21 marzo 2023

IV DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A

DOMENICA 19 MARZO 2023

1Sam 16,1b.4.6-7.10-13                        Ef 5,8-14      Gv 9,1-41

OMELIA

Il cammino che la Chiesa ci offre in questa Quaresima ci porta lentamente a entrare nel fascino di Gesù. Attraverso lo scorrere di questi giorni, Gesù ci prende per mano, ci conduce nelle vie della storia per rivelarsi a ciascuno di noi. La bellezza della Quaresima è gustare il volto trasfigurante del Cristo, nel quale ritroviamo la bellezza della nostra identità. Questa mattina la Chiesa, attraverso la parola che abbiamo ascoltato, ci delinea un cammino che siamo chiamati a percorrere per fare della nostra vita un atto di fede. Nella sua narrazione siamo chiamati a passare dalla fede elementare del cieco nato alla fede cristologica che è trasfigurazione nel Mistero attraverso l'adorazione del Maestro. La bellezza della Quaresima sta nel seguire questo cammino, partire da un itinerario di fede incipiente per giungere alla fede teologale. La domanda che noi si poniamo sta nell’intuire come questo itinerario possa realizzarsi.

Ecco i tre passaggi che potrebbero aiutarci in questo cammino:

  lasciarci condurre dalla persona di Gesù,

  lasciarci purificare dalla storia,

  per giungere alla essenzialità della vita.

Innanzitutto risulta importante entrare nell'azione di Gesù: la fede è un dono, è un atto gratuito che ci è stato regalato nel giorno stesso della nostra nascita. Ogni uomo ha una fede elementare e l'esperienza che quel cieco ha fatto è d’essersi fidato, ha lasciato che Gesù divenisse il protagonista della sua vita. E’ interessante come Gesù conduca quella persona e la persona si ponga in stato di obbedienza. L'uomo è grande perché la sua esistenza è tutta un capolavoro di obbedienza alla storia, all'azione di Gesù, alla sua creatività.

L’interrogativo che ne nasce sta nel come da una fede elementare si possa giungere alla fede trasfigurante. Credo che il brano evangelico di questa mattina ci aiuti in questo cammino attraverso l'ascolto della storia, le difficoltà della vita, gli interrogativi che il momento presente ci offre: è il passaggio dalla realtà del superamento della signoria del rito, o della legge, andando al di là dei limiti affettivi, rappresentati dall’atteggiamento dei i genitori. Inoltre è stato importante il non lasciarsi dominare dalle autorità - che impongono la verità - per giungere all'incontro personale di Gesù. La storia è una purificazione continua, per giungere alla verità della propria esistenza.

E’ molto bello come l'evangelista Giovanni ci parli di Gesù come il Verbo incarnato, colui che si è fatto carne, che parla agli uomini attraverso la storia. Quella persona è giunta all'atto di fede, lasciandosi condurre dagli avvenimenti… la gente, i farisei, i genitori, i dottori della legge. Noi tante volte dovremmo riuscire a intuire che la storia è la pedagogia di Dio per camminare nella fede. Quando noi al mattino ci svegliamo e poniamo l'interrogativo a noi stessi - che senso abbia la nostra esistenza - la risposta è molto semplice: siamo chiamati a entrare nel mistero della nostra identità, vedendo la vita quotidiana come scalpellatura esistenziale per essere lentamente pronti alla fecondità dell'atto di fede. E’ quella lettura positiva dell'esistenza, che dovremmo recuperare. L'uomo contemporaneo ha difficoltà a credere perché non si lascia condurre dell’amore al quotidiano. Quella fede elementare che ha spinto il cieco nato a obbedire a Gesù lo ha lentamente guidato a purificarsi da ciò che è strutturale, da ciò che è affettivo, da ciò che dottrinale, per incontrare una persona, una persona che gli dà la vera luce. E’ molto bello vedere il dialogo che interviene tra Gesù e il cieco nato: Tu, credi nel Figlio dell'uomo?  Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?» In certo qual modo il Signore attraverso la storia lentamente ci pone innanzi l'interrogativo: chi è colui a cui affidare la nostra esistenza? E la risposta di Gesù «Lo hai visto: è colui che parla con te». In quel momento noi veniamo illuminati da una rivelazione ineffabile, il dono di quella luce e la guarigione del cieco diventa la luce del Dio che si rivela. Chi ama lasciarsi condurre dalla storia nel cammino del quotidiano giunge a questa bellezza: la rivelazione colui che ci sta parlando! Se noi dovessimo qualificare la nostra storia dovremmo dire che essa non è altro che l’essere condotti per mano dalla provvidenza per poter gustare la signoria di Gesù. In questo atteggiamento vediamo il passaggio dalla fede elementare dell'uomo che si affida fino a lasciarsi trasfigurare da quell'uomo che è Gesù, in tutta la grandezza del suo mistero.

Ed è molto bello l'atteggiamento di fede quando quell'uomo - dice il testo evangelico - si prostrò dinanzi a lui, qui gustiamo il senso adorativo del cammino di fede. L'uomo crede perché consegna tutto se stesso all'accadimento di Dio. La storia magari è una grande delusione, ma è una delusione che apre grandi orizzonti: giungere a conoscere il Maestro, essere nella luce. La fede, vista come un lasciarsi trasfigurare dalla personalità di Gesù è il senso portante della nostra vita.

Di conseguenza scopriamo che la vita diventa un incontro tra gli interrogativi della storia intensamente amata e un Dio pedagogo che lentamente ci conduce a quel meraviglioso atto di fede: chi sei tu? Colui che è la tua luce! Io sono la luce del mondo… Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo ha detto Gesù questa mattina. Innamoriamoci di Gesù! Questo è il senso portante della nostra esistenza. Tutta la storia, tutti gli avvenimenti che in un modo o in un altro ci circondano di qualunque qualità o entità siano ci portano all'essenzialità, alla verità: il volto luminoso di Gesù. E quando noi entriamo nel volto luminoso di Gesù la vita acquista un senso Io sono la Luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita: gustiamo il calore dell'esistenza dentro di noi.

Il Signore questo ce lo sta regalando, è la bellezza di essere qui a celebrare l'Eucaristia è la gioia di lasciarsi affascinare, trasfigurare, trasformare dalla sua presenza, è entrare nella sinfonia dell'Assoluto, che ci trasforma spiritualmente. Questa è la bellezza della nostra vita. Ci accorgiamo allora che la Quaresima rappresenta il tempo della gioia di innamorarci sempre più di Gesù in modo da essere in quella luce che ci sta per esserci regalata, nelle parole della consacrazione - Questo è il mio corpo dato, questo è il mio sangue versato, e dell’atto della comunione: il corpo di Cristo. Amen! -

Ora prepariamoci a gustare la trasfigurazione della nostra esistenza. Potremmo dire che l'atto della comunione eucaristica corrisponde a quel prostrarsi del cieco nato davanti a Gesù, ora stiamo entrando in quella adorazione trasfigurante che è la bellezza della nostra vita. Viviamo così questa Eucaristia. La settimana trascorsa ci ha condotti qui perché incontrassimo la Luce che cambia il mondo, entriamo in questa esperienza. Attraverso l'incontro sacramentale che stiamo celebrando questa mattina con il Maestro cresceremo nella Luce che diventerà luce eterna quando, finalmente, al termine della nostra storia, insieme a tutti i fratelli, vedremo il Signore nella Luce così, come egli è nella Gerusalemme celeste.

 

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