09 ottobre 2022

XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C - DEDICAZIONE DELLA CHIESA

Ez 43,1-2.4-7     1 Pt 2,4-9     Gv 4,19-24

OMELIA

La nostra comunità cristiana oggi è invitata ad approfondire il senso di cosa voglia dire essere Chiesa. E’ nella gioia d’essere comunione che il volto di Cristo diventa fecondo per il nostro spirito. Una simile convinzione ci aiuta a ricordare che il giorno della dedicazione del tempio evangelico non è nient’altro che richiamare quello che poc’anzi l’apostolo ci ha regalato nel Vangelo: essere un vivente e trasfigurante culto in spirito e verità sapendo che questo culto in spirito e verità è incarnato nella figura di Cristo. Noi siamo qui riuniti come comunità e la comunità è la Chiesa; secondo un trinomio molto bello: il Cristo, presente in mezzo a noi, attraverso la convivialità eucaristica ci raduna come popolo di Dio, tre elementi che fanno il mistero della Chiesa. Le mura sono solo un segno di un mistero molto più grande e questo mistero si racchiude in questi tre passaggi:

-      il Signore è presente nella storia,

-      la bellezza della convivialità eucaristica,

-      la gioia di essere popolo di Dio.

Ecco perché Gesù ha detto Ma viene l’ora, ed è questa in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, dove l’ora è la persona di Gesù nel progetto di salvezza del Padre. La bellezza dell'essere Chiesa è gustare in modo meraviglioso la reale presenza di Cristo e questo è il primo elemento che dobbiamo insieme cercare di condividere. Le mura sono un segno, non sono il valore, le mura ci dicono “qui quando ci si raduna c'è il Signore vivente!” E’ la bellezza della nostra esistenza: vedere il Signore! Ecco perché noi entriamo nella celebrazione desiderosi di poterlo vedere; un cristiano non innamorato di questa attrazione continua verso il Signore non ha intuito cosa sia la Chiesa. E’ la bellezza della nostra fede il fascino di Gesù! Il resto è tutto segno di qualcosa che ci avvolge, ci costruisce, ci dà il senso della vita.

Noi questa mattina ci siamo radunati nel fascino di Gesù, il rito è solo l'incarnazione, la ritraduzione di questa bellezza di Gesù che prende la nostra vita. Dedicare una Chiesa in un luogo è perché, quelle persone che vi abitano, sono affascinate da Gesù; se non ci fosse questo criterio di fondo è tutto museo! La bellezza è la presenza del Signore e questa presenza del Signore si ritraduce nella gioia della convivialità, la bellezza di ritrovarci attorno al Signore, alla sua parola e alla sua commensalità. La grandezza della Chiesa è stare con il Signore! Ecco perché nel succedersi della ritualità la nostra anima è presa da un unico mistero: Gesù ci convoca, il Risorto ci parla, il Figlio di Dio celebra i divini misteri. Questo è il mio corpo dato, questo è il mio sangue versato… la bellezza di gustare una presenza attraverso la bellezza feconda della convivialità.

Tutto questo ci permette il terzo passaggio, secondo una bella espressione che nella teologia medievale è emerso in modo chiaro: l'Eucaristia fa la Chiesa. Il Signore risorto ci convoca attorno a sé, nella convivialità costruisce la Chiesa, la comunità cristiana. E’ la bellezza di ritrovarci questa mattina qui, essere nell'Eucaristia Chiesa autentica: è l'assemblea liturgica. Ecco perché Gesù ha detto Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità. Infatti qual è il mistero che stiamo vivendo in questo momento? Il fascino di Gesù ci ha attirati, la presenza di Gesù ci sta trasfigurando, è la bellezza di essere qui persone che si lasciano costruire sacramentalmente, lui è presente, lui ci sta veramente rinnovando esistenzialmente dandoci la luminosità della bellezza eterna! La Chiesa è dei contemplativi. Un cristiano - diceva un grande teologo tedesco - o è un mistico o non è un cristiano. La bellezza di ritrovarci nell'Eucaristia è la bellezza di trovarci persone che si lasciano trasformare dalla luminosità del Cristo, che ci costruisce giorno per giorno, nella pienezza della nostra umanità. E allora la comunità cristiana è nient'altro che un popolo di Dio in cammino che esce nel tempo e nello spazio per proclamare le meraviglie di Dio. Chiamati a vedere il Signore nella contemplazione ne gustiamo la presenza attraverso il sacramento per entrare in una esperienza mistica, la stessa sensibilità di Cristo diventa la nostra sensibilità. Questa è la Chiesa!

Noi tante volte dimentichiamo questo meraviglioso mistero che è il senso portante della vita. Non per niente noi celebriamo in attesa della pienezza della Gerusalemme celeste. Questo è un segno, un terremoto potrebbe distruggerlo, ma la Chiesa rimane: la bellezza di ritrovarci in attesa di quella bellezza gloriosa che è la Gerusalemme del cielo. Ecco allora la bellezza di ricordare la dedicazione di una chiesa la riscopriamo per farci ritrovare assemblea che crede, che celebra, che si lascia misticamente trasformare. E allora se noi riuscissimo a cogliere la bellezza di questa esperienza noi ci accorgeremmo che è bello essere Chiesa, popolo convocato nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, popolo che vive il mistero pasquale nella persona della reale presenza di Cristo attraverso il respirare la creatività dello Spirito Santo che ci invia nel mondo, come nell’esperienza della Pentecoste, per dire all'umanità che in Cristo Gesù ogni uomo è se stesso. Ecco il senso di questa celebrazione che dovrebbe veramente qualificare la nostra vita.

In questa celebrazione viviamo intensamente la convivialità di una presenza, la convivialità di una parola, la convivialità di un banchetto per poter veramente con i fratelli condividere la convivialità della bellezza gioiosa della fede dove il Signore giorno per giorno ci trasfigura mentre siamo in attesa di contemplare il suo volto nella Gerusalemme eterna dove internamente il Padre cantando nello Spirito Santo la gioia del dono della vita.

Questo sia il senso di questa nostra celebrazione, dove possiamo la bellezza di sentirci popolo in cammino in attesa della gloria camminando con il Risorto nella luce dello Spirito Santo. Tale sia il mistero che vogliamo vivere e condividere mentre siamo in attesa, quando passeremo da questa assemblea sacramentale all'assemblea gloriosa del cielo, quando con i 144000 dell'Apocalisse seguiremo l'Agnello ovunque vada cantando il canto nuovo che già oggi sperimentiamo e che domani, nella gioia luminosa del paradiso, sarà la pienezza della nostra vita.


Nessun commento:

Posta un commento