18 agosto 2025

XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C -

DOMENICA 17 AGOSTO 2025                                                     

Ger 38,4-6.8-10      Eb 12,1-4      Lc 12,49-53

OMELIA

La bellezza di vivere di Gesù e con Gesù porta inevitabilmente il discepolo a vivere in stato di perenne conversione.

Il linguaggio molto severo che abbiamo ascoltato dal testo evangelico è un richiamo a questa vocazione che è all'interno stesso del battezzato: essere persone che camminano sempre in novità di vita.

Infatti cosa vuol dire quel “gettare fuoco sulla terra”, accendere il fuoco, creare angoscia nell’uomo? Sono linguaggi letterari per indicare una verità: chiunque segue Cristo e in lui vede il senso della vita, sempre costruisce ogni istante in stato di conversione, perché il criterio della vita di Cristo e di ogni suo discepolo si costruisce attorno all'albero della Croce. È una verità che noi dovremmo continuamente assumere a livello interiore. Attraverso la bellezza della croce l'uomo può camminare in novità di vita.

Ma cos'è questo mistero della Croce che ci rende autentici discepoli del Maestro? Il primo passaggio al quale possiamo richiamarci è soffermarci un momento a contemplare le parole che Gesù ha detto sulla croce e che ci richiamano il senso della sua vita. Rimanendo nel Vangelo di Luca, Gesù morendo dice “Padre nelle tue mani consegno il mio spirito”, la vita di Gesù “tutta” nelle mani del Padre. È una dinamica questa che dovrebbe accompagnarci continuamente: Gesù è in mezzo a noi, ma il suo cuore è la volontà del Padre. Riandiamo sempre all'espressione di Gesù nell'orto degli Ulivi “Padre se è possibile passi da me questo calice! Tuttavia non la mia, ma la tua volontà sia fatta!”. La bellezza della vita di Gesù è nascosta nel cuore del Padre.

Perché la bellezza della vita di Gesù è regalare all'uomo la gioia e la bellezza della sua vita salvata, ecco perché il cristiano risentendo il Vangelo di questa mattina entra in modo diretto nell'albero della Croce e contempla quello che avviene nel cuore di Gesù.

Gesù è innamorato dell'uomo. Per l'uomo Gesù dona continuamente la sua vita e in questa esperienza dice all'uomo che deve camminare sempre nella speranza, la quale - ed è il secondo passaggio - vive un cammino molto diverso da quello che ci si aspetta. I conflitti di cui Gesù ha parlato appartengono alla quotidiana conversione. Infatti quando noi entriamo nel mistero di Gesù noi ci accorgiamo che il criterio di fondo della sua vita è stato il Padre. Amare l'uomo, donare la vita all'uomo, rendere l'uomo vero e autentico.

Tutta la vita di Gesù si è costruita attraverso questa meravigliosa verità: far sì che l’uomo nel travaglio della storia goda il vero equilibrio umano.

È bello soffermarci tante volte a intuire quali siano state le motivazioni della persona di Gesù e ci accorgiamo che la bellezza della vita di Gesù è stare accanto all'uomo costruendolo giorno per giorno nel profondo del suo mistero di vita.

Innamorarci di Gesù è innamorarci della nostra identità umana. Ecco perché il cristiano è chiamato a stare sempre in una condizione di conversione, dove la conversione è sviluppare lentamente la bellezza della propria dignità umana. Noi spesse volte dimentichiamo questo valore che ci accompagna continuamente e che caratterizza la nostra storia. Gesù è entrato nella vita quotidiana dell'uomo per dirgli, in semplicità: sii contento del dono della tua umanità. E allora in questo orizzonte questo innamoramento di Gesù dell'uomo diventa la nostra grande speranza. È bello essere cristiani perché è bello costruire la nostra vita in un grande disegno che ha come criterio la costruzione della Bellezza dell'uomo.

Spesse volte dovremmo anche noi fermarci e dirci: perché Gesù ci ha creati? E allora in questa intuizione che spiritualmente nasce in noi, ci accorgiamo che Gesù si pone accanto a noi come dono del Padre per educarci nella pazienza quotidiana a costruire in modo autentico la nostra umanità. Quelle conflittualità a cui Gesù si richiama nel Vangelo, sono nient'altro che gli episodi esistenziali nei quali noi ci veniamo a trovare ogni volta che guardiamo in faccia il Maestro. Dobbiamo vivere come è vissuto lui, e quando noi viviamo come lui, noi troviamo nella nostra vita dei nuovi criteri a cui richiamarci, come la gioia di ogni uomo sia veramente se stesso secondo il progetto divino. Ecco allora che riusciamo a capire perché è venuto a gettare fuoco sulla terra, perché è venuto nella storia per portare l'uomo a una vitalità interiore, a essere quel personaggio che determina la vita autentica dell'umanità perché l'umanità possa essere veramente se stessa secondo il progetto divino.

Sarebbe bello se ogni giorno potessimo dire al Padre: “Sono in comunione con te, vivo il tuo mistero, mi regalo ai fratelli per il loro bene, perché si possa realizzare quella fraternità umana nella quale tu ci hai donato la vita”. È la bellezza di gustare la comunione con Gesù.

Se lungo il cammino della nostra vita nascesse in noi l'interrogativo - cosa voglia dire essere uomini - la risposta sarebbe molto semplice: essere il vivente volto di Gesù che, vero uomo, realizza la propria identità e ci stimola giorno per giorno a camminare in novità di vita. Ecco perché quando noi incontreremo il Signore nella realtà del Paradiso egli ci dirà: “Ecco la figura del mio figlio Gesù, vero uomo” e sono contento come Dio di avere elaborato un’esistenza umana ai fratelli nella fede perché possano camminare nella luce che viene dall'alto. È quel gusto Divino che noi dovremmo lentamente acquisire e che ci dà una grande speranza: vivere di Gesù, camminare con lui, crescere nel suo mistero per essere per sempre con lui!

E allora quel fuoco che vuole accendere, quella gioia che egli ci vuol regalare, non sono nient'altro che le espressioni del suo desiderio, che noi realizziamo veramente questo progetto del Padre di fare di noi i suoi capolavori e, in questa luce, cammineremo in novità di vita, saremo creature nuove e potremo entrare nella gioia del Padre per cantare eternamente la bellezza di essere uomini in lui. Questa sia la speranza che noi vogliamo portare a casa questa mattina in modo che la gioia di appartenere a Gesù sia la gioia di essere noi stessi in un cammino di gaudio eterno dove Dio sarà tutto in ciascuno di noi.

 

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