17 marzo 2024

V DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO B -

DOMENICA 17 MARZO 2024

Ger 31,31-34      Eb 5,7-9      Gv 12,20-33

OMELIA

Quanto più ci avviciniamo all’esperienza della Pasqua di Resurrezione tanto più la Chiesa concentra la nostra attenzione sulla figura di Gesù. Anche noi come quei Greci vogliamo sempre vedere il Maestro, entrare in comunione con lui e gustarne la presenza e, anche a noi che gli chiediamo - chi sei Gesù? - egli ci dice: “Io sono il mondo nuovo che tu desideri”.

Il cristiano è la storia vivente di Gesù. Andare verso la Pasqua è andare verso l'immedesimazione con il maestro Divino per poter risorgere con lui, per cui questa mattina vogliamo soffermarci sulla frase centrale della sua testimonianza Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà, tre passaggi che danno il senso al nostro cammino quaresimale.

Innanzitutto essere concentrati su Gesù.

Se uno mi vuol servire mi segua. Ma cosa vuol dire quell'espressione Se uno mi vuole servire? Noi in genere quando usiamo la parola “servire” siamo davanti a una attività che vogliamo portare avanti, ma il vero servire di Gesù si deve ritradurre così: se uno vuole assumere la mia mentalità mi deve accogliere, deve farmi diventare vita della sua vita e allora mi seguirà.

La bellezza della nostra esistenza è il Cristo vivente in ciascuno di noi. Tante volte ci poniamo la domanda -  come possiamo essere alunni di Gesù? -  e la bellezza è saperlo ascoltare, saperlo accogliere, far diventare la nostra vita imitazione della sua vita: mi segua! Il seguire è la fecondità di una presenza. La gioia del discepolo è la presenza del Maestro; in certo qual modo più ci avviciniamo alla realtà della Pasqua -e della Pasqua di morte, sepoltura e resurrezione-, tanto più il Cristo è destinato a diventare l'anima della nostra anima.

Allora chi pone questo primo elemento nel cammino della sua vita vivrà anche il secondo “e dove sono io, là sarà anche il mio servitore”: noi siamo il destino di Gesù. Quando noi guardiamo il crocifisso guardiamo il senso della nostra vita. Usando il linguaggio di Paolo Io sono stato crocifisso con Cristo… D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo, identificarsi con lui! Ogni volta che sentiamo parlare di Gesù ecco lo stile della nostra vita: innamorarci del Maestro e vivere come il Maestro. È un passaggio questo che noi dovremmo riuscire a cogliere e che riusciamo a intuire se noi, per il momento, riusciamo a capire perché siamo stati battezzati.

La bellezza della Quaresima è unire da una parte la persona di Gesù, e il mistero della nostra vita dall’altro. Il Maestro è chiamato a vivere dentro di noi.

Ogni volta che noi sentiamo un brano evangelico nella Divina liturgia non siamo davanti semplicemente a quello che è capitato a Gesù, ma a quello che deve capitare anche a noi “dove sono io, là sarà anche il mio servitore”; è la gioia di questa identificazione progressiva nella nostra vita, nel suo mistero, e Gesù ci dice anche qual è il risultato: stare con lui, vivere il suo mistero ed essere onorati dal Padre. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. È riuscire a cogliere come questa immedesimazione nel maestro Divino ci porti a un cammino di eternità beata: risorgere con lui! È una verità questa che deve penetrare nel nostro cuore e animare lo stile della nostra vita: seguire, gustare, vivere. Per cui la bellezza della Quaresima è entrare nel vissuto stesso di Gesù per entrare nel mistero della sua gloria.

Tante volte il cristiano si pone la domanda: ma cosa vuol dire essere discepolo?

E Gesù ci dice: “Vivi la mia vita!”.

In certo qual modo quando noi veniamo battezzati, in quel momento avviene una incarnazione veramente meravigliosa: il Cristo abita in noi, il Cristo ci trasfigura in sé e il mistero di Gesù diventa la vita della nostra vita. Quante volte il cristiano si pone l'interrogativo - che cosa sarà il suo domani - e la risposta è molto semplice: dov'è Gesù saremo anche noi! Dovremmo immedesimarci nella sua personalità, vivere il suo mistero come il senso della nostra vita, è diventare Gesù! D’ora innanzi - dice Paolo - nessuno mi dia fastidio. Io porto nel mio corpo le stigmate del Signore nostro Gesù Cristo. Avere il gusto della sua presenza che ci trasfigura continuamente.

Ecco perché il cristiano nel cammino della sua vita è concentrato su Gesù, su un Gesù non raffigurato; non su un Gesù-statua, ma un Gesù vivente: lui è qui! Ci attira a sé e, anche a noi, che gli chiediamo come quei greci - Vogliamo vedere Gesù - lui ci dice: “Vivi la mia presenza, gusta la mia personalità, incarna il mio mistero d'amore”.

La bellezza della Quaresima è vivere questi tre passaggi che Gesù questa mattina attraverso Giovanni ci vuole insegnare: se uno vuole mettersi alla mia scuola mi venga dietro, abbia la gioia di incarnare la mia persona nel mistero della sua vita e la bellezza sarà così, conservare in noi la gioia di quella eternità beata che attende ciascuno di noi. Il padre mio lo onorerà.  E allora mentre stiamo avvicinandoci all'esperienza della Pasqua di Gesù, questo testo che ritraduce la sua esistenza, divenga veramente la bellezza della nostra vita, con un grande desiderio: vedere il Signore! Entrare in quella meravigliosa “ansia positiva” di lasciarci trasfigurare nel suo mistero per essere in quel Paradiso glorioso in cui noi saremo veramente persone che eternamente contempleranno il volto di Gesù lodando il Padre.

Questa sia la meta della nostra esistenza.

Ora, cos'è la bellezza di questa mattina nel ritrovarci nell'Eucaristia? E la risposta è molto semplice: crescere nel diventare il suo mistero nella luce gloriosa del volto del Padre, e il padre mio lo onorerà. E allora celebrando questi Divini misteri entriamo in quel mistero che è Gesù: “Questo è il mio corpo dato, questo è il mio sangue versato. Fate questo in memoria di me!” Siamo la sua persona incarnata.

Allora se risentiamo continuamente queste parole del Maestro in modo da sentirne la presenza è essere pungolati a imitarlo, per gustarne la signoria gloriosa che sarà pienamente realizzata domani, quando arriveremo in paradiso. Questa sia la bellezza che vogliamo vivere in questa settimana prendendo coscienza che lui è qui con noi e, questa certezza, è già trasfigurazione in atto della sua persona nel mistero della nostra vita e allora risentiamo ancora Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà.

Camminiamo così e allora diventeremo essenziali, gusteremo una Presenza e desidereremo sempre più la visione per cui, quando lo vedremo faccia a faccia, gusteremo quella gioia eterna che è la bellezza della nostra vita e che è la grande meta della nostra storia quotidiana.

 

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