08 gennaio 2023

BATTESIMO DEL SIGNORE – ANNO A – FESTA

Is 42,1-4.6-7           At 10,34-38 Mt 3,13-17

OMELIA

La bellezza del tempo natalizio sta tutta nell'avventura che ci porta progressivamente a conoscere Gesù, a entrare nel suo mistero e a renderlo principio portante della nostra esistenza. Questa esperienza giunge al suo culmine storico attraverso il testo evangelico che poc’anzi abbiamo ascoltato dove, in un atteggiamento di profonda sete di verità, noi ci rendiamo docili all'azione dello Spirito Santo per poter conoscere veramente il volto di Gesù. Sono i tre passaggi che il testo evangelico questa mattina ci offre e ci permettono di entrare nell' esperienza di Gesù.

Innanzitutto è importante il dialogo tra Gesù e Giovanni il battezzatore che ritraduce un'esperienza di fondo nel cammino della fede: avere lo sguardo rivolto verso l'alto. La bellezza del cammino della fede è aprire l'orizzonte del cuore al darsi e al rivelarsi di Dio. La conoscenza di Gesù non è la conseguenza di tante formulazioni teoretiche, ma è l'apertura del cuore che guarda verso l'alto, che si pone nell' atteggiamento di apertura davanti al mistero di Dio: essere esistenzialmente assetati del volto di Gesù. La conoscenza del Maestro è direttamente proporzionale a come noi abbiamo questo desiderio che il Signore ci riveli il suo volto. Se noi guardassimo il senso della nostra vita ci accorgeremmo che esso è uno solo: conoscere il Maestro! Tale conoscenza parte dalla percezione interiore di avere lo sguardo verso l'alto, come ci insegna il salmo: Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l'aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra. Un simile orientamento ci porta a collocare la nostra esistenza nell’ orizzonte infinito del Mistero.

E’ una verità questa che dovremmo riuscire sempre ad approfondire nella nostra storia, davanti agli interrogativi della fede aprire il cuore e dire: “Vieni Signore Gesù, manifestami la grandezza del tuo volto perché io possa camminare in novità di vita!” E’ il compiersi di quella giustizia di cui ha parlato il Maestro: ci sentiamo chiamati all'apertura del cuore, al desiderio più profondo presente nel nostro spirito di spalancare la nostra esistenza al Dio che viene.

Questo primo elemento diventa fecondo attraverso un particolare, tutto dell'evangelista Matteo: essere avvolti dallo Spirito Santo. L’uomo che in silenzio come Maria si pone davanti al mistero di Dio viene guidato dalla creatività divina che suggerisce i pensieri e dà la capacità per entrare nella conoscenza: come il Verbo si è incarnato per opera dello Spirito Santo, senza l'azione creatrice dello Spirito Santo noi non conosceremo mai Gesù. Nessuno dice Gesù è il Signore se non nello Spirito Santo. Il mondo di Dio è conoscibile solo da chi si lascia avvolgere dalla signoria dello Spirito Santo che diventa creativo dentro di noi. La conoscenza del Mistero della salvezza ha luogo attraverso l'esercizio di una docilità continua e inesauribile nelle mani dello Spirito Santo.

Ecco perché l'uomo interiormente ha lo sguardo verso l'alto e, in questo sguardo, si lascia penetrare dalla creatività di Dio che nel silenzio del cuore dà la capacità di entrare nel mistero. La conoscenza di Gesù passa attraverso questo atteggiamento interiore attraverso il quale noi ci poniamo nel Mistero.

Facendo nostra tale verità, ci accorgiamo che la rivelazione del Padre ci permette d’intuire un principio: se il Padre nello Spirito Santo non ci parlasse di Gesù, il Maestro non lo conosceremmo mai. Ascoltiamone le parole: Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Intuiamo allora che Gesù è un dono del Padre. Infatti qual è la bellezza del guardare verso l'alto, essere docili allo Spirito se non l'apertura del cuore al Dio che si rivela? La bellezza della fede è un cuore aperto che si lascia invadere dal Dio che entra in relazione con noi. E’ interessante cogliere il senso di questa voce, che mette in luce che la rivelazione non è altro che una relazione. Il linguaggio dell’evangelista è ben chiaro: Questi è il Figlio mio. Siamo stimolati a intuire che il valore del parlare significa il porsi in relazione, conoscere Gesù è vivere una relazione con il Padre che ci regala la bellezza luminosa del Figlio, la conoscenza è un fascino di trasfigurazione. Noi spesse volte siamo troppo legati a una eredità culturale che pone al centro l'intelligenza; la bellezza della conoscenza è un cuore aperto che si lascia trasformare e illuminare. Gesù lo conosciamo perché il Padre ce lo regala. In un certo qual modo si realizza un principio che nella bellezza della fede noi dovremmo lentamente ritrovare e riscoprire: noi siamo dei chiamati ad accogliere la voce del Padre che ci regala il suo Figlio Gesù Questi è il Figlio mio, l’amato, e cioè “Questi è il mio Figlio che per amore darà la sua vita per l’umanità, questi è il mio Figlio che voi conoscerete amando come ha amato lui. Di conseguenza intuiamo che la conoscenza di Gesù passa attraverso un itinerario che è molto più ampio rispetto alla nostra persona. Ci ritroviamo in una creatività divina che penetra nel nostro spirito; lo sguardo rivolto al Padre è disponibilità, lo Spirito Santo è creatività, la voce del Padre è il dono. Ecco perché la bellezza del battesimo di Gesù al Giordano sta tutta nella presa di coscienza che credere è un meraviglioso dono. È una meravigliosa reazione nella quale veniamo immersi nella vivacità esistenziale delle tre Persone Divine. Non pensiamo che quando veniamo battezzati che siamo battezzati: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, siamo immersi in una relazione trinitaria che ci permette di conoscere veramente Gesù?

Ricordiamo sempre a noi stessi che la conoscenza teologale è una mistica relazione tra un cuore aperto e una docilità allo Spirito che ci permette di accogliere il dono del Padre che è Gesù. Conoscere Gesù perciò rappresenta la fecondità che scaturisce dal canto della nostra gratitudine.

Ecco perché ci troviamo nell'Eucaristia questa mattina. Se noi guardassimo attentamente il mistero eucaristico esso è quello che abbiamo meditato nel battesimo di Gesù al Giordano. Il nostro cuore aperto vive la bellezza d’essere avvolto dalla creatività dello Spirito Santo e desidera accogliere dal Padre il dono del suo Figlio, anzi ci regala al suo Figlio perché diventiamo sacramento del suo Figlio. Allora veramente lo potremo veramente conoscere.

Questa mattina a conclusione del tempo di Natale la cosa bella che la Chiesa ci offre è questa: “Impara nell'Eucaristia a conoscere Gesù, a lasciarti conoscere dallo Spirito Santo, ad accogliere la luce del Padre che illumina la tua vita!” Se noi cogliessimo tale ricchezza allora la nostra vita sarebbe un crescere giorno per giorno nella conoscenza del Maestro divino. Le tre parole con le quali potremmo sintetizzare il tutto sono: desideriamo il volto di Gesù, poniamo la nostra esistenza nella docilità alla creatività divina, accogliamo il dono del Padre che è Gesù stesso. Vivendo questi tre momenti noi ci accorgeremmo come la nostra vita sia veramente un camminare con Gesù in questa consapevolezza che non siamo mai soli, ma siamo continuamente vivificati dalle tre Persone Divine perché entriamo in quella conoscenza che è la bellezza, la speranza e la gioia del nostro maturare quotidiano nell’esperienza teologale.

 

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