01 novembre 2022

TUTTI I SANTI – SOLENNITÀ

Ap 7,2-4.9-14                    1Gv 3,1-3                Mt 5,1-12°

OMELIA

Il cammino del cristiano nella storia deve essere sempre animato da una grande speranza e celebrare oggi la festa di Tutti i Santi è ritrovare speranza nel cammino della vita. L'Apocalisse di san Giovanni questa mattina ci può aiutare ad essere un popolo ricco di speranza. In una condizione culturale di depressione esistenziale la festa di oggi proietta il nostro cammino storico in un clima di eternità beata. Perché è stata scritta l'Apocalisse, se non per dare speranza in un popolo che viveva in stato di persecuzione?

Rileggere oggi questo brano dell'Apocalisse è riscoprire la bellezza della nostra identità ritrovando quella speranza che è il coraggio del quotidiano e allora credo che, il brano dell'Apocalisse che abbiamo poc'anzi ascoltato, ci aiuti a cogliere tre aspetti

-siamo stati segnati, il sigillo della bellezza di appartenere al Signore

-abbiamo lavato le nostre veste rendendole candide, il gusto di appartenere all'eternità    beata

-lavando le nostre vesti nel sangue dell'Agnello, il Signore che è vita della nostra vita

tre aspetti che emergono dal brano dell’ Apocalisse e che dovrebbero, nella nostra cultura, ridarci entusiasmo, capacità di vita e speranza, davanti alle nubi che ci impediscono di vivere fino in fondo. Innanzitutto quei 144000, che è l'umanità intera, sono stati segnati con il sigillo, appartengono a Dio, quel sigillo che è nient'altro che la vita trinitaria nella quale il discepolo è immerso; non siamo di noi stessi, apparteniamo al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Quando ci poniamo la domanda del senso della nostra vita la grande risposta: siamo sigillati dalle tre Persone Divine, è quel gusto quotidiano della nostra esistenza, la vita divina che penetra nelle nostre dinamiche esistenziali. Paolo ha tradotto molto bene questa esperienza in un termine intraducibile in lui, quel sigillo è abitare in lui e abitare nel Cristo è condividere il cuore del Padre, è vivere la creatività inesauribile dello Spirito Santo. La nostra esistenza è Sacramento della vita trinitaria.

Spesse volte ci lasciamo prendere dai pessimismi storici e dimentichiamo la grandezza meravigliosa di appartenere alle tre Persone Divine, e queste tre Persone Divine sono il senso portante della nostra esistenza. Usando un’immagine la nostra persona umana è tabernacolo dei 3 personaggi più importanti della Bibbia: chi ci ha creati è il Padre, chi ci ha redenti è il Figlio, chi ci ha resi santi è lo Spirito Santo. La vita del cristiano è passeggiare con le tre Persone Divine. La cultura di oggi è facilmente colta da situazioni di debolezze psicologiche, di esaurimenti esistenziali, la bellezza della vita è appartenere alla Trinità per cui, qualunque siano le storie nelle quali noi veniamo immersi, la nostra vita è la Trinità vivente, ecco quell’essere segnati, che nel rito battesimale è l'azione crismale dove la potenza della Trinità impregna di sé la nostra personalità. E   il secondo passaggio hanno lavato le loro vesti rendendole candide è la luminosità della gloria futura. E’ molto bello come il cristiano dovrebbe facilmente andare alla grande visione dell'esperienza della Trasfigurazione le vesti candide del Cristo trasfigurato sono le nostre vesti candide, siamo la vivente luminosità Trinitaria. L'evangelista Marco ha un particolare ancora più bello nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche, siamo la luminosità Divina. Noi pensiamo che l'eternità sia domani, con tutte le paure che nascono davanti al mistero della morte, ma la nostra esistenza è già immortale ricevi la veste candida si dice nel battesimo, la luminosità di Dio, e questa esperienza delle vesti candide nella visione biblica è essere continuamente sotto l'influsso della creatività delle tre Persone Divine, l'esempio più semplice che il respirare è la volontà Trinitaria di farci vivere, e quindi la nostra esistenza è tutta immersa questa Trinità beata; quindi non solo apparteniamo – è la bellezza del Sigillo - ma siamo continuamente ricreati e questa ricreazione ha il suo centro nel sangue dell'Agnello.

Cosa vuol dire avere le vesti lavate nel sangue dell'Agnello? Vuol dire essere uomini radicalmente rigenerati, siamo di Cristo Gesù, siamo persone che vivono il suo infarto d'amore, siamo la sua bellezza che ci continuamente rinnova, collocandoci in autentica novità di vita. Ecco perché il cristiano nel cammino del tempo è già eternità beata perché appartiene alla Trinità, è rigenerato dalle tre Persone Divine e nel sangue dell'Agnello è rinnovato continuamente, in un clima di gloria futura. L'autore dell'Apocalisse attraverso questo testo dava speranza alla sua comunità travagliata dalle persecuzioni di Nerone, la bellezza di questo testo nella cultura di oggi è vivere di eternità che dà ebbrezza, luminosità, gioia al nostro vissuto quotidiano. Se noi dovessimo ritradurre nel cammino sacramentale della nostra esistenza questo brano dell'Apocalisse coglieremmo tre passaggi, i tre passaggi che in modo immaginifico l'autore dell'Apocalisse ci ha regalato: segnati, Cristo abiti mediante la fede, nei vostri cuori essere Sacramento della presenza reale di Cristo, per cui in una tentazione di depressione esistenziale ritrovare la bellezza di essere tabernacolo del Cristo, essere affascinati da questa presenza sacramentale che è dentro di noi. Ecco perché - ripeto - il testo di Paolo: Cristo abiti, siamo abitati della Santissima Trinità e attraverso il battesimo questa esperienza di fede è diventare immortalità Divina. La bellezza di gustare il paradiso… Noi tante volte pensiamo che il paradiso sia domani, il paradiso è oggi perché siamo la presenza gloriosa di Dio, e allora in questo momento, celebrando l'Eucaristia laviamo le nostre vesti nel sangue dell'Agnello, l'Eucaristia è una ricreazione di immortalità beata. Quando celebriamo l'Eucaristia siamo nella attrazione della gloria del paradiso! Ecco perché la festa di Tutti i Santi, soprattutto nella celebrazione eucaristica diventa il canto di una fede che celebra l'immortalità Divina in una attesa del banchetto escatologico, di quel banchetto di eternità che qualificherà tutta la nostra esistenza. Pensate… come sarà bello quando il Cristo luminoso passerà a servirci nella Gerusalemme celeste rendendoci partecipi di una luminosità che è l'eternità beata. Nell'Eucaristia che stiamo celebrando pregustiamo, cresce il desiderio quel banchetto eterno nel quale la nostra esistenza sarà veramente realizzata. Quindi la festa dei Santi è la festa quotidiana dell’Eucaristia, dove ogni giorno veniamo trasfigurati. Viviamo questa bellezza della fede nel mistero eucaristico e allora nei momenti in cui dovessimo cadere in stanchezze esistenziali ritrovare la bellezza di appartenere, la bellezza di essere ricchi di immortalità, la coscienza che il sangue dell'Agnello ci rigenera nella vita facendoci pregustare quel banchetto glorioso, come tra poco ascolteremo: Beati gli invitati alla cena delle nozze dell'Agnello 

 

 


Nessun commento:

Posta un commento