06 gennaio 2023

EPIFANIA DEL SIGNORE – MESSA DEL GIORNO – SOLENNITÀ

VENERDÌ 06 GENNAIO 2023 - Messa del Giorno

Is 60,1-6       Ef 3,2-3a.5-6          Mt 2,1-12

OMELIA

Il Verbo di Dio entra nella storia dell'uomo, diventa uomo accanto a un uomo, perché questi diventi sempre più ricercatore del volto del Padre. La Chiesa convocandoci questa mattina nel ricordo dei Magi vuole aiutarci a comprendere un aspetto fondamentale della nostra esistenza: essere ricercatori del volto di Dio. È la bellezza del senso del Natale: Dio si incarna, entra nella storia dell'uomo, Maria nel suo silenzio si pone in stato di adorazione perché attraverso la nostra esistenza noi ci poniamo in cammino verso la bellezza di Dio, è la grandezza del cammino della nostra vita. Il credente è un ricercatore del volto di Dio e questo, attraverso tre passaggi che dovrebbero illuminare la nostra esistenza e renderci infaticabili persone che si pongono alla ricerca del senso della vita.

Innanzitutto chiediamoci perché il Verbo si sia fatto carne. Spesse volte per noi è ovvio l'evento dell'Incarnazione, è Natale, Gesù bambino. Tuttavia la bellezza del Verbo che si fa carne ha un significato molto più profondo: introdurre nell'uomo la sete della verità, l'uomo deve diventare ricercatore del volto di Dio. A tale scopo guardiamo sempre il tema fondamentale della creazione: Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e in quel diventare creature a somiglianza divina noi ritroviamo la bella espressione di Paolo quando ci parla del cammino battesimale; così anche noi camminassimo in novità di vita, diventando ricercatori del volto di Dio. Quando al termine della nostra esistenza ci apparirà la luminosità del volto di Dio allora noi saremo persone che saranno veramente soddisfatte, e diremo:” Colui che ho cercato è colui che sto contemplando, è colui che mi dà il gusto della bellezza della mia esistenza”. Prendendo a prestito il salmo potremmo dire: Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio.

Questa ricerca nasce nel linguaggio che abbiamo ascoltato dal testo evangelico da una stella: è la luce che brilla nelle tenebre. Chi è il grande protagonista della ricerca del valore fondamentale della nostra esistenza? Nel racconto dei Magi è la stella, e, nell' esperienza della nostra vita la creatività dello Spirito Santo. La nostra esistenza, guidata profondamente dal darsi del mistero di Dio, è quella sete di pienezza di vita che è presente in ciascuno di noi. Quando siamo davanti all'evento dell'Incarnazione nasce una grossa domanda: perché il Verbo si è fatto carne? Noi spesse volte diamo una unica risposta: per donarci la salvezza, perché partiamo dal principio dell'essere peccatori. Ma se noi guardiamo il progetto di Dio, il più antico, quello che è all'interno del rapporto Dio-umanità noi ci accorgiamo che il Verbo si è fatto carne per aiutarci a ricercare il volto del Padre. Dice molto bene l'autore della Lettera agli Ebrei Dopo aver a più riprese e in più modi, parlato per mezzo dei profeti, Dio alla fine, nei giorni nostri, ha parlato a noi per mezzo del Figlio perché questa Parola incarnata diventasse itinerario della nostra esistenza. Quella stella è Dio che entra nella nostra esistenza e crea in noi quella infaticabile volontà di metterci in cammino per gustare una Presenza. Ecco perché la bellezza del ritrovarci con i Magi ricercatori è Dio in noi che si fa cercare. Noi qualche volta abbiamo dimenticato una dinamica all'interno della nostra vita: fin dal mattino il Signore ci rende attenti alla sua parola perché noi possiamo diventare persone ricercatrici del suo volto: è la bellezza della vita! Ecco perché il cristiano non ha il problema della morte perché il momento della morte sarà il passaggio alla visione gloriosa, quando Dio sarà tutto in ciascuno di noi. Ecco allora il primo elemento che dobbiamo cogliere dalla festa di oggi: come i Magi dobbiamo lasciarci illuminare dalla Luce che viene dall'alto per camminare alla ricerca del senso della vita.

Se noi dovessimo chiedere a Gesù - perché ti sei incarnato? - Egli ci direbbe: perché tu continui a cercare la bellezza del dono della vita! Quindi l'esistenza quotidiana deve essere vista come infaticabile cammino per entrare nella Luce e in questo cammino ecco che l'uomo, attraverso la sua storia, continuamente viene purificato. È molto bello vedere nella figura dei Magi l'uomo ricercatore del vero. La vita non è al mattino svegliarsi, andare a lavorare e poi ritornare alla sera stanchi a casa. La vita è qualcosa di più, la vita è fondamentalmente un itinerario di attrazione nel mistero e questa attrazione avviene attraverso la purificazione. È molto bello vedere i Magi che partono all'avventura, la Verità ci sta attirando, la bellezza del Divino ci sta affascinando, il nostro cuore desidera incontrare il vero. E allora la purificazione diventa una naturale conseguenza. Usando un’immagine, la vita è lasciarci scalpellare dallo Spirito Santo perché il nostro cuore si innamori sempre più dell'essenzialità della nostra esistenza. La storia è linguaggio plasmatore di Dio perché veramente possiamo entrare in un itinerario dove lui è il Signore.

Allora la nostra esistenza diventa come educazione quotidiana per entrare nel Mistero, e il Mistero lo possiamo accogliere attraverso la parola di Dio. I Magi giungono a Gerusalemme che rappresenta il luogo della fedeltà di Dio e Dio parla Il Signore dice: Betlemme, tu sei una delle più piccole città della regione di Giuda. Ma da te uscirà colui che deve guidare il popolo d'Israele a nome mio. Nella ricerca si rivela essenziale entrare nella parola di Dio, in quel Dio che ci prende per mano -la stella- che ci purifica nel cammino quotidiano per entrare veramente a contemplare il Signore.

Di conseguenza l'atteggiamento finale dei Magi è l'atteggiamento che noi potremmo dire ultimo della nostra esistenza quando, entrando in quella casa, entreremo nel paradiso, gusteremo la bellezza di Dio, Gesù e Maria e in quella adorazione ci lasceremo penetrare dalla luminosità del Divino che ci accompagnerà per tutta l'eternità beata. E allora Il Natale è scuola di ricerca, scuola di sete, scuola di desiderio di verità, dove ogni momento della nostra esistenza diventa l’incarnazione del salmo: il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto. L'incontro dei Magi con Gesù e Maria lo potremmo definire l'incontro glorioso che avremo in paradiso. Il Verbo si è fatto carne, è venuto a camminare con noi nella storia per introdurci nella gustazione del volto eterno del Padre: è il senso della nostra vita! Ecco perché quando veniamo battezzati veniamo battezzati nell'acqua e cresciamo nella sete esistenziale, alla luce ci ciò che ancora il salmo ci suggerisce: Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio.

Questo sia il mistero che vogliamo celebrare: l'Eucaristia non è altro che l'essere afferrati dallo Spirito in questa ricerca del volto di Gesù che nel pane nel vino si regala a noi come farmaco di immortalità divina. In tale esperienza ci sentiamo chiamati a entrare in un Mistero più grande di noi. La festa di oggi celebrata nell'Eucaristia incarna quella sete del volto di Dio che ci ha portati a entrare qui, in chiesa, a celebrare un rito per gustare la grandezza del volto del Risorto. Questa sia l'Eucaristia che stiamo celebrando, questa l'attesa della nostra vita e allora in paradiso offriremo: oro, incenso e mirra, saremo persone trasfigurate, saremo il volto di Cristo morto, sepolto e risorto in una gloria che non avrà mai termine, in un gusto eterno. Allora noi tutti diremo: “Signore ti ho amato per tutta la mia vita, ora mi consegno a te perché tu mi ricopra della tua luce immortale, in quella luminosità eterna che sarà il gaudio per tutti i secoli dei secoli!” Amen


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