26 settembre 2021

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO-ANNO B

Nm 11,25-29       Gc 5,1-6     Mc9,38-43.45.47-48

OMELIA

Lo stile di vita a cui Gesù continuamente ci richiama è che noi siamo chiamati ad imitarne il mistero, a far vivere la sua persona nelle nostre persone. L’elemento che emerge oggi dalla parola che abbiamo ascoltata è ritrovare la bellezza di Gesù come il profeta. Nelle narrazioni evangeliche noi troviamo diverse volte questa espressione, soprattutto nel Vangelo di Giovanni. Gesù è riconosciuto come profeta. Dobbiamo contemplare Gesù-profeta, perché noi impariamo ad essere dei profeti, nella prospettiva di rendere fecondo il dono battesimale.  Gesù è profeta perché ha operato una meravigliosa sintesi nella propria vita che lo ha reso tale, tutto in comunione con il Padre, tutto in comunione con l'uomo, parola del Padre per l'uomo, parola dell'uomo davanti al Padre.

Gesù è profeta perché ha realizzato nella sua vita una tale sintesi divino-umana. È una realtà a cui ogni uomo fondamentalmente è chiamato. Infatti è interessante l'affermazione che abbiamo ascoltato nel testo evangelico chi non è contro di noi è per noi. La profezia, il vivere del mistero di Gesù, al di là dei confini ecclesiastici, è una realtà, che avvolge ogni creatura che voglia essere se stessa.

Chiunque sappia cogliere nel suo stile di vita la bellezza di essere uomo nelle sue coordinate più ampie, è un meraviglioso credente anche se non praticante, perché la bellezza della profezia è dire nella semplicità del quotidiano la bellezza di appartenere ad una trascendenza che lo rende veramente uomo fino in fondo.

Ecco perché Gesù, nel brano che abbiamo ascoltato, se lo sappiamo leggere in modo positivo, ci dice che la nostra esistenza, se vuole essere autentica, deve essere una profezia, deve dire nell'amore all'uomo la profondità e la bellezza della vita quotidiana.

Questo senso del mistero di Dio, in modo consapevole o inconsapevole, è presente in ogni creatura, perché è immagine divina. Come noi, discepoli del Signore, possiamo camminare nella bellezza della profezia?

Nel rito battesimale c'è un'espressione molto forte al momento dell'unzione crismale: “Noi siamo inseriti in Cristo, sacerdote re e profeta”, dove questo trinomio è l'espressione dell'itinerario della nostra vita.

Innanzitutto vediamo il senso della espressione di Sacerdote. La bellezza di questa parola è essere oggi il mistero dell'amore di Dio in tutte le sue manifestazioni storiche. Tante volte usiamo questa espressione nel linguaggio rituale, ma la verità dell'espressione è molto più profonda. Chiunque viva l’oggi della sua storia, avendo come consapevolezza di amare il mistero del suo istante, con tutte le sue caratteristiche e viverlo fino in fondo come realizzazione della propria esistenza, è sacerdote: è la bellezza del culto della vita quotidiana. L'uomo nel profondo della sua storia ha avuto questo grande dono: vivere la vita così come ci è regalata. Questo è un grande sacerdozio! Diversamente sono tutte forme rituali o prassi morali.

Chi sa cogliere questo primo elemento, coglie anche il secondo elemento: essere Re, è essere sacerdote del cosmo. Una delle verità che sono all'interno del mistero dell'uomo, ed è all'interno stesso dell'esperienza battesimale, è l’amore per il creato. Noi qualche volta viviamo veramente il dramma ecologico, perché non sappiamo intuire che la bellezza dell'uomo è cantare il Creato attraverso un impegno storico nel quale il bello diventa l'anima della nostra esistenza. E’ molto bello come la domenica noi alla celebrazione delle Lodi cantiamo il cantico dei tre fanciulli che è un cantare il creato. La domenica significa cantare e vivere la bellezza del rapporto con la natura, dove l'uomo ritrova in profondità la bellezza della sua storia. In questo gustiamo i sentimenti di Dio quando ha creato il mondo. 

Quando la persona riesce a vivere questi due aspetti, vivere l'oggi come il darsi del mistero della vita e nello stesso tempo vivere l’oggi in una un'ammirazione della bellezza del Creato, può diventare profeta. Tale atteggiamento vuol sottolineare per ogni uomo che in tutti i giorni si sente chiamato ad ammirare la grandezza di essere uomo. E’ il mistero attivo che cogliamo in Gesù! Se noi entriamo nella bellezza dell'umanità di Gesù, ci accorgiamo come la sua persona sia stata veramente una persona profetica perché ha creato armonia nel suo cammino apostolico. La bellezza della trascendenza e il gusto della vita sono la bellezza di quello che lo circonda. Abbiamo mai notato che le parabole di Gesù hanno tutte il linguaggio agricolo e atmosferico? E’ la bellezza del Creato. Entriamo in questa meravigliosa realtà; ecco perché Gesù ha detto Chi non è contro di voi è per voi.  Quanti nostri fratelli non sono in chiesa eppure hanno queste tre virtù di cui abbiamo parlato: il sacerdozio, la regalità e la profezia della vita.  Gesù è il compimento di questa realtà, noi incontrando da innamorati Gesù, impariamo veramente a creare uno stile di vita in questa armonia.

Ecco perché noi ci ritroviamo nell'Eucaristia, per essere l’oggi di Dio che ci ama in un gusto della bellezza della vita creata per poter dire all'uomo nelle scelte di tutti i giorni la bellezza di appartenergli. L'Eucaristia è scuola ordinaria di bellezza umana e divina nello stesso tempo! 

Uno può dire nel cammino della sua vita di aver celebrato l'Eucaristia quando ritornando a casa dice è bello vivere nella realtà di essere uomini in Gesù. L'Eucaristia diventa l'espressione credente di questa nostra vocazione ricordando che ci possono essere, e Gesù stesso l'ha detto, degli autentici credenti, delle persone veramente forti nella fede, anche se non sono praticanti. 

Gli esempi del Vangelo sono chiari: la donna siro-fenicia e il centurione pagano, "Non ho mai visto una fede così grande in Israele.

Camminiamo con questo stile di vita, con questa apertura di cuore a 360°, in modo da poter essere profeti come Gesù lo è stato dell'uomo nuovo, in modo che ogni persona possa diventare, attraverso la semplicità quotidiana della nostra fede, un segno di quel sacerdozio regale e profetico che investe ogni uomo come uomo. Camminiamo così in questa Eucaristia in modo che possiamo veramente ritrovare la gioia di essere discepoli di Colui che è per eccellenza il profeta per chiunque voglia diventare uomo veramente uomo.


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