20 agosto 2023

XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A -

DOMENICA 20 AGOSTO 2023

Donna, grande è la tua fede!

IS 56,1.6-7      Rm 11,13-15.29-32      Mt 15.21-28

OMELIA

Gesù questa mattina ci pone dinnanzi a una scelta di fondo nei confronti della vita: la nostra esperienza della fede. La metodologia dell'evangelista da questo punto di vista è interessante, ponendoci la domanda cosa vuol dire effettivamente credere.  La figura di quella donna è veramente per noi molto importante, perché ci si accorge che Gesù davanti a quella donna fa la più grande affermazione che accompagna molto la teologia contemporanea: essere credenti pur non essendo praticanti, gustare la gioia della fede anche se la vita qualche volta ha percorsi molto diversi. Ma cosa vuol dire, nel cammino della nostra storia, essere dei credenti, perché la bellezza dell’elogio di Gesù “Grande è la tua fede donna”, è estremamente significativa. Uno dei drammi infatti della cultura di oggi è che davanti al dramma della fede si aumentano riti e organizzazioni, mentre la bellezza della fede è il fascino di Gesù che riveste la nostra vita. Ciò che Gesù elogia della donna è che ella resta catturata dalla persona del Maestro e, nella persona del Maestro, ritrova la bellezza della sua esistenza. Ma cosa vuol dire vivere di fede, quindi entrare in quell’elogio che il Signore fa della donna. I tre aspetti ci possono aiutare in questo itinerario:

- la fede come accogliere Gesù,

- la fede come fiducia in Lui,

-  la fede come affidare la nostra storia alla sua misteriosa presenza.

Innanzitutto occorre nella fede accogliere Gesù, essere ricchi di stupore per Gesù, sentire l’emozione della sua presenza. Lo stile con il quale l’evangelista narra il miracolo, dice come accogliere Gesù sia l'anima della propria storia. Spalancare la vita al suo mistero ed è talmente grande il suo mistero che tutte le difficoltà che possano nascere, vengono superate. Accogliere Gesù è accogliere la pienezza della vita, è accogliere in lui la novità del mondo.  E questo nasce dal fascino del Maestro, questo fascino che entra nella storia di Gesù come dono del Padre, per affascinare gli uomini in un cammino che è ricco di speranza.   Gesù ci colloca accanto all'uomo, si lascia attirare dall'uomo, perché l'uomo possa realmente ritrovare la bellezza della sua vita. È vero che ogni uomo come uomo, ha una certa fede elementare, nel senso che l'uomo vive affidando se stesso a qualcuno, ma la bellezza del compimento di questo atto creativo, è che se ogni uomo è chiamato a credere, in Gesù l’esperienza della fede diventa l'accoglienza di una persona, di un mistero che l'avvolge e che determina lo stile quotidiano della propria esistenza. Gesù elogia la fede come accogliere il suo mistero. È interessante come, nella letteratura contemporanea, l'uomo a un certo punto deve sospendere i ragionamenti dell'intelligenza, aprire il cuore alla bellezza e nel fascino dire Credo; e in questo nasce un cammino nuovo all'interno della propria vita. E allora, per poter entrare nell’elogio di Gesù “Donna, grande la tua fede”, dobbiamo imparare ad accogliere la figura del Maestro, spalancare tutte le nostre facoltà alla sua presenza. Con la fede si crede, perché con la fede è far sì che il Signore vibri in tutte le dimensioni della nostra persona e ci rende persone docili e duttili alla sua presenza. E chi sa accogliere il Signore, pone il gesto di fiducia: affidarsi. Quella donna, davanti alle resistenze di Gesù - resistenze potremmo dire pedagogiche, e che si richiamano allo sfondo del Vangelo di Matteo-, appare l'idea che quella donna ha fiducia di Gesù. Il termine gridare indica questa esperienza, quella donna vive della presenza; è talmente forte in lei questa presenza, la fiducia è così prorompente che non può non gridare; e questo le dà l'intelligenza di affidare la propria vita a Gesù.  La bellezza di credere è la bellezza di avere una fiducia che diventa il miracolo continuo della vita dell'uomo.

Ecco il dramma dell'uomo di oggi che non riesce a credere perché lentamente sta perdendo quel senso di fiducia che determina effettivamente la sua storia, la sua esistenza. Fiducia è dire In Gesù costruisco la mia vita, senza di Lui non riesco a ritrovare il nesso per costruire una storia vera e autentica e camminare in novità di vita.

Tutto questo vuol dire affidarsi a Lui, non solo aver fiducia, ma affidarsi, è regalarci a Lui: Tu Signore, sei il Signore della mia vita.

In un certo qual modo è il passaggio più vero dello stile della fede: accogliere, fiducia, regalandosi a Lui e fidandosi di Lui, in modo pieno, regalandogli la propria esistenza. Credere è camminare nel mistero di Gesù con tanta fiducia e con tanta speranza. Ecco perché la fede non è un discorso razionale, ma la fede è nient’altro che una presenza che ci avvolge, ci determina, ci attira e crea in noi quell’atteggiamento di accoglienza, fiducia e affidamento che diventa il criterio di fondo della vita.

Allora, su questo sfondo - perché vivere di fede è importante -, come noi possiamo veramente entrare in questa esperienza di novità che ci avvolge e ci affascina continuamente. Innanzitutto collocare Gesù al centro, spostare l'attenzione dall'io che pensa, all’io che si affida. Gesù al centro della vita! D'altra parte la nostra vita è nata attraverso il Verbo; se è costruito attraverso l'imitazione del contemplativo risorto, la nostra esistenza diventa una serie di atti di fiducia nel suo mistero. Ritrovare la bellezza della sua persona, l'essere affascinati dal suo mistero che ci attira in modo così profondo da aiutarci a camminare in novità di vita. Di riflesso, partendo da questo atteggiamento di fondo, ecco ogni parola che esce dalla bocca di Gesù, diventa il senso della nostra esistenza, diventa il cammino di ogni frammento della nostra giornata, il Signore diventa il Signore del nostro cuore, Cristo abiti mediante la fede nei nostri cuori.

Quindi, questo camminare con Gesù che è il criterio di fondo della nostra storia, è l’anima della nostra esperienza. E allora, camminando con Gesù, con Lui potremmo essere quelle creature nuove che nascono a vita continuamente rinnovata.

Ecco allora che Gesù oggi ci dice che il valore della nostra scelta di vita è credere a Lui, affidarci a Lui, camminare con Lui, avere in Lui quella certezza di non essere mai delusi. È uno spostamento di baricentro esistenziale. La nostra vita è tutta proiettata alla gustazione del Maestro che guida la nostra vita istante per istante. È quello che noi vogliamo effettivamente celebrare questa mattina nei Divini Misteri. Cosa è la celebrazione eucaristica, se non una professione di fede, un cantare attraverso il rito e le sue caratteristiche, questa grande certezza che il Signore venga ad abitare veramente nella nostra storia, divenga il Signore del nostro istante, cammini continuamente in quella novità di vita nella quale vogliamo costruire con coraggio il nostro presente. E allora, accogliendo Gesù, le sue parole non sono nient’altro che l’espressione di questo dialogo che ci permette di camminare in novità di vita e ci permette di gustare, a livello interiore, questa relazione credente che il Signore fa maturare continuamente nella nostra vita. E di riflesso, noi potremo veramente dire, nel Signore non sono mai stato deluso. Questa è la bellezza del venire all’Eucaristia. L’atto consacratorio del pane che diventa Corpo e del vino che diventa Sangue, è una certezza.

In quella professione di fede, Tu sei il Signore che qualifica la nostra vita e viviamo in atto un’esperienza diuturna di un miracolo continuo.

Camminiamo credendo, camminiamo affidandoci, crediamo fidandoci nel suo mistero di amore e ritroveremo la bellezza della nostra vita.

Questa sia la speranza che vogliamo da questa Eucaristia portare a casa in modo che, davanti al travaglio quotidiano, non abbiamo mai paura.

Lasciamoci attirare, lasciamoci affascinare dalla sua persona, lasciamo che la sua Parola diventi seme di novità di vita per noi. E allora la sua presenza fa tra di noi dei miracoli meravigliosi, dove la sua presenza diventa l’anima della nostra anima e in quel Corpo spezzato e in quel Calice versato, noi potremo ritrovare la bellezza di una vita totalmente rifatta per camminare in vita nuova, certi che il Signore non ci delude mai. Camminiamo con Lui, cerchiamo Lui e Lui farà di noi i suoi capolavori, i capolavori del suo mistero d’amore. Amen.

 

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