07 agosto 2022

XIX DOMENICA T.O. - ANNO C -

Sap 18,6-9   Eb 11,1-2.8-19                  Lc 12,32-48

OMELIA

La presenza del Signore nella nostra esistenza è costitutiva della nostra identità. Senza il Signore la nostra esistenza non reggerebbe, Ecco perché Gesù ha detto dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore e il nostro tesoro è il Cristo! Tutta la nostra esistenza è orientata al mistero di Cristo come fondamento della nostra storia, sull'esempio di Abramo, il quale credete sperando contro ogni speranza. Alla luce della preghiera della chiesa egli viene considerato il nostro padre nella fede. Il cristiano è un infaticabile ricercatore del volto di Cristo, senza di lui non riesce a vivere, e il Cristo è presente nel mistero della Chiesa, ed è molto bella la definizione di Chiesa che questa mattina l'evangelista Luca ci offre Non temere, piccolo gregge. La Chiesa è una piccola comunità ed è la grande riscoperta della cultura odierna: davanti alla crisi culturale nella quale noi ci veniamo a trovare la Chiesa è il piccolo gregge nel quale si realizza il mistero del regno dei cieli. Non ha detto Gesù Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno? Il Regno esprime la creatività divina attraverso l'armonia interpersonale, l'armonia cosmica, l'armonia interiore: la comunità cristiana in Gesù è autentica. La Chiesa è il luogo in cui noi gustiamo l'armonia di Dio e questo perché nella Chiesa gustiamo la signoria di Cristo e respiriamo l'azione creatrice dello Spirito Santo. La Chiesa è un Sacramento, è un segno visibile di una realtà invisibile, che ci prende e ci affascina continuamente. La Chiesa è un mistero che vive del mistero della Trinità. Entrare in chiesa è respirare l'eterno, è gustare questa vitalità divina che è il senso portante della nostra esistenza secondo la sintetica espressione evangelica: dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore E’ veramente bello venire in chiesa e lì trovare il tesoro, l’amato del nostro spirito! È bello avvertire come nel Concilio Vaticano II° ci sia un’espressione molto interessante Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, in modo particolare nelle azioni liturgiche. La Chiesa è il sacramento di Cristo, goduto in modo particolare nell'evento eucaristico, perché nella Chiesa c'è il Signore e respiriamo la sua presenza nella creatività dello Spirito Santo. Ecco perché la gioia che noi abbiamo entrando in chiesa è entrare in questa gustazione di una Presenza attraverso l'essenzialità, la semplicità, la bellezza, la gioia che viene dall'alto.

Ma questo grande mistero che ci avvolge e che determina profondamente il nostro vissuto ha tutta la sua verità si costruisce giorno per giorno nel cammino dell’attesa: siamo chiamati ad attendere il Signore, E’ quello che Gesù ci ha detto nel brano evangelico. Il Signore è presente in mezzo a noi sacramentalmente, è avvertito nella fecondità della fede, è accolto come l'Invisibile presente nel visibile. Nella divina liturgia percepiamo una realtà veramente meravigliosa al di là del segno che noi viviamo. Dobbiamo essere profondamente convinti che il desiderio di venire in chiesa sta nel vedere un segno per poter gustare una presenza, il Risorto, respirando la fecondità dello Spirito Santo.

Tuttavia dobbiamo prendere coscienza che la bellezza della Chiesa è provvisoria, in essa siamo chiamati ad attendere il Signore nella sua venuta finale. E’ molto bella la definizione di Chiesa che ci offre il Vaticano II: Chiesa pellegrina nel mondo. Siamo Chiesa, che nello scorrere del tempo gusta l’attualità del Signore per aspettarlo nella luminosità della Gerusalemme celeste. Questa meravigliosa attesa rappresenta la creativa azione dello Spirito che ci proietta in avanti verso la pienezza della gloria. Approfondiamo la intensa convinzione che quando noi ci ritroviamo nella celebrazione dei divini misteri stiamo aspettando il Maestro divino. Se noi gustassimo tale verità si realizzerebbero i due principi che abbiamo intuito nel brano evangelico.

Innanzitutto il Signore passerà a servirci. Quando noi entrando nel profondo della nostra riflessione veniamo condotti nella comprensione del Paradiso, sia pure nel linguaggio dell’immagine, noi in quel momento vedremo il Signore che ci serve a tavola, regalandoci se stesso, il paradiso sarà la realizzazione del desiderio dei nostri desideri, il Signore passerà a servirci. Allora saremo nella vera gioia, la gioia che noi sperimentiamo nel sacramento, la gioia che noi gustiamo nella fede, la gioia che anima il nostro cammino nella storia. Il percorso della nostra esistenza sarà luminoso, noi tutti vedremo il Signore faccia a faccia. E’ molto bello amare la Chiesa come luogo dell'esperienza del Maestro nello Spirito Santo per poterlo attendere nel mistero della gloria futura Nella comunità cristiana ci accostiamo alla sorgente della vita nuova. Se noi percepissimo tale verità noi ci accorgeremmo che la bellezza del tempo è attendere, desiderare, entrare in un itinerario dove il Maestro lentamente diventa il nostro tutto, secondo il principio evangelico: dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Ecco perché amiamo la Chiesa che ci fa gustare la presenza del Signore, che ci fa attendere la pienezza della gloria. Entriamo in questa bellezza che ci affascina continuamente. Il cuore rigenerato nel sacramento, il cuore ravvivato nel quotidiano diventa scuola che ci converte e ci apre a orizzonti infiniti. Quando finalmente vedremo il Signore faccia a faccia ci ritroveremo in una realtà che realizzerà ogni nostra potenzialità presente nelle nostre persone.

Su tale sfondo vitale sperimentiamo la bellezza dell'Eucarestia! L’espressione di Gesù: Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno...la stiamo gustando ora. L'Eucaristia è il suo testamento, la sua presenza che ci fa desiderare la pienezza della gloria. Chiediamo al Signore in questa Eucaristia che il nostro cuore sia veramente ancorato in lui per poterlo desiderare sempre di più in modo che la nostra morte sia come quella di Gesù Padre nelle tue mani consegno il mio spirito… tutto è compiuto: nel morire gusteremo la nostra vita realizzata! E allora viviamo con tale ricchezza interiore questa Eucaristia, con un cuore totalmente aperto, e allora non avremo problemi del quando il Signore arriverà perché lo stiamo già desiderando e, desiderandolo con tutte le nostre forze, aspettiamo solo che venga, non ci interessa quando, Egli verrà, ci prenderà con sé e ci introdurrà in quella Gerusalemme del cielo nella quale ci saranno cieli nuovi e terra nuova ed eternamente canteremo la nostra gioia seguendo l'Agnello ovunque egli vada. La celebrazione eucaristica è una meravigliosa presenza che anima il nostro quotidiano per essere sempre più attirati nel desiderio di accedere alla luminosità della Gerusalemme celeste con tutti i nostri fratelli: sarà la piena realizzazione del mistero della chiesa nella quale sperimentiamo la presenza affascinante del Risorto che ci prende per mano e ci accompagna alla soglia della pienezza del regno dei cieli.

 

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