07 marzo 2023

II DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A

DOMENICA 05 MARZO 2023

Gn 12,1-4°   2 Tm 1,8b-10          Mt 17,1-9

OMELIA

La bellezza del cammino quaresimale sta nell’entrare nella profondità del mistero di Gesù e, domenica scorsa davanti al dramma delle prove della vita, Gesù ci ha dato una grande risposta: ascoltiamo la fedeltà di Dio nella Parola. Gesù rappresenta il maestro per costruire la vita, la Parola è luce per guidare i nostri passi, e, attraverso questa esperienza che essenzializza la nostra esistenza, noi oggi veniamo condotti all'altra parte del volto di Gesù, il volto della sua gloria, la trasfigurazione, dove noi entriamo nella luminosità di Dio. E’ interessante come l'episodio della Trasfigurazione avvenga in un contesto di annuncio di morte perché il cristiano possa effettivamente imparare a essere uomo della speranza. Ci sentiamo chiamati a contemplare la luce per gustare la bellezza di Dio. Sono i due aspetti sui quali vogliamo questa mattina soffermarci per ritrovare nel cammino del quotidiano la speranza: essere discepoli di Gesù per camminare in novità di vita.

Il primo aspetto è rappresentato dall’entrare nella luce dove la luce dà il sapore dell'eternità, della gloria di Dio, della bellezza della nostra esistenza. Sicuramente è interessante gustare come nel mistero della Trasfigurazione noi cogliamo la luminosità di Dio dove, questa luminosità, è il riflesso di un mistero di gloria nel quale noi veniamo progressivamente introdotti come discepoli. La speranza è Dio che opera in ciascuno di noi e la Quaresima significa entrare in questo mistero di gloria. Non per niente nella trasfigurazione abbiamo la pregustazione della risurrezione di Gesù. Noi ben sappiamo che siamo immersi in questo mistero di Gloria e tale constatazione ci è regalata dal rito battesimale dove, chiunque venga battezzato, è avvolto di una veste candida, la luminosità della Risurrezione. Ecco perché il cristiano in Quaresima guarda attentamente il mistero glorioso di Gesù per essere uomo ricco di fiducia e di speranza.

D'altra parte se noi andiamo al prologo di Giovanni noi cogliamo tale verità, come afferma l’evangelista: E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre… Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. La bellezza della scelta di Gesù ci conduce a entrare nel suo mistero di gloria. Ecco perché il battezzato riceve la veste candida. Il battezzato accoglie la luce della Risurrezione, il cristiano gusta nel cammino della vita l'inabitazione divina. Nelle prove della vita Gesù ci dice: sei il mistero della mia Gloria! E’ quella esperienza interiore che noi dovremmo riuscire a cogliere nel cammino quaresimale: entrare in questo mistero di gloria che ci permette di intuire come il battezzato sia colui che vive la vita stessa di Dio. Quanto più infatti noi cerchiamo di comprendere la figura di Gesù, tanto più riusciamo a comprendere la nostra identità cristiana, noi diventiamo interiormente la luminosità di Dio. E questo è un primo elemento che noi possiamo cogliere nell'avvenimento misterioso della Trasfigurazione: siamo la luminosità di Dio, siamo la vivente storia di Gesù, siamo la speranza che viene dall'alto.

Ma la Trasfigurazione ci introduce in una esperienza ancor più profonda, gustare la bellezza di Dio! Noi spesse volte quando parliamo di Quaresima immediatamente ci portiamo davanti linguaggi di tipo penitenziale, la bellezza della Quaresima è gustare la bellezza di Dio. Tante volte questa dimensione della nostra storia non è molto evidenziata, tante volte appare nella nostra vita tutto un cammino di penitenza, dimenticando che la Chiesa attraverso l'episodio della Trasfigurazione non solo ci dice che siamo nella luminosità di Dio, ma siamo nella bellezza di Dio, il cristiano è la vivente bellezza di Dio, e la bellezza ha il senso dell'infinito è gustare qualcosa di grande che determina il nostro cammino quotidiano. La conversione è essere e diventare la vivente luce di Cristo. Dobbiamo essere profondamente convinti che quando noi entriamo nella bellezza divina, ne gustiamo la bontà e camminiamo nella verità. Infatti se noi per un momento ci soffermiamo a contemplare Gesù come l'hanno contemplato i tre discepoli dovremmo riuscire a entrare in quella bellezza, quella luminosità candida che dà sapore di eternità beata. La bellezza incarna l'Infinito che ci avvolge e ci trasfigura. Quando l'uomo si lascia avvolgere dall'Infinito ne gusta la bontà; l'agire morale diventa il vissuto della contemplazione della bellezza e allora noi riusciamo a cogliere la grandezza del Mistero nel quale siamo chiamati a entrare perché entriamo nella verità, è la gioia della comunione divina che penetra nel cammino della nostra vita quotidiana. Ecco perché la Chiesa nell'itinerario quaresimale che ha come protagonista il Cristo, il quale, dopo averci indicato la via per vivere con coraggio le prove del quotidiano attraverso la Parola, ci offre questo spaccato di eternità beata, che non è qualcosa di esterno rispetto a noi, ma è qualcosa che è dentro di noi: siamo la vivente bellezza di Dio! Non per niente l'uomo vive perché respira e il respiro è la creatività della bellezza di Dio. Dovremmo sempre avere i sentimenti di Dio quando ha creato l'uomo - E Dio vide che era cosa molto bella - l'uomo è la luminosità perfetta di Dio. Il tempo della Quaresima ci invita a ritrovare la bellezza di Dio che è in ciascuno di noi, che è ciascuno di noi, e questo ci dà uno spazio esistenziale ricco di fiducia e di speranza. La luminosità di Gesù è il riflesso della sua bellezza, e noi tutti siamo chiamati a gustare tale dono luminoso.

Se noi riuscissimo a cogliere questi due aspetti dalla contemplazione odierna del mistero di Gesù si realizzerebbe per la nostra vita quello che Paolo ci ha regalato alla fine della seconda lettura di questa mattina: Questa grazia ci è stata data con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'incorruttibilità per mezzo del Vangelo, noi già fin da ora siamo eternità beata. E’ questo orizzonte vasto che ci deve sostanzialmente penetrare e farci gustare la bellezza di Dio. Il cristiano è chiamato a camminare in questo meraviglioso orizzonte. E allora contemplando Gesù, entrando nella trasfigurazione di questa luminosità divina dove noi abbiamo vinto la morte, noi possiamo stare con Gesù solo perché in Gesù e con lui ne pregustiamo la grandezza divina: è l'Eucaristia che stiamo celebrando!

L'Eucaristia è gustare la trasfigurazione di Gesù. Non per niente la liturgia orientale quando vuole descrivere la celebrazione eucaristica dà la pennellata della Trasfigurazione. La bellezza dell'Eucaristia è essere nella Trasfigurazione in atto, entrare nella luminosità di Gesù gustandone la bellezza che diventa principio di novità di vita. Questo sia il mistero che vogliamo vivere questa mattina, una Quaresima luminosa della luminosità di Gesù per essere persone che camminano, pur nel travaglio storico, nella speranza, perché siamo nella luminosità del Risorto. Questa sia la grande speranza che vogliamo questa mattina a portare a casa, avendo lo sguardo in Gesù in quella incorruttibilità divina che ci fa pregustare quell’ eternità beata nella quale il Signore sarà tutto in ciascuno di noi. Questo sia il mistero che vogliamo vivere, sapendo che il Signore in noi meraviglioso fa cose molto belle nel nostro cuore per regalarci il coraggio, la forza e la serenità del travaglio quotidiano che, tante volte potrebbe schiacciare questo nostro desiderio di eternità che è presente nello spirito di ciascuno di noi.


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