04 giugno 2023

SANTISSIMA TRINITÀ, SOLENNITÀ – ANNO A

DOMENICA 4 GIUGNO 2023                                     

At 2,1-11      1Cor 12,3b -7.12-13        Gv 20,19-23

OMELIA

La Chiesa questa mattina ci raccoglie in assemblea liturgica perché riscopriamo il mistero della nostra esistenza, che oggi, in modo tutto particolare, viene focalizzato nel mistero della Santissima Trinità, mistero nel quale l'uomo ritrova la bellezza della sua vita. Occorre sempre comprendere che in certo qual modo il mistero trinitario non è da capire, come la vita non è da capire, ma il mistero trinitario è il vissuto di chiunque voglia essere uomo nel tempo che scorre, desideri d’essere battezzato nella Chiesa, in attesa della pienezza di gloria nella Gerusalemme celeste.

Dobbiamo prendere coscienza che il credere nella Trinità è credere nella bellezza della nostra umanità. Ecco perché la Chiesa ci ha offerto come testo biblico il brano di Giovanni Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna, perché ogni creatura umana sia un uomo autentico. Credere nella Trinità è credere nella bellezza della nostra umanità e questa visione la possiamo cogliere in tre passaggi: l'uomo come uomo è il vivente mistero di Dio, e nella bellezza della scelta della fede diventa il mistero trinitario dentro di noi, in attesa di quella pienezza quando nella Trinità saremo pienamente trasfigurati.

Innanzitutto il punto di partenza sta nel fatto che l'uomo, come uomo, è un capolavoro trinitario. Infatti riandiamo sempre a quella espressione della creazione nel libro della Genesi: Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza, facciamo l'uomo pienezza del nostro mistero di amore. In quel plurale facciamo l'uomo a nostra immagine noi cogliamo il darsi della pienezza di Dio creando l'uomo. Infatti quando noi ci poniamo la domanda - chi sia l'uomo - e con ammirazione ci poniamo davanti a tale mistero noi cogliamo tre sue caratteristiche: l'esistere, il pensare e l’amare. Queste tre caratteristiche dell'uomo che sono il riflesso della ricchezza presente nella Santissima Trinità, sia che lo sappiamo, sia che non lo sappiamo. Dovremmo intuire che quando vediamo un uomo, egli è la presenza della Trinità; infatti la gioia di esistere è dono del Padre. Noi tante volte camminiamo nella vita, ma non abbiamo quello stupore davanti all'esistenza e lo stupore davanti all'esistenza è l'atto creante del Padre; l'uomo è un capolavoro creato dal Padre.

Questo Padre poi fa di noi uomini pensanti, uomini che vedono il reale e approfondiscono il suo mistero. Ecco allora la presenza del Verbo secondo la visione del prologo giovanneo: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. La bellezza dell'uomo capolavoro scaturisce dell’azione di Gesù. Quando il Padre - dicono i padri Greci - creò l'uomo ebbe come modello il Verbo incarnato, perché l'uomo fosse immagine di Gesù, facciamo l'uomo a nostra immagine. Quando noi entriamo in questa bellezza l'uomo agisce, l'uomo respira, l'uomo cammina nella storia… e in questo vediamo l'azione dello Spirito Santo! Lo Spirito Santo è l'atto creativo di Dio: pensati nel Padre, nel mistero di Cristo creati, nello Spirito Santo agiamo, e questo in forza della bellezza della nostra natura. Ecco perché il Salmo ottavo davanti all'uomo è ricco di stupore, mentre ci fa sperimentare la gioia di esistere! L'uomo di oggi ha difficoltà a capire la bellezza e la profondità della sua esistenza perché corre, è superficiale, è fonte di preoccupazioni continue e non si ferma un istante per dire - chi sono io? Viviamo di stupore sempre e cresceremo nella fecondità della fede: O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra. Con tale atteggiamento contempliamo la bellezza di essere uomini. La Trinità ci aiuta a diventare sempre più uomini, a scoprire il mistero della nostra esistenza. Possiamo per un momento riflettere: ogni volta che respiriamo viviamo nello Spirito Santo, incarniamo l'amore del Padre per agire come Gesù.

L'uomo non è un solipsista, l'uomo dinamicamente deve espandersi nella Trinità. Quando si dice che l'uomo è il frutto delle relazioni è perché l'uomo vive la dinamicità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e questa bellezza creatrice diventa grande nel mistero della redenzione. A quel facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza segue quel io ti battezzo nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, la Trinità entra in relazione con noi. Noi tante volte non abbiamo il gusto di questo grande mistero. L'uomo se come uomo è già Trinità vivente attraverso la bellezza e la fecondità della fede si ritrova Sacramento delle tre Persone Divine: esistiamo nel Padre che dall'eternità ci ha amati, costruiamo la vita imitando il Cristo che abiti in noi perché egli sia il signore della nostra storia e abbiamo quella creatività inesauribile dello Spirito che ci fa respirare. Come sarebbe bello se a livello interiore quando camminiamo nella storia dicessimo: sono sacramento delle tre Persone Divine, avere gli auricolari nel cuore per ascoltare i pensieri del Padre, gustare la vitalità del Figlio, camminare nelle energie dello Spirito Santo, è la bellezza della nostra esistenza. Ecco perché il cristiano quando vuole entrare nella profondità della sua esistenza canta la bellezza della creazione, della creazione redenta e rigenerata. La festa di oggi è la festa della gioia della vita da costruire da cristiani: passeggiamo con la Santissima Trinità.

Il risultato di questo meraviglioso dialogo, nel quale l'esistenza ci colloca, fa sì che noi ci apriamo al meraviglioso orizzonte della nostra esistenza quando saremo immersi nella Trinità beata in paradiso. Creati dalla Trinità nella Trinità viviamo per essere trasfigurati nella bellezza trinitaria.

Spesse volte distratti dalla storia, dimentichiamo la bellezza di questa grande verità; se noi riuscissimo a percepire nel cammino della fede quotidiana il gusto di questa presenza del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, ci accorgeremmo che nascerebbe in noi un grande desiderio di pienezza di gloria e non conosceremmo la morte, ma l'apertura sulla vita in una pienezza di esistenza quando Dio sarà tutto in ciascuno di noi. Qui troviamo la bellezza della nostra storia. Fatti a immagine di Dio, introdotti nel mistero trinitario del battesimo, in paradiso noi potremo camminare in un mistero di gloria che non si esaurirà mai.

E’ molto bella la preghiera della Chiesa davanti a una persona che muore: “Parti, anima cristiana, da questo mondo, nel nome di Dio Padre onnipotente che ti ha creato, nel nome di Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, che è morto per te sulla croce, nel nome dello Spirito Santo, che ti è stato dato in dono”. Ed è interessante che questa orazione che noi preghiamo nella liturgia al momento della morte è stata costruita nel Medioevo per il battesimo cristiano. E’ la bellezza della nostra vita entrare nel mistero della Trinità e gustare la bellezza profonda della nostra storia, del nostro vivere. Ecco perché la festa della Trinità non è una festa che ci obbliga a pensare ciò che non comprenderemo mai, ma la festa del gustare il nostro vissuto che è essenzialmente trinitario, è la bellezza di questa esperienza che fa nascere in noi quel desiderio di pienezza di gloria quando nello Spirito Santo, nel mistero di Gesù, contempleremo eternamente il Padre. Dovremmo in certo qual modo costruire così la nostra storia e allora respireremmo qualcosa di grande che diventa la luce nel tempo storico tante volte così tormentato. La bellezza di una vita regalata, costruita, goduta eternamente ne è il meraviglioso risultato.

Questo sia il senso della festa di oggi e nell'eucaristia, che stiamo celebrando, noi siamo con la Trinità beata. Entrando in chiesa seguiamo il Cristo, nella potenza dello Spirito Santo lo ascoltiamo, e il Cristo ci dice: con me dite Padre nostro che sei nei cieli, la bellezza della paternità di Dio. La bellezza d’entrare in chiesa sta nel respirare la vita trinitaria nella quale tutto il nostro esistere trova la sua consistenza. Il Signore è innamorato dell'uomo, la Trinità beata è affascinata da questo uomo che nella sua fantasia ha creato per fargli gustare quella pienezza di gloria che è il Paradiso. Quando giungeremo al Paradiso e vedremo le tre Persone divine nella sua luminosità potremmo cantare eternamente la gioia del dono della vita: siamo stati creati, redenti, glorificati. In questa celebrazione eucaristia lasciamoci introdurre in questo mistero. Quando possiamo percepire il senso di solitudine o di stanchezza che la vita ci regala sentiamoci sacramento delle tre Persone Divine, respiriamo le bellezze della vita e camminiamo verso quella pienezza di gloria che poi quando moriremo potremo dire: finalmente gusto quello che per tutta la vita ho desiderato e ti ringrazio Padre che mi hai chiamato a questa meravigliosa visione di essere la luminosità di tuo Figlio nella inesauribile creatività dello Spirito Santo.

 

Nessun commento:

Posta un commento