25 giugno 2023

XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A

Domenica 25 giugno 2023

 Ger 20,10-13     Rm5,12-15          Mt 10,26-33

OMELIA

Gesù domenica scorsa ci regalava la gioia di essere persone di speranza. Nel travaglio della storia Lui è presente, ci guida, ci sorregge, ci conduce verso la pienezza della gloria e questa speranza oggi viene rimarcata ulteriormente attraverso la riscoperta di una delle parole che l’uomo di oggi ha dimenticato: il senso della Provvidenza. La bellezza della vita dell'uomo è essere nelle mani di Dio; concetto questo caro a Giovanni “Siamo nelle mani di Gesù”. E questo concetto-coscienza di Provvidenza noi lo percepiamo da tre angolature molto chiare. È sempre bello andare al racconto della creazione, per intravedere come nasca l’uomo e ci accorgiamo che nasce dallo spirito creativo di Dio. L’uomo ogni volta che respira è un uomo creato e la creazione è il respiro di Dio nel cuore di ogni uomo.

Spesse volte noi siamo molto distratti, perché siamo tentati di costruire la vita attraverso quello che facciamo e dimentichiamo che il principio di fondo del nostro agire è che stiamo respirando. Noi siamo l’atto creativo di Dio, di un Dio fedele che dal momento in cui ci ha pensati, ci ha introdotti in un itinerario di vita che sarà l’eternità beata.  L’uomo è condotto per mano dal respiro di Dio. Questa bellezza che l’uomo comune non sempre riesce a cogliere o a percepire, noi la cogliamo molto bene guardando a Gesù. Spesse volte, noi dimentichiamo che la Provvidenza è l’atto di Dio che perdona, è l’atto di Dio che dà la sua vita per noi, è l’atto di Dio che ci dice cammina. La Provvidenza, non solo è l’atto creante del Padre, ma è anche l’atto rigenerativo del Cristo. La bellezza di vivere nel mondo contemporaneo sta nella bellezza di essere salvati, di essere in divenire continuamente creature nuove. La cultura di oggi è molto pessimistica, l'uomo credente è l’uomo ottimista perché vede la propria esistenza come luogo in cui Dio esprime la sua fedeltà al dono della vita nel mistero di Gesù.

Siamo ogni giorno rifatti: è la bellezza della grazia, è la fecondità dei sacramenti, è la luminosità della fede. L’uomo si ritrova Provvidenza nella sua storicità e questa provvidenza noi la costruiamo attraverso l’azione costante dello Spirito Santo che illumina, riscalda, prende per mano e ci apre sull’eternità beata. La Provvidenza è l’anima della nostra vita. Quante volte ci poniamo la domanda che senso ha la nostra vita e la risposta è molto semplice: lasciarci condurre giorno per giorno da un mistero trinitario verso la pienezza della gloria. Ecco perché Gesù questa mattina ci dice che noi siamo meglio di tanti passeri, la nostra esistenza è la bellezza creativa di Dio. Sarebbe bello se ci soffermassimo a pensare il mistero della creazione divina nei nostri confronti, una creazione in espansione continua fino al mistero di quella gloria eterna che ci trasfigurerà e ci cambierà completamente in una luce veramente incommensurabile.

A questo punto nasce l’interrogativo: come noi possiamo veramente vivere di Provvidenza? Quali sono gli stati d’animo che dovremmo continuamente recuperare per camminare in tale itinerario esistenziale?

Tre sono i sentimenti che ci aiutano in questo cammino:

-          il senso che siamo dono,

-          siamo un dono creato, ricreato e salvato,

-          la coscienza che siamo grazia.

Siamo innanzitutto mistero dell’atto creativo di Dio che penetra nel nostro spirito e ci dà la certezza di essere uomini nuovi: siamo un dono meraviglioso.

Sarebbe bello se potessimo dire con Paolo per grazia sono quello che sono, in me la grazia non fu vana, e in tutto rendo grazie. È la bellezza del secondo passaggio per ritrovare il senso della Provvidenza: siamo una gratuità vivente. Di fronte alla domanda chi sia il cristiano, Paolo, nella lettera ai Colossesi, dà una bellissima definizione del cristiano: “Il cristiano è un ringraziamento vivente”.

Davanti alla coscienza che siamo dono, ci accorgiamo che siamo un dono aperto sull’eternità beata. L’atteggiamento dell’uomo realizzato è semplicemente dire Rendo grazie. Vivo di gratitudine come criterio portante della vita. Quando l’uomo rende grazie, vive in atto la fecondità di Dio. Ecco perché il secondo passaggio per vivere questa Provvidenza, è vivere in atteggiamento di rendimento di grazie. L’uomo di oggi, stanco di vivere, è una continua protesta, è un brontolone e i brontoloni non hanno accesso al regno dei cieli.

Ecco allora che la bellezza di costruire la vita come un continuo rendimento di grazia, come gratitudine costituisce un essere in azione continua. È molto bello la sera dire grazie Signore, l'anima mia magnifica il Signore, sono un capolavoro della tua pazienza.

Se noi cogliessimo questo secondo aspetto nella gratitudine, l'uomo nel cammino della vita avvertirebbe la propria povertà: ecco il senso della supplica. L’uomo povero grida, e poiché grida nella fede, dice con il salmo “Il Signore lo ascolta, lo libera da tutte le sue angosce”. È quella supplica interiore che nasce dalle povertà dell’uomo e che si affida totalmente al mistero di Dio. Qui i tre sentimenti che ci possono aiutare per costruire la vita nella Provvidenza: il senso che siamo dono, l’esperienza della gratitudine e il coraggio della supplica. Se noi coniugassimo queste tre dimensioni nell’unità della nostra vita, cammineremmo ogni giorno in novità di vita. Potremmo affermare che siamo grazia, nel mistero della creazione del Padre, siamo gratitudine di fronte all’azione redentiva del Figlio, siamo supplica allo Spirito Santo nella povertà del quotidiano. L’esperienza del percepire questa bellezza nella nostra vita significa comprendere il valore della Provvidenza. Ecco perché dovremmo sempre ripetere la frase di Paolo Per grazia sono quello che sono, sono gratuità di Dio.

Al mattino, quando ci svegliamo, dovremmo dire l’anima mia magnifica il Signore. È molto bello come nel rito copto egiziano, il cristiano quando si alzava la mattina cantava il Magnificat. In tale atteggiamento si avverte il senso della Provvidenza che guida continuamente i nostri passi in questo orientamento che ci porta lentamente verso quella gloria futura che è il Paradiso. La Provvidenza è Gesù che cammina con noi per essere noi in Lui trasfigurati. La bellezza della celebrazione eucaristica di questa mattina è Provvidenza, per grazia siamo chiamati, per grazia il Signore ci si regala, per grazia siamo creature nuove. Qui troviamo la bellezza della nostra vita che non sempre riusciamo a percepire perché siamo tanto distratti. L'uomo contemporaneo purtroppo non sempre ama la vita e non si lascia conquistare dalla vita. Non è un semplice gioco di parole; noi siamo chiamati alla vita, a un itinerario dove Dio è il grande protagonista per portarci verso la pienezza della gloria del cielo. Di riflesso la bellezza della nostra vita è cantare la gratitudine dicendo al Signore, cammina nella mia vita per renderla il tuo capolavoro.

Questo sia il mistero che insieme vogliamo costruire in questa settimana, in modo che davanti all’apparire degli avvenimenti possiamo dire: sono grazia, canto la mia gratitudine, sono Provvidenza. Allora ogni nostro respiro è un atto d’amore trinitario, ogni nostro desiderio va verso una pienezza di gloria che sarà il paradiso che accompagnerà tutta la nostra vita.

 

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