DOMENICA 17 AGOSTO 2025
Ger 38,4-6.8-10 Eb 12,1-4 Lc 12,49-53
OMELIA
La bellezza di vivere di Gesù e con
Gesù porta inevitabilmente il discepolo a vivere in stato di perenne
conversione.
Il linguaggio molto severo che abbiamo
ascoltato dal testo evangelico è un richiamo a questa vocazione che è
all'interno stesso del battezzato: essere persone che camminano sempre in
novità di vita.
Infatti cosa vuol dire quel “gettare
fuoco sulla terra”, accendere il fuoco, creare angoscia nell’uomo? Sono linguaggi
letterari per indicare una verità: chiunque segue Cristo e in lui vede il senso
della vita, sempre costruisce ogni istante in stato di conversione, perché il
criterio della vita di Cristo e di ogni suo discepolo si costruisce attorno
all'albero della Croce. È una verità che noi dovremmo continuamente assumere a
livello interiore. Attraverso la bellezza della croce l'uomo può camminare in
novità di vita.
Ma cos'è questo mistero della Croce
che ci rende autentici discepoli del Maestro? Il primo passaggio al quale
possiamo richiamarci è soffermarci un momento a contemplare le parole che Gesù
ha detto sulla croce e che ci richiamano il senso della sua vita. Rimanendo nel
Vangelo di Luca, Gesù morendo dice “Padre nelle tue mani consegno il mio
spirito”, la vita di Gesù “tutta” nelle mani del Padre. È una dinamica questa
che dovrebbe accompagnarci continuamente: Gesù è in mezzo a noi, ma il suo
cuore è la volontà del Padre. Riandiamo sempre all'espressione di Gesù
nell'orto degli Ulivi “Padre se è possibile passi da me questo calice! Tuttavia
non la mia, ma la tua volontà sia fatta!”. La bellezza della vita di Gesù è
nascosta nel cuore del Padre.
Perché la bellezza della vita di Gesù
è regalare all'uomo la gioia e la bellezza della sua vita salvata, ecco perché
il cristiano risentendo il Vangelo di questa mattina entra in modo diretto
nell'albero della Croce e contempla quello che avviene nel cuore di Gesù.
Gesù è innamorato dell'uomo. Per
l'uomo Gesù dona continuamente la sua vita e in questa esperienza dice all'uomo
che deve camminare sempre nella speranza, la quale - ed è il secondo passaggio -
vive un cammino molto diverso da quello che ci si aspetta. I conflitti di cui
Gesù ha parlato appartengono alla quotidiana conversione. Infatti quando noi
entriamo nel mistero di Gesù noi ci accorgiamo che il criterio di fondo della
sua vita è stato il Padre. Amare l'uomo, donare la vita all'uomo, rendere l'uomo
vero e autentico.
Tutta la vita di Gesù si è costruita
attraverso questa meravigliosa verità: far sì che l’uomo nel travaglio della
storia goda il vero equilibrio umano.
È bello soffermarci tante volte a
intuire quali siano state le motivazioni della persona di Gesù e ci accorgiamo
che la bellezza della vita di Gesù è stare accanto all'uomo costruendolo giorno
per giorno nel profondo del suo mistero di vita.
Innamorarci di Gesù è innamorarci
della nostra identità umana. Ecco perché il cristiano è chiamato a stare sempre
in una condizione di conversione, dove la conversione è sviluppare lentamente
la bellezza della propria dignità umana. Noi spesse volte dimentichiamo questo
valore che ci accompagna continuamente e che caratterizza la nostra storia.
Gesù è entrato nella vita quotidiana dell'uomo per dirgli, in semplicità: sii
contento del dono della tua umanità. E allora in questo orizzonte questo innamoramento
di Gesù dell'uomo diventa la nostra grande speranza. È bello essere cristiani
perché è bello costruire la nostra vita in un grande disegno che ha come
criterio la costruzione della Bellezza dell'uomo.
Spesse volte dovremmo anche noi
fermarci e dirci: perché Gesù ci ha creati? E allora in questa intuizione che
spiritualmente nasce in noi, ci accorgiamo che Gesù si pone accanto a noi come
dono del Padre per educarci nella pazienza quotidiana a costruire in modo autentico
la nostra umanità. Quelle conflittualità a cui Gesù si richiama nel Vangelo, sono
nient'altro che gli episodi esistenziali nei quali noi ci veniamo a trovare
ogni volta che guardiamo in faccia il Maestro. Dobbiamo vivere come è vissuto
lui, e quando noi viviamo come lui, noi troviamo nella nostra vita dei nuovi
criteri a cui richiamarci, come la gioia di ogni uomo sia veramente se stesso
secondo il progetto divino. Ecco allora che riusciamo a capire perché è venuto
a gettare fuoco sulla terra, perché è venuto nella storia per portare l'uomo a
una vitalità interiore, a essere quel personaggio che determina la vita
autentica dell'umanità perché l'umanità possa essere veramente se stessa
secondo il progetto divino.
Sarebbe bello se ogni giorno potessimo
dire al Padre: “Sono in comunione con te, vivo il tuo mistero, mi regalo ai
fratelli per il loro bene, perché si possa realizzare quella fraternità umana
nella quale tu ci hai donato la vita”. È la bellezza di gustare la comunione
con Gesù.
Se lungo il cammino della nostra vita
nascesse in noi l'interrogativo - cosa voglia dire essere uomini - la risposta
sarebbe molto semplice: essere il vivente volto di Gesù che, vero uomo,
realizza la propria identità e ci stimola giorno per giorno a camminare in
novità di vita. Ecco perché quando noi incontreremo il Signore nella realtà del
Paradiso egli ci dirà: “Ecco la figura del mio figlio Gesù, vero uomo” e sono contento
come Dio di avere elaborato un’esistenza umana ai fratelli nella fede perché
possano camminare nella luce che viene dall'alto. È quel gusto Divino che noi
dovremmo lentamente acquisire e che ci dà una grande speranza: vivere di Gesù,
camminare con lui, crescere nel suo mistero per essere per sempre con lui!
E allora quel fuoco che vuole
accendere, quella gioia che egli ci vuol regalare, non sono nient'altro che le
espressioni del suo desiderio, che noi realizziamo veramente questo progetto
del Padre di fare di noi i suoi capolavori e, in questa luce, cammineremo in
novità di vita, saremo creature nuove e potremo entrare nella gioia del Padre
per cantare eternamente la bellezza di essere uomini in lui. Questa sia la
speranza che noi vogliamo portare a casa questa mattina in modo che la gioia di
appartenere a Gesù sia la gioia di essere noi stessi in un cammino di gaudio
eterno dove Dio sarà tutto in ciascuno di noi.
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