12 febbraio 2023

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

DOMENICA 12 FEBBRAIO 2023

Sir 15,16-21            1 Cor 2,6-10           Mt 5, 17-37

OMELIA

Gesù questa mattina, convocandoci attorno a sé, vuole comunicarci la sua sapienza, al di là di tutta la precettistica che abbiamo ascoltato secondo lo stile del Deuteronomio. È la fecondità del discorso della montagna che orienta il nostro sguardo al Maestro divino. In tale contesto c'è un elemento fondamentale che Paolo ci ha regalato e che diventa interpretativo di tutto questo lungo brano evangelico Noi siamo chiamati alla sapienza di Gesù, ad avere uno stile di vita che incarni la sua sensibilità e che ritraduca nel linguaggio feriale la bellezza di appartenergli.

L’agire morale del cristiano non è una sintesi di tanti precetti, ma è il fiorire del mistero che è la vita di ognuno di noi. Siamo il mistero nel Mistero, anima della nostra anima. Ecco perché il cristiano quando ha davanti a sé il criterio della propria vita egli si ritrova con Gesù e allora tre considerazioni ci possono aiutare per rendere semplice e sintetico il discorso del Vangelo: Fu detto agli antichi Ma io vi dico e in quel Io vi dico ci sono le tre sfaccettature attorno alle quali possiamo costruire effettivamente la nostra esistenza:

-      siamo dei creati da Dio,

-      il nostro vivere è in comunione con Dio,  

-      l'agire è il sacramento della sua presenza.

Questo è un trinomio che dovremmo riuscire a cogliere in tutta la sua profondità perché rappresenta l’originalità della nostra vita: noi siamo un capolavoro di Dio!

L'uomo è la bellezza creata di Dio. Ecco perché Gesù nel momento in cui ha detto queste espressioni aveva il suo sguardo rivolto a noi, Gesù parlava ai discepoli e infondeva in essi in senso della vita. L'uomo è un atto creante di Dio. Andiamo sempre all'immagine della Genesi: Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza. Quando il racconto della Genesi ha voluto esprimere in modo più narrativo la creazione dell'uomo, ci fa vedere Dio che crea l'uomo soffiando…il respiro di Dio è la vita dell'uomo! È la bellezza della nostra esistenza: essere il respiro vivente di Dio. In tale contesto ci sentiamo chiamati a ritrovare la bellezza della vita in questo atto creativo. Quando l’uomo coglie questo aspetto, la sua vita ne diventa una conseguenza: siamo dono del Padre, attraverso la potenza dello Spirito Santo per essere il volto vivente di Gesù.

Noi tante volte dimentichiamo il momento della fondazione della nostra esistenza: siamo il volto vivente di Cristo, e il Cristo opera attraverso le nostre persone. Ricordiamo sempre a noi stessi il linguaggio dell’apostolo Paolo nella lettera ai Colossesi: La nostra vita è nascosta con Cristo in Dio. La bellezza della nostra vita sta nell’ incarnare una presenza. Diceva Gesù domenica scorsa perché gli uomini vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre che è nei cieli.

La bellezza di vivere è dare un volto alla presenza del Signore. Ecco perché il cristiano quando deve fare le scelte nella sua vita ha lo sguardo rivolto a Gesù. Gesù è l’anima della nostra anima. Tale luminoso orizzonte ci fa intuire che il cristiano non ha bisogno di tante leggi, avverte l’esigenza solo di rientrare in se stesso, di sentirsi capolavoro e di percepire la creatività dello Spirito Santo nel proprio istante. Quando noi sappiamo costruire così la nostra esistenza, il risultato è molto semplice: saremo veri e regaleremo autenticità di vita ai fratelli che la provvidenza ci farà incontrare. L'uomo è un capolavoro di Dio, nello sguardo di Gesù troviamo il metro della nostra vita. Come sarebbe bello se nel nostro agire quotidiano avessimo questa familiarità con il Maestro, chiedendogli: tu come la pensi per la costruzione evangelica della mia vita? E allora troveremmo dentro di noi una operatività di grande libertà interiore perché quando lui è con noi, noi possiamo costruire la verità della nostra esistenza. Ecco allora che Gesù questa mattina ci dice: “Ama il tuo essere uomo creato, redento, santificato!” È la sapienza di Gesù, la sua sapienza destinata a farci maturare nella luminosità della nostra vita quotidiana!

Se noi riuscissimo a costruire la nostra vita in questo orizzonte cammineremmo veramente in grande novità di vita. Il nostro agire diverrebbe veramente il sacramento della attualità del Risorto nel nostro cammino storico per dare testimonianza alla profondità esistenziale della nostra scelta di fede. La bellezza di poter gustare l’atto creativo e redentivo del Padre ci condurrebbe a vivere quella slancio apostolico che ci fa amare la storia e ci proietterebbe in avanti verso la pienezza della nostra esistenza nella Gerusalemme del cielo. La fecondità dell’essere amati in modo creativo dalle tre Persone divine ci farebbe prendere viva coscienza della nostra comunione trinitaria e ci stimolerebbe a prendere sempre più coscienza della grandezza della testimonianza apostolica, facendola emergere nella gaudiosità dello stile ordinario della nostra storia.

Tale esperienza luminosa ci ha condotti a vivere questa celebrazione sacramentale. Infatti nello Spirito Santo ci ritroviamo nell'Eucaristia, per diventare lui, per entrare nel mistero, per cogliere la musicalità della nostra esistenza nel Mistero. Usando un’espressione sintetica potremmo affermare che noi siamo “un mistero che vive del Mistero”. Una simile riflessione ci condurrebbe a ritrovare la bellezza di andare ogni domenica dal Signore e chiedergli: “Quale deve essere lo stile della vita, quale dovrebbe essere l’anima della nostra esistenza?” Allora guardiamo a lui, saremo raggianti, saremo Illuminati, cammineremo nella forza del suo Spirito. Ecco perché il Signore non ci dà dei precetti, ma ci dice:” Vivi Il mio mistero che sta operando dentro di te”, e, convocandoci nell'Eucaristia, ci sottolinea di nuovo: “Io rifaccio la tua vita, ti do la mia parola, ti regalo la mia interiorità nel pane nel vino perché tu sia uomo vero e autentico.” È la bellezza della nostra vita. Questa sapienza di Gesù, nascosta da secoli in Dio e rivelatasi nella storia, sia veramente l’itinerario della nostra vita. Come conseguenza di quello che il Maestro ci ha offerto, rendiamo tutto semplice, sereno, tranquillo, siamo nello sguardo di Gesù. Quando noi ci ritroviamo nello sguardo di Gesù la nostra esistenza è guidata, sorretta e anche perdonata, è quello che stiamo celebrando in questi divini misteri per essere uomini profondamente rinnovati dalla potenza dello Spirito Santo.

      

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