27 marzo 2023

Oggi, qui, Dio ci parla...

LUNEDÌ 27 MARZO 2023

Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei



26 marzo 2023

V DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A

DOMENICA 26 MARZO 2023

Ez 37,12-14             Rm 8,8-11    Gv 11,1-45

OMELIA

La Quaresima, lentamente, ci ha introdotto nella conoscenza della persona di Gesù perché noi ne potessimo cogliere la profondità spirituale e creassimo in noi un clima di autentica speranza. Questa mattina noi siamo davanti alla grande rivelazione che Gesù fa di se stesso: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. E’ il Risorto che in mezzo a noi ci dona questa speranza. Se l'uomo davanti al problema della morte si pone tanti interrogativi, egli tante volte scappa davanti al mistero della morte e della vita. Gesù questa mattina ci dice: chi crede in lui è nella vita. Ecco perché è bello soffermarci nell’approfondire la rivelazione che Gesù fa di se stesso: Io sono la risurrezione e la vita, tre parole che riassumono la sua personalità e che diventano la speranza del cuore credente, tre parole nelle quali l'uomo ritrova la bellezza e il gusto della sua vita. Il Maestro spesso usa l’espressione Io sono nel vangelo di Giovanni. Quando noi ascoltiamo questa espressione immediatamente lo sguardo del cuore va alla grande apparizione di Dio a Mosè, quando questi gli chiese Qual è il tuo nome? e la grande risposta fu: Io sono! In questo linguaggio si sottolinea che la creatura vive del respiro che viene dall’alto. L'uomo è il respiro di Dio.

Davanti al mistero della morte, contemplando il Glorioso che è qui in mezzo a noi, noi cogliamo il senso di quel Io sono. Guardando a lui respiriamo, guardando a lui viviamo, guardando a lui speriamo. Ogni nostro respiro è un atto della creatività amorosa di Dio. In questo scopriamo che tutto dipende dallo sguardo del cuore. In certo qual modo dovremmo avere l'attenzione profonda e docile di Marta davanti a Gesù. Quando noi avessimo l'attenzione del cuore rivolto a Gesù egli ci direbbe Io sono il respiro della tua esistenza, un respiro che è la fedeltà del Padre, che è la creatività dello Spirito Santo. Nel Vivente noi viviamo.

Ecco perché l'uomo dei nostri tempi sfugge il mistero della morte perché dimentica questo respiro di Dio che è stato collocato in noi quando siamo stati concepiti e che avrà la sua pienezza quando noi potremmo vedere il Signore faccia a faccia.

A tale sottolineatura fondativa dobbiamo aggiungere le altre due parole che Gesù ha detto - risurrezione e vita -. Alla luce della letteratura giovannea la risurrezione non è altro se non la fecondità di un rapporto continuo della persona umana nel mistero di Gesù. Se noi dovessimo guardare la nostra esistenza nel momento in cui respiriamo la creatività di Dio, in quel momento, noi staremmo entrando effettivamente nella risurrezione. Quando noi moriremo chiuderemo gli occhi al tempo per aprirli luminosi sull'eternità beata perché nel mistero di Gesù è la vita, egli è la vita che illumina come luce ogni uomo. Ecco perché la bellezza della Quaresima ci pungola a entrare in questo orizzonte di grande fiducia e di grande speranza, in Gesù viviamo già l'eternità beata, egli ha detto: Io sono la resurrezione!

E questa risurrezione è un mistero di vita: la comunione con il Padre! Ecco perché il cristiano guardando al volto di Gesù passa nella contemplazione del Padre e diventa un cristiano che vive già nel tempo e nello spazio di eternità beata, è problema dello sguardo del cuore, nel cuore c'è la vita, nel cuore c'è la comunione, nel cuore c'è la bellezza. Ecco perché nel miracolo a cui abbiamo assistito questa mattina nel testo evangelico noi abbiamo la soluzione dei grandi drammi della vita dell'uomo davanti alla morte. La morte è un passaggio a un gaudio eterno nel quale saremo immersi in una luce che non conosce confini, è problema di sguardo del cuore.

Il risultato di tale esperienza contemplativa sta nella bella professione di fede di Marta Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo. Qui scopriamo la profondità esistenziale dell’atto di fede: credo!  Tale linguaggio credente ritraduce l'affidamento totale e assoluto di noi stessi a lui, in lui stiamo già risorgendo, credere è la fecondità di Dio dentro di noi, un Dio meraviglioso come è Gesù Risorto che è qui in mezzo a noi, che abita in ciascuno di noi e ci rende partecipi di una luminosità eterna che avrà la sua pienezza quando diremo come Gesù: Nelle tue mani consegno il mio spirito!

Qui scopriamo quando sia fecondo in questo cammino quaresimale il seguire i diversi passaggi presenti nelle narrazioni delle domeniche passate dove Gesù lentamente ci si è rivelato come l'acqua che zampilla per la vita eterna e come cibo di comunione con il Padre, come colui che ci dà lo sguardo del cuore, guarendo il cieco nato per poter vedere le meraviglie del Signore, ponendoci nella condizione per poter giungere a gustare la comunione con lui: Io sono la risurrezione e la vita!

Dovremmo sempre dire a noi stessi la gioia d’essere nella vita attraverso il progressivo processo di risurrezione esistenziale quotidiana. Dovremmo sempre dire a Gesù: Io sono il respiro glorioso della tua vita! Ecco perché il cristiano è chiamato a “vedere” il Signore e nello sguardo del cuore attratto nel mistero l'uomo ritrova la bellezza e la profondità della sua vita.

Tale esperienza la stiamo sacramentalmente vivendo perché ci ritroviamo nell'Eucaristia. Davanti agli interrogativi della nostra esistenza, davanti alle oscurità che appaiono nella storia, davanti alle paure che in un modo e in un altro si annidano dentro di noi, nella celebrazione eucaristica veniamo collocati in un clima di pacificazione spirituale. L’importante sta che lo sguardo sia costruito con l'occhio attento e l'orecchio aperto ad ascoltare quel io sono fissando lo sguardo su Gesù. In quel momento, noi respireremo eternità beata. Ecco perché il cristiano in Quaresima respira eternità, entra in quella libertà di cuore che lo orienta verso la pienezza della gloria. Stamattina nell'Eucaristia stiamo gustando questo mistero, guardando Gesù che è qui presente con tutta la sua dinamica. Guardandolo in faccia nella fecondità del rito credente gustiamo già la risurrezione beata. Si rivela importante che noi entriamo in quel dialogo narrato tra Gesù e Marta. Tale ricchezza la vivremo nel momento in cui ci accosteremo ai doni eucaristici. E allora in quell'Amen di risposta davanti all’offerta del corpo sacramentale del Risorto noi diremo la stessa espressione che abbiamo ascoltato da Marta: Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo, è l'eternità che penetra dentro di noi. Ecco perché il cristiano come ultimo momento della sua vita si accosta all'Eucaristia, il viatico, per poter essere illuminato di eternità beata. E allora meditiamo e ripetiamo continuamente in noi le parole di Gesù Io sono la risurrezione e la vita. Nello stesso tempo con il cuore adorante diremo: “Tu sei o Padre la gioia della mia esistenza, la vita è un mistero di comunione con te!” 

Allora chiediamo allo Spirito Santo di entrare in questa mentalità contemplativa, gustativa e ricca di desiderio per entrare in quella vita che è la gloria eterna quando con tutti i santi canteremo eternamente la gioia di vedere quel volto luminoso del Maestro che ci orienta al Padre per essere in una luce che non conosce alcun tramonto.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

Io sono la risurrezione e la vita



21 marzo 2023

IV DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A

DOMENICA 19 MARZO 2023

1Sam 16,1b.4.6-7.10-13                        Ef 5,8-14      Gv 9,1-41

OMELIA

Il cammino che la Chiesa ci offre in questa Quaresima ci porta lentamente a entrare nel fascino di Gesù. Attraverso lo scorrere di questi giorni, Gesù ci prende per mano, ci conduce nelle vie della storia per rivelarsi a ciascuno di noi. La bellezza della Quaresima è gustare il volto trasfigurante del Cristo, nel quale ritroviamo la bellezza della nostra identità. Questa mattina la Chiesa, attraverso la parola che abbiamo ascoltato, ci delinea un cammino che siamo chiamati a percorrere per fare della nostra vita un atto di fede. Nella sua narrazione siamo chiamati a passare dalla fede elementare del cieco nato alla fede cristologica che è trasfigurazione nel Mistero attraverso l'adorazione del Maestro. La bellezza della Quaresima sta nel seguire questo cammino, partire da un itinerario di fede incipiente per giungere alla fede teologale. La domanda che noi si poniamo sta nell’intuire come questo itinerario possa realizzarsi.

Ecco i tre passaggi che potrebbero aiutarci in questo cammino:

  lasciarci condurre dalla persona di Gesù,

  lasciarci purificare dalla storia,

  per giungere alla essenzialità della vita.

Innanzitutto risulta importante entrare nell'azione di Gesù: la fede è un dono, è un atto gratuito che ci è stato regalato nel giorno stesso della nostra nascita. Ogni uomo ha una fede elementare e l'esperienza che quel cieco ha fatto è d’essersi fidato, ha lasciato che Gesù divenisse il protagonista della sua vita. E’ interessante come Gesù conduca quella persona e la persona si ponga in stato di obbedienza. L'uomo è grande perché la sua esistenza è tutta un capolavoro di obbedienza alla storia, all'azione di Gesù, alla sua creatività.

L’interrogativo che ne nasce sta nel come da una fede elementare si possa giungere alla fede trasfigurante. Credo che il brano evangelico di questa mattina ci aiuti in questo cammino attraverso l'ascolto della storia, le difficoltà della vita, gli interrogativi che il momento presente ci offre: è il passaggio dalla realtà del superamento della signoria del rito, o della legge, andando al di là dei limiti affettivi, rappresentati dall’atteggiamento dei i genitori. Inoltre è stato importante il non lasciarsi dominare dalle autorità - che impongono la verità - per giungere all'incontro personale di Gesù. La storia è una purificazione continua, per giungere alla verità della propria esistenza.

E’ molto bello come l'evangelista Giovanni ci parli di Gesù come il Verbo incarnato, colui che si è fatto carne, che parla agli uomini attraverso la storia. Quella persona è giunta all'atto di fede, lasciandosi condurre dagli avvenimenti… la gente, i farisei, i genitori, i dottori della legge. Noi tante volte dovremmo riuscire a intuire che la storia è la pedagogia di Dio per camminare nella fede. Quando noi al mattino ci svegliamo e poniamo l'interrogativo a noi stessi - che senso abbia la nostra esistenza - la risposta è molto semplice: siamo chiamati a entrare nel mistero della nostra identità, vedendo la vita quotidiana come scalpellatura esistenziale per essere lentamente pronti alla fecondità dell'atto di fede. E’ quella lettura positiva dell'esistenza, che dovremmo recuperare. L'uomo contemporaneo ha difficoltà a credere perché non si lascia condurre dell’amore al quotidiano. Quella fede elementare che ha spinto il cieco nato a obbedire a Gesù lo ha lentamente guidato a purificarsi da ciò che è strutturale, da ciò che è affettivo, da ciò che dottrinale, per incontrare una persona, una persona che gli dà la vera luce. E’ molto bello vedere il dialogo che interviene tra Gesù e il cieco nato: Tu, credi nel Figlio dell'uomo?  Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?» In certo qual modo il Signore attraverso la storia lentamente ci pone innanzi l'interrogativo: chi è colui a cui affidare la nostra esistenza? E la risposta di Gesù «Lo hai visto: è colui che parla con te». In quel momento noi veniamo illuminati da una rivelazione ineffabile, il dono di quella luce e la guarigione del cieco diventa la luce del Dio che si rivela. Chi ama lasciarsi condurre dalla storia nel cammino del quotidiano giunge a questa bellezza: la rivelazione colui che ci sta parlando! Se noi dovessimo qualificare la nostra storia dovremmo dire che essa non è altro che l’essere condotti per mano dalla provvidenza per poter gustare la signoria di Gesù. In questo atteggiamento vediamo il passaggio dalla fede elementare dell'uomo che si affida fino a lasciarsi trasfigurare da quell'uomo che è Gesù, in tutta la grandezza del suo mistero.

Ed è molto bello l'atteggiamento di fede quando quell'uomo - dice il testo evangelico - si prostrò dinanzi a lui, qui gustiamo il senso adorativo del cammino di fede. L'uomo crede perché consegna tutto se stesso all'accadimento di Dio. La storia magari è una grande delusione, ma è una delusione che apre grandi orizzonti: giungere a conoscere il Maestro, essere nella luce. La fede, vista come un lasciarsi trasfigurare dalla personalità di Gesù è il senso portante della nostra vita.

Di conseguenza scopriamo che la vita diventa un incontro tra gli interrogativi della storia intensamente amata e un Dio pedagogo che lentamente ci conduce a quel meraviglioso atto di fede: chi sei tu? Colui che è la tua luce! Io sono la luce del mondo… Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo ha detto Gesù questa mattina. Innamoriamoci di Gesù! Questo è il senso portante della nostra esistenza. Tutta la storia, tutti gli avvenimenti che in un modo o in un altro ci circondano di qualunque qualità o entità siano ci portano all'essenzialità, alla verità: il volto luminoso di Gesù. E quando noi entriamo nel volto luminoso di Gesù la vita acquista un senso Io sono la Luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita: gustiamo il calore dell'esistenza dentro di noi.

Il Signore questo ce lo sta regalando, è la bellezza di essere qui a celebrare l'Eucaristia è la gioia di lasciarsi affascinare, trasfigurare, trasformare dalla sua presenza, è entrare nella sinfonia dell'Assoluto, che ci trasforma spiritualmente. Questa è la bellezza della nostra vita. Ci accorgiamo allora che la Quaresima rappresenta il tempo della gioia di innamorarci sempre più di Gesù in modo da essere in quella luce che ci sta per esserci regalata, nelle parole della consacrazione - Questo è il mio corpo dato, questo è il mio sangue versato, e dell’atto della comunione: il corpo di Cristo. Amen! -

Ora prepariamoci a gustare la trasfigurazione della nostra esistenza. Potremmo dire che l'atto della comunione eucaristica corrisponde a quel prostrarsi del cieco nato davanti a Gesù, ora stiamo entrando in quella adorazione trasfigurante che è la bellezza della nostra vita. Viviamo così questa Eucaristia. La settimana trascorsa ci ha condotti qui perché incontrassimo la Luce che cambia il mondo, entriamo in questa esperienza. Attraverso l'incontro sacramentale che stiamo celebrando questa mattina con il Maestro cresceremo nella Luce che diventerà luce eterna quando, finalmente, al termine della nostra storia, insieme a tutti i fratelli, vedremo il Signore nella Luce così, come egli è nella Gerusalemme celeste.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

“Alzati, prendi la tua barella e cammina”



20 marzo 2023

15 marzo 2023

14 marzo 2023

12 marzo 2023

III DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A

DOMENICA 12 MARZO 2023

Es 17,3-7      Rm 5,1-2.5-8          Gv 4,5-42

OMELIA

Gesù, il grande protagonista della Quaresima, oggi ci rivela il suo mistero e ci introduce in un cammino che lentamente ci coglie nel profondo della nostra esperienza. Nello Spirito Santo chiediamoci: chi è Gesù? Alla luce delle prime due domeniche di quaresima abbiamo compreso che in lui vinciamo nella prova e con lui veniamo introdotti nella luminosità del suo volto. Su tale orizzonte una domanda, che emerga in modo immediato nel nostro spirito, è quella di porci questo interrogativo: chi è Gesù? Il brano evangelico, soprattutto nella prima parte, costituisce un vero capitolo di pedagogia divina per illuminare la risposta. Gesù, nell’incontro con la donna di Samaria, vuole dialogare con l'umanità. Ed è interessante entrare in questo dialogo dove lui è il grande protagonista, lui aspetta, lui dirige il dialogo e rivela il suo grande mistero. Credo che in questa domenica di Quaresima il Signore ci dica che dobbiamo imparare a conoscere Gesù lasciandoci guidare dalla storia di tutti i giorni. Egli è presente, ci prende per mano e lentamente ci conduce alla grande rivelazione: Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità. Questa affermazione del Maestro costituisce il nucleo fondamentale della nostra esistenza dove emergono tre dinamiche molto importanti: la centralità di Gesù, la creatività dello Spirito Santo, la comunione con il Padre. Tutto il dialogo tra Gesù e quella donna crea quella curiosità che ci porta lentamente a entrare nella verità della nostra esistenza, come il Maestro ce la insegna: è venuta l'ora - ed è questa - la mia persona!

Gesù lo si conosce lasciandoci condurre dalla sua presenza e questo noi riusciamo a coglierlo nella teologia di Giovanni. Conoscere Gesù vuol dire lasciarci attirare da lui in una attrazione inesauribile che diventa la vita della nostra vita, la nostra esistenza è in lui. Quindi noi lo possiamo conoscere lasciandoci invadere dal suo stile di vita, dalla sua persona, dalle sue parole. Gesù si fa conoscere incontrandoci nella nostra storia di tutti i giorni. La bellezza della Quaresima è entrare in questa meravigliosa conoscenza di Gesù, tutto il resto è un corollario. E’ interessante, e lo avrete notato, come nella prima parte del brano evangelico Giovanni usi sempre il verbo all'indicativo presente per dire “oggi” il Signore ci aspetta al pozzo di Giacobbe, oggi ci prende per mano facendoci lentamente passare dalla storia quotidiana al mistero della sua persona per dire è venuta l'ora, dove si manifesta il suo mistero! La bellezza della Quaresima è una attrazione nel fascino di Gesù, in certo qual modo è orientare lo stile della nostra storia in questa meravigliosa esperienza, che è far propria la personalità del Maestro. Se noi entrassimo nella profondità di questa intuizione giovannea ci accorgeremmo che la bellezza della Quaresima sia mangiare con Gesù l’oggi del Padre, la nostra vita inserita nella sua in modo vivo. Non lo diciamo sempre nel Padre Nostro, soprattutto nella rilettura lucana: “Dacci ogni giorno il nostro pane sovrasostanziale”? La bellezza del vivere sta mangiare l’oggi del Padre con e come Gesù e questo noi lo percepiamo attraverso il modo con il quale leggiamo la nostra vita, condotti per mano da Gesù come egli ha fatto con la Samaritana per giungere all’ essenzialità della vita, il suo mistero! La Quaresima ha questo fascino ineffabile; entrare nella personalità di Gesù e viverne tutta la ricchezza.

Se partiamo da tale prospettiva ci accostiamo al secondo passaggio: culto in spirito e verità. Noi spesse volte pensiamo che il rapporto con Dio sia fare tante cose. In certo qual modo nella pedagogia di Gesù nel testo evangelico, egli lentamente ha condotto quella donna dalle cose, dalle prospettive religiose e etniche a un fascino, al mistero del suo cuore, con l’affermazione: veramente tu sei un profeta! La donna gli pone quel grande interrogativo esistenziale: dove celebriamo il culto, in Samaria sul monte Garizim o a Gerusalemme?  In questo Gesù è molto chiaro: Il culto è il senso della vita, che è solo lui, il suo mistero dall’incarnazione alla Pasqua. Quel culto in spirito e verità vuol dire lasciarci guidare, prendere per mano dallo Spirito Santo che ci guida lentamente nella conoscenza di Gesù, per essere un inno al Padre: è l'essenzialità della vita! L'uomo storico complica i rapporti con Dio, il cristiano da Gesù viene semplificato, è la bellezza di essere condotti dallo Spirito Santo a cogliere ciò che è veramente autentico.

Inoltre il significato dell’espressione “il culto in verità” non è altro che un evidenziare il mistero di comunione che unisce Gesù e il Padre nello Spirito Santo. Se dovessimo riuscire a cogliere questa bellezza celebrativa ci accorgeremmo di una cosa molto semplice: più siamo in comunione con il Padre più conosciamo Gesù; guidati dallo Spirito entriamo in rapporto con il Padre e gustiamo la figura di Gesù. Non per niente l'immagine che l'evangelista Giovanni ha usato è quello dell'acqua: non è l'esperienza sacramentale del battesimo? Nel battesimo siamo il volto vivente di Gesù in una esistenza sostanzialmente guidata dallo Spirito Santo per poter proclamare: Abba, Padre! E’ quella circolarità di vita che è il senso portante della nostra esistenza. Ecco perché Gesù oggi ci si rivela. La Quaresima è riscoprire la sensibilità di Gesù attraverso la semplicità ordinaria del quotidiano e allora entriamo nella bellezza Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità. Gesù afferma: questo è il mio mistero! Con la conseguenza che quanto più entriamo nella personalità di Gesù tanto più abbiamo la libertà dello Spirito Santo e lo sguardo del cuore è rivolto al Padre. Ecco la bellezza della Quaresima, l'essenzialità della nostra vita in una grande semplicità, la bellezza della nostra storia è il mistero della vita battesimale, la Trinità beata, che è penetrata in noi e anima ogni istante della nostra storicità.

Tale è la vera motivazione per la quale ci ritroviamo questa mattina a celebrare i divini misteri: essere nella viva esperienza di Gesù il culto in spirito e verità, essere contemplativi del Cristo nello spirito creativo dello Spirito Santo per poter veramente dire: Abbà, Padre! E in questo noi percepiamo la bellezza della nostra vita. Ecco il senso della Quaresima, ecco la bellezza dell'Eucaristia, che rappresenta la centralità della nostra esistenza. In certo qual modo dovremmo uscire dalla celebrazione eucaristica come quella donna che ha percepito la bellezza della sua esistenza, è diventata missionaria di un mondo nuovo. Tale sia il mistero che vogliamo insieme vivere e celebrare in una vivente imitazione di Gesù. Se dovessimo in semplicità qualificare la nostra Quaresima essa non è data dalle tante opere che faremo, che sono contingenti. Entriamo giorno per giorno nella sensibilità di Gesù, perché lo Spirito Santo ci faccia gridare Abbà Padre, Sappiamo entrare in quella vita trinitaria di cui ha parlato Paolo nella seconda lettura. Nella celebrazione eucaristica il Risorto si fa sempre più conoscere. Camminiamo in questo stile di vita e ci accorgeremo che la Quaresima è una esistenza che diventa semplice, diventa bella, diventa bontà, un esistenza unificata dove la cosa più bella della nostra storia è dire “Padre!” in attesa di contemplarne il volto nell'eternità beata.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

Signore, vedo che tu sei un profeta!



11 marzo 2023

08 marzo 2023

Oggi, qui, Dio ci parla...

Sedere alla mia destra e alla mia sinistra è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato



07 marzo 2023

II DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A

DOMENICA 05 MARZO 2023

Gn 12,1-4°   2 Tm 1,8b-10          Mt 17,1-9

OMELIA

La bellezza del cammino quaresimale sta nell’entrare nella profondità del mistero di Gesù e, domenica scorsa davanti al dramma delle prove della vita, Gesù ci ha dato una grande risposta: ascoltiamo la fedeltà di Dio nella Parola. Gesù rappresenta il maestro per costruire la vita, la Parola è luce per guidare i nostri passi, e, attraverso questa esperienza che essenzializza la nostra esistenza, noi oggi veniamo condotti all'altra parte del volto di Gesù, il volto della sua gloria, la trasfigurazione, dove noi entriamo nella luminosità di Dio. E’ interessante come l'episodio della Trasfigurazione avvenga in un contesto di annuncio di morte perché il cristiano possa effettivamente imparare a essere uomo della speranza. Ci sentiamo chiamati a contemplare la luce per gustare la bellezza di Dio. Sono i due aspetti sui quali vogliamo questa mattina soffermarci per ritrovare nel cammino del quotidiano la speranza: essere discepoli di Gesù per camminare in novità di vita.

Il primo aspetto è rappresentato dall’entrare nella luce dove la luce dà il sapore dell'eternità, della gloria di Dio, della bellezza della nostra esistenza. Sicuramente è interessante gustare come nel mistero della Trasfigurazione noi cogliamo la luminosità di Dio dove, questa luminosità, è il riflesso di un mistero di gloria nel quale noi veniamo progressivamente introdotti come discepoli. La speranza è Dio che opera in ciascuno di noi e la Quaresima significa entrare in questo mistero di gloria. Non per niente nella trasfigurazione abbiamo la pregustazione della risurrezione di Gesù. Noi ben sappiamo che siamo immersi in questo mistero di Gloria e tale constatazione ci è regalata dal rito battesimale dove, chiunque venga battezzato, è avvolto di una veste candida, la luminosità della Risurrezione. Ecco perché il cristiano in Quaresima guarda attentamente il mistero glorioso di Gesù per essere uomo ricco di fiducia e di speranza.

D'altra parte se noi andiamo al prologo di Giovanni noi cogliamo tale verità, come afferma l’evangelista: E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre… Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. La bellezza della scelta di Gesù ci conduce a entrare nel suo mistero di gloria. Ecco perché il battezzato riceve la veste candida. Il battezzato accoglie la luce della Risurrezione, il cristiano gusta nel cammino della vita l'inabitazione divina. Nelle prove della vita Gesù ci dice: sei il mistero della mia Gloria! E’ quella esperienza interiore che noi dovremmo riuscire a cogliere nel cammino quaresimale: entrare in questo mistero di gloria che ci permette di intuire come il battezzato sia colui che vive la vita stessa di Dio. Quanto più infatti noi cerchiamo di comprendere la figura di Gesù, tanto più riusciamo a comprendere la nostra identità cristiana, noi diventiamo interiormente la luminosità di Dio. E questo è un primo elemento che noi possiamo cogliere nell'avvenimento misterioso della Trasfigurazione: siamo la luminosità di Dio, siamo la vivente storia di Gesù, siamo la speranza che viene dall'alto.

Ma la Trasfigurazione ci introduce in una esperienza ancor più profonda, gustare la bellezza di Dio! Noi spesse volte quando parliamo di Quaresima immediatamente ci portiamo davanti linguaggi di tipo penitenziale, la bellezza della Quaresima è gustare la bellezza di Dio. Tante volte questa dimensione della nostra storia non è molto evidenziata, tante volte appare nella nostra vita tutto un cammino di penitenza, dimenticando che la Chiesa attraverso l'episodio della Trasfigurazione non solo ci dice che siamo nella luminosità di Dio, ma siamo nella bellezza di Dio, il cristiano è la vivente bellezza di Dio, e la bellezza ha il senso dell'infinito è gustare qualcosa di grande che determina il nostro cammino quotidiano. La conversione è essere e diventare la vivente luce di Cristo. Dobbiamo essere profondamente convinti che quando noi entriamo nella bellezza divina, ne gustiamo la bontà e camminiamo nella verità. Infatti se noi per un momento ci soffermiamo a contemplare Gesù come l'hanno contemplato i tre discepoli dovremmo riuscire a entrare in quella bellezza, quella luminosità candida che dà sapore di eternità beata. La bellezza incarna l'Infinito che ci avvolge e ci trasfigura. Quando l'uomo si lascia avvolgere dall'Infinito ne gusta la bontà; l'agire morale diventa il vissuto della contemplazione della bellezza e allora noi riusciamo a cogliere la grandezza del Mistero nel quale siamo chiamati a entrare perché entriamo nella verità, è la gioia della comunione divina che penetra nel cammino della nostra vita quotidiana. Ecco perché la Chiesa nell'itinerario quaresimale che ha come protagonista il Cristo, il quale, dopo averci indicato la via per vivere con coraggio le prove del quotidiano attraverso la Parola, ci offre questo spaccato di eternità beata, che non è qualcosa di esterno rispetto a noi, ma è qualcosa che è dentro di noi: siamo la vivente bellezza di Dio! Non per niente l'uomo vive perché respira e il respiro è la creatività della bellezza di Dio. Dovremmo sempre avere i sentimenti di Dio quando ha creato l'uomo - E Dio vide che era cosa molto bella - l'uomo è la luminosità perfetta di Dio. Il tempo della Quaresima ci invita a ritrovare la bellezza di Dio che è in ciascuno di noi, che è ciascuno di noi, e questo ci dà uno spazio esistenziale ricco di fiducia e di speranza. La luminosità di Gesù è il riflesso della sua bellezza, e noi tutti siamo chiamati a gustare tale dono luminoso.

Se noi riuscissimo a cogliere questi due aspetti dalla contemplazione odierna del mistero di Gesù si realizzerebbe per la nostra vita quello che Paolo ci ha regalato alla fine della seconda lettura di questa mattina: Questa grazia ci è stata data con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'incorruttibilità per mezzo del Vangelo, noi già fin da ora siamo eternità beata. E’ questo orizzonte vasto che ci deve sostanzialmente penetrare e farci gustare la bellezza di Dio. Il cristiano è chiamato a camminare in questo meraviglioso orizzonte. E allora contemplando Gesù, entrando nella trasfigurazione di questa luminosità divina dove noi abbiamo vinto la morte, noi possiamo stare con Gesù solo perché in Gesù e con lui ne pregustiamo la grandezza divina: è l'Eucaristia che stiamo celebrando!

L'Eucaristia è gustare la trasfigurazione di Gesù. Non per niente la liturgia orientale quando vuole descrivere la celebrazione eucaristica dà la pennellata della Trasfigurazione. La bellezza dell'Eucaristia è essere nella Trasfigurazione in atto, entrare nella luminosità di Gesù gustandone la bellezza che diventa principio di novità di vita. Questo sia il mistero che vogliamo vivere questa mattina, una Quaresima luminosa della luminosità di Gesù per essere persone che camminano, pur nel travaglio storico, nella speranza, perché siamo nella luminosità del Risorto. Questa sia la grande speranza che vogliamo questa mattina a portare a casa, avendo lo sguardo in Gesù in quella incorruttibilità divina che ci fa pregustare quell’ eternità beata nella quale il Signore sarà tutto in ciascuno di noi. Questo sia il mistero che vogliamo vivere, sapendo che il Signore in noi meraviglioso fa cose molto belle nel nostro cuore per regalarci il coraggio, la forza e la serenità del travaglio quotidiano che, tante volte potrebbe schiacciare questo nostro desiderio di eternità che è presente nello spirito di ciascuno di noi.


Oggi, qui, Dio ci parla...

Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli



02 marzo 2023