13 novembre 2024

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B -

DOMENICA 10 NOVEMBRE 2024

1Re 17,10-16      Eb 9,24-28      Mc 12,38-44

OMELIA

Uno degli interrogativi che accompagnano l'uomo nel cammino della sua esperienza di discepolo del Maestro è chiedersi come costruire una vita che sia veramente autentica e, attraverso l'immagine della vedova che offre il suo obolo al tempio, ci è data l'immagine chiara attraverso tre passaggi che cogliamo nella narrazione: la condizione di vedova, il donare quello che aveva al tempio, il senso del rendimento di grazie. Tre passaggi che caratterizzano la vita di ogni discepolo che, nel cammino della sua vita, è chiamato giorno per giorno ad essere tutta una oblazione nelle mani di Dio.

Il discepolo si sente tutta e sola grazia, vive continuamente di gratitudine e gusta la fecondità della benedizione Divina. Tre passaggi che ci devono continuamente accompagnare nel cammino della vita. Innanzitutto perché Gesù ha scelto l'immagine di una vedova? E la risposta è molto semplice: ella vive la solitudine, vive di gratuità, cammina nella storia quotidiana fidandosi di Dio. Ricordiamo sempre che in termini sociologici le vedove vivevano solamente di gratuità. E allora il discepolo davanti all'immagine della vedova impara una cosa fondamentale nel cammino della sua vita: il vivere continuamente di gratuità.

Essa davanti a Dio si sente tutta e sola grazia e sentendosi in tale atteggiamento interiore ella offre tutto ciò che aveva, ed è il secondo passaggio: vi getta le due monetine che fanno un soldo. Ella si sente capolavoro della gratuità di Dio e quando l'uomo avverte nella sua esistenza di essere tutta e sola grazia, la sua vita è tutta di gratitudine. L'uomo contemporaneo davanti a questa immagine evangelica ha davanti a sé tanti punti di domanda: se mette tutto quello che ha nel tesoro del tempio, di che cosa vive? E la risposta è molto semplice: vive di gratitudine! Ella nel cammino della sua storia si affida unicamente alla provvidenza divina, è quella profonda libertà interiore che la vedova avverte in se stessa. Ella ormai appartiene a Dio, vive di quello che Dio le regala e cammina giorno per giorno in questa profonda consapevolezza, che la sua gratitudine era nient'altro che l'espressione della sua libertà interiore.

La frase finale del Vangelo è molto significativa Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere. E in questo metteva in luce un aspetto fondamentale: la bellezza della gratitudine. Ed allora, partendo da questa immagine, come il discepolo costruisce la sua storia quotidiana?

Innanzitutto prendendo profonda convinzione d’essere pura grazia. Il discepolo sa nel cammino della sua vita di essere continuamente accompagnato dalla presenza del Maestro e questa presenza diventa gratitudine, diventa coraggio di vita, diventa speranza. È quel fascino che qualifica profondamente il discepolo e gli permette veramente di camminare nella libertà del cuore.

Allora il secondo passaggio: cosa vuol dire offrire “tutto ciò che si ha per vivere”? Il valore è la vita, il camminare nella convinzione che siamo sostanzialmente un dono creativo di Dio. Usando l'espressione più semplice: siamo capolavoro della condiscendenza Divina nella nostra storia, è quel senso di gratitudine che accompagna continuamente la nostra vita.

Usando l'espressione di Paolo - per grazia… siamo quello che siamo - e quando l'uomo, nel cammino della sua esperienza, prende coscienza di questo mistero allora vive di gratitudine! Perché la gratitudine è la fecondità dell'istante. Infatti, se noi ci accostiamo alla letteratura dell'Antico Testamento, cosa vuol dire vivere di gratitudine, se non la presa di coscienza che Dio è Provvidenza? Infatti quando noi entriamo nell'esperienza del linguaggio biblico il camminare dicendo sempre “grazie” incarna una profonda convinzione, la gratitudine diventa veramente feconda! Dio non abbandona l'uomo! Ecco perché Gesù fa l'elogio di quella donna vedova perché vive della gratuità divina.

Ella nella sua solitudine è grazia, nel vivere diventa gratitudine e gusta la fecondità di quel Dio che non la abbandonerà mai! Ecco perché il cristiano vive questi profondi sentimenti continuamente nella sua esistenza, sentendosi “grazia” dice “grazie” ed è la fecondità di Dio.

È una sapienza che l'uomo di oggi non comprende, ma che noi riusciamo a intuire guardando al Maestro divino. Se in Gesù siamo noi stessi, se con Gesù camminiamo nel tempo e nello spazio, non abbiamo paura di crescere nella Provvidenza divina che non delude mai. Ecco perché il cristiano vive di gratitudine. Non per niente - e questo ci fa molto pensare - il cristiano vive nel mistero eucaristico e l'Eucaristia è grazia. Andare all’Eucaristia è cantare la gratitudine e quando noi entriamo nella gratitudine Divina non ci manca mai niente perché la bellezza della nostra vita si apre su quell’ orizzonte di gloria in cui noi ritroviamo veramente noi stessi.

Ecco allora che l'esempio evangelico diventa per noi un motivo di grande respiro. Se il Signore è il nostro tutto, regaliamogli tutto e avremo la fecondità del suo cuore. La sua presenza che cammina con noi nel tempo e nello spazio facendoci mancare nulla, perché la sua presenza è la chiarezza della nostra vita.

Ecco perché il cristiano va regolarmente a celebrare Divini misteri, perché in quella celebrazione si sente talmente grazia da dire Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio… È cosa buona e giusta, in quell'istante viviamo la certezza che siamo nelle mani di quel Dio che non ci abbandona mai, che ci accompagna, ci riempie di una pienezza del suo amore per crescere continuamente in novità di vita.

Questo sia il mistero che vogliamo vivere in questa celebrazione e attraverso l'esempio evangelico ritroviamo quella libertà del cuore che ci dice che apparteniamo al Signore, viviamo di lui e in lui non ci manca mai nulla.

Viviamo questa esperienza, cantiamo la gioia di appartenere al Maestro e allora la nostra vita sarà veramente un cammino interiore di grande libertà dove, cantando la gratitudine, avremo fecondità divina e nella fecondità divina ci prepariamo a quell’orizzonte di gloria quando Dio sarà in tutto in ciascuno di noi.

 

12 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare.

La libertà del cuore passa attraverso un profondo senso di gratitudine esistenziale. Il sentirsi totale gratuità divina riempie di gioia le nostre persone e ci rende capolavori da regalare ai fratelli. 

Padre, in Cristo Gesù siamo la vivente incarnazione del tuo Amore per generare serenità nel cuore di ogni creatura umana. Donaci questa bellezza spirituale per dare alla luce un mondo nuovo nello Spirito Santo. Questa è la nostra viva e incessante preghiera. AMEN

11 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe. 

La fecondità della vita di fede si   scopre nella sua radicalità nella esperienza propria della obbedienza. Aderiamo alla parola di Gesù in pienezza. 

Padre, in te è la sorgente della vita e con Gesù viviamo possibile ciò che umanamente sembra impossibile. Rafforza la nostra vita di fede per aderire a lui nella potenza dello Spirito Santo. Solo così potremo camminare in novità di vita. AMEN

10 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Lei nella sua miseria vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere.

Il vero povero evangelico vive di gratitudine nel costruire le scelte della sua esistenza perché si sente tutta e sola grazia divina. La gratuità anima il cuore di chi nella provvidenza elabora ogni istante della propria esistenza. 

Padre, ogni respiro della vita è un tuo dono perché ci chiami a contemplare la tua gloria. La presenza di Gesù è fonte del desiderio della luce eterna che ci avvolgerà nel paradiso. Lo Spirito Santo ci guidi in questo itinerario verso l’eternità beata. AMEN

09 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere 

La contemplazione di Gesù risorto rappresenta l’anima di ogni suo discepolo, nella relazione con lui il battezzato ritrova sempre la sua identità e cresce nella sua piena e autentica esperienza esistenziale. 

Padre, attiraci sempre più nel mistero del tuo Figlio Gesù per gustare la bellezza feconda d’essere suoi discepoli. Lo Spirito Santo ci plasmi sempre più perché possiamo diventare il suo volto luminoso. AMEN

08 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

I figli di questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

Gesù utilizza un linguaggio molto realistico per affermare la grandezza della vera scelta di fede. In lui si sviluppa la grandezza del senso più vero dell’esistenza. 

Padre, in Gesù ogni uomo riscopre il vero significato della propria storia. Per lui si affrontano tutte le possibili difficoltà per accedere alla bellezza del quotidiano. Lo Spirito Santo ci faccia sempre più innamorare della persona del Maestro divino. AMEN

07 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Vi è gioia davanti a Dio per un solo peccatore che si converte.

Il Dio della rivelazione è innamorato dell’uomo, desidera attirarlo a sé sempre perché possa godere della luce luminosa del paradiso.

Padre, Gesù è entrato nella storia per donare alla creatura la gioia della gloria del cielo. Lo Spirito Santo ci renda sempre vivo questo meraviglioso orizzonte per respirare la bellezza dell’eterno. AMEN

06 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi non può essere mio discepolo.

La signoria di Gesù nel cammino della nostra vita è fonte di gaudio nell’eternità beata, meta della nostra esistenza storica. 

Padre, nel tuo Figlio Gesù hai rinchiuso tutto il valore della nostra vita. Attirati a lui cresceremo in Spirito Santo nella comunione con te e con ogni fratello, nella luminosa prospettiva del regno dei cieli. AMEN

05 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia.

Tutti gli uomini sono chiamati ad entrare nel mistero conviviale dell’amore divino-umano di Gesù che abbraccia ogni uomo per donargli la vita. 

Padre, ogni creatura è chiamata a vivere del mistero di Cristo, specie nella convivialità eucaristica. Qui c’è la vera comunione fraterna. Lo Spirito Santo ci guidi in questo cammino di fratellanza universale. AMEN

04 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Quando offri un banchetto invita poveri…; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti.

Il senso della vita come gratuità esprime il valore della gratitudine esistenziale che anima i rapporti fraterni. In questo si vive il grande valore della libertà del cuore che si dona in modo veramente inesauribile. 

Padre il tuo Figlio ci invita a gustare con gratitudine il dono della vita quotidiana per generare la comunione fraterna. Lo Spirito Santo, anima di ogni unità esistenziale, ci sorregga in tale itinerario spirituale. AMEN

03 novembre 2024

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B -

DOMENICA 3 NOVEMBRE 2024

Dt 6,2-6      Eb 7,23-28      Mc 12,28b-34

OMELIA

Le solennità dei Santi e dei morti ci hanno introdotti nella contemplazione di Cristo, il Santo per eccellenza nel quale ogni uomo ritrova veramente se stesso.

Ecco allora che Gesù questa mattina ci vuole aiutare a entrare in questa esperienza, entrare nella sua personalità come criterio di fondo della nostra vita. Quanto più ci innamoriamo di Gesù, quanto più noi vediamo in Gesù il criterio delle nostre scelte, tanto più siamo noi stessi. Essere “Santi” è diventare il volto di Gesù e allora, se noi partiamo da questa lettura fondamentale, che cosa il Maestro ci può questa mattina comunicare perché possiamo veramente entrare in una esperienza di novità di vita?

Se noi guardiamo attentamente il dialogo che il Vangelo ci offre, dobbiamo fare un’osservazione che ci deve continuamente accompagnare, un’osservazione che si ritraduce in questa espressione: Gesù ci ha dato due precetti o ci ha detto di vivere il suo mistero?

È una domanda che noi dobbiamo porci, perché la bellezza del rapporto con Dio sta tutto nella essenzialità. Se noi dovessimo essere più radicali non dovremmo più dire che Gesù ci ha dato due comandamenti, perché il numero due non appartiene a Dio. Dio è uno. Dio è essenziale. Dio è il centro del cosmo e della storia: il mistero di Gesù. E allora i precetti non sono nient'altro che l'espressione di qualcosa di molto più profondo. Chi è il cristiano? Egli è chiamato a vivere i due precetti o a essere il Cristo vivente?

E la risposta è molto semplice: il Cristo abita in ciascuno di noi. Cristo è il metro della nostra vita. Cristo è il punto di riferimento delle nostre scelte. Non esistono due precetti, esiste un'unica contemplazione. La nostra vita è chiamata a essere il volto vivente di Gesù. Infatti, se noi dovessimo entrare nella comprensione della nostra identità, ci accorgeremmo che egli è il Signore, il Signore da tutti i punti di vista, per cui il cristiano nel cammino della sua vita ha come punto di riferimento il mistero di Gesù. Siamo chiamati ad accedere al suo Mistero, a vivere di lui come criterio della nostra vita.

Fatta questa premessa fondamentale entriamo nel mistero di Gesù e ci accorgiamo che egli è vero Dio e vero uomo nell'unità della sua persona. Spesse volte noi pensiamo che le formulazioni della fede siano fenomeni di tipo teorico, ma il cristiano sa esattamente che il cammino della sua vita si chiama solo Gesù.

Come noi siamo diventati Gesù, se non attraverso il battesimo e, cos'è il battesimo se non la vivente quotidiana contemplazione del Cristo che è il Signore del cosmo e della storia? I comandamenti presuppongono l'innamoramento di Gesù, unico criterio della nostra vita. E allora i precetti sono un linguaggio operativo per maturare nella nostra identità. E allora chi è Gesù?

Quando noi, al termine della nostra vita, incontreremo Dio Padre, egli vorrà vedere una cosa sola: il volto del suo Figlio e allora, quando noi guardiamo Gesù, guardiamo colui che è vero Dio, ma è anche vero uomo, nell'unità della sua persona, e in lui ci ritroviamo veramente uomini, in lui ci ritroviamo veramente persone in stato di divinizzazione. Ecco perché il cristiano non conosce nessun precetto se non la vivente contemplazione di Gesù criterio fondamentale della nostra vita.

Tant'è vero che noi potremmo avere come criterio di fondo una semplice domanda: chi sei tu Gesù nella mia storia? Qual è il criterio tuo, o Gesù, che deve diventare il criterio della mia esistenza? Tu cosa faresti nel cammino quotidiano della mia esistenza?

E la risposta sarebbe molto semplice: “Vivi come son vissuto io!”

Non esistono i precetti, esiste una contemplazione viva del Mistero che diventa il criterio di fondo della nostra esistenza, lui è vero Dio, ma anche vero uomo, contempliamo lui vero uomo per crescere nella gioia di essere vero Dio.

Paolo nella lettera ai Galati fece un'affermazione molto bella: "Se uno è in Cristo è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco, ne sono nate di nuove". La novità si chiama Gesù.

Ecco che allora, se dovessimo ritradurre il dialogo tra lo scriba e Gesù, davanti alla domanda - Qual è il primo di tutti i comandamenti? - la risposta sarebbe molto semplice: vivi il mio mistero! Il cristiano è un contemplativo in azione, che ha come criterio di fondo il fascino di Gesù e, questo fascino, è il principio della nostra vita. Dicevamo prima che, quando al termine della nostra storia incontreremo Dio Padre, egli vorrà vedere solo una realtà dentro di noi: la luminosità del suo Figlio. Innamorati di lui, viviamo di lui, camminiamo con lui e saremo per tutta l'eternità nella gioia che è solo lui. La vocazione alla santità è essere Gesù vivente, vero Dio e vero uomo, siamo in Gesù una umanità luminosa e, in questo, noi troviamo la bellezza della nostra vita. Innamoriamoci di Gesù, ritroviamo in lui il senso della nostra storia e allora esiste un unico precetto: essere Lui vivente.

E allora quando noi vogliamo camminare in autenticità di vita abbiamo questa profonda convinzione interiore: fin dal mattino innamoriamoci di Gesù, abbiamo un dialogo diuturno con lui chiedendogli - Vivi la tua storia nella mia esistenza - per potere crescere in quella essenzialità che è diventare il suo volto in ogni frammento della nostra vita. Allora, e giungiamo allora a quello che il Signore veramente ci chiede, quando nel paradiso incontreremo il volto di Dio Padre, il Padre con tanta gioia dirà: “Ecco il mio figlio luminoso!”

Questa è la bellezza della nostra vita. Questo è l'itinerario di ogni nostra scelta e camminando con Gesù saremo eternità beata. Ecco allora che se noi dovessimo chiederci continuamente - Come posso costruire la mia vita? - Gesù ci direbbe: “Vivi come son vissuto io e come voglio vivere il mio mistero nella tua esistenza”. È quella essenzialità e semplicità di vita che noi dovremmo continuamente acquisire nel nostro cammino quotidiano.

Allora chiediamo al Padre questa grazia, di lasciarci trasfigurare giorno per giorno dal Divin maestro, perché immersi nella sua luce camminiamo in novità di vita, siamo nella vera gioia e, con Gesù, possiamo crescere in quella bellezza di eternità beata che ci attende tutti e sarà bello, nel momento in cui moriremo, dire: “Mio signore e mio Dio” abbandonandoci completamente alla luminosità della gloria del cielo per cantare eternamente la gioia di appartenere al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo in una eternità che non ha confini, perché in Gesù siamo nella vera pienezza della nostra storia.

Oggi, qui, Dio ci parla...

Il primo comandamento è: "Ascolta Israele"

Ogni norma parte dalla sua fondazione: Ascolta, poiché è il riflesso della conoscenza della nostra natura umana. Noi siamo l’atto creativo di Dio a cui prestiamo la nostra obbedienza. 

Padre, noi siamo il capolavoro della tua opera creativa. Donaci la grazia di apprezzare e di approfondire tale dono contemplando la tua volontà amativa per essere uomini autentici. Lo Spirito Santo ci guidi in questa opera. AMEN

02 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

E io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 

Chi vive di Gesù nel tempo, con lui vivrà in tutta l’eternità beata. Con lui si viene immersi nella pienezza della gloria con tutti i fratelli. Questa è la nostra meta esistenziale. 

Padre, nel tuo Figlio Gesù viviamo la comunione gloriosa con te anticipando la luminosità del paradiso. Illumina le nostre giornate perché possiamo essere sempre aperti sul Mistero. Lo Spirito Santo ci faccia sempre desiderare questa metà meravigliosa. AMEN

01 novembre 2024

Oggi, qui, Dio ci parla...

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

La vera povertà evangelica sta nel vivere la propria esistenza nella essenzialità e semplicità del momento storico. Nello stesso tempo avvertiamo l’esigenza di costruire ogni istante in obbedienza alla concretezza del feriale. 

Padre, donaci la gioia concreta di vivere ogni istante amando i propri limiti, per essere capolavori della tua grandezza, come ha fatto Gesù. Lo Spirito Santo ci regali tale meravigliosa esperienza. AMEN