19 maggio 2024

DOMENICA DI PENTECOSTE – MESSA DEL GIORNO – ANNO B -

DOMENICA 19 MAGGIO 2024

At 2,1-11       Gal 5,16-25      Gv 15,26-27; 16,12-15

OMELIA

Il tempo pasquale ci ha focalizzati nella attenzione alla persona di Gesù. La sua persona è diventata il senso portante della nostra esistenza, ma questo mistero che avvolge la comunità cristiana è un mistero di pienezza di Spirito Santo, ed è quello che la festa di Pentecoste ci offre: lo Spirito Santo riempie la comunità cristiana e la rende sacramento di vita nuova.

Lo Spirito Santo ci è stato regalato la mattina di Pasqua. Gesù risorto, apparendo ai discepoli, disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi». Questo Spirito Santo ha operato nel tempo di Pasqua perché ci innamorassimo sempre di più di Cristo. Ora, nella festa di Pentecoste, c'è l'esuberanza della pienezza dello Spirito Santo: è la rivelazione del mistero della Chiesa, una comunità innamorata di Cristo che sotto l'azione dello Spirito proclama le meraviglie dell'amore del Signore.

La Pentecoste è la festa della comunità come comunità.

Infatti se noi guardiamo attentamente come l'evangelista Luca descriva la Pentecoste noi ci accorgiamo che la parola fondamentale della Pentecoste è la parola “pienezza” - quando stavano compiendosi i giorni della Pentecoste lo Spirito riempì tutta la casa dove si trovavano ed essi, i discepoli, pieni di Spirito Santo proclamavano le meraviglie di Dio -.

La Pentecoste è la rivelazione del mistero della Chiesa come luogo di comunione fraterna. Ecco perché la bellezza della Pentecoste è chiamata la festa della comunità cristiana, che ritrova il gusto e la bellezza della fraternità. E allora questa bellezza della Pentecoste come luogo di comunione ci fa dire che lo Spirito Santo è comunione fraterna nel cammino della storia.

Noi, spesse volte, quando parliamo di Spirito Santo abbiamo una concezione molto individualistica: lo Spirito Santo m'illumina, lo Spirito Santo mi guida, lo Spirito Santo è la forza, lo Spirito Santo è la capacità di conoscere Gesù; ma, se guardiamo attentamente, la bellezza dello Spirito Santo è la fraternità.

Dovremmo, in certo qual modo, utilizzare un trinomio:

dalla comunione trinitaria,

la comunione ecclesiale,

per regalare agli uomini la gioia della fraternità.

Questa è la Pentecoste: vita trinitaria, vita ecclesiale, vita di comunione!

È interessante se guardiamo attentamente il Vangelo di Giovanni - ed è il testo che abbiamo udito dal Vangelo - che noi ci accorgiamo che la bellezza dell'essere cristiani è la fraternità “e tutti uscivano proclamando le meraviglie di Dio”, l'entusiasmo nella comunione che diventa la bellezza della Pentecoste  e allora, in questa pienezza di tempo, di spazio e di personalità interiore, la Pentecoste è un canto di comunione perché lo Spirito Santo [i tre aspetti che noi dovremmo continuamente tener presenti], vive della comunione delle tre Persone Divine, condivide la sua comunione con l'umanità intera perché ogni gesto divenga gesto di comunione.

È un passaggio di qualità che la liturgia ci offre e che tante volte non appartiene al nostro stile molto personalistico e individualistico. Celebrare la Pentecoste è essere un cuor solo ed un'anima sola per rendere partecipi gli uomini tutti di questa vita fraterna che è la Trinità e che diventa l'anima del nostro cammino quotidiano.

 La Pentecoste è spirito di comunione. Se guardiamo attentamente il brano degli Atti degli Apostoli ciò che ha affascinato quelle persone che avevano assistito a quell'evento tutti parlavano la stessa lingua, tutti capivano le stesse parole, linguaggi diversi lingua unica: la comunione nello Spirito Santo! E questo è il mistero della Chiesa.

Non per niente nelle comunità cristiane oggi si celebra la festa della ecclesialità della salvezza: siamo comunione! Ecco perché la bellezza della festa di Pentecoste è ritrovare questo elemento fondamentale della nostra esistenza: siamo fratelli, sorelle che vivono del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in attesa di quella grande comunione che sarà la Gerusalemme del cielo.

È molto bello come Papa Benedetto, parlando della fede, dice che la fede è la sintesi di due valori fondamentali: essere amici di Gesù e godere con i fratelli del Risorto.

Egli fa una sottolineatura alla quale noi tante volte non prestiamo tanta attenzione: la Chiesa non è una società sociologica. La Chiesa è una comunione trinitaria dove, nello Spirito Santo, creiamo continua comunione a immagine del rapporto all'interno delle tre Persone Divine.

Questa è la Pentecoste “e tutti proclamavano le meraviglie di Dio!”.

Chi sono questi uomini?

La bellezza della Chiesa non è “fare”, ma “gustare una fraternità”. Questa è la bellezza della festa di Pentecoste!

E allora chiediamo allo Spirito Santo che è comunione all'interno della Trinità di renderci partecipi di questa bellezza, essere fratelli e sorelle in cammino verso la Gerusalemme del cielo nella convinzione profonda che la bellezza della nostra vita è essere un cuor solo ed un'anima sola! È la grande visione di Chiesa che l'evangelista Luca ci offre nei suoi sommari era un popolo solo, un'anima sola, un popolo in cammino verso la gloria del cielo. La Pentecoste è celebrare fraternità.

E allora chiediamo allo Spirito Santo che ci doni questa bellezza di fraternità superando il peccato di individualismo che l'apostolato tante volte pone in atto, per ritrovare il gusto di essere quel popolo solo in cammino verso la Gerusalemme celeste quando, nella Trinità beata saremo un popolo solo, un'unica comunità che canta le meraviglie di Dio per tutta l'eternità beata.

 

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