuno di noi”.

Come sarà bello il nostro incontro con Dio al momento della morte. La morte come esperienza dell'incontro con Chi fin dall'eternità ci ha chiamati e ci accompagna continuamente in una rilettura della nostra esistenza che si apre su orizzonti infiniti. Ecco perché Gesù in modo gioviale ci pone davanti alla domanda: “Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio. Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?. Ecco perché il cristiano continuamente vive in questo profondo senso del Dio che ci accompagna, del Dio che ci ama, del Dio che fa in noi cose meravigliose. E allora se noi riusciamo a immetterci in questa visione la morte diventa incontrare il Maestro in una gioia veramente inesauribile.

Come sarà bello quando contempleremo la Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo nel gaudio di una gioia che nasce da Dio e che in Dio si costruisce continuamente nella bellezza di gustare il volto del Padre, la gioia del Figlio, la creatività dello Spirito Santo che opera in ciascuno di noi.

Quindi questa mattina lo Spirito Santo attraverso le parole di Gesù ci vuole educare a vivere in un profondo senso della Provvidenza. Noi siamo molti tesi alla previdenza, dobbiamo cambiare semplicemente una vocale e allora, questa vocale ritraduce questa pazienza quotidiana di vivere il presente come dono, di condividerlo con i fratelli, in attesa del momento in cui diremo, con Gesù e come Gesù: “Padre nelle tue mani consegno il mio spirito” e allora entreremo in quel gaudio meraviglioso che il Padre ci ha preparato, che nell'eternità ci allieterà e che nel cammino quotidiano diventerà la speranza di ogni frammento. Il cristiano non muore, ma dalla vita passa a quella Vita dove contemplerà la gioia di gustare la presenza del Maestro in una bellezza interiore che è eternità lassù, ma che fin da adesso entra nel nostro spirito, ci fa desiderare la bellezza di Dio e ci introduce in quella gioia che l'uomo storico non conosce, ma che il credente nel profondo del suo spirito sviluppa, in attesa di quell'incontro quando Dio sarà tutto in ciascuno di noi.