04 dicembre 2022

II DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A

Is 11,1-10    Rm 15,4-9       Mt 3,1-12

OMELIA

Il cammino dell'Avvento orienta progressivamente il nostro sguardo al mistero di Gesù, la nostra speranza è Gesù e davanti a questo orizzonte oggi dobbiamo far nostro l'invito di Giovanni il battezzatore: convertitevi, facendovi battezzare nell’acqua. L’intenso desiderio di voler vedere il Maestro divino passa attraverso il personalizzare il suo insegnamento. Solo così il nostro cuore si apre all’annuncio del vangelo. Ci accorgiamo di conseguenza che l'incontro con il Maestro nasce da una profonda esperienza di conversione. Allora insieme cerchiamo di chiederci cosa voglia dire questa parola “conversione”. Tenendo presente lo sfondo della rivelazione, ci accorgiamo che tre sono gli aspetti sui quali vogliamo soffermarci, perché la bellezza della speranza sta nel desiderio del Cristo sempre più vivo, che abita in noi e nella nostra storia. La conversione è la gioia della speranza.

Il primo elemento da tener presente nella nostra riflessione è la sottolineatura che la conversione si colloca all'interno della nostra persona. Quando siamo stati battezzati siamo stati immersi nella morte, sepoltura e risurrezione del Signore, in quel momento siamo stati chiamati a “conversione”. Si realizza in tale esperienza un passaggio continuo dalle tenebre alla luce, dalla storia all'eternità beata, dalla stanchezza dell'esistenza all'ebbrezza del quotidiano. La conversione è qualcosa che è all'interno della nostra persona. Usando un’espressione più semplice, potremmo affermare che convertirci è diventare, giorno per giorno, il mistero di Gesù. Convertirsi è proclamare nella fede che Gesù è il Signore! La bellezza della nostra esistenza sta nel lasciarci affascinare da questo mistero che è dentro di noi. Noi siamo stati inseriti, attraverso il gesto rituale, nella vita di Gesù ed è molto bello come la Chiesa antica il battesimo fosse celebrato nel nome di Gesù. La conversione non è altro che il divenire quotidiano nel fascino di Gesù che rinnova la nostra esistenza. Ecco perché il cristiano può attendere la venuta del Maestro Divino lasciandosi catturare dalla persona del Maestro. Attraverso la conversione viviamo il desiderio di Gesù che cresce dentro di noi, e tutto questo noi lo sviluppiamo assumendo i sentimenti di Gesù, assumendo la sensibilità di Gesù, usando un'espressione cara alla lettera di Paolo ai Filippesi assumere la sensitività di Gesù stesso. La conversione è il mistero di Gesù che invade le nostre persone: Gesù nel cuore, Gesù nella mente, Gesù nelle azioni. La nostra esistenza è incarnazione del mistero di Gesù E’ una bella avventura quella della conversione perché illumina continuamente i nostri passi per diventare il Maestro Divino. La conversione è un fascino attivo, che rende profondamente dinamica la nostra esistenza. La nostra quotidianità si costruisce in un divenire continuo che ci rinnova in modo veramente inesauribile

Noi tante volte vorremmo - usando un'espressione semplice - diventare buoni ed essere tranquilli. Noi finiremo il cammino di conversione quando vedremo Gesù faccia a faccia, ecco perché la conversione è assumere la stessa sensibilità di Gesù, è sviluppare in noi quel mistero che è la bellezza della nostra persona, di null'altro noi ci gloriamo se non del mistero di Gesù. Se noi riuscissimo a cogliere questo secondo passaggio la conversione diverrebbe lo spazio abituale della nostra vita. E’ il fiorire di Gesù dentro di noi, è quel Gesù che lentamente diventa il Signore della nostra persona. Quando noi volessimo ritrovare la bellezza feconda della nostra esistenza la parola chiave è conversione, rendere la nostra vita una viva professione di fede: Gesù è il Signore! Questa è una meravigliosa avventura perché, finché saremo in questo mondo saremo in un divenire continuo, dove il Maestro entra nella nostra vita e ci guida continuamente. Al mattino incontriamo il Risorto, lungo la giornata lo gustiamo per giungere alla sera desiderando l'incontro glorioso finale. Allora la conversione non è diventare più buoni, ma innamorarci progressivamente della persona di Gesù, personalizzandola. L'essere presi dall'amore di Gesù è un dinamismo così profondo, così dinamico, così propellente che noi non saremo mai come Gesù ci vorrebbe. Ecco perché la conversione è la vivacità costante della nostra esistenza.

Ecco perché Paolo ci ha parlato di speranza. La speranza è il Signore che è in noi, che è sempre più fecondo nel nostro quotidiano, perché ci plasma interiormente facendo sì che assumiamo i suoi sentimenti. Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù. La vita pasquale del Maestro è destinata a diventare il cuore della nostra vita feriale. Infatti quando il Signore verrà nell’ultimo giorno e lo incontreremo, l'unica cosa che ci chiederà è vedere quali dimensioni interiori noi avremo veramente realizzato: se avremo incarnato nelle nostre povertà il volto di Gesù, anima della nostra anima. Ecco perché il cristiano sa che la sua vita è una conversione continua. Qui cogliamo la vitalità della nostra esistenza spirituale. D'altra parte, se guardassimo attentamente cosa voglia dire l'espressione di Giovanni essere battezzati nell'acqua, ci accorgeremmo che quell’espressione vuol dire ritornare all'origine della nostra esistenza, a quelle acqua primordiali da cui è fluita la nostra vita fisica. La nostra esistenza è in Cristo Gesù, e poiché la nostra esistenza è il Cristo Gesù ecco la conversione si realizza, immergendoci per pura gratuità divina in quell'acqua di salvezza che ogni giorno ci rinfresca e ci rigenera per diventare il volto di Gesù. Come sarebbe bello se al termine della nostra vita, incontrando il Padre, egli ci dicesse: Ecco il volto luminoso del mio Figlio! Ecco il senso e la finalità della vita di conversione evangelica: fare in modo che il Cristo lentamente ci trasfiguri e sviluppi noi il suo mistero. La conversione si colloca nel cammino evangelico e il vangelo non è un fatto moraleggiante o stoico, ma è un dilatare quella vocazione mistica che è apparsa in tutta la sua ricchezza nell’iniziazione sacramentale a Cristo nella chiesa.

Ecco perché ci ritroviamo nell'Eucaristia per essere trasfigurati, celebrare l'Eucaristia è dare vivacità settimanale alla nostra vocazione alla conversione: diventare Gesù! La fecondità della nostra partecipazione ai divini misteri sta nel vibrante richiamo a vivere la conversione come innamoramento attivo e dinamico della persona del Maestro Divino e poiché questo storicamente è impossibile, la speranza ci apre su orizzonti gloriosi quando Dio sarà tutto in ciascuno di noi. Ecco la speranza, ecco il senso della conversione, ecco il senso della nostra vita: andare all'Eucaristia per diventare sempre più quello che siamo: creature nuove in Gesù Cristo. Questa sia la forza all'interno della nostra vita. Questo tempo dell'Avvento è il desiderio di fondo di diventare il volto del Maestro in modo che quando il Signore verrà lo potremo riconoscere perché la nostra interiorità sarà così in lui trasfigurata che lo vedremo, e il nostro cuore canterà la gioia di essere in lui uomini autentici. Questo sia il cammino che il Signore ci regala attraverso la figura di Giovanni il battezzatore in modo che la conversione sia l'avventura alla quale il Padre ci chiama perché diventiamo quel volto di Gesù che dall'eternità in noi è stato concepito e che nella pienezza del paradiso avrà la sua piena e definitiva realizzazione. 

 

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