18 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

La Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli.

Il credente è sotto l’azione creativa dello Spirito che offre la capacità di una profonda apertura del cuore per accogliere la presenza del Mistero della rivelazione che lo avvolge. 

Padre, il tuo Spirito illumini il nostro cammino quotidiano perché possiamo essere aperti al mistero del tuo amore incondizionato per dare forza e speranza ad ogni uomo che la tua provvidenza ci fa incontrare. Gesù ci trasfiguri e ci rende sempre nuove creature. AMEN

17 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. 

L’incontro con il Cristo è sorgente di grande speranza per ogni uomo. In lui scopriamo la sorgente della vita e il cuore umano esulta: un orizzonte di eternità appare al nostro sguardo interiore. Tale esperienza è fonte di tanta gioia e fa respirare. 

Padre, nel tuo Figlio Gesù l’anima pregusta l’incontro finale della gloria del cielo e vive in attesa di tale pienezza di luce. Rivestivi della potenza dello Spirito Santo perché questo desiderio sia sempre più vivo nel nostro cuore. AMEN

XXIV DOMENICA T.O. - ANNO B -

DOMENICA 15 SETTEMBRE 2024


TRASFIGURAZIONE DELL’ICONA DEL SANTO JESUS

 Chiesa di Santa Maria Immacolata delle Grazie - Bergamo


Ap 5,6-14      Eb 1,3-12      Lc 24,35-48

OMELIA

La gioia di ritrovarci nella celebrazione eucaristica si esprime nella gioia di contemplare il Risorto.

Ogni festa liturgica ha il suo nucleo fondamentale in questa meravigliosa esperienza: noi siamo qui per contemplare il Figlio di Dio incarnato, morto e risorto, per essere trasfigurati nel suo mistero.

Egli stesso l'aveva detto Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dei secoli. La gioia di ritrovarci la domenica a celebrare i Divini misteri è contemplare il Risorto, è farci comprendere che la bellezza della nostra vita è essere il Risorto vivente.

Quando noi ci poniamo la domanda - cosa significhi essere cristiani - la risposta è molto semplice: essere sacramenti del Risorto nel tempo e nello spazio, in attesa di contemplarlo glorioso, nella Gerusalemme del cielo. Ecco perché il cristiano è sempre nella gioia, perché la bellezza della sua vita è gustare profondamente questa meravigliosa Presenza, una Presenza che inebria il nostro cuore, una Presenza che è fonte di speranza, una Presenza che ci illumina di eternità beata.

Egli è il Vivente in noi viventi!

È una verità questa, che ogni domenica dovrebbe essere approfondita nella nostra vita. Noi veniamo all'Eucarestia non per fare la comunione, noi veniamo all'Eucarestia per contemplare in modo gioioso l’oggi del Risorto, che è qui in mezzo a noi.

Ma come noi possiamo entrare in questa esperienza?

Sicuramente quello che ci ha detto l'evangelista Luca è estremamente vero: ogni volta che nel giorno del Signore ci ritroviamo a celebrare i Divini misteri noi contempliamo il Risorto. Siamo inebriati dalla sua Presenza, gustiamo il suo mistero come senso della nostra vita.

Ma tutto questo si fonda su un principio a cui noi dovremmo sempre richiamarci: noi celebriamo l'Eucaristia perché siamo stati battezzati.

È molto bello come nel rito bizantino-costantinopolitano quando un bambino viene battezzato, viene immerso nell'acqua e unto con l’olio, accoglie l'Eucaristia attraverso un cucchiaio riempito di vino e riceve il rito della tonsura, il taglio dei capelli, perché la sua esistenza sia una consacrazione continuamente offerta a Gesù.

Noi ci ritroviamo qui nell’Eucarestia perché siamo del Signore, gli apparteniamo, ne gustiamo la gioia e veniamo in essa continuamente trasfigurati.

Ecco perché tante volte ci siamo detti - noi non andiamo a messa, andiamo a contemplare il Risorto come criterio della nostra vita - e l'Eucarestia è nient'altro che la celebrazione temporale di quello che sarà veramente pieno nella liturgia del cielo quando non ci accosteremo più a un Sacramento, ma saremo immersi in una visione che ci trasfigurerà per tutta l'eternità beata.

Quando noi celebriamo i Divini misteri noi formuliamo quella espressione che dovrebbe continuamente essere presente in noi. Alla proclamazione: “Mistero della fede” noi rispondiamo: “Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta”, viviamo una Presenza in attesa della pienezza della gloria. Sacramentalmente Gesù è qui, idealmente siamo tutti tesi e protesi verso quella pienezza di luce quando eternamente contempleremo il volto glorioso del Maestro.

Ecco perché è bello ritrovarci la domenica, per realizzare tre principi fondamentali della nostra vita: la coscienza che il Risorto è presente, che noi siamo il Risorto vivente e che siamo in attesa di gustarne la grandezza nella bellezza del paradiso.

Cos'è il rito, se non il segno attraverso il quale noi incarniamo la gioia della nostra storia?

Vediamo il Risorto, camminiamo con il Risorto, attendiamo la bellezza della sua gloria! E allora se noi abbiamo questa convinzione, cos'è la nostra celebrazione di oggi?

È una cosa molto semplice: affascinati dal Maestro ne viviamo la gloriosa presenza mentre stiamo aspettando la luminosità del suo volto nella dinamica del paradiso.

Il senso dell'Eucaristia è il desiderio della gloria eterna!

Ecco perché noi quando ci accosteremo all'Eucaristia come Sacramento ci sentiremo trasfigurati, gusteremo l'eternità nel tempo e dentro di noi ci sarà quel desiderio profondo quando: “O Signore potrò vederti faccia a faccia!”, in quella luminosità eterna che è la bellezza della nostra vita?”.

Ecco allora che, quando noi torneremo a casa questa mattina, non diremo più “sono andato a messa” ma “Signore grazie che ti sei rivelato nella pienezza del tuo volto, nella luminosità della tua persona e mi hai fatto desiderare quell'incontro finale quando tu sarai tutto in ciascuno di noi!”

Fuori da questo orizzonte tutto diventa un rito, tutto diventa una forma, tutto diventa qualcosa di contingente che non illumina radicalmente la nostra storia e non ci colloca in quella pienezza di vita che è la bellezza della nostra esistenza. Ecco perché è bello ritrovarci nell'Eucaristia: gustare una Presenza, lasciarsi da essa trasfigurare in attesa di una gloria eterna.

E allora noi in questo momento, come ci ha detto molto bene l'Apocalisse, vedremo l’Agnello, immolato e ritto in piedi, glorioso, che ci dà il suo corpo e il suo sangue perché possiamo in questa vita proiettarci verso l'eternità beata.

Questo sia il mistero che vogliamo vivere e condividere nella certezza che il Sacramento è solo un passaggio dalla fede alla visione, da una Presenza a una contemplazione, per essere immersi in quella luce eterna che non è data dalle luci storiche, ma dal volto di un grande Maestro, il Signore, che rinnova la nostra vita e ci dà questo grande slancio, essere proiettati verso quel meraviglioso banchetto del cielo dove egli sarà tutto in ciascuno di noi e noi canteremo eternamente la nostra gioia di essere gloriosi nel suo mistero di amore.

16 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande.

La grandezza della fede appare in un cuore che profondamente immerso nella storia umana vive un'intensa sete di Infinito. Qui affiora la bellezza del cuore umano. 

Padre, nel cammino della storia immersa nelle complesse problematiche del mondo, la creatura grida il proprio dolore per aprirsi alla speranza. È la profonda esperienza della fede. AMEN

15 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.

Il desiderio di amare la vita passa attraverso l’accoglienza del proprio quotidiano in cui si rivela la misteriosa volontà divina. In ogni oggi storico Dio ci parla rivelandoci il suo amore. 

Padre, tu ci rivolgi la tua parola attraverso gli avvenimenti quotidiani perché sei il Dio che ama incarnare la sua volontà mediante il linguaggio della vita ordinaria. Donaci lo Spirito della accoglienza per costruire ogni istante nel tuo mistero di amore. AMEN

14 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito. 

Il dono della rivelazione ci fa cogliere la presenza amorosa del Padre che è accanto a noi nel cammino quotidiano per sostenerci con il Suo Spirito nel travaglio di tutti i giorni. 

Padre, sostieni ogni giorno il nostro cammino quotidiano perché non ci lasciamo scoraggiare di fronte alle difficoltà della storia. Aiutaci a rimanere accanto a Gesù e allo Spirito Santo per essere uomini di speranza. AMEN

13 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Un discepolo non è più del maestro, ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.

La gioia del discepolo è la viva imitazione del maestro che rappresenta la meta interiore di chiunque voglia essere autentico discepolo. Qui troviamo la vivacità della vita spirituale di ogni uomo. 

Padre, la persona di Gesù rappresenta il punto di riferimento della nostra identità umana. Vivere di lui è la grande anima della nostra vita quotidiana. Lo Spirito Santo ci guidi e ci sorregga in tale cammino perché possiamo lentamente acquisire i sentimenti stessi del Maestro divino. AMEN

12 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio.

Il rapporto fraterno esprime quello che abita il cuore umano.  In questo scaturisce la vera reciprocità che ritraduce l’esperienza quotidiana di profondo amore all’uomo che la provvidenza ci fa incontrare. 

Padre, la persona di Gesù è l’espressione del tuo amore meraviglioso verso l’intera umanità per infondervi tanta speranza. Nel Dio della rivelazione la creatura umana incontra una bontà senza alcun limite. In questo lo Spirito Santo ci guida e illumina continuamente. AMEN 

 

11 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci prla...

Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. 

L’esperienza della povertà esistenziale caratterizza la creatura come manifestazione della propria libertà interiore. Essa non è essenzialmente un fatto economico, ma ritraduce la coscienza positiva della condizione della persona umana che ama la propria identità esistenziale. 

Padre, il tuo Figlio Gesù ha scelto la povertà come paradigma della propria esistenza per essere obbediente alla tua misteriosa volontà. Nella povertà esistenziale esprimiamo un cammino di grande libertà interiore. Lo Spirito Santo ci aiuti a vivere tale esperienza spirituale per crescere nella feconda vita umana. AMEN

10 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. 

La solitudine in Dio anima chiunque entri nel mistero della preghiera dove la persona si lascia immettere nel mistero ineffabile del volto di Gesù per accedere alla gustazione del cuore del Padre. Questa è una dolcezza che anticipa il paradiso. 

Padre, nella fecondità del tuo amore ci attiri ogni giorno nella persona di Gesù, donaci di riposare sul suo cuore per poter gustare la soavità del tuo volto, sacramento della visione gloriosa del paradiso. Lo Spirito Santo ci rigeneri ogni giorno in tale meraviglioso desiderio celeste. AMEN

09 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

E guardandoli tutti intorno Gesù disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. 

Contemplare Gesù che compie miracoli di guarigione ci conduce a comprendere quanto egli ami la creatura umana. L’esperienza credente ha di mira l’uomo, aiutandolo a ritrovare se stesso nella bellezza della sua umanità. 

Padre, nel tuo disegno di salvezza ci regali al Cristo perché ci aiuti ad essere veramente uomini. Amare intensamente la creatura umana è la tua finalità e per questo il tuo Verbo si è incarnato. Nello Spirito Santo desideriamo rendere vivo in noi tale mistero per divenire riflesso della tua gloria. AMEN

08 settembre 2024

XXIII DOMEN ICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B –

DOMENICA 8 SETTEMBRE 2024

Is 35,4-7      Gc 2,1-5      Mc 7,31-37

OMELIA                                                                                                                          

Quando noi veniamo invitati a diventare discepoli del Maestro divino, che è Gesù, nasce un interrogativo che in modo più o meno consapevole si sviluppa nel nostro spirito: il messaggio che Gesù ci rivolge non è forse un po' troppo alto? E davanti a questo interrogativo la Chiesa ha risposto attraverso quello che noi chiamiamo il rito della iniziazione Cristiana.

Il brano evangelico che abbiamo ascoltato ritraduce questo mistero: è la narrazione di come nella Chiesa nella narrazione dell’evangelista Marco si diventava cristiani, e allora intuiamo in questo racconto quattro passaggi che, tante volte noi non abbiamo ben chiari, ma che ci fanno capire che il Signore - perché noi lo possiamo veramente seguire - fà in noi le sue meraviglie.

Infatti quando noi battezziamo una persona diciamo: “Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” cioè ti immergo nella vita della Santissima Trinità.

Prima diventiamo discepoli e dopo possiamo veramente vivere il mistero battesimale.

Allora i 4 passaggi di cui parla l'evangelista Marco e di cui noi dobbiamo essere consapevoli: il battezzato entra nella solitudine di Dio, vive la familiarità con Gesù, ne coglie i segni, ma soprattutto ha la creatività dello Spirito Santo.

Il battezzato è la Trinità vivente attraverso il linguaggio rituale.

Innanzitutto il primo elemento che noi dovremmo riuscire a cogliere nel cammino della nostra vita: quelle persone presentano a Gesù il sordomuto e Gesù, come primo gesto, lo porta nella sua solitudine. Non possiamo veramente imitare il Cristo se non diventiamo una persona sola con lui.

Il battezzato è il Cristo vivente.

Quando noi diciamo - io ti battezzo - noi diciamo: tu diventi il sacramento della reale presenza di Cristo. Il battezzato è Gesù vivente, per cui le esigenze che Gesù ci presenta sono nient'altro che esigenze per essere autentici, per vivere in profondità la presenza del Maestro divino. Ecco allora che Gesù pone quei gesti: le dita negli orecchi, la saliva sulla lingua, perché è la sacramentalità di Gesù.

Il discepolo diventa Gesù in persona.

Ecco perché i gesti della liturgia sono semplici e chiarissimi: noi diventiamo il volto di Gesù attraverso il semplice segno della gestualità del Maestro. È una forma di trasformazione, di trasfigurazione, per cui noi se stiamo attenti diventiamo il mistero di Gesù.

Ora questo mistero si ritraduce attraverso due atteggiamenti: il rapporto con il Padre, guardando quindi verso il cielo.

Uno dei doni del battesimo è il gusto della paternità di Dio.

Come si conclude il rito battesimale se non andando all'altare, dicendo il Padre Nostro? Perché la bellezza di diventare figli, in Gesù, è gustare intensamente la sua figliolanza Divina.

È molto bello come nella Chiesa apostolica recitare il Padre Nostro era con un Sacramento. È una visione questa che non sempre noi conosciamo, ma ogni volta che noi in semplicità diciamo “Padre” in quel momento entriamo in relazione con Dio in una intimità trasfigurante. Non è recitare una preghiera, è dire il mistero nel quale noi siamo stati immersi.

Gesù pone un gesto che ci introduce nella comunione con il Padre: essere battezzati è diventare “figli nel Figlio” attraverso la gioia di essere la contemplazione vivente del volto del Padre.

E questo è il terzo passaggio che noi dobbiamo ritrovare nella realtà del battesimo.

Non solo viviamo la solitudine di Gesù, la sua personalità, ma attraverso il gesto rituale diventiamo “figli del Padre!” Come sarebbe bello se nel cammino della sua vita il cristiano dicesse continuamente: “Padre! Sia santificato il tuo nome! Padre!”.

Se noi riuscissimo a cogliere la bellezza di questa paternità, il battezzato è un trasfigurato nella vita di Dio, e questa bellezza si ritraduce nell'ultimo gesto che Gesù ha compiuto, gli disse «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente ed è la docilità allo Spirito Santo dove, il soffio dello Spirito Santo, ha la capacità di renderci quelle persone nuove che nel cammino della vita contemplano in atto la comunione divina.

A me piace sempre citare il gesto del padre di Origene che, dopo che il figlio fu battezzato, lo prese e gli baciò il petto. Baciò la Santissima Trinità che era presente nel suo figlio; il battezzato è la Trinità vivente. Ecco perché il cristiano fin da piccolo fa il segno di croce, perché è immerso nella Trinità beata.

Ecco perché i genitori educano i bambini a fare il segno di Croce - Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo -, perché questo senso della vita della Trinità è la bellezza di essere discepoli, per cui il cristiano non può dire nella sua vita - Gesù ci chiama ad altezze troppo elevate -  perché, quando abbiamo questi pensieri diciamo che non siamo credenti… Perché la bellezza della nostra fede è essere abitati, dinamicamente, dalla realtà del Figlio che ci pone in relazione con il Padre, nella creatività dello Spirito Santo, che fa in noi meraviglie. È la bellezza di essere trinitari per cui, l’evangelista Marco attraverso il racconto del sordomuto, ci dice come nella Chiesa antica si diventasse cristiani. Essere dei battezzati che vivono la personalità di Gesù in un misterioso e meraviglioso rapporto con il Padre, attraverso la gestualità sacramentale, dove lo Spirito Santo compie meraviglie!

Vedere un bambino battezzato è adorare la Santissima Trinità che sta operando nel cuore di questo bambino e allora, credo, che celebrando l'Eucaristia questa mattina noi stiamo vivendo il nostro battesimo, la nostra vita trinitaria. Stiamo vivendo la gioia di appartenere al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo e quando la nostra vita è immersa in questa ricchezza la nostra vita è luminosa, perché siamo dei capolavori trinitari nei quali la Trinità compie le sue meraviglie.

La Chiesa antica ha inventato una formula molto bella quando noi veniamo battezzati “Io ti battezzo nel nome del Padre che ti ha creato, nel nome del Figlio che ti ha redento, nel nome dello Spirito Santo che ti ha santificato”. E quando moriremo, sulla nostra persona, sarà recitata la stessa formula: “Ti segno nel nome del Padre che ti ha creato, nel nome del Figlio che ti ha redento, nel nome dello Spirito Santo che ti ha santificato. Entra nella gioia del tuo Signore!”.

È la bellezza del morire!

Entrare nella vita trinitaria in tutta la sua definitività.

Viviamo così questa Eucaristia, in comunione con le tre Persone Divine, percepiamo la novità Divina dentro di noi e siamo in attesa di quel grande incontro con la Trinità quando, nell'atto del morire, entreremo in una luminosità gloriosa che sarà la gioia che ci accompagnerà per tutta l'eternità beata.

 

Oggi, qui, Dio ci parla...

Guardando verso il cielo emise un sospiro e gli disse: "Effatà" cioè “Apriti”.

La nostra trasformazione in Cristo passa attraverso l’azione creativa dello Spirito Santo che offre la possibilità di proclamare e incarnare il dono della salvezza per l’uomo. 

Padre, nella comunione con te Gesù genera la creatura nuova.  Nella potenza dello Spirito Santo egli apre le nostre persone al suo respiro e ci porta a proclamare il Vangelo nel mondo intero. AMEN

07 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

“Il figlio dell’uomo è signore del sabato.” 

L'uomo fin dall’antichità avverte l’esigenza del riposo settimanale per ritrovare la propria identità personale. Infatti una delle principali necessità presenti nella creatura umana è quella di riscoprire le proprie dinamiche esistenziali e il riposo settimanale si pone in questa fondamentale esigenza. 

Padre, tu hai fatto della creatura umana il tuo capolavoro e il tempo rappresenta il luogo nel quale l’uomo riscopre la propria bellezza vivendo intensamente il momento presente. Fa' che lo Spirito Santo ci guidi in questa avventura che ci stimola a crescere nella meravigliosa comprensione della nostra verità umana, nella comunione con te e con tutti i fratelli. AMEN

06 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

“Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi.” 

Il cuore della creatura desidera costruire ogni istante della storia con una intensa apertura verso il futuro. Chi ama il presente rende fecondo il domani, aprendo il cuore ad un sogno costante di novità esistenziale. 

Padre, la presenza di Gesù nella storia quotidiana genera continue novità esistenziali che aprono il cuore ad un futuro luminoso. Qui scopriamo la fecondità della fede che fa sognare in ogni oggi. Lo Spirito Santo opera sempre in tale direzione per infondere nel cuore un continuo desiderio di novità spirituali. AMEN

05 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

"Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui".

Gesù è la speranza vivente per ogni umana creatura che in lui trova le soluzioni alle proprie infermità. Nel suo mistero l’uomo riscopre il coraggio di fronte alle tribolazioni della vita. 

Padre, nella persona di Gesù avvolgi di speranza le nostre persone perché possiamo ritrovare coraggio nell’affrontare il travaglio di tutti i giorni. Lo Spirito Santo ci rinnovi in questa fiducia perché sappiamo lasciarci in profondità rigenerare. AMEN

04 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

"Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui".

Gesù è la speranza vivente per ogni umana creatura che in lui trova le soluzioni alle proprie infermità. Nel suo mistero l’uomo riscopre il coraggio di fronte alle tribolazioni della vita. 

Padre, nella persona di Gesù avvolgi di speranza le nostre persone perché possiamo ritrovare coraggio nell’affrontare il travaglio di tutti i giorni. Lo Spirito Santo ci rinnovi in questa fiducia perché sappiamo lasciarci in profondità rigenerare. AMEN

03 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

“Che parola è mai questa che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno.” 

La purezza del cuore incarna una piena apertura del cuore a saper accogliere l’altro in tutto il mistero della propria personalità. In questo si incarna la vocazione alla vera libertà interiore, e si dà alla luce una vera comunione fraterna.

Padre, tieni sempre aperto il cuore alle suggestioni dello Spirito Santo perché possiamo crescere nel mistero del tuo Figlio Gesù. AMEN

02 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

“Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato.” 

La persona di Gesù rappresenta il compimento di tutta la rivelazione divina. A lui si accede per accostarsi al volto del Padre per poterne gustare la bellezza e la grandezza. Immergiamoci nel Mistero. 

Padre, nel mistero che avvolge la persona di Gesù ci manifesti la grandezza del tuo amore per l’intera umanità. Ravviva nel nostro cuore la sete del tuo volto perché possiamo gustare il mistero della vita. Lo Spirito Santo ci guidi in questo cammino. AMEN

01 settembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

“Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.”

La tentazione all’interno della persona umana sta nel dimenticare l’origine divina della vita. Il riferimento all’Assoluto deve essere normale per la comprensione della propria identità. L’uomo è una “divinità” creata e il riferimento al divino è essenziale nel quotidiano agire morale. 

Padre, in Cristo Gesù ci hai pensati e creati. Donaci uno sguardo sempre attento a tale meraviglioso evento per fare di ogni scelta di vita l’espressione della gioia di poter incarnare tale ricchezza. Lo Spirito Santo ci assista sempre perché ogni nostro atteggiamento sia la manifestazione di tale bellezza divino-umana. AMEN

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B -

DOMENICA 1 SETTEMBRE 2024

Dt 4,1-2.6-8      Gc 1,17-18.21b-22.27      Mc 7,1-8.14-15.21-23

OMELIA

Gesù questa mattina ci pone dinnanzi a quello che è il criterio di fondo delle nostre scelte.

Qual è il precetto a cui noi dobbiamo continuamente richiamarci per poter essere veri e autentici?

E allora la risposta ci è data dalla frase centrale del Vangelo Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.

Qual è il criterio al quale l'uomo è chiamato a conformarsi per essere autentico?

Esistono due passaggi nel brano che abbiamo ascoltato che ci possono veramente aiutare. Da una parte mettere da parte quelle che sono le tradizioni storiche, che sono situazioni culturali, che oggi ci sono e domani non ci sono più e, dall’altra, della grande purificazione a cui Gesù ci richiama questa mattina: non essere attenti a tutte le norme che le tradizioni ci offrono, che sono eventi culturali, ma - è dal testo centrale nel brano che abbiamo ascoltato - Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini. Siamo chiamati a obbedire al comandamento di Dio, ma cosa vuol dire questa espressione che riassume tutto lo stile della nostra vita?

Innanzitutto la coscienza che noi siamo un capolavoro di Dio.

L'uomo è chiamato a entrare nel suo cuore e a intuire quali sono le norme fondamentali che Dio vi ha seminato. È quell'atteggiamento di silenzio, di meditazione, di attenzione che continuamente accompagna la nostra esistenza.

Signore come mi hai creato?

Per quale finalità mi hai posto in atto?

Qual è il mistero della tua volontà nei nostri confronti?

L'uomo, attento a Dio, fa le sue scelte; non come le tradizioni possono presentarsi, ma come Dio effettivamente ci parla.

Ecco il primo elemento a cui noi dobbiamo prestare attenzione.

Signore, cosa vuoi da noi? Come mi hai creato? Qual è il mistero che devo vivere?

E questo noi lo cogliamo, ed è il secondo passaggio, cercando di entrare in quella che è la nostra identità: la nostra vocazione battesimale. Infatti chi è il cristiano? Noi siamo nati da Dio, camminiamo con Dio e il battesimo ci rende figli di Dio; è quella attenzione contemplativa che ci deve sempre accompagnare. La vita è un meraviglioso dialogo tra Dio e ciascuno di noi e noi, in questo dialogo, entriamo in rapporto continuamente con la volontà di Dio.

Usando il testo del salmo - Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l'aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra - il cristiano, nato da Dio, continuamente osserva il linguaggio di Dio.

In termini più semplici: Dio, cosa vuole dalla mia vita?

È quella meditazione interiore che ci deve sempre accompagnare. L'uomo ritrovava se stesso quanto più nel cammino della sua vita entra nel mistero di Dio. È la vocazione contemplativa del battesimo.

Perché siamo stati battezzati se non perché dovessimo continuamente riferirci al mistero di Gesù, alla sua volontà e alla ricerca di quello che il Padre intensamente desidera?

Ecco perché ho citato il salmo - Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l'aiuto? - il cristiano è un attento, costante e continuo alla creatività di Dio. E se il cristiano riesce a vivere bene questo secondo passaggio, cos'è la vita se non un proiettarci lentamente in quell'atteggiamento interiore che ci apre orizzonti di bellezza eterna!

Sono i tre passaggi di fondo della vita: nati da Dio, viviamo di Dio per incontrare Dio definitivamente.

In certo qual modo vivere è nient'altro che rendere feconda la nostra vita collocandola nella gratuità di Dio. Ecco perché il battezzato è un contemplativo, perché il battezzato continuamente richiama la propria esistenza alla sua fondazione: nato da Dio, generato da Dio, nato dall'acqua e dallo Spirito Santo, essere creature nelle quali la creatività di Dio è sempre viva e attuale… È la bellezza della nostra storia.

Ecco allora che Gesù questa mattina ci dice: “Qual è il criterio delle tue scelte quotidiane? Qual è il punto di partenza a cui fai riferimento quando devi vedere i criteri morali della tua storia?”

E noi rispondiamo con tanta semplicità: “La tua presenza Gesù è il senso della mia vita! La tua parola il cammino che ci comunichi continuamente! La tua presenza la certezza di non essere mai delusi!”

Questa è la bellezza della nostra vita e allora, teniamo puro il nostro cuore, teniamolo puro nella coscienza profonda che lui, Gesù, è il grande valore, la sua parola la nostra anima, le sue intuizioni i criteri delle scelte. Questo sia il mistero che vogliamo vivere e condividere.

D'altra parte cos'è l'Eucaristia?

Se guardiamo attentamente essa è celebrare l'ascolto diuturno della Divina presenza.

Entrare nell'Eucaristia è accogliere il Maestro con la sua parola, nella sua parola, per essere uomini veri e autentici. E allora troviamo la semplicità dei nostri cuori, il Signore è qui presente, cammina con noi e ci sostiene continuamente e allora quando giungeremo in paradiso, il Padre, incontrandoci, ci dirà: “Ecco il mio volto. Ecco la mia volontà realizzata. Ecco la presenza del mio figlio che in te ha fatto i suoi capolavori!”.

E se noi riuscissimo a entrare in questo tipo di lettura ci accorgeremmo che la vita sarebbe un capolavoro di relazione, Dio tutto in noi, perché noi tutti in lui.

Questa sia la bellezza e la speranza della nostra esistenza e allora non stiamo legati a tante tradizioni che, come Gesù ha detto, sono più frutto degli uomini, ma abbiamo questa attenzione del cuore alla presenza sua nella nostra storia per essere i suoi capolavori. E allora sarà bello quando giungeremo davanti al Padre egli ci dirà: “Ecco il volto del mio Figlio!” per camminare in quella luminosità eterna che è la nostra forza, la nostra speranza, quella eternità alla quale tendiamo e nella quale noi potremmo essere veramente uomini realizzati secondo il mistero della sua meravigliosa volontà Divina.