31 luglio 2022

XVIII DOMENICA T.O. - ANNO C -

Qo 1,2; 2,21-23     Col 3,1-5.9-11     Lc 12,13-21

OMELIA

L’ evangelista Luca domenica scorsa ci ha introdotto in uno particolare stile interiore di vita, insegnandoci a pregare, a entrare in intensa comunione con il Padre nella cui sapienza l'uomo ritrova se stesso. Il Vangelo che abbiamo ascoltato ne è la conseguenza: chi prega entra nella mentalità di Dio, entra nella sensibilità del mistero, entra nella capacità di collocarsi nelle mani del Padre. E’ quella sapienza che viene dall’alto e che ci aiutare a leggere la storia e a vivere evangelicamente gli avvenimenti del quotidiano.

Il testo evangelico di questa mattina, sullo sfondo del brano scritturistico sia del Qoèlet che di Paolo ci insegna ad acquisire la vera Sapienza cercando di imparare ciò che rende solida e salda la vita, per superare la labilità di tante povertà interpretative della vita.

Tre potrebbero essere le suggestioni che nascono dalla Parola.

Innanzitutto si rivela importante cogliere la profonda consapevolezza che l'uomo è un essere creato e un redento. La consistenza della nostra esistenza si scopre nel mistero creativo e redentivo di Dio, e questo elemento ce l'ha fatto intuire il pregare in una viva comunione con il Padre. L'uomo in preghiera si lascia creare, ricreare e rigenerare continuamente dalla divina presenza. L’uomo in preghiera si sente grazia e, sentendosi totalmente grazia, vive la certezza che la sua vita è solida, non è fumo, come ha detto il libro del Qoèlet. Chi veramente ha un atteggiamento interiore, in cui sperimenta di vivere ogni istante nella solidità di Dio, acquista la Sapienza di Dio. E la Sapienza di Dio ha una parola che l'uomo dei nostri giorni ha dimenticato: la Provvidenza. Quando il brano evangelico si è concluso con quell'espressione Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio noi avvertiamo tale realtà. L’ uomo nella sua vocazione, attraverso l'esperienza della preghiera si ritrova nella sapienza che si fonda sulla solidità di Dio.

In tale contesto avvertiamo il valore del secondo passaggio, che scaturisce dal fatto che l'uomo istante per istante è creato da Dio. Questa è la bellezza all'interno della nostra storia: siamo continuamente creati, siamo oggi la meravigliosa e affascinante fedeltà di Dio che guida i nostri passi, quindi non solo siamo creati da Dio, ma siamo istante per istante guidati da Dio. Sicuramente l'uomo non riesce a intuire quelli che sono i progetti divini. La vita è un grande mistero, come è un mistero l'essere uomini, l'esistere è un mistero… Noi riusciamo a cogliere il mistero vedendo la creatività di Dio, che è una creatività essenzialmente dialogica. Vivere di Provvidenza vuol dire anche imparare un’altra parola: cantare la gratitudine, cantare la gioia di esistere perché siamo creati e salvati. Quando l'uomo si pone la domanda del senso della vita e chiede a se stesso quale sia la mentalità che deve acquisire, la risposta è: stare nelle mani di Dio. In questo prendiamo viva coscienza che il lasciarci plasmare dalla sua creatività istante per istante costruisce la nostra esistenza. L'uomo di oggi programma tutto e quanti imprevisti ci sono! Ora l'uomo deve imparare a organizzarsi nella disponibilità a quello che Dio, giorno per giorno, fondamentalmente ci regala. Ecco il secondo momento: un dialogo di gratitudine tra il Dio che entra nella nostra storia, tra il Dio che ci prende per mano e ci dice canta la gratitudine! con la nostra docilità esistenziale. La provvidenza è direttamente percepita, in modo proporzionale, a come noi viviamo di gratitudine. Se il Signore cammina con noi, non ci lascia mai soli! E’ quella Sapienza del cuore di cui ci ha parlato Paolo: Se uno è in Cristo è risorto con lui. Se uno è in Cristo, egli è la vivente novità di Dio.  Se uno è in Cristo, è già risorto, ha già dentro di sé il mistero anche del suo futuro. Si vive intensamente il presente illuminato dalla eternità beata.

Su tale sfondo intuiamo un ulteriore senso del mistero della Provvidenza nel terzo passaggio: gustare la gloria eterna! Quante volte noi davanti al dono della vita ci chiediamo quale sia la sapienza che ci deve effettivamente guidare nelle scelte di tutti i giorni, e la bellezza della nostra vita è il desiderio del volto di Dio. Infatti ognuno di noi si è posto la domanda - Cosa vuol dire arricchirci presso Dio? - Noi qualche volta, alla luce di certe letture passate, sentivamo dire che bisognava acquista tanti meriti, ma tale modo di ragionare sa un po' da mercato, il che offenderebbe la libertà divina. Arricchirci presso Dio è dilatare la nostalgia del volto di Dio, dilatare la consapevolezza che siamo attirati in qualcosa di grande che lentamente ci affascina, fino al momento in cui Dio sarà tutto in ciascuno di noi. Paolo ci ha detto: Se siete risorti con Cristo cercate le cose di lassù dove Cristo è assiso alla destra del Padre... non pensate alle cose della terra ma a quelle del cielo... la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio. Intuiamo allora che arricchirci presso Dio vuol significare entrare lentamente in questa mentalità di paradosso evangelico che è la bellezza della vita. Ecco la vera Sapienza! Nati da Dio, nel suo respiro creativo costruiamo la nostra esistenza in un meraviglioso dialogo con lui camminando con lui giorno per giorno nella prospettiva della gloria eterna. La vita storica è un frammento. La vita è una apertura all'infinito. E se noi percepissimo tale itinerario acquisteremmo la sapienza del cuore, un cuore che si lascia illuminare, guidare, sorreggere e illuminare, un cuore che si riscalda nella coscienza del Dio Provvidenza che entra nella nostra vita e ci dà la capacità di camminare e di camminare continuamente.

Tale esperienza ci aiuta a capire perché ci siamo ritrovati nell'Eucaristia che è farmaco di immortalità divina. L'Eucaristia è la fiducia di Dio che anima il quotidiano, è la sua Provvidenza che ci accompagna continuamente, è il luogo del desiderio dell'eternità beata. Se noi percepissimo la profondità di questa visione, pur nelle situazioni strane che l'esistenza oggi ci pone dinanzi, cammineremmo in vera novità di vita. Chiediamo allo Spirito Santo la grazia di allargare il cuore a questa ricchezza; nell'Eucaristia noi abbiamo tutto questo, l'Eucaristia è il testamento di Gesù. Tra poco lo ascolteremo - Beati gli invitati alla cena delle nozze dell'Agnello - e lì pregusteremo quell'incontro glorioso quando il Dio Provvidenza passerà personalmente a servirci e ci riempirà di quel gaudio eterno che è la forza del nostro istante. Ecco la bellezza e la grandezza della parola Provvidenza! Immersi in questo clima ritroviamo il fascino di poter camminare giorno per giorno nella potenza che viene dall’alto, profondamente consapevoli che il Signore cammina con noi e, passo passo, ci orienta verso quella pienezza di gloria quando egli, il Signore, sarà tutto in ciascuno di noi.


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