DOMENICA 12 OTTOBRE 2025
Ez 43,1-2.4-7
Pt 2,4-9 Gv 4,19-24
OMELIA
La nostra comunità Cristiana oggi
vive la sua esperienza di comunione fraterna: dedicare al culto un luogo è fare
in modo che in quella comunità i fratelli possano veramente ritrovarsi tali. Il
luogo non è l'esperienza del rito. Il luogo è l'esperienza dello sviluppo di
una comunione fraterna, per poter realizzare quello che l'evangelista Giovanni
ci ha detto poc'anzi: il Padre vuole che siano quelli che lo adorano in spirito
e verità. Il che vuol dire tre passaggi sui quali vogliamo soffermarci: adorare,
spirito, verità, tre aspetti che noi dovremmo continuamente rielaborare nella
nostra vita ogni volta che ci raduniamo in chiesa.
Adorare: essere persone che
vivono l'intimità di Dio. Non è semplicemente, l'adorare, un linguaggio
esteriore di tipo fisico, l'adorare è espressione di una profonda comunione che
noi comunichiamo ai fratelli, che condividiamo con loro, che diventa il
principio della nostra fraternità. La chiesa è il luogo in cui noi ci
ritroviamo fratelli e sorelle nel mistero della Santissima Trinità e questa
esperienza è fondamentale nel cammino della fede perché la bellezza della fede
Cristiana è essere comunione fraterna.
Noi spesse volte riduciamo la
chiesa a un luogo di riti. La chiesa è un luogo di fraternità dove insieme
viviamo l'unico mistero più profondo della nostra vita: la comunione con le tre
persone Divine. È bello entrare in chiesa e respirare la comunione trinitaria e
se noi veramente entriamo in questa visione, nella chiesa tutto si svolge in
una dimensione essenzialmente fraterna. Noi siamo comunione perché in noi
viviamo del mistero di Gesù. Quando noi battezziamo un bambino, in quel momento,
lo introduciamo nella vita trinitaria per cui quel bambino è comunione
costitutiva del mistero divino. Ecco perché la chiesa non è semplicemente un
luogo di riti, ma è effettivamente il luogo nel quale noi ci ritroviamo insieme
fratelli di una fratellanza che ha la sua fondamentale esperienza nella gioia
di appartenere alla Trinità beata.
Noi spesse volte dimentichiamo
questo mistero che in un modo o in un altro coinvolge la nostra vita. Quando
siamo stati battezzati, siamo stati battezzati Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, siamo
diventati comunione trinitaria. Ecco perché la chiesa è espressione di una
comunione attorno alla quale noi costruiamo la nostra di esistenza feriale. In
questo allora, il primo punto, dobbiamo essere molto chiari a noi stessi: la chiesa
non è fare tante cose, ma riscoprire la gioia di essere fratelli e sorelle nel
mistero di Gesù. E di riflesso la chiesa diventa il luogo del rivelarsi della
gratuità di Dio; è bello ritrovarci in chiesa per sentirci tutta Grazia,
ritrovarci in un luogo per fare l'esperienza - per quello che ci è possibile -
di una meravigliosa comunione che caratterizza ogni frammento della nostra
vita. Con il Cristo noi stiamo gustando la bellezza Divina. Ecco perché noi
quando entriamo in chiesa siamo in silenzio, perché in quel momento stiamo
gustando la vita delle tre Persone Divine.
Il silenzio è lodare Dio. Tant’è
vero che i medievali avevano inventato la formula attraverso la quale dicevano “Dio
abita il silenzio”. La chiesa è il luogo in cui noi nello Spirito Santo siamo
in ascolto di Dio attraverso il profondo cammino del silenzio del cuore e
allora, ecco il secondo elemento, dobbiamo cercare di costruire nella nostra
vita: essere in chiesa nel silenzio davanti alla Trinità Beata. In quel momento
gustiamo la vita Divina, facciamo l'esperienza di essere creature nuove, di
essere persone che vivono della Trinità beata.
E allora se noi riusciamo a
costruire nella chiesa con questi due elementi fondamentali, il terzo è più che
evidente: pregustiamo la gioia della comunione del Paradiso.
La bellezza di una chiesa è di essere
insieme con la liturgia celeste. Uno dei drammi della cultura di oggi è quella
di aver dimenticato questa visione della chiesa come esperienza di un mistero
più grande che ci avvolge, che ci qualifica e che dà senso al nostro istante. Entrare
in chiesa, sentirci fratelli dell'intera umanità.
Vedete, noi tante volte abbiamo
ridotto la chiesa a un fatto individualistico, a delle esigenze psicologiche,
dimenticando che la bellezza di entrare in chiesa è sentirci quella comunione
fraterna che è la gioia del Paradiso! Come sarebbe bello se il nostro culto fosse
una fraternità nella quale noi cantiamo la bellezza della gloria di Dio. Ecco
perché i cristiani si radunano nella comunità ecclesiale, per poter gustare
questa meravigliosa esperienza che è il Paradiso. Noi spesse volte dovremmo
imparare questo stile di vita: entrare in chiesa è percepire la comunione
trinitaria, è fare una comunione fraterna in vista di quel gaudio glorioso
quando con tutti i fratelli seguiremo l'Agnello ovunque vada cantando il canto
nuovo che caratterizza effettivamente la nostra esistenza.
Ecco perché ritrovarci a
commemorare la dedicazione di un tempio è ritrovare il senso di fondo della
nostra esistenza. Come sarà bello quando passeremo dal gustare la comunione in
chiesa a gustare la comunione del cielo, in Paradiso, quando saremo tutti
fratelli e sorelle in una lode comune che ci caratterizzerà per tutta
l'eternità beata. Questi pensieri dovrebbero continuamente essere presenti
nella nostra vita. Una delle caratteristiche della chiesa-struttura è di essere
Sacramento di quella eternità beata che ci aspetta tutti, che ci plasma
continuamente nella visione della gloria e ci dà la capacità, fin da questo
momento, di percepire la bellezza della gloria del cielo.
Questo sia il mistero che la
Chiesa oggi vuole celebrare attraverso il ricordo della dedicazione di un luogo
sacro, sperimentare in anticipo quella gioia del cielo che ci caratterizzerà
per tutta l'eternità beata.
Andiamo in chiesa, al luogo,
facciamo l'esperienza di Chiesa-comunione in attesa di essere Chiesa cantando
eternamente la gioia del Paradiso.
Attraverso questo triplice
passaggio noi possiamo veramente ritrovare la bellezza della nostra vita
comunitaria ecclesiale.
Quando veniamo battezzati,
veniamo battezzati “Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo”,
quando entriamo in chiesa stiamo respirando la vita del Padre, del Figlio e
dello Spirito Santo, quando usciamo di chiesa abbiamo il gusto di questa
eternità beata che ci fa sperimentare quella gioia eterna che domani avvolgerà
tutta la nostra esistenza in un gaudio veramente inesauribile.
Ecco il valore che dobbiamo
cercare di riscoprire in questa celebrazione della dedicazione di un luogo di
culto, essere comunione fraterna, essere persone che vivono la gioia di
appartenere alla Trinità mentre siamo in attesa di entrare in quel gaudio celeste
dove con tutti i fratelli canteremo la gioia di appartenere al cielo.
Questa sia la bellezza della festa
odierna in modo che questo gaudio glorioso diventi l'anima della nostra anima e
sarà bello quando passeremo da questa Chiesa terrena alla Chiesa gaudiosa e
canteremo con tutti i Santi la gioia di appartenere alla Trinità che avvolgerà
la nostra vita in Paradiso e sarà il gaudio che camminerà con noi mentre siamo
in attesa di quel momento glorioso quando Dio sarà tutto in ciascuno di noi, e
la bellezza della nostra vita sarà contemplare eternamente il Padre e il Figlio
e lo Spirito Santo in una gioia comune che sarà la nostra gioia del Paradiso
che sta aspettando tutti noi.
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