18 aprile 2022

LUNEDÌ FRA L'OTTAVA DI PASQUA

At 2,14.22-33          Mt 28,8-15 

OMELIA

L'evento della Risurrezione è centrale nel cammino della nostra fede. Il grande evento del passaggio di Gesù dalla morte alla vita è il nucleo fondamentale che noi continuamente siamo chiamati a richiamarci nel costruire la nostra storia. Come conseguenza la Chiesa, in tutta questa settimana, ci offre i diversi racconti del mistero della Risurrezione offrendoci le esperienze della Chiesa Apostolica perché possiamo entrare nella profonda convinzione che il Signore è veramente risorto! E il brano che abbiamo ascoltato questa mattina ci aiuta a focalizzare un aspetto di questo cammino che noi siamo chiamati a seguire per entrare nell'esperienza della Risurrezione:

- la ricerca del Maestro,

- l'annuncio della Risurrezione,

- l'incontro con il Risorto.

Questi tre fatti presentano un elemento comune e determinante: la figura di Gesù.

Quelle donne vanno alla ricerca di Gesù, sentono dell'annuncio che Gesù è risorto, Gesù appare loro. Il Risorto desiderato è il Risorto accolto, è il Risorto celebrato.

E’ sicuramente molto importante rileggere tutto come contemplazione della Signoria di Cristo che si rivela.

Possiamo entrare nella esperienza della risurrezione desiderando il Signore: è il cammino di fondo della ricerca dell'uomo. L'uomo è un ricercatore. Il Risorto è l'attrazione continua all'interno della nostra esistenza, è una ricerca nella quale cresce in noi, in modo profondo, il desiderio del valore della nostra esistenza. Il desiderio è fondamentale nella ricerca del Risorto. Ecco perché se noi guardiamo attentamente la struttura stessa del Vangelo, all'inizio troviamo sempre il battesimo di Giovanni al Giordano, che offre intensità al desiderio di una novità di vita. Il desiderio è il cuore nel quale si costruisce l'itinerario della vita, l'uomo è il suo desiderio. Nel cammino della nostra esistenza dovremmo sentire nel profondo della nostra storia questa ansia ad andare incontro al Maestro per poterlo veramente incontrare. Dobbiamo sempre ricordare a noi stessi che questo incontro passa attraverso l'annuncio del darsi di un evento misterioso e meraviglioso: l'esperienza dell'Angelo che annuncia. Una simile esperienza genera una particolare vitalità interiore che l'evangelista ritraduce con due parole molto belle: In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande. Il desiderio deve aprirsi allo stupore e alla gioia, lo stupore perché l'annuncio di Cristo non è un annuncio ordinario, ma la straordinarietà di Dio nella storia dell'uomo. Il credere è un affidarsi a qualcosa di grande che prende fino in fondo la nostra esistenza. Quante volte ce lo siamo detti, credere non è capire, ma credere è lasciarci prendere da qualcosa che è più grande di noi, è la bellezza di tutta la spiritualità dell'Antico Testamento dove il linguaggio della liturgia giudaica nasceva continuamente da qualcosa che era più grande delle aspettative dell'uomo. L'evento della Risurrezione è una novità che va al di là dei nostri desideri, delle nostre attese, delle nostre prospettive: è il Signore che è meraviglioso al di là dei nostri possibili pensieri! L'uomo che cerca è aperto, l'uomo che cerca si lascia cogliere dalle emozioni, l'uomo che ricerca si lascia affascinare da qualcosa di inaspettato. Ricordiamo sempre un principio: alle cose abituali non si dà peso, alle cose ovvie non si fa attenzione. Se noi vogliamo entrare nell'esperienza della Risurrezione, il desiderio della vera novità della vita deve essere accompagnato da qualcosa di straordinario che raggiunge le nostre persone. Quelle due espressioni con timore e gioia grande si interferiscono fra di loro, si intersecano. Lo stupore, che anima quel timore, che è qualcosa di straordinario: è una gioia per il desiderio che si sta misteriosamente realizzando. E allora l'annuncio diventa la bellezza feconda del lasciarsi incontrare dal Risorto. Ed è molto bello che nella narrazione dell'evangelista ci appare un Gesù che viene incontro a quelle donne salutandole, quel Dio che ha creato il desiderio, che fa entrare nel fascino di una meravigliosa grandezza è il Dio che prende l'iniziativa. La bellezza d’essere raggiunti dalla persona sommamente desiderata diviene un incontro sacramentale. Ci accorgiamo come non siamo di fronte a un incontro freddo e staccato. Se noi guardiamo attentamente i tre verbi che qualificano l'atteggiamento delle donne, essi risultano particolarmente significativi: avvicinarsi, abbracciare, adorare! In essi si delinea il processo dell'immedesimazione nel mistero di Gesù, è Gesù che si offre perché l'uomo possa veramente lasciarsi prendere e catturare, in senso positivo, dalla sua presenza. Ecco perché quelle donne incontrate dal Risorto vanno ad annunciare ai discepoli il grande evento. Infatti qual è la prova del nove se noi veramente abbiamo incontrato il Risorto se non il condividere la ricerca, l'accoglienza, e far spazio al Signore che viene? L’esultanza nell’andare ad annunciare ai fratelli rappresenta la bellezza dell’incarnazione di questo evento. Ci accorgiamo di riflesso che un simile evento è oggi nell'Eucaristia. La celebrazione dell'Eucarestia rappresenta la costante esperienza della Risurrezione, noi siamo qui perché desideriamo il Signore, siamo qui ad accogliere quella parola che ci dice il Signore è risorto. Egli, poi, nella convivialità ci viene incontro: ecco il mio corpo, ecco il mio sangue! E nella nostra gestualità della proclamazione della Parola, nella comunione ai segni sacramentali e nella gustazione del silenzio che anima la convivialità che vive dell’inserimento nel mistero di Gesù, noi gustiamo la grandezza della Risurrezione. Ecco il grande mistero che ci rigenera ogni giorno nell’esultanza della Risurrezione! Ecco perché questa settimana, come dicevamo all'inizio, ci offrirà diverse apparizioni del Risorto in modo da essere aiutati a convincerci nel vissuto quotidiano che Lui è veramente glorioso e nella sua persona noi troviamo l'autentica realizzazione della nostra persona.

In questa celebrazione eucaristica lasciamoci prendere da questa Presenza nella semplicità essenziale del rito. Gesù è il compimento di ogni vero desiderio. Noi ben sappiamo nel cammino della fede che ogni desiderio parte da Lui e di riflesso siamo profondamente sicuri di interiorizzare il compimento del nostro desiderio di battezzati d’essere cristificati. Attraverso la nostra professione credente che anima il rito il Signore entrerà nella nostra vita e ci glorificherà, è la percezione più profonda della novità del Signore che penetra noi e ci dà il vero gusto della vita. Questo sia il mistero che vogliamo vivere e condividere in questa celebrazione eucaristica.

 

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