Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Davanti
alla grandezza divina l’uomo si pone in stato di povertà e sa riconoscere i propri
limiti. Con tali sentimenti viene perdonato e può camminare in un vero e
autentico dialogo orante con Dio. È la bellezza della nostra preghiera.
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