05 novembre 2023

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

DOMENICA 5 NOVEMBRE 2023

Ml 1,14b-2,2b.8-10      1Ts 2,7 b-9.13      Mt 23,1-12

OMELIA

Il cristiano nel cammino della sua vita si pone sempre la domanda: qual è il metro al quale devo riferirmi per poter camminare in novità di vita, perché ognuno di noi è profondamente consapevole di essere un capolavoro di gratuità?

L'uomo creato da Dio cammina in novità di vita nella certezza di non essere mai solo.

Ecco allora che Gesù questa mattina attraverso il rimprovero che rivolge agli scribi e ai farisei ci delinea tre aspetti della nostra vita di credenti per costruire in modo autentico il nostro cammino quotidiano: la coscienza della paternità di Dio, la profonda consapevolezza che Gesù è il Cristo e che Egli è la guida della nostra vita.

È molto bello vedere come Gesù, al di là delle difficoltà che incontra, ci pone dinanzi dei parametri positivi ai quali dobbiamo continuamente fare riferimento poiché la nostra vita è un capolavoro di Dio. Quante volte ce lo siamo detti, soprattutto davanti al pessimismo della cultura odierna, ritrovarci quei capolavori di Dio che sono la gioia creativa di Dio. E allora vediamo i tre momenti che Gesù ha messo in luce nel brano che abbiamo ascoltato: uno solo il vostro Padre, quello nel cielo, uno solo è il Cristo, uno solo è la guida, il Padre! Una delle difficoltà che noi tante volte troviamo nel cammino della fede è che non riusciamo a cogliere la bellezza della paternità di Dio. In certo qual modo noi siamo molto legati a Gesù Cristo, è vero, il centro della nostra fede è il mistero della morte e resurrezione del Signore, ma all'origine di tutto c'è Dio Padre, nel quale la nostra vita è realizzata anzi, usando il linguaggio della Genesi, il Padre è il respiro della nostra vita. Se noi possiamo dire di vivere, di camminare ogni giorno nella storia, di sognare un mondo nuovo, il tutto nasce dalla coscienza che siamo nelle mani creative di Dio. Usando il testo della Genesi “siamo il soffio creativo di Dio”. L'uomo davanti al cammino della vita percepisce nel profondo del suo essere questa profonda consapevolezza che è un mistero più grande di se stesso in cui Dio, il Padre, rivela veramente la propria grandezza. La bellezza di vivere è respirare il respiro di Dio. Noi spesse volte siamo più legati ai fatti della storia, eppure uno solo è il Padre vostro, quello del cielo, quello che dà il respiro all'esistenza dell'uomo e gli dà la capacità giorno per giorno di vivere e costruire la propria storia. Ecco allora il primo elemento che dobbiamo tenere ben presente: il Padre.

Quando Gesù ha voluto darci la vera preghiera ci dice Dite: Padre!”  - e in quel Padre c'è tutto il senso della vita, cioè quell’orientamento glorioso che determina il nostro stile di vita e ci dà una speranza veramente inesauribile, ma questa esperienza della paternità di Dio come noi la possiamo realizzare nella convinzione che Gesù è il Cristo? Cosa vuol dire: Cristo? Fedeltà di Dio. Ricordiamo sempre la professione di fede: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente, tu sei la fedeltà del Padre. Gesù non è chiamato il Cristo, ma è nominato Cristo perché ritraduce quello che è l'esperienza della sua vita, si è affidato al Padre.

Una delle verità che mette in luce soprattutto l'evangelista Giovanni, è che Gesù “cammina nelle mani del Padre”, l'espressione classica l’abbiamo nel dramma dell’orto degli Ulivinon sia fatta la mia, ma la tua volontà sia fatta” questo consegnarsi a un Dio fedele. La bellezza della fede è questo “consegnarsi”, non solo abbiamo un Dio Padre che è continuamente creatore della nostra vita, quindi respiriamo il suo respiro, ma abbiamo il Cristo che accanto a noi ci dice: Dio è fedele! L'uomo di oggi non pensa al futuro, ha paura tante volte del futuro. La bellezza del futuro è nient'altro che il prolungamento del presente, il futuro è la fedeltà del Padre nella nostra esistenza, per cui camminiamo in questa meravigliosa certezza e non saremo mai delusi, il Padre ci regala il Figlio e il Figlio ci regala la fedeltà del Padre.

Quando nel piccolo della nostra esistenza ci poniamo l'interrogativo del senso della nostra vita, ricordiamocelo: siamo nelle mani Trinitarie e quando l'uomo ha questa profonda esperienza di essere nelle mani Trinitarie ha la bellezza che la sua vita non si concluderà mai, ci saranno cambiamenti di stato, ma continuità di vita, essere nella gloria del cielo. E questo noi lo possiamo realizzare attraverso il terzo passaggio: non solo il Padre, non solo il Cristo, ma anche la Guida. Riandiamo sempre al Salmo Guardate a Lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti. Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo libera da tutte le sue angosce, avere lo sguardo del cuore rivolto al Cristo. In certo qual modo la vita dell'uomo è una certezza - Dio è fedele - e questa fedeltà di Dio diventa anche il cammino che portiamo avanti attraverso la bellezza dell'obbedienza nell’istante: siamo la fedeltà di Dio creativo. Se noi riuscissimo a cogliere queste dimensioni, davanti al disorientamento che tante volte possiamo avere nella vita, l'orientamento si chiama Gesù e questo orientamento che si chiama Gesù è la vita della nostra vita, in questo camminiamo e camminiamo continuamente.

Ecco perché non abbiamo bisogno degli scribi e dei farisei; abbiamo la certezza: il Padre che in Gesù è fedele e che attraverso Gesù guida la nostra vita. È questione tante volte di soffermarci un momento e pensare - Chi sono io? - e allora ci accorgiamo che la vita, pur con tutta la sua complessità, è avvolta dalla creatività di Dio. Noi siamo il respiro creativo della Trinità e quando noi facciamo questa esperienza la nostra vita assume dinamiche e valori molto diversi. L'importante è camminare in novità di vita. Perché questa mattina siamo qui nell'Eucaristia? La risposta è molto semplice: il Padre ci ha chiamati, ci regala il suo Figlio, ci regala il suo Figlio perché egli guidi i nostri passi. Usciamo di chiesa e diciamo: “Cammina con noi o Gesù! Illumina i miei passi e cammina con noi verso la pienezza della gloria”. Per cui quel Gesù che noi incontriamo abitualmente nell'Eucaristia è quel Gesù che incontreremo nella pienezza della gloria, quando Dio sarà tutto in tutti. Questo è il nostro grande Maestro: Gesù! E allora credo che questa mattina, celebrando i Divini Misteri, dobbiamo ritrovare questa bellezza della nostra vita: c'è il Signore! E quando noi partiamo da “c'è il Signore” respiriamo nella vita, camminiamo con coraggio perché abbiamo la certezza che non saremo mai delusi. E allora veramente la nostra vita sarà realizzata e nel momento in cui riceveremo il Corpo del Signore entreremo in quella che è l’eternità beata che è la bellezza della nostra storia, la certezza di una vita senza tramonto.

Questa è la bellezza della nostra storia. Camminiamo così in questa Eucaristia e allora in un mondo complesso noi abbiamo una scuola di semplicità: il Padre, il Cristo, la Guida. Questo trinomio ci accompagni in questa settimana in modo da camminare con quella fiducia che viene dall'alto e ci dà la capacità di camminare in quella novità divina che è la speranza in ogni frammento della nostra vita quotidiana.

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